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Autore: MmeBovary    02/03/2013    1 recensioni
La notte in cui Sirius Black “attacca” le tende del baldacchino di Ron e Neville fa una pessima figura, raccontata in stili diversi secondo il modello degli Esercizi di Stile di Raymond Queneau.
(Terza classificata al contest "Esercizi di Stile" su EFP Forum)
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Minerva McGranitt, Neville Paciock, Ron Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Esercizi di stile
Qua sotto trovate il testo base, tratto con alcune modifiche e tagli dal libro Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, poi iniziano le versioni "in stile", a partire da "Negatività".


 

Testo originale [200 parole]
 

Harry si svegliò di colpo.
Ron era seduto sul letto, terrorizzato, e le sue tende erano tutte lacerate.
“Sirius Black! Con un pugnale! Ha tagliato le tende!”
Balzarono giù dal letto e filarono tutti giù per le scale. Alcune ragazze erano scese, infilandosi la vestaglia. Anche i ragazzi comparvero un po' alla volta.
La professoressa McGranitt entrò e si guardò intorno furente per il baccano udito.
Ron urlò di aver visto Sirius Black davanti al suo letto con un pugnale, ma la McGranittlo fissò incredula: nessuno poteva passare attraverso il ritratto. Poi, per scrupolo, riaprì il ritratto e uscì, chiedendo a Sir Cadogan se avesse appena lasciato entrare un uomo nella Torre. Tutta la sala comune tese le orecchie.
“Ma certo, Madama!” rispose il cavaliere “Aveva le parole d'ordine della settimana! Le ha lette su un foglietto!”
La professoressa McGranitt tornò nella Sala, bianca come gesso.
Con voce spezzata chiese chi mai fosse stato di una stupidità così abissale da scrivere le parole d'ordine della settimana e da lasciarle in giro.
Calò il silenzio totale, rotto solo da una specie di pigolio. Neville Paciock, tremando dalla punta dei capelli ai piedi calzati in soffici pantofole, alzò lentamente la mano.



~***~ 

Negatività

 
Non Hermione, né Ron ma Harry si svegliò di colpo non al mattino o alla sera ma nel pieno della notte. Non un sogno né la luce ma un urlo lo aveva svegliato.
Ron non gli parlava ma gli urlava di come non un amico né uno sconosciuto ma il noto Sirius Black lo avesse attaccato. Tutti non andarono più in alto né restarono dov’erano ma scesero le scale.
Non Silente né Gazza ma la McGranitt entrò non per lodare ma per sgridare gli studenti non dormienti e non silenziosi ma svegli e agitati.
Non una protesta né uno scherzo ma una spiegazione le fu riferita da Ron riguardo non un sogno né una visione, ma un vero e proprio intruso. La professoressa non restò ferma né avanzò ma tornò indietro.
Fuori, non una statua né una guardia ma un quadro.
La donna non pretese di sapere né affermò ma chiese cortesemente come fosse entrato non uno studente né un bambino ma un uomo.
La risposta non fu quella attesa né quella sperata ma quella temuta: non con l’inganno né con la forza ma con le parole d’ordine avute non a memoria ma per iscritto. Non il giorno prima né quello dopo ma pochi attimi più tardi: la professoressa non era né felice né triste ma furiosa. Non parlò d’intelligenza né d’innocenza, ma di stupidità e colpevolezza.
Non Harry né Ron ma Neville, non vestito ma in pigiama e pantofole non parlò né negò ma alzò la mano.
Non innocente né furbo ma colpevole e sciocco.




NdA:
Non mi aspetto grandi recensioni per questo genere di storia, dato che si tratta di un esercizio che faccio tanto per divertirmi, ma se avete suggerimenti, note o volete chiarimenti, lasciate pure un commento. Altrimenti tanto continuerò a divertirmi e scrivere altre versioni lo stesso.   
  
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