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Autore: Foxi93    28/02/2013    2 recensioni
Avevo un estremo bisogno di vedere gente diversa e divertirmi. Passammo la serata a cercare il vestito migliore e a truccarci per essere belle. Questa si prospettava la miglior parte della serata ma non sapevo ancora cosa mi sarebbe successo. Era lì, davanti a me, perfetto come nessun altro. Che dovevo fare?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo mesi e mesi passati sui libri a studiare per gli esami di maturità, erano arrivate le tanto attese, e diciamolo, meritate vacanze. Eravamo libere e pronte a dar libero sfogo al nostro spirito da diciannovenni purtroppo represso dallo studio. Non avevamo avuto molto tempo per decidere la meta ma pensavamo che una settimana a Riccione sarebbe potuta andarci bene.. Stefania ne era elettrizzata solo all'idea; secondo lei sarebbe stata la volta buona che avremmo trovato un ragazzo. Lisa, invece, voleva solo dimenticarsi la scuola ed Eleonora abbrustolirsi come ogni estate. Rimanevo fuori soltanto io. Certo, la meta non mi esaltava così tanto ma avevo un estremo bisogno di vedere gente diversa e divertirmi e Riccione (a quanto dicevano) era tutto ciò di cui un giovane aveva bisogno.. E così, Riccione fu. Partimmo all'alba in modo tale che, nel caso di ritardi, saremmo arrivate in tarda mattinata e ci saremmo potute godere il nostro primo pomeriggio di mare. Neanche a farlo apposta, arrivate a Bologna, dove dovevamo cambiare, il treno era stracolmo di ragazzi della nostra età con valigie enormi e ombrelloni conficcati in qualsiasi spazio rimasto. Il caldo era insopportabile e la speranza di trovare anche un solo posto in piedi era ormai svanita. E così, dopo un'estenuante attesa di due ore nell'immensa stazione, un altro cambio a Rimini e l'autobus che faceva fermate ogni 5 metri arrivammo al nostro Hotel. Dopo la mattinata che avevamo passato mi sarei accontentata anche di una stalla pur di potermi sdraiare un pò ma questo non era certo nei programmi delle altre mie amiche che prevedevano un pomeriggio di shopping e perlustrazione del centro. “No, vi prego!! Datemi solo un quarto d'ora!” le implorai.. Niente da fare, perdevo 3 a 1. Partimmo quindi per il centro. L'hotel era a solo 50 passi dalla spiaggia ma a 2km dalla via principale piena di negozi e negozietti che a Lisa tanto piacevano. “Mi spieghi che senso ha andare al mare per entrare e uscire dai negozi?” Certo, nei nostri paesini di montagna ce le sognavamo vie del genere ma non era quello il punto. Volevo tuffarmi nell'acqua fresca, subito, il caldo mi toglieva il fiato e la maglietta non voleva saperne di staccarsi dalla pelle. Quando Lisa si ritenne soddisfatta dello shopping, un'idea brillante balenò nella mente delle altre due. “ Che ne dite se stasera andassimo in discoteca?” proposero Eleonora e Stefania. Lisa era contenta, avrebbe potuto sfoggiare il nuovo mini abito che aveva appena comprato ma io... Lo so, ero da ricovero ma non ce l'avrei mai fatta a rimanere in piedi fino alle 4 di mattina. Non quel giorno che mi ero alzata alle 4.30. “Dio, ma cosa avete? Abbiamo una settimana davanti! Perchè dobbiamo fare tutto oggi?”. Il caso era chiuso, alle 23.30 avremmo preso la corriera che ci avrebbe portato in discoteca. Dopo cena passammo il resto della serata a cercare il vestito migliore e a truccarci per essere belle. Questa si prospettava la miglior parte della serata ma non sapevo ancora cosa mi sarebbe successo. Il tragitto in corriera fu abbastanza breve. Scese, davanti a noi stava la tanto famigerata Baia Imperiale che, a quanto dicevano i volantini, era la più bella e grande discoteca d'Europa. “Facciamo una foto ragazze? Ele chiedi al tipo se ce ne fa una!” “Non vorrai mica non far sapere su Facebook che sei andata alla Baia! Ahaha”. Dovevo ammetterlo, la scalinata esterna e la facciata a copia di un tempio greco mi faceva sentire una dea nel mio vestito blu, leggero e svolazzante. La festa purtroppo era noiosa e la gente poca. Chissà cosa aveva di poi tanto bello quella discoteca. Lisa, come al solito, aveva già attirato l'attenzione di un ragazzo e ballava al centro della pista mentre Stefania e Eleonora parlavano allegramente con un gruppetto di ragazzi spagnoli dimostrando la loro abilità nel parlare quella lingua che aveva valso loro un bel 9 in pagella. Per quanto mi riguardava non ne potevo più. La timidezza mi bloccava su uno dei tanti divanetti rossi in pelle e rifiutavo qualsiasi invito di andare a ballare. “Ragazze vado a prendere una boccata d'aria” dissi, e mi diressi verso la terrazza che dava sul paesaggio sottostante. Finalmente un pò di pace. Nelle orecchie mi sembrava di avere un tamburo continuo misto a un biiiip interminabile. L'aria era frizzantina e le pieghe del vestito sembravano giocare a rincorrersi. Non ero sola lì fuori. C'erano alcune coppiette e qualche ragazzo. “Ciao” sento ad un tratto. “Anche tu stufa?”. Capì subito che l'accento era inglese e quando mi girai non credetti ai miei occhi. Era lì, davanti a me, perfetto come nessun altro. Che dovevo fare? Fingere di non conoscerlo o mettermi a piangere? Non poteva essere vero ma soprattutto non poteva essere che avesse scelto proprio me per parlare con tutte quelle specie di modelle che gli ronzavano attorno in quel momento. “Mi chiamo Liam, scusa per il mio italiano ma sono inglese”. Ok, dovevo prendere fiato e mettere in pratiche tutte le lezioni di conversazione con l'altro sesso che avevo fatto, tempo fa, con Lisa. “Ciao, io sono Greta. Piacere di conoscerti”. La conversazione stava procedendo splendidamente anche se la voce mi tremava e il cuore sembrava esplodere da un momento all'altro. Dopo una piccola pausa mi chiese cortesemente se mi andava una passeggiata lontano da quel caos e quella gente ubriaca. Un uomo, che dopo capì essere uno dei suoi bodyguard, si apprestò a seguirci ma Liam lo rassicurò dicendo che voleva stare da solo. Mentre le mie amiche ballavano, a loro insaputa stavo parlando e camminando al fianco del ragazzo più bello del mondo. Le sue parole erano più dolci del miele e lo strano accento inglese rendeva tutto più divertente. Non so quanto mi fossi allontanata nè che ora fosse ma il mio cervello non pensava ad altro che a lui. Ci sedemmo su un prato. La luna illuminava appena i nostri volti. Mi cinse le spalle con un braccio cercando di scaldarmi. La sua pelle era calda e profumava di pulito. La serata sarebbe anche potuta finire così. Era andata oltre tutti i sogni che ogni mattina al risveglio mi facevano piangere perchè sapevo che non l'avrei mai potuto neanche salutare. “Sei molto carina” mi sussurrò. Le ragazze che frequento sono tutte così superficiali e civettuole. Tu no”. Sapevo, e per questo in me urlavo, che da quella notte non l'avrei più rivisto e che tutto quello che stava accadendo sarebbe stato un nostro segreto. Niente paparazzi, nessuna ragazzina urlante in giro. Solo noi. Mi alzò il viso e delicatamente avvicinò le sue labbra alle mie. Non avevo mai baciato nessuno prima di lui. La vacanza poteva anche finire lì. Ero in paradiso. Non aggiunse altro e per questo gli fui grata. Il silenzio rendeva tutto più magico, le parole avrebbero solamente rovinato l'atmosfera che si era creata. Restammo ancora un pò seduti vicini quando una lacrima scese brillante sulla sua guancia. Non gli chiesi perchè, capì che nonostante la fama, i soldi, gli amici e tutto ciò che aveva non erano adatti a lui. Era riuscito a costruirsi una corazza per apparire forte e intraprendente davanti a tutti i fotografi e i giornali che parlavano giorno e notte di lui. In realtà non era che un normale ragazzo della mia età che aveva un estremo bisogno di essere ascoltato e amato per quello che realmente era. La cosa che più mi colpì è che non mi disse di appartenere alla boyband più famosa del momento e ciò lo rese ancora più umile. Di quella sera non dissi niente alle mie amiche. Per loro ero stata tutto il tempo sulla terrazza e naturalmente non rividi più neanche quel dolce ragazzo che mi aveva fatta sentire tanto speciale. 

  
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