╚>PROLOGO

Molto tempo fa, in un asilo sperduto di Tokyo…

Una bambina dai capelli blu notte e gli occhi quasi del rispettivo colore, tendente al grigio, veniva mal trattata da alcuni bambini  più grandi di lei, nel retro dell’edificio.
-Lasciate stare!- urlava con le lacrime agli occhi l’innocente bambina.

-Ora che tuo fratello, non ci è più d’intralcio, tu sei tutta nostra..- rispose con tonto piuttosto maligno, il bambino più grande del gruppo.
Detto ciò, prese la bambina per un braccio e la spinse verso l’ebra fresca del giardino, morbida a vedere, ma inesistente all’impatto.
La bambina iniziò a piangere, iniziò a far ricadere quelle calde e fragili lacrime che iniziarono a solcare quell’innocente, delicato, viso, che fino a qualche giorno fa, si sentiva rassicurato dalla presenza del suo fratellone.
Ma ora, il suo Onii-chan, non c’era più, era stato adottato, e la bambina era rimasta sola, tra le grinfie di quei bulletti che ogni giorno la infastidivano.
-Cosa sta succedendo qui?- chiese una bambina, uscita dalla cucina, sentendo i pianti di quell’innocente.
E con orrore e disgusto, vide che dei bambini, suoi coetanei, stavano facendo del male, ad una bambina più piccola di loro.
-Smettetela di picchiarla!- urlò –vi sembra così divertente prendersela con una bambina più piccola di voi?- disse urlando.
-Stai zitta, femmina! E non ti immischiare.- disse con tono arrogante lo stesso bambino che poco prima aveva gettato a terra, l’altra.
-Per favore, vattene.- disse quest’ultima –Poi se la prenderanno anche con te!- disse singhiozzando.
Lei, per tutta risposta, si avvicinò a quei bambini, e diede un forte, con una forza troppo eccessiva per la sua età, al capo di quel gruppo. Lui, ricevuta la botta, finì a terra, accompagnato da una scia di sangue che iniziò a fuori uscire dal suo naso a patata.
In quel momento arrivò la maestra, e, dopo che la piccola bambina dai capelli blu, disse quello che era successo, mandò in punizione l’eroina della piccola, e fece trasferire quei bulletti in un altro conservatorio, molto più rigido, cosicché imparassero a comportarsi bene.

La piccola bambina dai capelli blu andò in cucina per prendere un biberon che la maestra aveva dimenticato, lì, incontrò una bambina, un po’ più alta di lei, con lunghi capelli neri come la pece, con gli occhi color ambra e una corporatura normale. Aveva riconosciuto la sua salvatrice.
-Ciao..- disse lei, porgendole la mano destra.
-Ehi…- disse l’altra sorridendo e prendendo la mano della bambina.
-Scommetto che ora quei bambini non ti daranno più fastidio!- aggiunse un attimo dopo.
-Sì, e devo ringraziare solo te!- rispose ricambiando il sorriso.
-Come ti chiami?-
-Haruna, tu?-
-Himoe..-











































































































PUBBLICAZIONE CAPITOLO UNO: 9/03/13