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Autore: Gelidha Oleron    01/03/2013    6 recensioni
"La risposta ai tuoi dubbi si trova sulla mia nave, Makino" mi strizzò l'occhio "Devi unirti alla mia ciurma" si sporse a tendermi una mano, ma inciampò e finì rovinosamente in mare con un sonoro tonfo "Mer...acciderboli!" imprecò educatamente, mentre cercava di rialzarsi.
Apprezzai lo sforzo, ma non potei evitare di scoppiare a ridere fragorosamente, rendendo vani i miei tentativi di aiutarlo: quei capelli rossi bagnati e quella camicia bianca zuppa mi distrassero completamente dal mio intento e quando Shanks afferrò la mia mano, lo fece per trascinarmi in acqua insieme a lui "Hey!"
Così, la spensieratezza e la semplicità divennero gli ingredienti perfetti per la nostra idea di ricetta e gli spruzzi d'acqua che seguirono non fecero altro che farci tornare bambini per un istante e ridere, ridere di gusto, ridere fino a star male...
E forse con i miei sorrisi e con le sue follie avremmo davvero potuto colorare di rosso la realtà circostante: quel rosso che quando ero con Shanks mi faceva sentire libera, libera di poter dare voce alle mie emozioni più elementari senza essere giudicata, libera di essere me stessa senza alcuna paura.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makino, Shanks, il, rosso
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Gold Roger?" i miei occhi si spalancarono esageratamente e non potei mascherare la mia incredulità "Tu sei stato sulla nave del Re dei Pirati?" ripetei con enfasi, sbattendo le palpebre ad ogni parola.
"Sconvolta?" Shanks scoppiò a ridere, attirandomi nuovamente tra le sue braccia e crogiolandosi nelle lenzuola fresche del mio letto "Ci siamo incontrati in una piccola isola, ero stato costretto a battermi con un tizio che mi aveva rubato il pane... sai, all'epoca non avevo molti spiccioli..." si strinse nelle spalle, io persa ancora una volta nell'inebriante profumo del suo petto nudo "Lui mi vide e mi disse 'Hey, ragazzo! Hai fegato!' e mi propose di entrare nella sua ciurma" al ricordo, i suoi occhi brillarono "Ovviamente ero solo un misero mozzo, ma essere sulla Oro Jackson, Makino... quella è una sensazione che pochi uomini hanno potuto provare nella vita"
Vederlo così pieno d'interesse ed eccitazione non faceva altro che aumentare notevolmente la mia attrazione nei suoi confronti "Certo, dev'essere stata un'esperienza unica" convenni, sospirando piano tra i peli sulla sua pelle "Gold Roger, Silvers Rayleigh... accipicchia! Chissà se..."
"Ti sarebbero piaciuti da matti, erano un vero spasso!" m'interruppe con trepidazione "Questo me l'ha regalato lui" afferrò il suo cappello di paglia dal comodino e mi sfuggì un moto di sorpresa "Un giorno, gli altri scesero dalla nave per sbrigare delle commissioni e lasciarono solo me di guardia..." cominciò a raccontare e io lo ascoltavo rapita, come se le mie orecchie non volessero sentire altro "Si avvicinò un equipaggio di malviventi estremamente pericolosi e riuscii a batterli solo con le mie forze... il loro capo si chiamava Marshall D. Teach e attualmente è ancora in circolazione" s'indicò l'occhio sinistro "Mi ha procurato questa"
"Che cosa orribile!" mi portai le mani alla bocca istintivamente, provando indignazione e dispiacere per qualcosa che, in fondo, era accaduto molto tempo prima che lo conoscessi.
"Beh, quando Roger fece ritorno si complimentò per ciò che avevo fatto" continuò Shanks, reprimendo come me la rabbia verso il perfido uomo che gli aveva causato la cicatrice "Mi regalò il suo capello" se lo rigirò tra le mani, soddisfatto "Gli era affezionatissimo e sapevo che non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo. Ora sono io ad esserci affezionato"
"Certo, è un regalo di Gold Roger!" concordai con fare ovvio.
La sorpresa, lo scintillio nelle sue vivaci pupille, quei ricordi che lo facevano tornare indietro nel tempo in modo così spensierato e la felicità con cui ne parlava... smetterà mai tutto questo di tenermi inchiodata a lui?
"Vieni via con me" mi disse improvvisamente, gli occhi insistenti piantati nei miei e quell'aria supplichevole da bambino.
"La fai facile" mi ritrovai a sospirare, sfiorando quei capelli rossi come il fuoco e sorridendo di fronte alle sue idee strampalate e affettuosamente campate in aria "Ma la mia vita è qui e lo sai. Non posso abbandonare né RufyWoopslap"
Storse il naso "Sì, perché senza di te sarebbero persi"
"...e soprattutto, non posso lasciare questa casa" aggiunsi sovrappensiero.
"Già" strinse le labbra, il suo tono bruscamente mutato "Questa casa..."
E non sai quanto vorrei che questo potesse durare in eterno: la tua testa morbidamente adagiata sul mio petto, le mie mani svogliate nei tuoi capelli... immagina, immagina cosa potrebbe essere svegliarsi così tutti i santi giorni, la salsedine e le onde, il vento e il mare aperto, le avventure e TE.
Ma dovrai compiere questo viaggio senza di me, Mio Capitano: io ti aspetterò, ascoltando una vecchia canzone che ormai è diventata nostra e sperando nel tuo ritorno...






Mi asciugai il sudore dalla fronte e sospirai pesantemente: servire del sakè a tutti quei pirati poteva diventare un arduo mestiere se avevi trascorso la notte con Shanks il Rosso e dato che ormai non facevamo altro che dormire insieme, anche quella mattina mi sentivo terribilmente stanca.
Ma la mia stanchezza era nulla, niente, vuota, evaporata non appena il mio sguardo incontrava di nuovo il suo nella locanda: sinonimo di un desiderio che non si sarebbe mai placato e di una fame che, nei miei sogni più reconditi, nemmeno un'intera vita insieme sarebbe riuscita a saziare; elettricità, vibrazione, sottilissimo filo teso che minacciava di spezzarsi al più flebile tocco... cosa mi fai e cosa ti faccio.
"Permettimi almeno di venire con te nel prossimo viaggio! Anch'io voglio diventare un grande pirata!"
"Non lo sai che affondare come una palla di cannone è il colmo di ogni pirata?"
Alzai gli occhi al cielo ma non potei fare a meno di sorridere: Shanks e Rufy stavano discutendo per l'ennesima volta.
Quella mattina, infatti, il piccoletto aveva giocato la sua ultima carta per convincere il capitano della Red Force a farlo unire alla sua ciurma: si era infilato un coltello nella guancia, sperando di destare l'interesse dell'equipaggio e di persuaderli con il suo coraggio.
"Un giorno o l'altro questa peste scalmanata ti farà finire nei guai, Makino, te l'ho sempre detto!" me l'aveva riportato al locale Shanks, ed io gli avevo premurosamente curato la piccola ferita intimandogli di non riprovarci mai più.
"Adesso capisci perché non posso abbandonarlo, vero?" avevo scoccato un'occhiata di scuse al capitano, il quale aveva fatto spallucce e aveva sbuffato.
"Non è giusto che le tue attenzioni siano tutte per lui!" si era imbronciato con aria gelosa ma, in fondo, sapevo che era perfettamente in grado di capire.
Scossi la testa e tornai al presente, preoccupandomi di andare a prelevare dell'altro liquore dalla dispensa prima che Yasop e Lucky Lou dessero di matto: quando si mettevano d'impegno, quei due riuscivano a scolare da soli interi barili di birra; non che l'ausilio degli altri non contasse, ma tra tutti erano senza dubbio loro due i più dediti ai fasti dell'alcool, le pecore nere dei pirati del rosso.
"Dai, non te la prendere! Bevi il tuo succo di mirtillo" udii in lontananza la voce di Shanks.
"Wow, grazie!" sentii la risposta di Rufy, dopodiché una risata generale.
"Hey, ragazzi! Guardate come beve il moccioso!" di nuovo la voce del mio bambinone, era incorreggibile: non potei evitare di sorridere, mentre raccoglievo l'ultimo barile e pensavo a quanto l'amassi nonostante le sue inclinazioni infantili.
Ma forse era proprio questo a renderlo speciale, a farmi scuotere la testa e pensare a lui in modo così maledettamente dolce, a rievocare piacevoli immagini della notte appena trascorsa e a sospirare con aria sognante...
Mi resi conto di dovermi dare una mossa e non appena tornai, mi accorsi che i battibecchi tra il capitano e il bambino si erano fatti ancora più animati "Te la stai spassando come al solito, eh, capitano?" presi in giro a mia volta il rosso, il quale si dondolò ridendo sullo sgabello accanto al bancone.
Era casa nostra, stralcio di vita e buonumore, tempo per ridere e scherzare, confidenza, intimità, calore e affetto.
Ma, tutt'a un tratto, qualcuno spalancò la porta del Partys bar rumorosamente "Permesso?" calò il silenzio e tutti ci voltammo verso la voce, mentre un uomo di statura alta e dall'aspetto spregevole si faceva strada all'interno dell'osteria e raggiungeva il bancone sotto lo sguardo muto degli altri uomini "Oh, e così sarebbero questi i pirati: è la prima volta che ne vedo... che facce da idioti" commentò sdegnoso, seguito dalle risatine poco raccomandabili dei suoi seguaci.
Deglutii e feci involontariamente un passo indietro: percepii il veloce sguardo che mi rivolse Shanks, serio, sicuro di sé e rassicurante e ciò bastò a farmi rilassare impercettibilmente.
"Salve, noi siamo una banda di Masnadieri" si presentò l'uomo con un ghigno che non me la contava giusta "Tuttavia, non siamo venuti qui per depredare l'osteria, vogliamo solo della birra. Daccene subito dieci barili" concluse sbrigativo.
L'aspettativa era palpabile nell'atmosfera, gli occhi dei pirati addosso "Mi dispiace, signore" riuscii a dire dopo un attimo di esitazione "Al momento siamo a corto di birra"
Ovviamente, la mia esclamazione non fece altro che irritarlo "A corto?" domandò in modo retorico "Strano! A quanto vedo, i pirati stanno bevendo tutti qualcosa... è per caso acqua?" si avvicinò di un millimetro a Shanks e, anche se non ne avevo alcun motivo, il cuore mi balzò ugualmente in gola.
"No" m'intromisi subito "Ma stanno bevendo quel poco di birra che è rimasta" sperai di salvarli con la gentilezza e le buone maniere.
"Mi dispiace, amico" intervenne Shanks, nell'ambiente ancora asfissiante silenzio "A quanto pare, ci siamo scolati tutte le scorte dell'osteria! Scusaci tanto" afferrò una bottiglia e, con mia grande sorpresa, gliela porse "Se vuoi, però, è rimasta una bottiglia: non è stata ancora aperta"
Fu la goccia che fece traboccare il vaso: l'uomo spaccò la bottiglia nella mano di Shanks, facendo finire i pezzi di vetro sonoramente a terra e bagnando la camicia del capitano e il pavimento della locanda.
Mi portai le mani alla bocca, sconvolta, ma il tipo continuò "Brutto imbecille, sai con chi stai parlando? Non arrivare a prendermi in giro! Una sola bottiglia non serve neanche a bagnarmi il gargarozzo!"
Le mie dita presero a tremare convulsamente sulle labbra scioccate: rabbia, dispiacere, mortificazione, impotenza e frustrazione. Come avevo potuto sperare che i miei modi potessero risolvere la situazione?
"Accidenti, il pavimento è tutto bagnato" mormorò sconsolato il rosso, osservando dispiaciuto il legno sotto di sé "Mi dispiace per la confusione, Makino" si rivolse improvvisamente a me, ignorando le parole che continuavano ad uscire dalla bocca del violento e accovacciandosi a terra "Hai uno straccio?"
"Lascia, faccio io" cercai di stroncare subito la sua iniziativa, ma nello stesso istante un altro grande rumore mi fece stringere gli occhi: l'uomo aveva rotto anche i bicchieri che si trovavano sul bancone, facendo cadere il vetro e il liquido addosso a Shanks.
"Visto che ti piace tanto fare le pulizie... adesso avrai di che divertirti!" lo derise con presunzione "Vi saluto, codardi!" e sparì assieme ai suoi scagnozzi.
Immediatamente, m'inginocchiai accanto al capitano e cominciai a tamponargli il volto con un fazzoletto "Ti sei fatto male?" gli chiesi in preda all'ansia.
"Non preoccuparti, è tutto a posto" mi tranquillizzò lui compostamente, dopotutto eravamo circondati da un bel po' di persone.
"Capitano, sei tutto bagnato! Che vergogna!" proruppero le risate, a cui tutti si unirono fragorosamente eccetto Rufy, che per tutto il tempo se n'era stato muto e spaventato in un angolo.
"Sei un vigliacco!" urlò all'improvviso "Non sei un vero pirata! Un vero uomo avrebbe dovuto combattere!" era arrabbiato, ostinato e fermamente convinto delle sue posizioni.
Shanks lo guardò stranito, poi rispose "Capisco cosa vuoi dire, ma in fin dei conti mi sono solo sporcato di birra" fece un'alzata di spalle come se niente fosse.
"Non c'è nulla di divertente in quello che è appena successo!" s'impuntò l'altro, sbattendo i piedi a terra "Me ne vado! Non voglio più parlare con uno smidollato come te!"
"E dai, non fare così!" cercò di trattenerlo il suo amico, ma non ci fu verso.
Mi passai una mano sulla fronte e decisi di andare a prendere scopa e paletta per pulire il pavimento del locale: qualcosa, dentro me, mi diceva che la faccenda non si sarebbe conclusa tanto presto e il piccolo Rufy non sapeva dove tutta la sua ostinazione l'avrebbe portato... ©







Ebbene sì, ancora in corso! Per la vostra gioia ma anche per la mia ;)
Beh, mi sono resa conto che il missing moment meritava un'attenzione particolare e quindi mi è sembrato più opportuno dividerlo in due parti: qui l'incontro con Higuma e nel prossimo la perdita del braccio di Shanks.
Quindi non temete se questo capitolo vi sembra troppo breve perché il prossimo (e ultimo, ma SUL SERIO stavolta! xD) sarà bello corposo.
Vi aspetto allora e grazie a tutti!

 

  
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