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Autore: _ems    01/03/2013    3 recensioni
Dominique non era cattiva, non lo era mai stata. Dominique era semplicemente arrabbiata, lo era da tutta una vita. Specialmente se nei paraggi c'era sua cugina Rose. Grifondoro, tra l'altro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dominique Weasley, Louis Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
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 “Questi impulsivi Grifondoro”.

«D-dominique?»
La ragazza dai capelli biondi alzò la testa dal proprio libro di Trasfigurazione Avanzata per guardare, solo per un attimo, la fonte di quella voce. Rose Weasley.
Cosa diamine voleva da lei? In quel momento era l'ultima persona alla quale avrebbe voluto rivolgere la parola. Abbassò di nuovo gli occhi sul libro, ignorandola palesemente. Di solito funzionava: si ignoravano e tutto finiva lì. Ma non quella volta.
«Dominique, guardami».
La voce era dura, calma, ma quando Dominique alzò la testa lesse la paura nei suoi occhi.
«Cosa vuoi?» chiese, alzando l'angolo della bocca in una smorfia di pura cattiveria. L'altra non rispose.
«Senti, Rose...» ricominciò con più calma. «Non ho tempo da perdere. Cosa vuoi? Ho cose più importanti da fare che starmene qui ad aspettare di sentirti parlare».
Ma la rossa continuava a fissarla senza proferire parola.
Dominique non era cattiva, non lo era mai stata. Dominique era semplicemente arrabbiata, lo era da tutta una vita. Specialmente se nei paraggi c'era sua cugina Rose. Grifondoro, tra l'altro.
Dominique era stata smistata tra i Corvonero senza alcuna esitazione da parte del Cappello Parlante; negli anni, quasi involontariamente, aveva sviluppato un disgusto ingiustificato verso i componenti della casa dei Grifoni, un odio che neanche lei riusciva a spiegarsi. Ma c'era e questo non andava a suo vantaggio: tutti i membri della sua famiglia, esclusi Albus (Serpeverde) e Louis (Corvonero come lei), erano Grifondoro. E Rose era tra questi.
Tuttavia quell'odio tra Case con il tempo era scemato, nel momento in cui Dominique aveva preso consapevolezza del fatto che prima di essere dei componenti di Case diverse erano, innanzitutto, delle persone. Dominique aveva quindi imparato a dare un’opportunità a tutti. Aveva dato un’opportunità anche a Rose... opportunità che non era stata accolta. Ora poteva dire di andare d'accordo con tutta la sua famiglia, eccetto lei.
In tutti quegli anni Rose non si era mai interessata alla vita della cugina. Non conosceva quasi nulla di lei e questo, a conti fatti, andava bene, finché l'immagine di una Dominique altezzosa e arrogante le riempiva la mente. Ma ora che si era resa conto di quanto si fosse sbagliata a pensarla in quel modo, si sentiva tremendamente in colpa.
Dominique non era altezzosa o arrogante, né tantomeno cattiva. Aveva sempre pensato che, tra tutte e quattro le case, Serpeverde le si addicesse di più; scoprire di essersi sbagliata era stato un vero shock.
Certo con lei, effettivamente, era arrogante ed altezzosa!
Eppure... Rose aveva capito che si trattava solo di una forma di difesa. Dominique si difendeva da lei.
«Cosa fai?» chiese, cercando di apparire disinvolta. L'espressione stupita della cugina ebbe il potere di ferirla.
«Cosa vuoi da me, Rose?» aveva chiesto ancora la bionda.
Perché continuava a chiederle cosa voleva? Era forse fatto di questo il loro rapporto? Rapporto... ne avevano uno?
Com'è possibile conoscere una persona dalla nascita e non sapere nulla di lei?
La odiava? Perché non parlava?
Queste erano le tante domande che, in quel momento, affollavano la testa della giovane Grifondoro.

Dominique sbuffò spazientita. «Quando avrai capito di cosa hai bisogno saprai dove trovarmi» la Corvonero, alzandosi, chiuse di scatto il libro, pronta ad allontanarsi a grandi passi per darle le spalle.
«Dove vai?»
Dominique si voltò nuovamente verso la cugina con un sorrisetto compiaciuto.
«Vedo che il gatto ti ha riportato la lingua» disse divertita. «Scorpius e Louis mi stanno aspettando al Lago Nero, vado a rovinare il loro momento romantico».
E detto ciò si avviò verso l'uscita della biblioteca, lasciando Rose sola a darsi dell’idiota.

¬

«Hyperion! Smettila di divorare la faccia di mio fratello, grazie».
Il ragazzo biondo sbuffò qualcosa di incomprensibile sulle labbra dell’altro, voltandosi verso la ragazza appena arrivata.
«Gabrielle... sei una gran rompiboccini, te l'hanno mai detto?» chiese, guardandola con un mezzo sorriso.
Doveva essere arrabbiato con lei, no? Eppure non ci riusciva mai.
«E comunque questo non è divorarsi la faccia, Gabrielle, questo è baciarsi con passione... capisci la differenza?»
Scorpius sorrise facendole un occhiolino e beccandosi, prontamente, un pugno nel fianco dal proprio ragazzo.
«Se non vi conoscessi direi che... oh, lasciate perdere!» esclamò Louis esasperato, notando le occhiate confuse dei due. Dominique annuì appena.
Annuì. Fece solo quello. E tanto bastò a mandare Louis nel panico. Da quando in qua Dominique annuiva e basta?
«Ora...» iniziò Scorpius, lanciando un’occhiata confusa al proprio ragazzo. «...Dovresti dire qualcosa tipo: possiamo sempre fare una cosa a tre, se vi va!»  
Dominique si limitò ancora ad annuire... annuire e basta!
Dominique non annuiva mai, e se lo faceva la cosa era seguita da una raffica di parole. Annuire e basta non era da Dominique Gabrielle Weasley, assolutamente no. Annuire e basta era... tranquillo, ecco, una gesto troppo tranquillo per gli standard della ragazza.
Louis si voltò verso Scorpius quasi chiedendo spiegazioni; il ragazzo scosse appena la testa segno che no, non ne sapeva nulla.
«Rose...»
I due ragazzi si voltarono di scatto verso la Corvonero, e Louis si lasciò sfuggire una smorfia.
Che cosa aveva fatto, ancora, la cugina? Rose e Dominique non andavano di certo d'amore e d'accordo; questo era risaputo ormai in tutto il castello. Non era un'antipatia ben mostrata: essendo cugine, cercavano di avere perlomeno un rapporto civile. O almeno ci provavano finché, inevitabilmente, non finivano per dirsi qualcosa di velenoso. Quasi sempre ad iniziare era Rose.
Louis non si era mai spiegato il perché. Perfino Scorpius ho-la-puzza-sotto-il-naso Hyperion Malfoy adorava sua sorella!
«Beh... cos'ha fatto?» chiese infatti quest'ultimo, pronto sul piede di guerra. Se c'era qualcosa che Scorpius sapeva fare, a differenza del padre, era avere il coraggio di stare dalla parte giusta. Non era forse per questo che lo amava? Insomma, anche.
«Mi ha parlato!» esclamò Dominique.
«Uhm... se non sbaglio è quello che i comuni mortali, e la tua famiglia in particolare, fanno: si parlano» affermò Scorpius con semplicità.
Louis, poggiando un braccio sulla spalla del ragazzo, gli intimò di tacere. Più tardi gli avrebbe spiegato, più o meno, la situazione.
«Insomma... niente di velenoso... mi ha chiesto cosa stessi facendo. E mi fissava... curiosa e impaurita, anzi, più impaurita che curiosa!» Dominique alzò la testa verso il fratello mordendosi il labbro. «E poi sono andata via... lei mi ha chiesto dove stessi andando... e io le ho detto qui» concluse con un sospiro.
Dominique aveva dato un’opportunità a Rose, a dire il vero più di una, ed il motivo era uno solo: l'adorava... o l'amava, questo era ancora tutto da scoprire.
Quindi i motivi erano due!
La ragazza dai capelli biondi sbuffò, incrociando le braccia al petto nell’attesa di ascoltare, scettica, quello che il fratello avesse da dirle al riguardo. Ma Louis non parlò. Semplicemente si alzò, prese per mano Scorpius ed andò via.
«Louis! Per la teiera della Dama Grigia, dove vai?!»
Ma il ragazzo continuava a starsene in silenzio e, solo quando ormai era un puntino lontano, si azzardò a rispondere.
«GUARDA DIETRO DI TE, DOMINIQUE!» urlò, scappando subito dentro il Castello.

¬

Quando Dominique si voltò, la prima cosa che pensò fu che, prima o poi, avrebbe affatturato suo fratello e quella serpe di Malfoy.
La seconda cosa che pensò si premurò di dirla ad alta voce.
«Perché sei qui, Rose?» chiese, alzandosi da terra ed afferrando la propria tracolla. «Hai già capito di cosa hai bisogno? Però, notevole per una Grifondoro».

Rose, per tutta risposta, sorrise avvicinandosi alla cugina.
«In realtà... non l'ho ben capito, ma ti va di fare due chiacchiere?» chiese, cercando di apparire tranquilla. Aveva origliato ogni parola. Aveva seguito la cugina pronta a riprovare, in un modo o nell’altro, a parlarle e senza volerlo... aveva origliato. Anche se era quasi sicura che sia Louis che Scorpius si fossero accorti della sua presenza. Beh, loro avevano permesso che origliasse e lei non si era lasciata sfuggire l’occasione. Fortunatamente origliare le era servito ad acquistare più sicurezza. Ora aveva la prova, nonché la certezza, che Dominique non nutriva un vero e proprio odio nei suoi confronti.
Capì, o almeno intuì, che Dominique era solita trattarla con freddezza perché lei, sfortunatamente, gliene dava motivo.

La ragazza bionda si strinse nelle spalle guardando, dubbiosa, la rossa che aveva davanti.
«Non penso di avere tempo» e dicendo ciò, Dominique si allontanò.
Credeva, o almeno sperava, che il comportamento strano della cugina finisse lì; ora avrebbero potuto ricominciare ad ignorarsi, salutandosi appena.
Ma Rose non era dello stesso parere.
«Possiamo parlare durante il tragitto. Dove stai andando?» La rossa si affiancò subito alla cugina, forzando un sorriso.

Dominique sospirò.
«Senti Rose...» iniziò, voltandosi verso la cugina. Era stanca – da diverso tempo – di quel pessimo rapporto che condivideva con lei e forse era ora di mettere le cose in chiaro: aveva passato fin troppo tempo a mentire a se stessa.
Sbuffò, fermandosi di scatto.
«Hai ragione... dobbiamo parlare».
Era impulsiva Dominique, lo era sempre stata. Fin da piccola aveva mostrato quell’impulsività tipica di un Grifondoro, probabilmente ereditata dal proprio padre e dai numerosi parenti. E forse per questo non si stupì per nulla di quel che disse.
«C’è... c’è questa strana cosa tra noi due che mi fa star male. Troppo male» iniziò, guardando la cugina dritto negli occhi. «Questa cosa, questo rapporto, che io non ho scelto e che non ho mai voluto. Ho sempre cercato di avvicinarmi a te nel modo più educato e... e rosesco¹ possibile, ma non è servito a nulla» la Corvonero riprese fiato e temporeggiò, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio; non appena Rose diede segno di voler aprire bocca, le intimò di starsene in silenzio.
«Fammi finire. Voglio concludere questa faccenda una volta per tutte» disse e, senza attendere alcun consenso, continuò nel proprio discorso. «Alla fine dell’anno scolastico io andrò a Parigi e resterò lì a concludere i miei studi. Sono felice, sono così felice di potermi allontanare da te e dal tuo insano e stupido odio. Ma ho paura, Rose. Ho una dannata paura di essere dimenticata da te».
La confessione stupì così tanto la Grifondoro che questa si ritrovò, nel giro di pochi secondi, con gli occhi e le labbra spalancate.
«Non voglio essere dimenticata dalla persona che, in parte e stranamente, ammiro. Non voglio essere dimenticata dalla persona che non dimenticherò mai. Dalla persona che, in tutti questi anni, ho accettato di far finta di odiare solo per poterle restare accanto. Ogni cellula del mio corpo reclama la tua attenzione, Rose, e muore quando quest’attesa viene disillusa».
Dominique deglutì. Finalmente era riuscita a dirlo. Si sentiva liberata di un peso, un peso enorme, grande quasi quanto l’intero Castello.
Perché sì, Dominique provava qualcosa per la cugina. Lo provava da così tanto tempo da non riuscire a spiegarsi quando e perché quell’odio fosse divenuto qualcosa di più. Può l’amore prendere il posto dell’odio così velocemente? Dominique non faceva altro che domandarselo.
Ed ora se ne stava lì, in silenzio, ad osservare la ragione del suo amore, ma anche del suo dolore, in attesa di una risposta.
Anche se l’avesse insultata, a Dominique non sarebbe importato: andava bene così.
«E che accademia frequenterai a Parigi?» si limitò invece a chiedere Rose, prendendo la cugina sottobraccio. «Sono tanti gli anni che passerai lontano, Dominique?» aggiunse con un sorriso.

Che Dominique e Rose si odiassero era ormai risaputo in tutto il Castello. E per questo furono tanti gli studenti – e gli innumerevoli cugini – che spalancarono gli occhi quando, dal nulla, videro comparire le due ragazze sottobraccio che, animatamente, discutevano del loro futuro. E si sorridevano, Dominique e Rose, ed iniziavano così – assieme – un nuovo capitolo di un vecchio libro.


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1.    “Rosesco” intenso un po’ come “e più simile a te possibile”.
   
 
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