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Autore: Jane The Angel    17/09/2007    9 recensioni
Dedicata a Titty90 (motivazione all'interno^^). Taylor, spinta da Gabriella, decide di riprendere a ballare e si iscrive a un corso di danza. Ma una sorpresa la aspetta...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taylor McKessie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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____________Nota iniziale

Questa ficcy è dedicata alla mia sorellina, Titty90. La posto oggi perchè non so se faccio in tempo nei prossimi giorni, ma ufficialmente è un regalino da parte mia per il tuo "efpario", ovvero l'anniversario della tua iscrizione a Efp. Buon efpario sorellina! Per scrivere questa ficcy, ho curiosato sul tuo spazio personale, perciò potresti trovare... qualcosa di familiare^^ Spero che ti piaccia!

Un'altra cosa: la canzone è "La Corte dei Miracoli", dal musical "Notre Dame de Paris".

La magia della danza

No.

No. No. No.

Ma che ho fatto di male? Che ci faccio qui?

Gabriella, lo sai che ti odio vero?

Oh, si, ti detesto.

Si, lo so che non mi puoi sentire. So bene che non sei qui, sono fin troppo consapevole di essere qui da sola, maledizione. Cioè, oddio, non propriamente da sola. Un po’ più avanti, nel corridoio in cui mi trovo, c’è un piccolo gruppetto di ragazze, e anche cinque ragazzi. In tutto sono in dieci. In tre sono seduti su due sedie ricoperte da una specie di cuscino, su una blu e sull’altra rosso. Alcuni sono seduti a terra, un paio in piedi. Una ragazza dai capelli castani sorseggia una coca cola, un’altra un’aranciata o qualcosa di simile.

E io resto qui, immobile, davanti alla porta. Accanto a me c’è un bancone bianco dietro al quale compare all’improvviso una ragazza dai capelli rossicci che mi saluta con allegria –Ehilà! Sei…- controlla su un foglio sul quale probabilmente legge il mio nome –Taylor McKassy, vero?-

-Ehm… si…- rispondo avvicinandomi al banco –Devo compilare qualcosa?-

-No, niente, ha fatto tutto tua madre quando è venuta a fare l’iscrizione.- risponde la ragazza –Sono Erika.- si presenta poi –Allora, l’orario delle lezioni è scritto qui.- mi passa un volantino e io lo prendo –Se aspetti un secondo ti porto anche il pass per entrare, se per caso arrivi presto e non c’è ancora nessuno.-

Scompare in una stanzetta dietro al bancone. Per ingannare il tempo do un’occhiata all’orario che mi ha consegnato.

Martedì – dalle ore 15,00 alle ore 17,00 – danza classica

Mercoledì – dalle ore 16,00 alle ore 18,00 –danza contemporanea

Venerdì – dalle ore 15,30 alle ore 17,30 – funky

Maledetta Gabriella, come ho fatto a lasciarmi convincere? E soprattutto, come ho fatto ad essere così stupida da confessarle che ho sempre amato ballare? E come ho potuto non pensare che mia madre prima o poi le avrebbe mostrato quello stupido video dello spettacolo delle elementari? Era esattamente questo che era successo, e in breve mi ero trovava a fare una selezione per venire inserita in una delle classi della Royal Dance di Alberqueque.

-Ecco qui.- esclama Erika porgendomi una tessera. Nello stesso istante, il suono di una campanella spezza l’aria –Tra dieci minuti inizia classica.- mi avverte –Gli spogliatoi femminili sono l’ultima sala a destra. Questo…- aggiunge passandomi un foglietto giallo adesivo –Lo puoi attaccare sul tuo armadietto, così ci scrivi il tuo nome. Buona lezione!-

Seguendo le sue istruzioni, raggiungo la stanza e busso, in modo da non rischiare di aprire la porta quando magari una delle ragazze si sta svestendo. Il gruppetto, infatti, non è più nel corridoio.

Un coro allegro risponde –Avanti!- ed entro chiudendomi la porta alle spalle –Ciao.- saluto senza rivolgermi a nessuno in particolare. Rispondono tutte, quasi in coro, ma fortunatamente non si mettono a fissarmi e continuano a cambiarsi.

-L’armadietto 5 è libero.- mi avverte una voce allegra. È la ragazza castana che beveva la coca cola.

-Grazie.- rispondo, e mi avvicino all’armadietto indicato, che è quello accanto al suo. Poggio la tracolla sulla panca e la apro. Sul volantino che hanno dato a mia madre c’erano precise istruzioni riguardo all’abbigliamento richiesto nei vari corsi, così indosso una canotta bianca, i pantacollant neri, le mezzepunte e degli scaldamuscoli bianchi. Siamo vestite tutte simili, anche se canotte e scaldamuscoli di alcune sono neri.

-Da quanto tempo vieni qui?- domando alla mia vicina.

-Due anni, ormai. Mi chiamo Maria, ma tutti mi chiamano Titty.- si presenta. Io le dico il mio nome, poi la campanella suona di nuovo e tutte e sei usciamo. Le seguo, e entriamo nella prima porta verso sinistra chiudendoci la porta alle spalle. È una grande stanza con i parquet e le pareti sono specchi. Più o meno all’altezza della mia anca c’è la sbarra.

I cinque ragazzi sono già lì, seduti a terra. Indossano pantaloni neri e sono senza maglietta.

-Sei la sostituta di Eleanor?- mi domanda uno con voce scorbutica. Mi acciglio per un secondo senza sapere bene cosa rispondere e Titty mi precede –È nuova.- poi mi afferra per un polso cosicché mi trovo a seguirla, poi ci sediamo accanto ad un’altra ragazza –Lei è Cry.- me la presenta. La ragazza mi saluta con un sorriso –Lascia perdere Alex.- accennando al ragazzo di prima –Lui e Eleanor si sono lasciati poco dopo che lei ha smesso di venire a danza.- mi spiega, e in quel momento sentiamo, in corridoio, una porta che sbatte e Erika che grida dietro a qualcuno –Sempre in ritardo, eh?-

In quel frangente, un uomo e una donna entrano nella sala. Che sono ballerini si vede da un chilometro. Lei è alta e porta la canottiera della scuola di ballo, lui ha un fisico allenato e come gli allievi porta solo i pantaloni.

-Bene, salve a tutti.- saluta lei –Taylor, vero?- mi domanda, e io annuisco. Ha un forte accento francese, era precisamente l’immagine che mi ero fatta nella mente di un’insegnante di danza –Io sono Regine, l’insegnante di classica. Mentre lui è Mark, un allievo del corso avanzato che mi aiuta quando facciamo le prese. Mi dicono che hai fatto danza fino alle elementari, n’est pas?-

-Si, sei anni.- rispondo.

-Beh, se dalla selezione ti hanno inserito qui, sarai in grado di tenere il passo. Magari all’inizio sarà difficile, ma non ti preoccupare, siamo qui per imparare. Alors, oggi faremo qualche semplice passo a due. Direi di iniziare subito, e…-

La porta della sala si spalancò –Scusi il ritardo.- disse una voce.

E non una voce qualsiasi. Una voce che conoscevo bene e che, da quando Gabriella era arrivata alla East High, avevo sentito molte volte.

-Ci siamo abituati ai tuoi ritardi Chad, n’est pas?- lo redarguì Regine –Chiudi la porta. Plutôt, lei è Taylor, d’ora in poi sarà con noi.-

Lo sguardo di Chad si posa su di me mentre si avvicina agli altri ragazzi. Stupito? Si, lo è. E anche io lo sono mentre ricambio il suo sguardo: da quando fa danza? È una cosa fantascientifica!

-Hai finito di fissare Chad?- ridacchia Titty accanto a me.

-No… cioè, si, ma… ecco, è che lo conosco. Viene alla mia scuola.- sussurro in risposta.

-Sarà contento.- ride lei –Visto che ha scelto questa scuola per evitare di incontrare qualcuno che conosce.-

Vorrei chiederle come lo sa, ma le parole di Regine me lo impediscono –Très bien, formiamo le coppie. Chad, tu ballavi con Eleanor, n’est pas? Mettiti con Taylor.-

Arrossire? Io? Ma figuriamoci!

È così strano trovarsi in una sala da ballo con Chad, sapere che dovremo ballare insieme, che dovremo sfiorarci… mi sento un po’ strana quando sono con lui, ultimamente. Litighiamo sempre più spesso, anche se più che liti vere e proprie sono battibecchi. Mi infastidisce vederlo parlare con le cheerleader, e lui non lo capisce. Come potrebbe capirlo, dopotutto? È tanto se mi considera un’amica. E invece io…

Io? Non lo so. Esatto, nemmeno io so cos’è lui per me.

-Ciao.- mi sussurra Chad con un sorriso imbarazzato quando mi si avvicina.

-Non sapevo che ballassi.- rispondo io, senza curarmi di salutarlo.

-Nemmeno io sapevo che tu lo facessi.-

-Ho appena iniziato…- ammetto, sempre in un sussurro.

-Alors, iniziamo con un po’ di riscaldamento.- inizia Regine –A terra, iniziamo con la circonduzione della testa.-

Io e Chad ci sediamo l’uno accanto all’altra. Titty è andata vicino a un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, mentre il ragazzo che siede con Cry ha i capelli scuri ma è troppo contano per poterlo descrivere. Mark ha acceso la radio con un cd e dalle casse disposte sui muri, in alto, dilaga una dolce musica che subito si impadronisce di me mentre seguo le istruzioni.

Dopo lo streching e qualche esercizio di apertura, Regine và a cambiare il cd –Très bien. Taylor, hai una buona apertura, se ci lavori un po’ migliorerà in fretta… ora iniziamo con i passi a due.-

Sorrido, non posso farne a meno. Sono passati tre quarti d’ora ma mi sembra che siano volati. Gabriella ha ragione, non avrei mai dovuto lasciare la danza.

-Inizieremo con un promenade in primo arabesque. L’uomo deve avere le mani sui fianchi della donna. Ben salde, ma delicate.- ci istruisce Regine. Sento la mano di Chad sul mio fianco e di nuovo la tensione si impadronisce di me. Maledizione… ma perché mi fa quest’effetto?

-Lo eseguiremo in mezzapunta, ovviamente. Ora, io e Mark vi mostreremo la posizione.-

Regine alza la gamba sinistra fino a portarla perpendicolare a terra, e tiene il braccio destro dritto davanti a sé, elegantemente. Intanto continua a darci istruzioni –L’uomo deve tenere sempre la sua compagnia in equilibrio sulla gamba a terra. Provate.-

Porto la gamba su, dietro di me, tenendo gli addominali il più possibile. Barcollo, e non riesco a restare in equilibrio così poggio il piede a terra. Chad continua a tenermi i fianchi –Tranquilla.- mi sussurra –Sei troppo tesa.-

Il suo respiro sulla spalla non mi aiuta certo a rilassarmi, ma annuisco e ripeto il passo, stavolta chiudendo gli occhi e facendo tutto il possibile per abbandonarmi completamente alla musica.

-Alex, le mani un po’ più in basso. Mary, giù quelle spalle e su la testa! Bien, così!-

Continuiamo per tre quarti d’ora, con un altro passo a due, qualche diagonale in chassé e in pas de bourré, qualche rond de jambe e altri esercizi alla sbarra, dopodichè passiamo al termine della lezione con un altro po’ di riscaldamento.

Mi sento… bene. È l’unico modo per descrivere questa sensazione. Nei passaggi tra un esercizio e l’altro sono stati tutti molto gentili e amichevoli e, incredibilmente, dopo appena un paio d’ore mi sento già… "una di loro".

E poi, c’è Chad. Ballare insieme a lui è… non trovo un termine per descriverlo. Mi sento rilassata come non mai quando lui mi sfiora, ma allo stesso tempo ogni mio muscolo è in tensione. Sento un calore salire dal petto se gli sono vicino, ma ho i brividi.

-Molto bene ragazzi, potete andare.- annuncia Regine alla fine –Oh, che stupida!- esclama poi, mentre tutti ci stiamo avviando verso l’uscita –Taylor, stiamo preparando uno spettacolo, ma tu non conosci l’inizio della coreografia su cui stiamo lavorando!-

Mi blocco, incerta su cosa dire. Non sapevo nemmeno che stessero preparando uno spettacolo!

-Non sarà presto, ma è necessario che tu la conosca almeno un po’ per la lezione di demaine…-

-Io…- si intromette la voce di Chad proveniente da dietro di me –Non ho fretta, se possiamo restare le posso insegnare l’inizio.-

-Très bien!- esclama allegramente Regine –Per toi è un problema fermarti ancora, Taylor?-

-No.- la risposta è uscita senza che io facessi nulla. Davvero, non ci ho pensato! E anche se l’avessi fatto, voglio dire, che altro avrei potuto fare?

-Alors, ricordatevi di chiudere a chiave quando uscite. Il cd è nello stereo.- tutti escono, chiudendosi la porta alle spalle. E all’improvviso mi rendo conto di cosa significa.

Io e Chad resteremo soli nella scuola, tra pochi minuti!

Ora è ufficiale, sono imbarazzatissima. Lui non sembra farci caso, e si volta con noncuranza verso di me –Non è davvero un problema? Se devi tornare a casa, nessuno ti fucilerà…-

-No, no.- lo interrompo –Non ho fretta.-

-Non devi studiare?- mi guarda accigliato e, giuro, mi viene voglia di mollargli uno schiaffo –Contrariamente a quanto pensi, non passo tutto il giorno a studiare.- ribatto in tono forse troppo acido. Lui infatti sembra dispiaciuto di avermi fatto arrabbiare –Scusa, non volevo…- dice, e si avvia verso la radio per cercare la canzone. Sento la porta di ingresso chiudersi con un tonfo e da fuori non arriva più nessun rumore.

Siamo soli.

-Com’è che fai danza?- domando, più che altro per mascherare il mio imbarazzo.

-Mi piace…- ride, sembra rendersi conto di quanto superficiale sia suonata la sua risposta –Un po’ riduttivo dire che mi piace, a dire il vero. Ballare è… l’unico modo che conosco per staccarsi dal mondo, per poter fare quello che voglio senza dover pensare, per fare qualcosa che davvero mi piace senza dover chiedere permesso, per…-

-…per poter provare delle sensazioni che mai nella vita avresti pensato di poter provare?- concludo. Mi osserva e annuisce. Sembra aver capito che anche io provo esattamente la stessa cosa.

-Lo spettacolo è la versione ballata di Notre Dame de Paris.- dice poi –Sei fortunata, per la parte che abbiamo montato fin’ora devi solo seguire i miei movimenti, è l’uomo a guidare.-

Annuisco –Che canzone è?-

-La Corte dei Miracoli. Io sono Clopin e tu sei… ehm…

Che è imbarazzato è più che evidente, ma non capisco il motivo –Io sono?-

-Ecco, praticamente… saresti più o meno la mia… amante.-

Le mie sopraciglia si alzano di scatto –Non c’è una figura del genere nella storia.- gli faccio notare: lo so bene, è una storia che adoro.

-Lo so… è stata un’aggiunta di Regine, sai, per la parte in cui Clopin muore… a Regine sembrava più drammatico con una ragazza che piange lì accanto e così… abbiamo inserito l’amante di Clopin nelle varie coreografie.- spiega.

Non ho tempo di capire se è imbarazzato, perché io lo sono troppo per interessarmene. Ma la sua voce non è molto stabile mentre continua –All’inizio di questa… io sono seduto là…- mi indica una sedia al fondo della sala –E tu sei in braccio a me. Ci alziamo all’inizio del ritornello, e devi seguire più o meno i miei movimenti. Ok?-

Annuisco, senza dire una parola. Non potrei, so già che la mia voce suonerebbe almeno tre ottavi più alta del normale.

Così, andiamo a sistemarci. Si siede e io prendo posto sulle sue ginocchia, lateralmente. Mette in play con il telecomando che poi poggia per terra, dopodichè sento la sua mano circondarmi la vita.

Riesco a produrre un pensiero coerente, stranamente, così mi rendo conto che dovrei avere un po’ di presenza scenica invece di stare lì seduta rigida e immobile. Così faccio passare le braccia attorno alle sue spalle non appena inizia la canzone.

Noi siamo il popolo eterno,

fratello della miseria.

Non toccherete da noi nessun cielo né inferno,

non c’è inferno, né cielo.

C’è il marcio ecco che c’è…

E in questo marcio ci siamo noi vermi di terra…

Lui sembra a suo agio, probabilmente ha provato questa parte già molte volte e sa cosa fare. Sentendo la sua mano sulla mia gamba, sul ventre, lo sforzo che devo fare per restare calma è immenso.

Il sangue col vino noi lo mescoliamo,

tu sei dentro alla Corte dei Miracoli!

Si alza, facendo alzare anche me e ci allontaniamo, alzando le braccia ma tenendoci per mano.

Facciamo l’amore come viene viene,

sei davanti alla Corte dei Miracoli!

Mi attira a sé facendomi girare su me stessa, ma non riesco a tenere l’equilibrio e cado in modo decisamente poco elegante. Lui si inginocchia immediatamente accanto a me –Stai bene?-

-Si… si…- balbetto in risposta, maledicendomi mentalmente per la pessima figura in cui mi sono appena esibita.

-Sei sicura? Non ti fa male la caviglia, o altro?-

Scuoto la testa, cercando di evitare il suo sguardo preoccupato: adorabile!

-Meno male.- commenta in un tono talmente sollevato che mi stupisce. Si alza e mi porge la mano per aiutarmi a fare lo stesso. Quando la afferro un brivido scorre lungo il mio braccio, ma lui lascia la mia mano in fretta, torna a sedere e prende il telecomando –Riproviamo?-

Mi siedo in braccio a lui, cercando di entrare nella parte. Quando parte la musica, faccio scorrere una mano sul suo petto, poi gli accarezzo il collo. Sento la sua mano tremare leggermente, ma prima di avere il tempo di starci a pensare è arrivato il ritornello.

Stavolta riesco a eseguire una piroetta e mi trovo poggiata con la schiena al suo petto.

Briganti danzanti con i mendicanti

Trema forte alla corte dei miracoli

Un’altra piroetta, poi di nuovo mi attira a sé e mi aiuta a fare un cambré indietro sostenendomi un poco. Mi guida la gamba in un developpé in avanti e poi, dopo un’altra piroetta, si ferma.

-Siamo… arrivati qui.- annuncia.

Io annuisco. Di nuovo, non sono in grado di fare altro, non potrei pronunciare una parola. Balla in un modo incredibile, come se fosse la cosa più naturale del mondo, e ha una strana luce negli occhi non appena parte la musica, come se il vero Chad uscisse all’improvviso da quell’angolino di cuore che il ragazzo che ha davanti gli ha riservato.

La sua mano sinistra è ancora poggiata sul mio fianco e mi sembra che da quel punto uno strano calore si diffonda per tutto il corpo.

-Sei molto brava.-

-Tu sei fantastico.- oddio, l’ho detto davvero? Speriamo che non capisca che mi riferivo all’insieme, non solo alla danza…

Sorride, senza dire nulla. Non riesco a staccare gli occhi dai suoi, anche se so quanto è pericoloso continuare a guardarlo. Mi ritroverò a pensare ai suoi occhi tutta la notte, già lo so. C’è qualcosa di strano nel suo sorriso, non capisco cosa…

Mi sta baciando. Così, qui, in mezzo alla sala prove, con la musica dello spettacolo in sottofondo, le luci riflesse verso di noi dagli specchi. E io sto rispondendo, senza nemmeno essermene resa conto. Mi stringe a sé, e io cerco di avvicinarmi a lui il più possibile. Voglio sentirlo vicino, sento quell’energia, quella passione che sprigiona quando balla fluire dentro di me, e mi sento volteggiare in aria, mi sembra davvero di volare.

Quando ci separiamo, mi guarda semplicemente negli occhi, e io faccio lo stesso. Non ci sarebbe bisogno di parole, ma non riesco a trattenermi –Cosa c’è tra noi, Chad?- domando in un sussurro.

Mi bacia di nuovo, solo per un attimo.

-Non so cosa provi tu per me, ma… io credo di essermi innamorato.-

-Anche io.- rivelo, mentre un’ondata di emozioni troppo forte e intensa per poter essere spiegata a parole mi sommerge.

Ci baciamo di nuovo, mentre io ringrazio.

Ringrazio Gabriella, ringrazio mia madre, ringrazio… ringrazio la magia della danza.

____________Nota di Herm90

Ecco qui. Spero che vi sia piaciuta almeno un pochino! Mi scuso per le parole in francese, le probabilità che siano sbagliate sono alte, ma mi sembravano necessarie e ho provato a unase un traduttore multimediale, quindi non è colpa mia^^

Besos a tutti quelli che avranno voglia di recensire, e a tutti coloro che la leggeranno!

  
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