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Autore: chia_nita    01/03/2013    1 recensioni
Cinque anni di lavoro in questa lurida fumetteria frequentata da soli nerd associali e ancora aspetto uno stupido aumento. Mi sono sentita dire che Londra fosse la città delle opportunità della felicità… io ancora sono qua e aspetto, ma ancora niente.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cinque anni di lavoro in questa lurida fumetteria frequentata da soli nerd associali e ancora aspetto uno stupido aumento. Mi sono sentita dire che Londra fosse la città delle opportunità della felicità… io ancora sono qua e aspetto, ma ancora niente.
Non ne posso più, cerco di fare il mio lavoro e l’unica cosa che ci ricavo sono ragazzi che mi fissano il fondo schiena come se fosse la cosa più eccitante che abbiano mai visto in vita loro, un sedere obeso su una ragazza obesa... Finisco di sistemare le ultime riviste davanti al bancone, metto in ordine la stanza e mi preparo per chiudere il negozio.
Le strade sono fredde e buie,forse troppo per una venticinquenne sola e insicura.. ad aspettarmi a casa ci saranno sicuramente quelle due pazzoidi delle mie inquiline con cioccolatini e vino rosso che festeggeranno l’ennesima conquista con un ragazzo che durerà non più di due mesi.. diciamo uno.
Due ragazze una più bella dell’altra, fisici perfetti che calzano i vestiti delle migliori firme, pettinature perfette come anche le loro mani e il loro portamento. Poi c’ero io quella che se partecipava a qualche evento era solo perché aveva avuto la fortuna di trovare due ragazze squattrinate che si sono tirate su una carriera in due anni e diventando le ragazze più richieste in “circolazione”. Io ero l’esatto contrario di loro due, il mio fisico era assurdo, si assurdo, ma in senso negativo, le mie conquiste… bhe penso che il ragazzo più carino con cui sia uscita fosse un certo Freddie che faceva il modello e che dopo un anno che ci frequentavamo mi ha lasciato per un biondino palestrato che non passava dalle porta da quanto fosse gonfio. Faccio questo effetto ai ragazzi, li faccio diventare gay.

Non sono dell’umore giusto per vedere del cioccolato tanto meno del vino, quindi decido di allungare il giro e di andare a piedi passando in centro, sono le dieci di sabato sera e i locali iniziano a riempirsi di ragazzi pronti ad ubriacarsi e a rimorchiare ragazzine troppo sbronze per ricordarsi il giorno dopo di come sono arrivate li.
Alcuni sguardi si staccano dal loro tavolo per fissarmi e di sicuro non è per il mio fisico ma le mie vans colorate, i miei jeans e la mia felpa, di sicuro sono una nota stonata tra tutti quegli abiti scintillanti e quelle minigonne troppo corte per coprire culi abbastanza finti.
Ho ancora trenta minuti da camminare prima di arrivare a casa e la cosa non mi dispiace, decido di passare per il parco, le coppiette che si sbaciucchiano e le liti tra ragazzini mi divertono troppo, trovo ispirazione nelle cose più stupide e inizio ad annotare strofe e versi di canzoni, è l’unica cosa che mi viene davvero bene, cantare. Non dico di essere fantastica  ma almeno mi diverto e mi estraneo dal mondo.

Arrivo davanti alla porta di casa e la prima cosa che noto sono le luci spente, segno che le ragazze si sono addormentate sul letto o che hanno deciso di uscire per festeggiare, in ogni caso posso farmi una doccia poi andare a letto in pace senza essere riempita di domande che mi aiuterebbe a peggiorare il mio umore.
Il mattino dopo mi alzo con un mal di testa assurdo e la casa è stranamente silenziosa, probabilmente quelle due hanno trovato qualcuno da portarsi a letto e io posso starmene in pace girando per casa senza sentirmi dire che il mio abbigliamento non è consono ad una ragazza che abita a Londra.. Maglia extralarge e pantaloncini abbinati a dei morbidissimi calzettoni a pois, cosa si può desiderare di più dalla vita? Accendo la radio e la prima cosa che le mie orecchie percepiscono è il bando per cantanti in erba… sarebbe interessante portare un mio brano e magari sentire cosa la gente ha da dire sulla mia musica, non ho mai fatto ascoltare a nessuno le mie demo ma forse è ora di farsi sentire e di provare a fare quello che non ho fatto in cinque anni, pensare a quello che voglio veramente e non a quello che sarebbe più conveniente, darmi degli obbiettivi e portarli avanti con impegno e costanza.
 
Grazie di aver letto il capitolo
Questa è la prima parte della mia storia..
Sarei felice di sapere cosa ne pensate anche perché
è la prima volta che scrivo una storia di questo tipo.
Grazie a tutti quelli che hanno letto.     -Anita
  
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