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Autore: S e r e n a    28/02/2013    6 recensioni
In questa One-Shot è Vegeta che racconta, dolorosamente, cosa veramente si cela dietro l'orgoglioso principe dei Saiyan.
I suoi ricordi che lo assalgono, i tormenti notturni, l'avvenimento del presente: il Cell game.
Tutto si contorce contro di lui, in un vortice di emozioni che non riesce a gestire.
Per la prima volta.
Dal testo:
Ogni notte sento ancora le urla strazianti del mio popolo, che implora aiuto, che piange, che stringe i propri bambini.
Ormai ho imparato perfino a non dormire: perché ogni volt
a che chiudo gli occhi, mi tornano alla mente tutto il sangue che ho versato, di come ho sporcato la mia anima di un nero indelebile.
Ho perso il mio passato, che ormai ho disperso nelle profondità della mia mente, il mio presente contro Cell, ed il mio futuro.

Buona lettura!
S e r e n a xx ♥
Genere: Guerra, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte il vincitore è
semplicemente chi non ha mai mollato.

 
 
La mia vita è sempre stata tremendamente e brutalmente perfetta.
Ho, fin da piccolo, ricevuto un’istruzione e dei valori solidi, l’amore per la lotta, per la difesa della mia patria.
Il mio pianeta Natale è esploso insieme alla mia infanzia e alla mia gente, formata non solo da uomini ma anche donne e bambini.
L’esplosione si era portata tutti i sogni che quest’ultimi tenevano “nel cassetto”, sperando che un giorno avrebbero potuto camminare a testa alta per il semplice motivo che si erano completati.
Io, anche per questo, non avevo mai smesso di combattere.
Non ho mai pensato, neanche solo per un istante, di aver perso.
O almeno non quando ancora una decina di Sayan erano sopravvissuti come me, e c’era ancora la speranza di quella vita che ci era stata tolta con la forza.
Ogni notte sento ancora le urla strazianti del mio popolo, che implora aiuto, che piange, che stringe i propri bambini.
Figli della grande bestia che è la vita: figli di un destino a loro inaspettato.
Sono certo di sentire, ogni maledettissima notte, la risata dei bambini che, quando un Sayan adulto passava, si spegneva improvvisamente.
Ormai ho imparato perfino a non dormire: perché ogni volta che chiudo gli occhi, mi torna alla mente tutto il sangue che ho versato, di come ho sporcato la mia anima di un nero indelebile.
Dannazione. Delirio. Colpa. Tormento. Strazio. Dolore. Maledizione. Perdizione. Sciagura. Sventura. Tristezza. Disgrazia. Condanna. Corruzione. Depravazione. Peccato. Vizio. Malvagità. Timore. Paura.
Ho l’inferno dentro.
Non riesco più guardare il mio riflesso, poiché infrangerei lo specchio al suolo.
I miei occhi sono profondi come quelli di mia madre.
 

 
Sono disteso a terra, il sangue cola dalle mie labbra ed ho perso la maggior parte della sensibilità.
Trunks urla il mio nome, mentre io piano socchiudo gli occhi.
Sono stanco.
La vittoria ha cento padri, ma la sconfitta è orfana.
Io al momento mi sento più orfano che mai, in tutti i sensi: ormai non ho più un padre da rendere fiero, e sono vittima della riluttante ed inaccettabile sconfitta.
Lentamente riacquisto le forze, mi alzo con difficoltà mentre le ginocchia tremano, ed assisto alla scena: mio figlio viene trafitto da un attacco “speciale” di Cell, e si accascia a terra, senza vita.
Il suo volto impallidisce, e osservando la sua mano bianca come la cera, gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Per vivere con onore bisogna struggersi, battersi, sbagliare e ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente: ed io ho nuovamente perso.
Ho perso, proprio come un miserabile.
Ho perso il mio passato, che ormai ho disperso nelle profondità della mia mente, il mio presente contro Cell, ed il mio futuro.
Nonostante la stanchezza, dentro di me cresce una rabbia disumana.
Perché in effetti sì, io non sono un umano.
Sono un Sayan. E quello che quel mostro ha ucciso era mio figlio, sangue del mio sangue.
Esplodo, urlando il suo nome.
«Trunks!».
La gola è arida e secca, e le lacrime premono per uscire dai miei occhi.
“Il principe dei Sayan si è ridotto davvero così? È caduto tanto in basso? Come fai a non vergognarti di come questi umani ti hanno trasformato?”
«Taci orgoglio!». Urlo, mentre la mia aura cresce, e il terreno intorno a me trema.
A volte il vincitore è semplicemente chi non ha mai mollato.
  
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