Buon salve popolo di efp!
Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a cercare un modo, un qualsiasi modo, per scrivere il nuovo capitolo che no, proprio no, non ne vuol sapere di venire fuori.
E quindi, ho pensato di scrivere un piccolo missing moments, così, solo per passare il tempo.
Ed allora, ecco a voi il missing moment de “La storia del nostro amore” scritta da me medesima.
Per chi si fosse collegato solo ora, e non conosce il resto della storia, qui abbiamo un Merlino adulto, felicemente sposato (ma non vi dico con chi bwahahahahah), che si ritrova a doversi confrontare con il figlio quattordicenne, Silyen.
Ecco… e adesso la smetto di annoiarvi e vi lascio alla storia.
Buona lettura e spero che, se ne avrete voglia, mi lascerete un parere.
Baci da Morgana
 
 
 
Per tutti quelli che, capitolo dopo capitolo, mi accompagnano nella storia.
Grazie.
Non ce la fare senza di voi.
 
 
Ed eccomi qui.
Come al solito, quella oca di mia sorella non è riuscita a contenersi e mi ha starnazzato contro davanti ad Elenie.
Si è pure messa a chiamarmi con quei ridicoli nomi femminili…
Ma brava!
La detesto.
Per fortuna che il papà mi ha “difeso”.
Sì, che poi questo difendere non è altro che farci fare la pace.
Ma fa nulla…
L’importante, adesso, è che riesca a parlarci al papà.
È seriamente una questione di vita o di morte.
Beh… forse no… insomma… è decisamente una questione importante.
Mentre lo seguo, non posso fare a meno di pensarci.
Riderà?
No… papà è bravo… non lo farebbe mai.
Sì, lui è sicuramente la persona giusta a cui rivolgersi.
Avrei potuto chiedere alla mamma, ma visto la sua storia passata è meglio di no*.
Non voglio essere cattivo, ma papà è sicuramente il più romantico… e solo gli dei sanno quanto mi servono in questo momento un po’ di consigli sul romanticismo.
“Ecco.. parla pure” mi dice, fermandosi sotto un albero, abbastanza lontano per non stare a portata d’orecchie di quella sottospecie di scimmia di Estele**.
“Afff… ecco… papà?”
”Sì?” mi chiede, sorridendomi rassicurante.
Mi è sempre piaciuto il sorriso del papà.
Ti fa sentire… al sicuro.
“Ecco… giuri che non mi prenderai in giro?”
”Lo giuro” annuncia solennemente.
“Silyen” aggiunge poi “Non ti preoccupare, chiedimi pure tutto quello che vuoi. Sono tuo padre, e sappi che per quanto mi sarà possibile cercherò in tutti i modi di rispondere alle tue domande, e di aiutarti se sei in difficoltà. Non c’è bisogno di vergognarsi o di avere paura. Chiedimi sempre, sempre, tutto, e non avere mai timore”
Mi rassicurano queste parole: il papà sa sempre cosa dire…
Forza… ce la posso fare…
“Papà” esordisco, fissando dritto i suoi occhi blu, identici ai miei “Vorrei che tu mi dessi un consiglio su una ragazza”.
Ah, finalmente c’è l’ho fatta!
“Elenie?” mi chiede, sorridendo a metà tra l’intenerito e il… divertito?
“Si capisce così tanto?”sospiro.
“Eh già…”
“Papà… che cosa posso fare? Lei mi piace. E tanto anche. Ma ho paura che… che io non… non…”
“Hai paura che non ricambi ciò che provi”
Non era una domanda, ma un’affermazione.
Annuisco, scoraggiato.
“Oh Silyen” sospira, inginocchiandosi di fronte a me, e mettendomi le mani sulle spalle.
“Vedi, Silyen, lascia che ti dica una cosa. Sei molto giovane, e sei anche un bel ragazzo. Adesso, inizi a provare i primi sentimenti verso le ragazze, ed è normale che tu ti senta così. Hai paura di sbagliare, e ti capisco. Ma vedi, in amore, ci sono sempre tanti sbagli. Sei giovane, l’ho detto, e ciò vuol dire che hai ancora molta strada da fare su questo punto di vista. Ti innamorerai, poi cambierai idea, ti lascerai, o verrai lasciato, verrai rifiutato e sì, soffrirai anche e poi ti innamorerai di nuovo. È così che funziona. Non posso dirti con certezza quello che succederà nel tuo cuore lasciando passare il tempo, ma una certezza posso dartela: lei non ti rifiuterà mai. Basta guadarla per capire che gli piaci pure tu”
“Tu… dici?” chiedo, con un pizzico di speranza.
“Ma certo! Ogni volta che ti vede, o che pronunciamo il tuo nome, le si illuminano gli occhi…”
“Ma… cosa posso fare allora?”
”Perché non le chiedi di uscire? Potresti invitarla a fare una passeggiata”
“Poi” aggiunge, non lasciandomi il tempo di replicare “Si sempre gentile con lei. Sono le piccole cose che sono le più apprezzate”.
“Va bene papà. Però… come faccio a chiederle di uscire?”
”Beh… vai da lei e le dici: ti andrebbe di fare una passeggiata? E se poi lei dice sì, beh… andate… a passeggiare”
“Va bene!” dico, risoluto.
Ho aspettato troppo tempo.
Adesso so quello che devo fare!
“Ah papà?” dico.
“Sì?” mi chiede, pulendosi le ginocchia con le mani.
“Grazie” faccio, gettandogli le braccia al collo.
“Su su” mi dice, sciogliendosi dalla mia stretta.
“E adesso… andiamo dalla tua bella”.
 
*
Ed eccomi qua.
Che cosa faccio ora?
Per fortuna, per una volta quel terremoto di Amy mi ha dato un’occasione.
Mi viene così semplice aiutarla…
Lei è così dolce, e tenera, sembra proprio un pulcino bagnato!
Non posso fare a meno di arrossire guardandola.
Senza nemmeno sapere il perché, mi faccio avanti.
“Non ti preoccupare” dico “Ci penso io”
Ed eccola lì asciutta e totalmente in confusione.
Allora il papà aveva ragione!
E, senza nemmeno accorgermene, mi ritrovo a farle la fatidica domanda.
“Emmm… Elenie?”
“Dimmi”
Bene, ci siamo.
“Ecco… mi domandava se… se tu vorresti…”
“Ahhhh… dov’è la tara? No… la sala?”
NOOOOO!
Calien!
Come puoi farmi questo?
Dovevi proprio svegliarti in questo momento?
Ma ma… che succede?
“Oh Calien, sei un disastro”
Mia sorella e la sua amica che prendono le mie difese?
Questo sì che è un giorno memorabile.
Però… adesso il momento è rovinato…
“Bene… quindi, Silyen? Non dovevi dire qualcosa a Elenie?”
O forse no.
Per una volta, quella sanguisuga di Estele ogni tanto non è così inutile.
E forse, ma forse forse eh!, non è cosi male come pensavo.
“Ah sì, certo. Ecco...io volevo chiederti se...se...setiandvadifareunapassegiataconme”
Spero che abbia capito…
“Scusa...non ho capito”
Ecco appunto.
Patetico.
Mi lascio sfuggire un sospiro.
Vorrei rinunciare ma… no.
Non posso.
Forza Silyen!
Puoi farcela!
“Ti ho chiesto se...se ti va di fare una passeggiata” chiedo finalmente, cercando di mantenere la calma.
Spero solo che non noti il fatto che probabilmente sono rosso come un pomodoro maturo.
Perché non dici niente?
Perché ti limiti a guardarmi?
“Con...me?” chiedo infine, cercando di non suonare così patetico come in realtà sono.
“Certo! Però...”
Il resto del dialogo non lo seguo.
Ha detto si!
Ha davvero detto di sì!
Elenie ha detto sì… a me!
Sono troppo felice.
Senza sapere da dove tiro fuori il coraggio, la prendo per mano e la tiro leggermente.
E lei, per mia gioia e fortuna, non fa nulla se non seguirmi.
Ah, che bello!
Finalmente possiamo stare da soli insieme.
Senza sapere bene cosa dire, la conduco verso il lago.
“Allora… dove andiamo?” mi chiede, imbarazzata.
“Qui” sussurro, portandola verso un tronco caduto, che funge benissimo come sedia per noi due.
 “Ecco…” dico, porgendole un fiore che ho fatto comparire (grazie papà che mi hai insegnato questo incantesimo!) “è per te”.
Lei mi sorride: ha un sorriso così bello…
“Grazie…” mi dice, timida come al solito.
Ed ecco che, come per magia, iniziamo a parlare e parlare e parlare, di tutto quello che ci viene in mente.
“Comunque” mi dice ad un certo punto, ridendo “Lo sai che non sei scemo come dice tua sorella?”.
È evidentemente una provocazione (alla faccia della timidezza!) ma ci rimango un po’ male.
“E tu non sei poi così timida come vuoi far credere!” dico.
“Hey!” sbotta lei “Allora forse tua sorella non si sbaglia quando dice che prendi le battute bene quanto una spada nel petto!”
 “Hey!”
Questa volta sono io a sbottare.
E, senza rendermene conto, le schizzo un po’ d’acqua addosso.
Poi, mi rendo conto di quello che ho fatto.
“Oh no… scusa! Scusami davvero io…”
 “Bene” mi dice, avvicinandosi di un passo “Se è la guerra che vuoi… che guerra sia!”
In un batter d’occhio ci ritroviamo a ridere e scherzare lanciando acqua da tutte le parti.
Passano pochi minuti prima di ritrovarci stremati dalla lotta e dal ridere.
Basta, vorrei dire, non ce la faccio più dalle risate!
Ma ecco che succede l’inaspettato: lei fa un passo di me, ridendo, ed inciampa.
E, improvvisamente, mi ritrovo a terra, con addosso un’alquanto fradicia e imbarazzata Elenie.
“Scusa io…” cerca di alzarsi, ma io la trattengo.
…….
O no no no no!
La mia mente è in confusione totale.
Che cosa faccio adesso?
“Forse dovresti smetterla di pensare…”mi sussurra lei, sorridendo leggera.
Dovrei… smettere di pensare?
Ah beh, se me lo chiedi con quel sorriso potrei anche farlo…
Ed è quello che effettivamente faccio.
Smetto di pensare.
Come in un sogno, allungo la mano e le scosto i capelli ramati dal viso, e mi avvicino a lei.
Di più.
Sempre di più.
E poi succede: leggere, le nostre labbra si sfiorano.
Beh, papà aveva ragione: non so assolutamente come andrà a finire tutta questa storia.
Non posso sapere cosa deciderà il mio cuore.
Per adesso, sta battendo talmente forte che ho paura che scoppi.
Però, una cosa la so: per adesso, questo è decisamente ciò che voglio.
 
 
*Sì, Silyen sa. L’ha scoperto da solo, ma ha giurato di non dire nulla a sorelle e fratelli vari.
**Per chi non lo sapesse, Estele è la sorella.
 
My corner
 
Eccomi qua! Spero che questa cosa buttata giù in un attimo vi sia piaciuta.Lasciatemi un commentino e se vi va (se non avete ancora letto e vorreste sapere, o se siete già lettori) vi lascio il link della storia, ricordando che pareri consigli e critiche sono sempre ben accetti.
Eccolo qui:  La storia del nostro amore
Baci