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Autore: fri rapace    02/03/2013    2 recensioni
Tessa ha convinto Colin ad adottare Stuart e ora il piccolo è a casa con loro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Colin sapeva di averlo ucciso. Si svegliava con questa certezza tutte le mattine e anche se ogni volta il minuscolo neonato vittima dei suoi immaginari raptus lo smentiva, dimenando le gambette grinzose o urlando a squarciagola per avere Tessa accanto a sé, non si sentiva meno colpevole.

Era solo questione di tempo, un assassino è tale anche quando l'atto è ancora nella sua mente.

Non poteva sfuggire alla propria natura: sapeva di rappresentare un pericolo per le ragazze della sua scuola, ma in quel contesto aveva imparato a rendersi innocuo, ad evitare ogni contatto.

Il rituale dei cubicoli gli offriva sicurezza, sapeva che se fosse stato preciso nel ripetere sempre gli stessi gesti nulla di brutto sarebbe potuto capitare.

Ma bastava poco, pochissimo, per ricordare, magari in sogno, di aver trasgredito, aver toccato, molestato... solo qualche tempo di aspettativa dal lavoro riusciva sistemare quello che dentro la sua testa non aveva mai funzionato correttamente.

La sua casa era il suo rifugio, Tessa il suo sostegno.

Ma ora le cose erano cambiare, ora rappresentava un pericolo anche lì e non c'era più un solo luogo al mondo dove potesse sentirsi inoffensivo, dove avere la certezza che non avrebbe commesso qualche atto mostruoso.

Tessa, il secondo giorno dopo l'arrivo di Stuart, l'aveva convinto a prenderlo in braccio.

Era stata un'esperienza terrificante: così piccolino e indifeso, il bimbo riempiva a mala pena l'incavo del suo braccio, la testolina pelata riversa sul suo gomito, a esporre il tenero collo.

In quei pochi secondi che l'aveva tenuto rigidamente contro di sé, si era visto mille volte stringere la mano attorno al suo collo (gli sarebbero state sufficienti due dita!), aveva sentito scricchiolare le fragili ossicine sotto i polpastrelli. Aveva immaginato la sua pelle morbida e calda farsi gelida e non poteva, non poteva permettere che ciò accadesse.

Aveva provato a far sparire tutte le posate, come se fosse potuto servire a qualcosa: non aveva certo bisogno di un coltello per fargli del male.

La soluzione possibile era una soltanto: sapeva come rendersi inoffensivo, aveva già pensato a tutto.

Quando Tessa l'aveva trovato chiuso in auto nel loro garage, con l'abitacolo pregno del fumo invisibile proveniente dal tubo di scappamento, aveva già perso i sensi.

A Colin, di quello che era successo in seguito, era rimasto solo il vago ricordo di aghi, camici bianchi, camere iperbariche e maschere d'ossigeno. E mani, tante mani che lo toccavano.

Fra di esse, aveva cercato disperatamente di riconoscere quella di Tessa: temeva che non l'avrebbe mai più rivista, perché il suo fallimento era stato ben peggiore di quello che ricordava. Forse, prima di cercare di uccidersi, aveva comunque compiuto il mostruoso atto che tanto temeva.

Era passato molto tempo prima che riuscisse a distinguere le mani di sua moglie da quelle dei medici. Si era appena destato da uno dei suoi lunghi periodi d'incoscienza privi di sogni, quando la sentì accarezzargli il viso.

“Dove sei...?” mormorò affannato.

“Sono qui, sono sempre stata qui,” gli rispose lei, commossa e compassionevole.

La paura lo assalì, soffocando sul nascere il sollievo provato nel riconoscerla.

Tessa intuì subito i suoi pensieri.

“Stuart sta bene.”

“Non m'importa!” urlò rauco, più forte che poteva. “Non voglio tornare a casa!”

Lei si sedette sul bordo del letto, Colin non si era accorto delle lacrime che le rigavano il viso.

“Non chiedermi di scegliere tra te e Stuart,” disse con la voce rotta dal pianto.“Non sono in grado di amarti più di così, Colin.”

Colin non rispose. Una volta conquistatolo, aveva sempre dato per scontato l'amore della moglie. Non temeva di perdere lei, ma di perdere Stuart.

 

 

Ho abbandonato questa ff per molto tempo, mi spiace. Forse il finale vi stupirà un po', ma, malgrado quello che Tessa teme, io credo che Colin volesse molto bene a suo figlio. Se non gliene avesse voluto, non se la sarebbe mai presa tanto per le sue azioni. Se non t'importa di una persona, se davvero non la vuoi, tutto quello che fa ti è indifferente. Personalmente trovo più sospetto un facile perdono, o il menefreghismo, piuttosto che il rancore o la rabbia.

Spero che la ff vi sia piaciuta.

Fri

   
 
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