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Autore: Aggrodolce    01/03/2013    1 recensioni
Un cespuglio si mosse e Nori fu tentato di colpire qualsiasi cosa vi fosse dentro, ma una volta vicino all’arbusto tutto ciò che ricevette in risposta fu un'esclamazione di sorpresa mista a spavento.
Era un ragazzino. Poteva avere un paio d’anni meno di lui, forse.
[Lo Hobbit][Nori/Bofur][What If?][Verde]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Bofur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: 
Salve a tutti! Il fandom de Lo Hobbit mi ha inglobata. EHE! XD (Che cogl... Stupida. E' l'ora. perdonatemi. ) ENIUEI, è una cosetta senza senso, una specie di Whati If con due dei miei nani preferiti da bambini! Li shippo, che ci posso fare? çAç Fatemi sapere! <3 

First Meeting


La foresta era silenziosa e calma. Pessimo segno. Chiunque si sarebbe potuto nascondere tra cespugli, alberi o anche nell’ombra della foresta in sé.
Nori doveva essere cauto. Soprattutto per ciò che teneva con sé.
Si guardò intorno, indeciso su che strada prendere, quando un rumore lo fece voltare all’improvviso, facendogli sfoderare di tasca il fidato coltellino che si portava perennemente dietro.
“Chi c’è?” Esclamò, alzando di poco la piccola arma, intimidatorio. Sapeva difendersi e non avrebbe esitato a ferire per non uscirne male.
Un cespuglio si mosse e Nori fu tentato di colpire qualsiasi cosa vi fosse dentro, ma una volta vicino all’arbusto tutto ciò che ricevette in risposta fu un esclamazione di sorpresa mista a spavento.
“Uoah!” Era un ragazzino. Poteva avere un paio d’anni meno di lui, forse.
“Calma amico! Potresti ferire qualcuno con quello!” Aggiunse questi, alzando le mani per non rischiare di incrociare l’arma, facendosi inevitabilmente male.
Era un ragazzino basso e moro, un pesante colbacco sulla testa, e un paio di treccine che sbucavano fuori da esso. Indossava un giacchetto rattoppato in qualche punto, degli stivali di pelo e sembrava avere le tasche del giubbino piene, chissà di cosa poi.
Nori lo guardò, sospettoso. Cosa diamine ci faceva un ragazzino, addirittura più piccolo di lui nella foresta? Per di più sembrava trasandato e sporco. Molto diverso da lui. Chissà da dove veniva.
“È quello l’intento!” Gli rispose, distogliendosi dai propri pensieri, brusco e diffidente, riponendo l’arma ma in modo tale che potesse riutilizzarla in caso di pericolo.
“Chi sei, e cosa ci fai qui?” Continuò poi, squadrandolo dalla testa ai piedi.
“Veramente dovrei chiedertelo io!” Disse di rimando il secondo nano, allontanandosi di qualche passo dall’altro. “Io qui ci vengo tutti i giorni! E non ti ho mai visto!”
Il ragazzino si chiamava Bofur. Vestiva a quella maniera strana agli occhi di Nori perché non proveniva, come lui, dalla famiglia Reale, neanche alla lontana. La sua famiglia era gente semplice ed umile, che doveva cavarsela però con le sue sole forze. Così come infatti Bofur faceva ogni giorno, bazzicando per quella foresta. Certo però non si sarebbe mai aspettato di trovarvi qualcuno con quel tipo di abbigliamento. Non veniva da dove veniva lui, era poco ma sicuro.
Nori si trovò spiazzato, tentando di ribattere in qualche modo.
“Beh… Non ha molta importanza! Sono fatti miei, bimbo!”
“A occhio e croce abbiamo sì e no un paio d’anni di differenza… “ Ribatté Bofur, facendo in modo che Nori si trovasse spiazzato ancora una volta e dopo averlo guardato qualche istante scostasse lo sguardo.
“Non sono comunque fatti tuoi!” Disse. L’altro lo guardò qualche istante, poi alzò le spalle.
“D’accordo, ma fossi in te mi leverei di lì!” Disse poi, indicando in direzione di Nori.
“E perché mai?” Chiese il più grande, incrociando le braccia, deciso a non dargli retta, probabilmente per ripicca.
“Sei vicino alla tana di una puzzola!” Dichiarò il bambino, tranquillissimo. Inutile dire che a quella notizia Nori fece un balzo degno di un atleta, allontanandosi dal punto in cui si era fermato, fissando prima lui e poi nuovamente Bofur, che fece un sorrisetto, come a voler trasmettere di essere spiacente.
“Capita!” Disse. “In questa foresta è comune!”
Nori si levò della polvere che nell’indietreggiare e spostarsi gli si era posata addosso, poi fissò ancora una volta Bofur.
“Come diavolo hai fatto a vederla?” Chiese.
“Amico, ci vivo in questa foresta!” Gli rispose il ragazzino, guardandolo, portandosi entrambe le braccia dietro la nuca, facendo un sorriso sdentato.
“Cioè… Non proprio… Ma la conosco bene!” Aggiunse poi. “C’era una piccola buca vicino al cespuglio, e una volta ne avevo vista una uguale, però purtroppo me ne accorsi troppo tardi e—“
“D’accordo, d’accordo, ho capito!” Lo interruppe il più grande, non volendo ascoltare oltre quella storia. Quel ragazzino era strano. Troppo allegro per i suoi gusti. Stava riflettendo su cosa fare, quando la voce squillante del ragazzino lo disturbò per l’ennesima volta, quel pomeriggio.
“Ehy, ma che tieni in tasca?” Chiese all’improvviso, facendolo irrigidire.
“N-Nulla! Nulla che ti interessi!”
“Eppure mi sembra molto importante! Fammi vedere!”
“Assolutamente! Tieni giù le mani!” Nori tentò di tirare nuovamente fuori il coltello, ma prima che potesse farlo Bofur non era più di fronte a lui, bensì dietro.
“Troppo lento!” Gli disse, staccandogli il sacchetto dalla cintura, con un sorriso beffardo sul volto, ma anche ricco di soddisfazione, rigirandosi il bottino tra le mani.
Nori rimase parecchio basito. Un bambino più piccolo di lui era riuscito a rubargli il suo tesoro, in meno di una decina di secondi.
“Ma come hai… ?”
“Eheh! Segreto! Dimmi, sei un ladro?” Bofur a quanto pare era parecchio perspicace nonostante la giovane età. Nori si trovò quindi costretto, dopo qualche attimo di esitazione, a raccontargli tutta la verità su se stesso, per potersi impossessare nuovamente del sacchetto che era il suo tesoro, contenente infatti alcune preziose monete d’oro. Gli raccontò di chi fosse la sua famiglia, e del perché avesse rubato, nonostante non fosse sceso molto nei particolari. In fondo conosceva quel ragazzino da meno di un’ora. Una cosa comunque era sicura. Ciò che aveva fatto lo aveva colpito parecchio, non riusciva a togliersi dalla testa l’istante in cui lo aveva “derubato”. Lo aveva giudicato male. Non era poi un ragazzino tanto male.
“Scusami, adesso devo andare!” Disse poi, attaccandosi nuovamente il sacchetto alla cintura. Era tardi e doveva tornare indietro.
“Oh, va bene!” Gli rispose il bimbo, alzando le spalle. “Ma fai attenzione agli scippatori! Ce ne sono, in giro!” Fece un sorrisetto, allontanandosi dall’altro, alzando una mano in cenno di saluto. “E attento anche alle puzzole!” Detto questo corse via, lasciando Nori da solo.
Il nano si lasciò sfuggire un sorriso, per poi proseguire nella direzione opposta a quella dell’altro. Aveva incontrato un ragazzino veramente strano, e non gli aveva neppure chiesto il nome. Forse se ne sarebbe pentito, chi lo sa, o forse l’avrebbe rivisto. Solo il tempo avrebbe potuto rispondergli. Certo era però che non se ne sarebbe pentito. 
  
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