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Autore: _ImADreamer_    02/03/2013    3 recensioni
Un piccolo regalo di compleanno, un pensiero nato dal cuore per una persona speciale.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un compleanno speciale



-Aleee!!! Faremo tardi!-

Sodfa sbuffò, dopo aver gridato a squarciagola il nome dell’amica che ancora non si decideva a scendere; quella benedetta ragazza aveva il vizio di guardarsi tremila volte allo specchio e, puntualmente, trovava qualcosa che era fuori posto, tipo anche uno dei suoi lunghi riccioli biondo scuro che, di solito, lasciava ricadere morbidamente sulle spalle. Quella sera, invece, aveva avuto la brillante idea di alzarli con le forcine da un lato e lasciarli scendere a cascata sull’altro, un’acconciatura davvero stramba e, soprattutto, davvero scomoda, visto che sarebbero state costrette a correre per raggiungere la metro, a causa dell’enorme ritardo in cui erano.

La bella tunisina si ritrovò a sbuffare per l’ennesima volta, pensando a quanto tempo avevano perso per riuscire a trovare quei biglietti introvabili, gli stessi biglietti che finivano nemmeno il tempo di aprire i botteghini, a causa di quelle miriadi di fan urlanti che c’erano nel mondo, fan innamorate di cinque ragazzi dai capelli strambi e dagli stili stravaganti. Ricordava ancora quando aveva conosciuto la bella ischitana e aveva condiviso con lei la sua passione per questi cantanti, l’amore per i loro testi e la loro musica ma, soprattutto, la sua adorazione per il leader, G-Dragon, nonostante molte volte si fosse ritrovata a prenderlo in giro per i suoi strani vestiti e la sua capigliatura, decisamente più multicolore dell’arcobaleno.

I BigBang li aveva scoperti per caso ed era stato un vero colpo di fulmine; anche per Ale era stato così e insieme, dopo anni che ne avevano parlato e fantasticato insieme, finalmente erano riuscite a realizzare il loro sogno di vederli esibirsi dal vivo.

Quel viaggio in Spagna le era costato un bel po’ ma non le importava; inseguire i sogni era la cosa più bella del mondo e, per quanto questi fossero folli, la rendevano felice ed era questo l’importante. Non era questo ciò che davvero contava?

Tamburellò il piede sul pavimento, ancora cinque minuti e sarebbe salita di sopra, l’avrebbe presa per i capelli e trascinata giù per le scale, il tutto imprecando in arabo. Era un’ora che era chiusa in bagno e davvero era arrivata all’esasperazione.

Fortuna volle però che la figura dell’amica comparisse, proprio in quel momento, sulla soglia del piano di sopra; la vide scendere velocemente, a momenti cadeva e si rompeva la testa per quanto andava di fretta.

-Non trovo il cellulare, non ricordo dove l’ho messo!- trillò disperata, mettendo a soqquadro il piccolo divano del loro appartamento, fittato per quel mese di vacanza.

Sodfa alzò gli occhi al cielo, quella ragazza era davvero fortunata ad avere la testa attaccata sul collo, altrimenti avrebbe rischiato di perdere anche quella. –E’ qui, mi hai chiesto di prenderlo prima no?- le fece notare, facendo ciondolare il piccolo lg tribe rosa davanti agli occhi spalancati dell’altra che, con una mano sulla fronte, esalò un sospiro di sollievo.

-Menomale che ci sei tu tesoro! Sono un caso perso, lo so!- esclamò, abbracciando la bella moretta che, ripresasi dallo stupore iniziale perché presa alla sprovvista, ricambiò teneramente l’abbraccio, stringendo l’amica forte forte. Le voleva un gran bene e adorava questo lato un po’ infantile di lei ma così maledettamente spontaneo che la lasciava sempre senza parole.

Quando sciolse l’abbraccio le fece segno di uscire e, prese le chiavi, finalmente si avviarono a prendere la metro, per arrivare a destinazione. Si ritrovarono a correre, facendo lo slalom tra i passanti che lanciavano loro occhiate perplesse; Ale più volte rischiò di buttare all’aria qualcuno e, scusandosi in fretta, sbracciandosi come una matta, si guadagnò l’appellativo di chica tornado da un gruppo di anziani signori che furono travolti dal suo passaggio.

Sodfa rise, seguendo la corsa matta dell’amica che non apprestava a fermarsi, la borsa ciondolante e i capelli al vento; sarebbe stato un miracolo se quell’acconciatura fosse arrivata integra a destinazione, senza nemmeno un capello fuori posto. Si ritrovarono a scendere di corsa le scale della stazione e, in un batter d’occhio, furono dentro, le porte della metro che si chiudevano poco dopo che erano entrate.

-Ce l’abbiamo fatta!- esultò la riccia, iniziando un balletto buffo sempre sotto gli sguardi interrogativi delle persone; Sodfa la imitò, contagiata da quell’allegria che aleggiava sul volto dell’altra, senza risparmiarsi anche lei. E pensare che la loro amicizia era nata su internet..!

-Hai tu i biglietti vero?- domandò ad un certo punto la chica tornado , speranzosa.

-Credevi davvero che avrei lasciato una cosa così preziosa nelle tue mani, con la testa che ti ritrovi?- rispose con un’altra domanda la tunisina, stavolta retorica. Per quanto le volesse bene, quei biglietti erano custoditi sacramente nella sua borsa, al sicuro.

-Antipatica- borbottò quella, facendo un’espressione imbronciata.

Sodfa rise di nuovo, dandole un buffetto sulla guancia; era adorabile ed era contenta di poter trascorrere con lei quella vacanza, nonostante fosse così lontana dalla sua famiglia.

Con lei e con i BigBang… cosa poteva chiedere di meglio?

****

Molte fermate più tardi, le due ragazze erano davanti al palco, enorme e immenso, le luci accese e gli addetti allo staff che provavano i microfoni, per evitare imminenti incidenti durante il live.

La piazza era gremita di gente, ragazze urlanti che rischiavano seriamente di rompere i timpani se ne stavano li a saltellare come matte, eccitate che, di li a poco, avrebbero potuto godere della vista dei loro idoli, magari mezzi nudi come nei migliaia di video live su youtube, e farne le peggiori fantasie del mondo.

Sodfa buttò un’occhiataccia ad una ragazzina pimpante che continuava ad urlare come una pazza, sbracciandosi e urtando continuamente contro il suo braccio; seriamente, ancora un po’ e l’avrebbe mandata a farsi una gita in bel posto.

Ale, intuita la situazione e sapendo il bel caratterino che aveva la mora, la prese sottobraccio e iniziò ad avanzare, facendosi largo a fatica tra tutto quel mare di fans, infischiandosene di rispettare il suo posto; per i BigBang era anche pronta ad arrivare sotto al palco, senza paura.

-Cerchiamo di arrivare più sotto possibile, magari riesco ad afferrare un lembo della canottiera di Taeyang!- trillò, perdendosi anche lei in varie fantasie sul suo bias e commentando non molto castamente il suo fisico scolpito.

-E io magari riesco ad urlare al leader di denunciare la sua parrucchiera- aggiunse l’altra, guadagnandosi una risatina divertita della riccia.

Arrivarono il più vicino possibile al palco e, tra una chiacchiera e l’altra, finalmente si spensero le luci e il palco cadde nel buio; si sentì una voce riecheggiare nel microfono e Sodfa perse un battito. Poteva riconoscerla tra mille, quella voce che la faceva sognare ad occhi aperti, quella stessa voce che aveva sperato fino all’ultimo di poter sentire dal vivo, sogno che, in quel momento, si stava realizzando.

G-Dragon fece il suo ingresso e urlò alle sue fan un ringraziamento caloroso, alzando il braccio sinistro; il tatuaggio era visibile, ora, sotto la luce gialla che lo illuminava, la sua esile figura che si ergeva solinga ma tanto sorridente.

-Ciao Spagna! Siamo i BigBang!- urlò in inglese, facendo poi segno dietro le quinte; gli altri quattro membri fecero il loro ingresso e, anche loro, ringraziarono il pubblico, che li accolse urlante ed estasiato. Quei cinque sembravano brillare di luce propria, una luce così scintillante da abbagliare persino quella della luna e del sole.

Le due ragazze si emozionarono e Ale non potè fare a meno di urlare un “Taeyang, quanto sei gnocco!” iniziando a sbracciarsi come una matta, facendo ridere Sodfa che, dal canto suo, urlò a GD un “Ma che ti sei messo in testa? Una puzzola?”, scatenando altre risate.

Li videro esibirsi e si emozionarono come due bambine; i loro idoli erano a pochi centimetri da loro, potevano quasi sfiorarli e i loro cuori erano impazziti, le loro anime cantavano insieme a quei cinque e le lacrime di gioia erano li, a fare capolino agli angoli degli occhi. Non si poteva descrivere una sensazione del genere, non si poteva dare un nome a quella gioia che stavano provando; era semplicemente un’emozione unica ed irripetibile, l’emozione di assistere, per la prima volta, alla performance dei loro beniamini, quelli che avevano amato per più di tre anni.

Una sensazione che sarebbe rimasta lì, per sempre.

****

Il concerto finì, forse troppo presto, e i BigBang si ritirarono nelle loro stanze; il palco adesso era vuoto e la piazza si stava spopolando, i cori delle fan che, a poco a poco, si spensero del tutto. Era tutto finito ed era durato così poco!

-Sento il cuore battere forte forte-

Ale sorrise sognante, portando la mano sul cuore, e chiuse gli occhi; si perse nel suo mondo, immaginando di poter stringere, almeno per una volta, la mano a Taeyang, il suo idolo in assoluto dalla dolcezza infinita.

-Ehi, non lo sognare troppo, magari ti legge nel pensiero- commentò Sodfa ridacchiando e la ragazza aprì gli occhi.

-Magari lo facesse davvero!- rispose quella sognante mentre la tunisina alzava per l’ennesima volta gli occhi al cielo.

-Chissà se i camerini sono da queste parti- si domandò improvvisamente Ale e Sodfa fece spallucce.

-Non credo… sicuramente se ne saranno già andati, magari anche a festeggiare- sentenziò, iniziando a camminare per ritornare alla metro. Si sentiva un po’ vuota e triste, avrebbe voluto ripetere l’esperienza di quella notte per altre mille ancora ma sapeva che ciò non era possibile, almeno per il momento.

L’altra la raggiunse e, insieme, si incamminarono, quando la piazza ormai era completamente vuota.

-Sodfa… perché ho l’impressione che ci siamo perse?- gemette la riccia, stringendosi ancora di più al braccio dell’amica che si guardava intorno spaesata. Non era quello il bivio che avevano passato due minuti prima?

-Non lo so… forse si- rispose, facendo strabuzzare gli occhi all’altra che trattenne un gridolino.

-O mamma… e adesso? Come faremo a tornare a casa?- squittì quella, impaurita e preoccupata.

-Non preoccuparti, sono sicura che troveremo un modo- la tranquillizzò Sodfa, continuando a camminare e guardandosi ancora intorno per cercare di memorizzare qualche edificio che potesse fungere da punto di riferimento; ma, dopo quelle che parvero ore, furono di nuovo punto e daccapo, ritrovandosi, per l’ennesima volta, davanti a quel maledetto palazzo rosso.

-Sodfa, ci siamo perse!- trillò di nuovo Ale, stavolta colta da una crisi di panico. Purtroppo aveva ragione; con il giorno era stato più facile orientarsi ma, con la notte, era diventato impossibile.

Sospirò e cercò di tranquillizzarla quando, ad un certo punto, udì dei fischi di apprezzamento dietro di loro; una banda di ragazzi le stava guardando e aveva preso a seguirle, continuando a dire chissà cosa in spagnolo.

Le ragazze si guardarono e, prese dallo spavento, iniziarono a correre, sempre rimanendo vicine per non perdersi anche tra di loro; si infilarono in un vicolo buio e corsero, corsero, fino a quando non sbucarono in una stradina deserta, con una serie di bar sul lato. Solinga, videro parcheggiato sotto al muro un furgoncino scuro, difficile da notare ma, in quella situazione, l’istinto di sopravvivenza era talmente tanto da far affinare loro tutti i sensi, alla ricerca di un possibile nascondiglio e una possibile via d’uscita.

-Laggiù!- trillò Ale e, presa con forza la mano di Sodfa, pregò che il furgoncino non fosse chiuso a chiave. Aprì la porta di scatto e si fiondò dentro, trascinando con se l’amica e tirandosela in braccio; chiuse forte la porta e sospirò, contenta che, chiunque fosse il padrone di quel mezzo, avesse avuto la fortunata dimenticanza di chiuderlo a chiave.

-Ce l’abbiamo fatta!- esultò la riccia, ballando sotto al corpo di Sodfa che esalò un respiro di sollievo.

-Non muoverti o quelli ci sentono!- la rimproverò, buttandole un’occhiataccia. Poi si accorse di essere osservata e, lentamente, alzò lo sguardo; quattro paia di occhi a mandorla le stavano fissando perplessi e, in parte, interrogativi.

-Che c’è?- domandò Ale, notando l’espressione di Sodfa che, improvvisamente si era fatta seria e il suo viso color peperone. Quindi seguì il suo sguardo e per poco non svenne, spalancando anche lei la bocca.

Erano finite nel furgoncino dei BigBang!

-O mio… Sodfa… sono…- Ale non riusciva a parlare, aveva le parole bloccate in gola ed era andata in iperventilazione; Sodfa, dal canto suo, se ne stava ancora immobile, ancora scioccata.

Dei rumori e delle chiacchiere le fecero riprendere però dallo shock momentaneo; la tunisina buttò uno sguardo fuori e, attraverso il finestrino, grazie alla fioca luce di uno dei lampioni, riconobbe quei maniaci che le stavano inseguendo e li indicò alla compagna, tremando.

Ale guardò e, appena la porta del sedile del passeggero si aprì, lasciando entrare un tipo incappucciato, molto probabilmente Taeyang, le due ragazze urlarono insieme un “Parti!” in inglese, con una potenza inaudita; il ragazzo le fissò anche lui perplesso ma, notando che quelle continuavano ad agitarsi come delle disperate, partì, lasciando quella stradina poco illuminata.

Quando furono lontane dal pericolo, le due si rilassarono ma poi ricordarono dov’erano e fissarono di nuovo i loro compagni di auto; vederli così da vicino le stava facendo uscire matte e poco ci mancava che si mettessero ad urlare, se non fosse stato per il loro buon senso che consigliò loro di non farlo.

Ora dovevano spiegare cosa ci facevano li o quelli avrebbero pensato che davvero fossero delle pazze sclerate.

-Ehm… mi dispiace…- iniziò a scusarsi Sodfa, quella che delle due sapeva parlare meglio l’inglese; fece un lieve cenno del capo, seguita dall’amica. –So che forse no ci crederete, ma qualcuno ci stava inseguendo e ci siamo infilate qui senza pensarci due volte… non sapevamo che fosse il vostro furgone…- spiegò nervosamente, imprecando mentalmente perché non riusciva formulare una frase di senso compiuto.

Cavolo.. erano i BigBang! Nella sua stessa macchina!

-Ci dispiace… quei maniaci facevano davvero paura!- esordì la riccia, facendo delle facce paurose che, alla fine, fecero scoppiare tutti a ridere; TOP ridacchiava sotto i baffi, la voce profonda e baritonale riecheggiava in quell’auto molto intensamente, Daesung mostrò il suo sorriso perfetto da angelo, SeungRi rise di gusto, senza risparmiarsi, Taeyang sorrise, fissandoci dallo specchietto retrovisore e, infine, G-Dragon seguì SeungRi, aggiungendo qualche commento in coreano.

-Ah bene, ci prendono anche in giro! Mi sento depressa adesso!- si disperò Ale, nascondendo il viso nella schiena di Sodfa, mimando un pianto disperato; ovviamente, ci furono altre risate e anche la compagna rise, non potendone proprio fare a meno.

-Semmai, ti prendono in giro cara… continui a fare quelle facce buffe!- sentenziò la tunisina, guadagnandosi un’occhiata imbronciata dalla sua amica.

-Chi vi stava inseguendo?- chiese ad un certo punto Daesung premuroso, rompendo il silenzio; la sua voce cristallina era intrisa di curiosità e, per fortuna, aveva capito che erano straniere e che doveva rivolgersi a loro in inglese.

Le ragazze lo fisarono, ammutolite da quel sorriso così maledettamente bello e abbagliante.

-Oppa.. se mi sorridi a quel modo, rendi vano ogni mio tentativo di recuperare la ragione- rispose Ale in italiano, guadagnandosi una risata divertita da parte di Sodfa.

-Dei ragazzi. Ci siamo perse e, all’improvviso, hanno iniziato a seguirci… ci siamo impaurite e abbiamo corso, intrufolandoci nella prima auto che abbiamo visto- spiegò la ragazza, che aveva riacquistato un po’ di lucidità dopo aver respirato profondamente.

-Vi siete perse?- si interessò SeungRi, avvicinandosi. Fece poi segno a Sodfa di scendere da dosso alla compagna e di sedersi nel posto libero accanto.

Ale annuì. –Abbiamo avuto paura!- specificò, riservandogli uno sguardo impaurito, ripensando alla sensazione di smarrimento di quel momento.

-Ma come avete fatto a perdervi se siete del posto? Non conoscete nemmeno la vostra città?- domandò a quel punto il leader, con fare critico. Sembrava il saputello della situazione e, quell’atteggiamento, infastidì Sodfa che, cacciando fuori il suo caratterino, lo rispose in modo brusco.

-Non siamo spagnole, ma italiane! I-T-A-L-I-A-N-E!!!! Capito, leader dei miei stivali?- rispose, scandendo bene la parola italiane. Non solo avevano fatto tutta quella strada per vederli, ora quell’idiota si permetteva pure di fare del sarcasmo? Pensò davvero di massacrarlo, in quel momento.

-Ha il caratterino la ragazza! Ji Yong, se fossi in te, starei attento a quello che dico- lo avvisò TOP, mentre il leader fissava Sodfa a bocca aperta, evidentemente colpito da quel tono che nessuno glia aveva mai riservato.

Si fissarono in cagnesco, con gli sguardi accigliati.

-Dove abitate? Abbiamo il navigatore, quindi possiamo accompagnarvi a casa- intervenne gentile Taeyang, lanciando un’occhiata ad Ale dallo specchietto retrovisore.

-Dall’altra parte della città… per arrivare qui, abbiamo dovuto prendere due metro- rispose sospirando la ragazza, pensando a quanto fosse realmente lontano l’appartamento.

-Ma hyung, io ho fame! Non posso aspettare così tanto!- si lamentò il maknae, facendo i capricci così tanto che, alla fine, decretò di andare a cenare, trascinando con se le due ragazze.

-Mangiamo qualcosa e vi riaccompagniamo, promesso!- promise e le due ragazze si guardarono sognanti, chiedendosi se quello davvero non fosse un sogno.

Taeyang guidò per una quindicina di minuti e parcheggiò davanti ad un ristorante lussuosissimo; entrarono e il cameriere li scortò in una sala privata, lontano da occhi indiscreti. Le ragazze si guardarono intorno meravigliate da tanto lusso; non erano mai entrate in un posto del genere!

-Ehm, io non ho molta fame…- disse Ale, fissando i prezzi delle pietanze; non aveva nemmeno i soldi per comprare l’acqua a momenti!

-Prendete ciò che volete, è colpa nostra se siete qui no? Paghiamo noi- la tranquillizzò Taeyang con uno dei suoi sorrisi dolci, che riuscì a mandare in tilt la ragazza; era così maledettamente bello da vicino che si sentiva morire!

Ordinarono con cura tutti e si persero in quella ricca cena, presentandosi e chiacchierando del più e del meno; i ragazzi si mostrarono interessati all’Italia e vollero sapere delle tradizioni e dei posti più belli. Fecero mille domande e le ragazze risposero a tutte, cercando di mantenere il controllo e, soprattutto, la lucidità, per evitare figuracce.

-Quindi siete venute qui apposta per vederci?- domandò interessato SeungRi.

-Si… visto che voi non vi siete ancora degnati di venire in Italia!- rispose la riccia, facendo il labbruccio.

Sodfa fissò G-Dragon, sapeva che era lui a decidere le tappe ed era principalmente con lui che era infuriata.

Il leader parve accorgersi di quelle occhiate e, sospirando, alzò gli occhi al cielo. –E va bene, vorrà dire che inserirò l’Italia come una delle tappe del prossimo tour- decretò, dandola vinta a quelle due pazze fan che si abbracciarono tra di loro e poi corsero ad abbracciare lui, che non se lo aspettava. Ale lasciò subito la presa e si diresse dagli altri, il suo entusiasmo aveva preso il sopravvento sulla timidezza iniziale e sull’emozione di averli li vicino, contagiando tutti i membri del gruppo che la fissavano felici.

Sodfa continuò a stringere GD, felice che finalmente si fosse deciso a prendere quella decisione. –Quando dici così, ti adoro!- disse, lasciandogli un bacio sui capelli multicolore; al che, il ragazzo arrossì, sotto le risate dei compagni.

-Tesoro, auguri!!! E’ mezzanotte ed è ufficialmente il 2 marzo!- trillò ad un certo punto Ale, correndo ad abbracciare a baciare l’amica, intonando una bellissima canzone di “Tanti auguri” con il cuore, trascinando con se i ragazzi, che cantarono in inglese.

-Auguri sinceri da parte dei BigBang Sodfa- le augurò il leader sorridendo; Sodfa si emozionò e pianse di gioia, aveva dimenticato che era il suo compleanno!

-Grazie… non dimenticherò mai questo giorno!- esclamò felice, continuando a ridere per tutto il resto della serata.

Fissò l’amica e, prendendola per mano, continuò a perdersi in quella bellissima nottata di chiacchiere e sorrisi; se c’era una cosa certa era che, quello, sarebbe per sempre stato il giorno più bello della sua vita.




NOTE DELL'AUTRICE
Tanti auguri a te, tanti auguri a te! Tanti auguri a Sodfa, tanti auguri a te!!!
Buonasera a tutte! E' mezzanotte ed è ufficialmente il 2 marzo, il giorno in cui è nata una persona speciale, tanto dolce e alla quale voglio un gran bene! Questa stessa persona l'ho conosciuta qui, è una grandissima scrittrice e per me è un gran piacere poter parlare con lei, ricevere le sue recensioni e discutere di tante altre cose; è davvero molto dolce e merita davvero tutta la felicità di questo mondo!
Ho voluto farle un piccolo regalo, un piccolo regalo sperando che possa farla sorridere almeno un pò, per quei dieci minuti che ci vogliono per leggere questa one shot; mi scuso se è piena di errori ma l'ho scritta di getto, seguendo l'impulso di un mio desiderio =)
Tesoro, ti faccio ancora tanti auguri e spero che quello che ho scritto possa davvero avverarsi un giorno! Ti voglio tantissimo bene, passa una giornata felice e dimentica la tristezza, rifugiati nei sogni, ma sorridi, sorridi sempre!!!!
Ti auguro una magnifica giornata tesoro, ancora auguri!!! <3 <3 Saranghae! <3

LeLe_Sun

  
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