Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Jut    28/02/2013    4 recensioni
Riflessioni di una ragazza abbandonata a sé stessa dalla persona che avrebbe dovuto essere la sua "ancora di salvezza".
E' la prima storia che pubblico, e non sono molto sicura di ciò che scrivo, perciò ho optato per una storia corta ma che riesca ad esprimere le mie emozioni.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aprì gli occhi trovandosi nel buio più totale. Immaginò che fosse molto tardi, prese il cellulare che aveva appoggiato sul comodino prima di addormentarsi e fece per controllare l'ora. In un primo momento rimase abbagliata dalla luce del display, che le rimase intrappolata nella retina per un paio di minuti; poi, finalmente, riuscì a distinguere le cifre dell'orologio digitale: le tre e ventidue. Si rese conto che, dopo poche ore, avrebbe dovuto alzarsi, prepararsi e poi correre a scuola. Non appena l'immagine di quell'aula dai muri color pastello le attraversò la mente, rabbrividì ed ebbe un conato di vomito.

Poi pensò a tutto ciò che era successo il giorno prima, e nonostante fosse coperta da quel caldo e spesso piumone invernale iniziò ad avere freddo. Spinse la pesante coperta in fondo al letto e rimase lì, distesa immobile sul letto ad una piazza, nella speranza di riuscire ad addormentarsi al freddo e magari prendersi l'influenza, in modo da non dover affrontare la giornata che stava per iniziare.

Ma le parole di una canzone che aveva conosciuto poco prima le ronzavano in testa, impedendole di prendere sonno, e la facevano riflettere su cosa sarebbe successo da quel giorno in poi. “It's empty and cold without you here”, diceva uno dei versi iniziali. Qui è vuoto e freddo senza di te. Fino a quel momento quelle parole le erano sempre entrate ed uscite dalla testa senza che lei ci facesse troppo caso, come se esse fossero solo parte di una melodia nata unicamente per uccidere il silenzio. Eppure quella notte non aveva potuto evitare di ripetersele, comprendendo finalmente il loro significato più profondo.

Erano la descrizione perfetta di quanto le stava accadendo in quel momento. “Empty”. Vuoto. Riusciva perfettamente a percepire il profondo buco che era appena stato lasciato nella sua anima, proprio come se avesse potuto toccarlo. Era incredibile come l'assenza di una persona aveva determinato in lei la mancanza di così tanti altri fattori: si sentiva priva di utilità, di ragione, di significato. Si chiese cos'avrebbe fatto da quel momento in poi. Si chiese che cosa fosse lei, cosa rappresentasse la sua esistenza.

Pensò alla mattina successiva, al fatto che avrebbe dovuto dare un senso alla sua giornata, visto che prima era qualcun altro a farlo al suo posto. La sua vita fino a quel momento era stata come una di quelle scene che si vedono spesso nei film, in cui una persona si trova appesa penzoloni al braccio di un'altra, rischiando di cadere in uno squarcio di terra così profondo da sembrare infinito. Proprio come in una situazione di quel genere, la sua salvezza fino a quel momento era dipesa dalla volontà di un'altra persona; in seguito, improvvisamente, questa persona l'aveva lasciata cadere, e lei si era ritrovata a fare i conti con il buio, il vuoto, il terrore.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Jut