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Autore: BrokenAngel    01/03/2013    0 recensioni
Allison e Daniel si incontrano per la prima volta in collegio, quando lei ha 12 anni e lui 15. Si confidano fra loro, e diventano molto amici. Si capiscono, e si aiutano a superare le loro paure.
Lei si sentiva molto sola senza di lui, dato che è stata abbandonata dai suoi genitori e non ha amici. Lui è l'unico su cui adesso può contare.
Dopo due settimane di amicizia sono costretti a separarsi perché Allison viene adottata.
Si rincontreranno 8 anni dopo, quando entrambi saranno ormai molto grandi. Capiranno che molte cose nelle loro vite sono cambiate, ma che si sono sempre voluti bene e che anche dopo 8 anni, nonostante tutto ciò che succederà se ne vorranno sempre. E chissà magari potranno anche sperare in qualcosa di più.. Seguite i capitoli e lo saprete!
Spero vi piaccia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Once again

-You're all I am-

 


Dopo essere salita con l’ascensore per 34 piani, raggiungo l’appartamento indicatomi da mio padre. Dopo un momento di esitazione busso.
Mi viene ad aprire una donna mora, abbastanza alta. Mi sorride e io ricambio meglio che posso. Mi porge la sua mano.
“Piacere, sono Charlotte. La moglie di Charlie. Tu devi essere Allison, giusto?” annuisco. Mi fa cenno di entrare. “Vieni, entra. Charlie arriverà tra poco”
“G-grazie.” Mi sorride, gentilmente. E mi chiedo come faccia, cosa provi, come riesca ad essere così calma, senza che abbia paura. Guardandola in faccia mi accorgo che tutte le mie paure su come sarebbe stato il mio rapporto con lei erano sciocche. Beh, adesso sembrano sicuramente sciocche.
“Vuoi un caffè? Un tè? Un succo? Chiedi pure quello che vuoi”
“No, grazie. Io.. non si preoccupi.” Sorride dolcemente prima di scuotere la testa.
“Non mi devi dare del ‘lei’. Mi fa sentire vecchia,  e poi vorrei instaurare un bel rapporto con te fin da subito. Mi farebbe piacere” la fisso sorpresa.
“Beh, ok. Anche.. anche a me piacerebbe”
Sorride ancora.
“Siediti pure.” Mi indica un divano dietro di me e si siede con me.
Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante sento il bisogno di dire qualcosa.
“Ascolta..Charlotte. mi dispiace di essere saltata fuori così all’improvviso.. di essere entrata nella vostra vita così e avervi creato dei problemi. Io non ne avevo l’intenzione, ma.. avevo bisogno d’incontrarlo, di fargli sapere che sono viva, che ha un’altra figlia. Voglio essere chiara. Voglio e spero che tu possa accettarmi, ma io non ho intenzione di sconvolgere la vostra vita.. niente di tutto questo. Io ho la mia. Mi basta solo vederlo, ogni tanto. E magari.. conoscere i miei fratelli.” Sospira.
“Sai, quando Charlie tornò da lavoro e mi disse che aveva appena incontrato sua figlia io rimasi senza parole. Ero.. impaurita e non sapevo cosa fare, cosa dirgli. Poi lui mi raccontò la tua storia e ho iniziato a pensare come dev’essere stata la tua vita. E mi sono messa nei vostri panni. Sei forte Allison e ti ammiro per come sei riuscita ad affrontare la tua vita ed essere cresciuta così bene. E vorrei davvero conoscerti meglio.”
“Grazie.. io.. non sai davvero quanto io ti sia grata per avermi capita. Avevo davvero paura di cosa tu potessi pensare. A dir la verità avevo paura di ogni cosa. Non so come io abbia fatto ad arrivare fin qui.” Il mio pensiero va subito a Daniel e all’aiuto che mi ha dato.
Lei sorride senza dire altro.
“Beh, mi ha detto Charlie che tu studi a Los Angeles.” Annuisco. “E cosa studi in particolare?”
“Mi piacerebbe essere un’attrice. A fine anno farò dei provini per uno spettacolo a teatro.”
“E’ meraviglioso.”
“Già, è sempre stato il mio sogno da quando ero piccola, e in un certo senso sono stata fortunata ad essere adottata da una famiglia di Los Angeles. Avrò molte più possibilità di diventare ciò che voglio.” Annuisce.
“E’ davvero bello che tu stia cercando di realizzare il tuo sogno nonostante tu abbia molti ostacoli.”
“Direi che ormai ho imparato ad affrontarli.” Annuisce.
Prima che mi rispondesse la porta di casa si apre ed entra Charlie, vestito in giacca e cravatta. È il perfetto ritratto di un uomo d’affari.
“Oh Allison, sei già qui. Ho fatto un po’ tardi, scusate, ma Oliver non voleva lasciarmi andare.” Si scusa e si mette a sedere sul divano. I due si scambiano un occhiata e un sorriso di benvenuto e mi ritrovo a sorridere.
“Bene, io devo fare una telefonata, vi lascio soli. A dopo” le sorrido.
“A dopo.” Charlotte si alza e sparisce dietro la porta che divide questa parte della casa, dalla zona letto.
Aspetto che Charlie dica qualcosa.
“Sei venuta qui da sola?” annuisco.
“Si.. Daniel ha avuto dei problemi a Los Angeles, suo zio si è sentito male ed è dovuto tornare a casa.”
“Oh.. digli che mi dispiace.” Annuisco.
“Lo farò.”
“Sai Allison.. le piaci.” Sorrido timidamente.
“Avevo un po’ paura di conoscerla, a dir la verità. Perciò mi fa davvero piacere”
“Vorrei presentarti anche ai miei figli, ai tuoi fratelli. Ma ho un po’ paura di farlo, non so come la potrebbero prendere, capisci. Non è per te, è che ho paura della loro relazione. Non tutti i giorni si scopre di avere una sorella, sai..”
“Lo capisco. D’altra parte, sono io che mi sono presentata qui, senza che nessuno sapesse della mia esistenza. Lo capisco davvero, ti sarò tutto il tempo di cui hai bisogno. Ma devo dirti anche che io fra due giorni devo tornare a Los Angeles” annuisce.
“Non puoi proprio soffermarti di più.” Sospiro.
“Mi piacerebbe, ma.. Daniel.. è un brutto periodo per lui e vorrei stargli vicino. Ma vorrei rivederti il più presto possibile.” Annuisce.
“Sei innamorata di quel ragazzo, giusto? Ti andrebbe di parlarmi di lui? Vorrei conoscerti davvero, mi sono perso così tanto della tua vita. Vorrei imparare a conoscerti e che tu conosca me.”
“Mi piacerebbe molto parlarti di lui.” Cerco di pensare alle parole più giuste per raccontare la nostra storia “Ci siamo conosciuti al collegio ed è stato il primo dopo 12 anni ad avere una conversazione civile con me. È diventato il mio migliore amico, perché era l’unica persona che mi capiva, e cercava di farlo. Poi dopo due settimane sono stata adottata e non ci siamo più sentiti, fino a quest’anno.
Non l’ho riconosciuto subito quando l’ho visto ma appena mi sono ricordata chi fosse mi sono sentita bene. Lui mi fa sentire bene, mi fa sentire a casa, è l’unica persona che so che mi resterà accanto qualunque cosa succeda, e io resterò vicino a lui. È davvero.. davvero  importante per me.”
“Sembra quasi una storia da film.” Sorrido.
“Già.. per fortuna è vera.”
“Sono davvero felice per te. Dopo tutto quello che hai passato, almeno hai la certezza di avere qualcuno così accanto.” Annuisco.
“Si beh.. non ho mai avuto amici, in vita mia, lui è stato il primo a farmi sentire importante. È ovvio che per me sia così importante. Ma adesso, grazie al college ho fatto amicizia con molti altri ragazzi, tra cui la mia compagna di stanza, che è una ragazza davvero speciale.”
“E i tuoi genitori adottivi?”
“Oh beh.. sono delle persone strane. Mi vogliono bene, ma non erano pronti per avere un figlio. Non lo erano affatto e si sono voluti prendere una responsabilità troppo grande per loro. Non sono una famiglia.. non ti fanno sentire parte di una famiglia. A loro modo ci hanno provato e di certo non posso incolparli di avermi rovinato la vita, hanno solo cercato di salvarmi e se le cose non fossero andate così forse adesso non sarei qui. Chissà..”
“Mi hai detto che lui non voleva che tu incontrassi tua madre..”
“Già.. questa è stata la cosa che mi ha portato a disprezzarlo come persona. Sapeva quanto era importante per me, quanto avrei voluto parlare con lei, ma non ha voluto darmi questa possibilità per paura che me ne andassi da lui..”
“Non sapendo che quando l’avresti scoperto l’avresti fatto comunque.”
“Già.. la differenza è che se mi avesse lasciato incontrarla e legare con lei, gliene sarei stata grata, adesso.. riesco solo ad odiarlo per ciò che ha fatto”
“Mi dispiace davvero. Ma a suo modo anche lui cercava di proteggerti.. di..”
“No, lui cercava di proteggere se stesso e il legame che avrebbe voluto avere con me ma che non avevamo, per colpa sua. Sono sicura che tu non avresti mai fatto una cosa così..”
“Già.. infondo, io per i miei figli voglio il meglio, cerco di dargli tutto ciò di cui hanno bisogno e forse.. forse se io fossi stato al suo posto avrei lasciato che tu e Emily vi conosceste. Ma non posso incolparlo di niente, in fondo, lui non ha quasi nessuna colpa in tutto questo.”
“Lo so.. eppure, c’era un'unica possibilità che io la vedessi e lui..” sospiro.
“Mi dispiace davvero. Io avrei voluto che le cose non andassero così.. io avrei davvero voluto averti sempre con me. Non posso credere di essere stato ingannato così. Mi dispiace così tanto” scuote la testa, portandosi le mani davanti agli occhi.
“No.. non dispiacertene, davvero. In questi anni, dopo tutto quello che ho passato ho capito che c’è sempre del bene anche quando le cose vanno male. C’è sempre il lato positivo della cosa e bisogna pensare a quello, quando tutto sembra perso. Io senza essere stata al collegio, senza essere stata adottata non avrei incontrato Daniel. E se ci pensi.. anche se quello che dico può sembrarti orribile, se tu non ti fossi allontanato da mia madre non saresti qui, non avresti due splendidi bambini con tua moglie che sono sicura tu ami davvero tanto. Perciò, per quanto tu possa soffrire, cerca di non pensarci e cerca di pensare alla fortuna che hai adesso.” Rimane spiazzato dalle mie parole, come se non sapesse cosa dire.
“Almeno adesso sei qui..” dice infine. Io annuisco sorridendo.
“Già, almeno sono qui..”

“Ti va un po’ torta al cioccolato?” mi chiede Charlotte mentre aspettiamo che i bambini arrivino. Charlie ha deciso che prima che partissi me li avrebbe fatti conoscere e io non ho potuto che accettare.
“Ehm.. si, grazie.” Lei annuisce e va in cucina.
Mi guardo intorno, pensando che appena ieri ero seduta qui. In tre giorni mi sono ritrovata a conoscere mio padre, sua moglie e i miei due fratellastri a cui forse potrei non piacere.
“Andrà bene” sobbalzo rendendomi conto della presenza di Charlotte vicino a me, con il piatto con la torta. Me lo porge e io lo prendo iniziando a mangiarla piano.
“Non so. Non sanno nemmeno di avere una sorella, magari nemmeno gli piace l’idea.”
“A tutti i  bambini piace l’idea di avere una sorella più grande con cui giocare, con cui consigliarsi, con cui parlare. Diventerai una figura importante nella loro vita, te lo garantisco. Li conosco come le mie tasche. Magari inizialmente ti sembreranno parecchio timidi, ma sono bambini. Non preoccuparti ok?” annuisco.
Dopo cinque minuti sii sentono delle voci fuori dalla porta e io inizio ad agitarmi. Mi schiarisco la voce, e Charlotte mi guarda cercando di rassicurarmi.
La porta si apre e un bambino di circa 5 anni entra e prima di lanciare la borsetta che porta a tracolla sul divano si ferma a guardarmi e assume uno sguardo interrogativo.
Prima che possa dire qualcosa entra anche Charlie, con in braccio una bambina piccola.
“Mamma, chi è?” il bambino mi guarda con la fronte aggrottata. Io mi alzo in piedi e mi schiarisco la voce.
“Sono Allison.. tu sei Tomas, giusto?” lui annuisce e io gli porgo la mano “piacere.”
Lui si volta verso sua madre che annuisce, poi scrolla le spalle e mi stringe la mano.
“E tu sei la piccola Nichole.” Mi avvicino alla bimba che mi guarda senza dire una parola. “Sei davvero bella”
Fa un sorriso timido, e cerca di nascondersi tra le braccia del padre.
“Sei un’amica di mamma?” dice Tomas, che si è seduto sul divano. Io guardo Charlotte e Charlie, non sapendo cosa dire. Lui sospira, mettendo sul divano la piccola.
“Lei è.. vostra sorella.” Il bimbo si blocca mentre lei continua a mettersi le manine in bocca, come se non sapesse il significato di quella frase. D’altra parte è perfettamente comprensibile, è troppo piccola per capire.
“Cosa? Come fa a essere mia sorella se non l’ho mai vista?”
“Beh.. è più complicato di così. Quando sarai grande magari ti spiegherò com’è andata, ma adesso non potresti capire. Ma lei è veramente tua sorella, solo che.. non vivrà qui con noi. Lei vive a Los Angeles.”
“E perché no vive con noi?”
“Perché la sua vita non è qui.”
“Quello che mi stai dicendo non ha molto senso..” sorrido e lui scrolla le spalle come se non capisse.
“Lo so che per te può essere difficile da capire, ma vedi il lato positivo, potremmo andarla a trovare molte volte a Los Angeles e farci una vacanza” gli occhi di Tomas si illuminano e si apre in un sorriso entusiasta.
“Davvero?” lui annuisce. “Che bello.” Si alza e mi viene incontro “Benvenuta in famiglia” mi abbraccia calorosamente e io scoppio a ridere.
“Beh.. grazie.”
Le ore successive le abbiamo passate guardando i cartoni animati alla tv, mentre Tomas continuava a parlare e parlare, raccontandomi di se. E io lo ascoltavo, impressionata da quanto fosse vivace.
“Poi gli spiegheremo tutto più avanti” dice Charlotte. Io annuisco.
“Beh, direi che è andata bene.”
“Oh, è andata più che bene. Te l’avevo detto.”
“Beh allora, ci vediamo presto. Domani ho l’aereo presto, perciò vi devo salutare adesso.” Loro annuiscono e io li abbraccio entrambi.
“Questi due giorni sono stati decisamente intensi, ma sono davvero felice che siano andati così. Io vi devo davvero ringraziare di tutto. Spero che ci vedremo presto.”
“Certo. Verremo appena possibile noi. E ci possiamo sentire per telefono. Voglio davvero conoscerti bene. Non sai quanto sono felice che tu sia venuta qui.” Dice mio padre, quasi con le lacrime agli occhi.
“Anch’io lo sono.”
 
 
Passo quasi tutto il viaggio in aereo a dormire, vengo svegliata dalla hostess quando stiamo per atterrare.
Dopo aver preso la valigia cerco tra tutte le persone intorno a me Alexis che mi è venuta a prendere. È da due giorni che non parlo con Daniel e quindi non gli ho nemmeno detto che sarei tornata, sapendo che sicuramente sarebbe stato contrario. Così ho chiamato Alexis e lei si è offerta di venire, promettendo di non dire niente a suo fratello.
Ma appena la vedo capisco che non ha mantenuto la sua promessa dato che accanto a lei c’è Daniel.
Nonostante sia sollevata e felice di vederlo, preferivo che non gliel’avesse detto, dato che adesso sarà arrabbiato con me e di discutere con lui non ho nessuna voglia.
Mi schiarisco la voce quando sono vicino a loro per avvertirli della mia presenza.
Loro si voltano verso di me. Daniel mi sorride dolcemente, facendomi sciogliere completamente.
In un secondo tutta la voglia di non vederlo si è dissolta. Lo abbraccio e lui mi stringe tra le sue braccia.
“Mi sei mancata. Non sai quanto mi sei mancata. Mi dispiace tanto” mi sussurra.
“Anche a me. Ma ne parliamo dopo.”
Mi prende il volto tra le mani e mi bacia, lasciandomi senza fiato. Si stacca dopo poco e intreccia le nostre mani.
“Alexis..” lei mi guarda dispiaciuta e sbuffa.
“Mi dispiace, lo so che avevo promesso, ma vedi che è stato meglio così? Scusa comunque, mi è scappato.”
“Non fa niente.” ridacchio.
“Poi mi spieghi perché non mi avevi detto niente.”
“Erano due giorni che non ci parlavamo Daniel.”
“Lo so..” sospira.
“Ne parliamo dopo ok? Adesso leviamoci di qui.” Loro annuiscono, Daniel prende la mia valigia e usciamo dall’aeroporto.
 
Dopo una mezzoretta siamo a casa degli zii di Daniel, posiamo le mie valige e mentre Alexis prepara qualcosa da mangiare, io e Daniel ci sediamo sul divano.
“Quindi, hai incontrato i figli di tuo padre e sua moglie?” annuisco.
“E non è andata poi così male, insomma, sono piccoli quindi non hanno capito molto di come sono andate le cose ma non l’hanno presa male. E Charlotte è stata davvero comprensiva, insomma, poteva anche dirmi che non le andavo a genio e invece, sembra che io in qualche modo le piaccia e che sia contenta per suo marito.”
“E quando tu sei andata via come siete rimasti?”
“Che ci sentiamo e cercheremo un modo di vederci, prima possibile.”
“Sono davvero felice per te. Non sai quanto sono felice. E mi dispiace per le cose che ho detto, volevo solo che tu avessi tutto quello di cui avevi bisogno.” Intreccio la sua mano alla mia.
“Lo so, e mi dispiace anche a me per aver reagito così, e.. insomma, non mi è piaciuto affatto non sentirti in questi giorni. Ma devi capire che io ho davvero bisogno di te, e non mi sento bene quando tu sei lontano da me. Adesso che ho trovato mio padre avrò tutto il tempo per conoscerlo, ma non sarà mai come se io l’avessi sempre avuto vicino a me. Ma tu sei la persona più importante per me, e se tu soffri io sento il bisogno di starti vicino. Riesci a capirlo?” annuisce.
“Certo che lo capisco. Comunque, adesso sta meglio mio zio quindi lunedì torniamo insieme all’università, e torniamo alla vita di tutti i giorni”
“Sono state decisamente intense queste vacanze.”
“Molto intense, si.” Mi bacia sulla guancia e mi fa accoccolare contro il suo petto.
Dopo qualche minuto Alexis ci chiama, e andiamo a mangiare.
“Allora Alli, com’è New York?”
“Caotica.” Rido e lei sbuffa.
“Hai incontrato tuo padre giusto?” annuisco. “Che tipo è?”
“Alex, fatti gli affari tuoi.” Sbuffa ancora.
“Oh non c’è problema. È uno di quei tipici newyorkesi in giacca e cravatta con la valigetta sempre in mano per andare a lavoro, hai presente? Quelli che fanno sempre vedere nei film. È intelligente, e simpatico, credo.”
“Sono felice che tu l’abbia trovato. Davvero, te lo meriti.”
“Grazie Alex.”
“Con Tyler come va?” scrolla le spalle.
“Bene, diciamo.” Aggrotto la fronte. “Sono due giorni che non lo vedo. Sono dovuta stare quasi tutto il tempo in ospedale in questi giorni. Non sempre mia mamma o Daniel potevano stare con lui, e non ci piaceva lasciarlo troppo tempo solo.”
“Capisco.”
“Se vuoi puoi andare dopo.” Interviene Daniel.
“Ma magari voi volete stare insieme, e mamma deve venire a riposarsi a casa.”
“Penso di non averti mai visto così altruista.” Dice Daniel, e Alexis gli risponde con una linguaccia.
“Beh, possiamo andare io e Daniel in ospedale. Mi farebbe piacere vedere come sta tuo padre.”
“Davvero lo faresti?”
“Certo.” Le sorrido e Daniel mi fa l’occhiolino. Alexis si alza e mi viene incontro abbracciandomi.
“Grazie mille”
“Di niente. Lo faccio con piacere.”
 
“Quanto manca?”
“Dieci minuti e ci siamo? Ma perché sei così agitata?”
“Non sono agitata, solo che non mi piacciono i viaggi lunghi in macchina” mi lamento sbuffando.
“Resisti un po’, ci siamo quasi. “
“Hai sentito Matt in questi giorni?”
“Si, perché?”
“Oh no, niente.” aggrotta la fronte ma non chiede nient’altro, riportando il suo sguardo sulla strada.
È domenica pomeriggio e stiamo tornando al college, come previsto. Sono passati già 4 giorni da quando sono andata via da New York e sono tornata a Los Angeles.
E adesso stiamo tornando all’università come deciso.
Passiamo gli ultimi dieci minuti in silenzio, ascoltando solo la musica trasmessa alla radio.
Quando arriviamo non c’è nessuno nel parcheggio. Scarichiamo le valige e andiamo verso le nostre camere, ancora in silenzio.
Ci fermiamo davanti alla mia, sperando che ci sia Jenny.
Busso e appena la mia amica e compagna di stanza apre la porta vengo letteralmente travolta con un abbraccio.
“Mi sei mancata, Al. Come stai? Ti vedo benissimo. E tu?” tira una pacca a Daniel sulla spalla. “Me l’hai trattata bene, vero?” lui sorride, senza rispondere.
“Mi sei mancata anche tu Jen. Mi hai anche da raccontare un sacco di cose, ricordi?” scoppia a ridere.
Entriamo dentro e troviamo Matt sdraiato sul divano che guarda la tv.
“Ehi. Siete tornati finalmente, non la sopportavo più” scherza prendendo in giro Jenny. “Ehi Dan!” si battono il cinque i due.
Io porto la valigia in camera, seguita da Jenny.
“Allora, avete chiarito poi?”
“Oh si, sono tornata a Los Angeles e abbiamo parlato. Tutto apposto.” Sorrido.
“E l’altra cosa?”
“Quale cosa?”
“L’altra.. cosa.”
“Oh, Jen. Tu sapessi.” Lei sgrana gli occhi e io scoppio a ridere. “Non è successo niente, stavo scherzando. Io vorrei.. devo solo trovare il momento adatto. Capisci? È complicato.”
“Oh ma posso aiutarti io. Che problema c’è?”  annuisco. “Tranquilla.”
Mi abbraccia, questa volta dolcemente.
“Mi sei mancata veramente, era una noia senza te qui.”
“Oh ma sta’ zitta.” Scherzo ridendo.
Torniamo dai ragazzi che nel frattempo si sono messi a discutere su una partita di football alla televisione.
“Allora, che facciamo stasera?”
“Oh, non li stressare subito Jen.  Sono tornati adesso, vorranno riposarsi dopo il viaggio.” Lei sbuffa.
“Ok..”
“Beh, ma potremmo sempre cenare insieme.” Propongo io.
“Si, perfetto.”
“Pizze?”
“Chiami tu?” annuisco.
Mi alzo e predo il telefono per ordinare le pizze.
Quando ho finito e sto per riporre il telefono nella borsa, arriva una chiamata.
“Pronto.”
“Allison, come stai?”
“Charlie. Bene, grazie, sono tornata poco fa all’università, voi state bene?”
“Si. Bene, grazie. Sai, è successa una cosa strana. Tomas.. ha chiesto di te oggi. Gli sei davvero piaciuta. Mi ha chiesto quando ti avremmo rivisto.” Rimango sbalordita dalle sue parole.
“Cosa? Davvero? Oddio, non sai quanto mi fa piacere.”
“Lo so, tesoro. Fa piacere anche a me. Daniel, suo padre, sta bene?”
“Suo zio.. si sta bene. Deve solo stare ancora un bel po’ a riposo, ma tutto bene.”
“Per fortuna è tutto apposto.”
“Già, per fortuna.”
“Adesso vado a dormire. Ci sentiamo presto.”
“Buonanotte e a presto.”
Chiudo la chiamata e torno dai miei amici.
“Scusate mi ha chiamato mio padre.”
“Oh tutto bene?” chiede Daniel.
“Si, tutto bene.” Gli sorrido e mi siedo vicino a lui. Passa un braccio intorno alle mie spalle e ricominciamo a scherzare e chiacchierare come ogni altra volta.
Mi sono davvero mancati questi momenti. Mi sono mancati per tutta la vita.
 
Dopo aver cenato, Matt e Jenny sono usciti a fare una passeggiata mentre io e Daniel, stanchi ci siamo sdraiati sul divano.
Io guardo la tv mentre Daniel gioca con i miei capelli.
“Ti piacciono i miei capelli?” lo sento ridacchiare.
“Hai dei capelli bellissimi, ma quello che mi piace di più di te, sono i tuoi occhi.”
“Non hanno niente di speciale. I tuoi sono molto più belli.”
“Vuoi fare a gara? Perché vincerei io, lo sai.” sbuffo.
“Lo so, non sono una persona molto paziente, ma tu sei antipatico, mi potresti lasciar vincere qualche volta.”
“No, mi spiace. Ho ragione io e basta.” Faccio una smorfia, senza rispondere.
Poi, mi volto verso di lui e mi perdo nei suoi occhi.
“No, direi proprio che ho ragione io.”
“Non..” non gli do il tempo di controbattere, posando le mie labbra sulle sue e affondando una mano nei suoi capelli.
“Così.. non vale, stronza.”
“Invece vale.” Dico continuando a baciarlo e spostandomi sopra di lui.
Ci continuiamo a baciare per un po’ ed a un certo punto mi stacco.
“Ascolta..” mi schiarisco la voce “Volevo parlarti di una cosa.” Lui annuisce appena, aggrottando la fronte e invitandomi a continuare. “Quando vuoi.. cioè, io sono..”
sono sicura di essere di un colore simile al bordeaux.
Faccio un respiro profondo.
“Voglio fare l’amore con te.” Lui sgrana gli occhi.
“Cosa? Ehm.. voglio dire, sei sicura? Se lo fai per me, non devi. Io posso aspettare, davvero. Voglio dire..”
“Davvero. Sono pronta.” Cerco di mantenere la voce ferma. “Voglio fare l’amore con te, perché ti amo.” Lui mi sorride dolcemente.
“Sei sicura?” annuisco.
“Sono sicura.” 


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Mi dispiace per l'enorme ritardo.. ma questo è ciò che ho potuto fare. Non ho più la testa per scrivere, non so.. 
Comunque, questo capitolo non mi piace affatto, ma ci ho provato. Spero apprezziate lo stesso, in qualche modo. Niente, fatemi sapere. 
Vi avverto che manca l'ultimo capitolo più l'epilogo. Come avrete capito non c'è molto più da dire, e farla lunga e noiosa mi sembra inutile. Perciò, niente. Questo è tutto.
Cerco di scrivere il più che posso, giuro. 
Grazie a tutti quelli che recensiscono e che mi sostengono. E grazie anche a quelli che leggono solamente.
Alla prossima e un bacio.
Virgi.

   
 
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