Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: __deep    02/03/2013    2 recensioni
Giorgio di Maio alla voce. Francesco Saracini alla chitarra. Damiano Martini alle pelli. Giulia Scorsino al basso. Also known as, gli Wave.
Cinque giorni. Cinque capitoli. Un locale. Una sfida:
Pentacontest.
(dedicato ai quattro sozzi sopra citati, un gruppo di amici)
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Once upon a time... Pentacontest Days

Giorgio di Maio alla voce. Francesco Saracini alla chitarra. Damiano Martini alle pelli. Giulia Scorsino al basso.
Also known as, gli Wave.
Cinque giorni. Cinque capitoli. Un locale. Una sfida.
Pentacontest.

-- DISCLAIMER! --
Non tutto ciò che è narrato qui è riconducibile a verità: gli Wave non si sono di certo formati così; Giorgio NON fuma; Damiano non ha mai suonato il basso (o forse sì? lo sa solo lui); e tante altre stronzate che ho scritto ispirandomi a Jack Frusciante è uscito dal gruppo sono riconducibili a puttanate che ho inventato al momento.

# Un giorno a caso di Novembre

Spegne la sigaretta sulla fodera in tela stracciata del divano di casa, Giorgio.
E' la terza del giorno.
Poco male. Ha fatto di meglio, però.
Afferra il pacchetto di Dunhill dall'amplificatore del basso sfondato di Damiano e si accende un'altra sigaretta.
Tira forte.
Quando arriverà Damiano? Non lo sa manco lui.
E' folle, folle l'idea di metter su un gruppo, ma in fondo loro due sono dei folli.
«Daje Di Mà!» aveva detto quello «Io c'ho er basso e la batteria, e pure er sassofono! Ci troviamo qualcuno alla chitarra ed è fatta, no? Te canti, e noi si suona!»
Effettivamente, Giorgio non ha mai nascosto la sua ammirazione verso taluni cantanti a cui ammette di ispirarsi.
Ogni riferimento a Billy Corgan è totalmente casuale, cough cough.
Dicevo, Giorgio si trastulla sul divano sfondato di casa Martini.
Dunhill e Smashing Pumpkins nel giradischi – su gentile concessione del Signor Martini che, benedetto Iddio onnipotente, durante la sua gioventù aveva sperperato i propri risparmi in vinili di musica alternative – aspetta l'arrivo del Damiano col suo nuovo chitarrista.
«E' un tipo a posto, fidate. Sta giù all'Infernetto, e suona la ritmica ch'è 'na bellezza!»
Non che Giorgio si fidi ciecamente di Damiano, anzi.
Probabilmente avrà rimorchiato il primo ubriacone trovato fuori ad un locale a caso.
Quasi sicuramente, almeno.
E' una proprietà intrinseca di Damiano Martini, l'arronzare sempre.
Proprietà che però giova anche alla sua musicalità groove, dietro le pelli.
E, perché no?, anche alla sua bravura al basso.
Suonano alla porta di casa Martini.
«Col cazzo che ti apro, Damon, è casa tua! C'hai le chiavi!»
La finezza di Giorgio è come minimo paragonabile a quella della principessa Sissi in persona.
Non che Giorgio voglia essere volgare, anzi!, ma dimostrarsi scazzato quello sì.
Due ore di ritardo, mica noccioline.
Damiano sbuffa e caccia di tasca le chiavi col portachiavi dei Pantera in bella vista e gira la serratura.
«Che per caso alzare il culo ti riesce difficile, Di Mà? C'hai le emorroidi?»
«A stronzo! Du ore de ritardo! L'appuntamento era alle cinque, diobono, e son le sette!»
«Aò, calmati, il chitarrista sta arrivando qua. Che l'hai attaccato il valvolare?»
Silenzio.
«E in queste due ore vorresti farmi credere che hai solo... fumato?»
«Ed ho messo su gli Smashing col giradischi di tuo padre»
«Hai almeno imparato a memoria il testo?»
Silenzio.
«Poi sono io quello che ha problemi, qui, vero?»
«Uh madonna, Damiano, scialla! Il testo ce l'ho qui, stampato.»
«Senti Giorgio, fammi fare una figura di merda oggi e ti giuro che...»
«Wow, wow, wow, calma fratello! Vuoi rimorchiarti il chitarrista?»
«Viene la Scorsino!»
Di Maio resta paralizzato per un attimo con lo sguardo da ebete fisso verso il poster di Kurt Cobain che troneggia alle spalle del Martini.
«Scorsino? Qui? Alle nostre prime prove?»
«Esattamente.»
«Quella che ci stai dietro da mesi?»
«Ah-ha.»
«E tu pretenderesti, insomma, che noi suoniamo seriamente con quella che ci guarda...»
«Sintesi perfetta, Giorgio»
«Sei nella merda»
Suonano di nuovo alla porta.
Damiano si sistema la camicia a quadri che fa tanto disadattato sociale e va ad aprire.
In pratica entra prima la sua chitarra che lui.
Di Maio lo squadra con gli occhi: non molto alto, viso glabro, felpa scura e jeans attillati, la custodia rigida della Gibson sembra il prolungamento naturale del suo braccio.
«Francesco» dice «Francesco Saracini»
«Ciao, Frank» saluta Giorgio «c'ho montato l'ampli di qua, il tempo di trovare il jack ed iniziamo a suonare»
Giorgio e Saracini si avventurano nelle lande desolate della stanza di Damiano alla ricerca del jack per l'amplificatore. Ardua ricerca, insomma.
Damiano rimane un davanti la porta.
Spera solo che Giulia non lo abbia appeso. Di nuovo. Come l'ultima volta, quand'era andato a suonare giù a Trastevere col suo vecchio gruppo e la ragazza lo aveva congedato con un sms.
“Latino da recuperare. Non passo a sentirti. Scusa.”
Ma Damiano non se l'era presa così tanto, alla fine. Aveva fatto del suo meglio al basso come sempre. E Stairway to Heaven non gli era venuta malaccio.
Si sveglia dai suoi pensieri, Damiano, solo quando vede Giulia salire le scale.
Converse rosse che, ammettiamolo, con la pioggia che c'è fuori non c'azzeccano un cazzo; jeans strappati all'altezza della coscia; ed una bandana veramente – veramente figa; la ragazza lo guarda, e gli agita una mano davanti agli occhi.
«Ehilà, Damon! Hey, sveglia!»
Damiano scuote la testa e si da mentalmente dell'idiota. Figura di merda numero #1 del giorno collezionata, insomma.
Se Murphy ha ragione – e Murphy ha sempre ragione – come minimo sarebbe dovuto andare fuori tempo suonando Today. Come minimo.
«Giulia! Ciao, che bello rivederti! Vieni, entra, questa è casa mia! Non ci sei mai stata, vero?»
Che domanda stupida. Grazie al cazzo che non c'è mai stata, no? E' la prima volta che esce con te!
«No, in effetti no.»
«Oh, giusto... vieni, vieni, Di Maio e Saracini hanno attaccato gli strumenti»
Di Maio afferra la Squier nera buttata malamente sul letto di Damiano ed infila la tracolla.
Attacca il jack ed alza al massimo il volume.
Piglia il plettro e mette giù un DO maggiore che neanche Jimmy Page.
Terribilmente scordata, come al solito.
Damiano entra e collega il basso all'amplificatore valvolare. Giulia si siede sul letto.
«Che famo?»
«Te che c'hai preparato?»
«De preparato proprio niente... posso fare di tutto...»
«Smashing Pumpkins?»
«Smashing Pumpkins.»
Saracini estrae la Gibson e si siede su uno sbagello.
Caccia il plettro e sistema l'accordatura al SOL.
«Francè, segui me. Uno-due-tre-quattro, uno-due...»
Damiano batte il tempo sulle corde del basso.
Saracini ascolta, quasi in stato di trance, poi attacca pure lui con quattro accordi uno dietro l'altro.
Di Maio afferra il microfono consunto e ci grida all'interno:
Today is the best day... I've ever known
Va forte, il chitarrista, constata Di Maio. Non sbaglia una nota.
Can't live for tomorrow... tomorrow's much too long
Ma Di Maio sente che manca qualcosa.
Smette di cantare e con un calcio stacca il valvolare.
Saracini lo guarda perplesso, Martini arrossisce dalla vergogna, Scorsino ridacchia sottovoce.
«Manca il ritmo. Damià, manca la musicalità! Posa quello strumento e vai dietro i tamburi. Possiamo farne a meno, delle scale di basso. Ricominciamo. Uno-due-tre-quattro...»
Saracini attacca quando Damiano inizia a picchiar forte sul rullante.
Ci sa fare anche dietro le pelli, Damiano.
Polistrumentista provetto, insomma.
I'll burn my eyes out... before I get out...
Di nuovo Giorgio si incazza e smette di suonare.
Saracini va fuori tempo e Martini – ormai rosso dalla vergogna – rulla un ironico ba dum tss sui suoi tamburi.
Lancia uno sguardo al Di Maio come per dire 'e-meno-male-che-sapevi-che-non-volevo-fare-brutte-figure-li-mortacci-tua'.
«Ci manca un musicista»
«Come?»
«Ci manca un musicista, Damià. Non possiamo campare O col basso O con la batteria. Ci servono entrambi.»
«Ma dove lo troviamo un bassista che suona gli Smashing Pumpkins?»
«Ehm ehm...»
Scorsino si fa avanti titubante.
«Tu?»
«Beh, sì, suoneggio... sai com'è... suono e cazzeggio»
Martini ha tipo gli occhi persi nel vuoto dopo quell'affermazione.
«Comunque Giulia, piacere...» fa lei rendendosi conto di non essersi manco presentata
«Giorgio, piacere mio... e così, suoni. Che strumento?»
«Basso.»
«Oh, già che tu l'abbia distinto da una chitarra è una gran cosa. Fammi vedere che cosa sai fare. Iniziamo da Battisti?»
«Li sai fare i Sonic Youth?»
Martini se potesse rimbalzerebbe via. Sembra avere la bava alla bocca.
Giorgio è fuori di sé dalla gioia.
«A me, i Sonic Youth? Mi inviti a nozze, Gius. Maestro Saracini, per lei ci sono problemi?»
Saracini scuote il capo con un sorrisetto.
«Daje così. I love her all time. Pronta?»
Scorsino attacca col basso. Le mani scorrono veloci sul manico.
Martini segue il movimento con gli occhi di un bambino mentre batte il ritmo sulla grancassa.
Di Maio è tipo a metà fra stupore e felicità. Stona pure due volte dall'euforia – può concederselo, però.
«Niente male, niente male davvero»
«Quando hai un fidanzato bassista, certe cose le impari anche abbastanza velocemente, dico bene?»
La faccia del Martini è uguale alla faccia di chi ha appena preso una martellata sui coglioni. Duro colpo.
Di Maio trattiene a stento le risate osservando quella buffa espressione.
«Allora?»
E' la ragazza a parlare.
«Sei dei nostri, Giulia.»
«Il nome di questo gruppo?»
Nessuno ci aveva pensato, in effetti.
«Outsiders?»
Saracini aveva parlato.
Ed il verbo si fece carne.
«Outsiders.»
«Va bene per tutti?»
«Che Outsiders sia.»
Saracini ripone la chitarra, infila il cappotto e si tuffa giù per la scalinata.
«Perdo il bus, se no!»
Scorsino prende le sue cose, saluta Giorgio e da un bacio sulla guancia a Damiano.
«Mi hai fatto divertire, è stato bello. Era da tanto che non passavo serate fra amici, sai?»
Amici.
A Damiano rode terribilmente il culo, altroché!
Anche la Scorsino monta sul suo scooter e vola via verso Piazza di Spagna.
Giorgio da una pacca sulla spalla al Martini.
«Fidanzato bassista...»
«Oh, beh, tu c'hai provato. E' mica colpa tua se sei un tipo da friendzone?»
«Di Maio giuro che se parli ancora ti stacco le palle a morsi.»
«Andiamo a sentire Loveless?»
Damiano sospira. Loveless.
«Andiamo a sentire Loveless.»

# Qualche tempo dopo, in un ora imprecisata del mattino, casa Di Maio

«Ha fatto tardi di nuovo, Giorgio»
«Ma che! Vedrai che è solo questione di... autobus, magari!»
«Viene con lo scooter!»
Resta imbambolato a pensare qualche improbabile scusa per giustificare il ritardo di Giulia, Giorgio.
«Ha capito che le stavo dietro, ovvio, perciò mi evita, no?»
«Senti Damiano, ne abbiamo già parlato, io non volev...»
«Che poi tu con le tue grandi idee: “Perché non suoniamo le canzoni che ha scritto Damiano e ci facciamo un EP?” MA LO SAI BENISSIMO CHE NELLE CANZONI CHE HO SCRITTO IO RIPETEVO IL SUO NOME ALMENO UNA VOLTA OGNI TRE RIGHE, PORCODD-»
«Damiano, calmati. Non l'ho fatto apposta, okay? Le hai scritte quasi un anno fa, quelle cose! Pensavo fossero pezzi carini, per iniziare a fare delle cose nostre. Non mi ricordavo mica che nella prima strofa esordivi gridando Saremo come Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir / io e te, G. & D., persi nei nostri boulevard!»
Silenzio.
Nell'aria aleggia un fumo denso e bianco che sembra nebbia ma che puzza. O profuma, dipende dal naso che lo annusa, dopotutto.
«Vuoi fare un tiro?»
«Da' qua'!»
Damiano afferra lo spinello dalle dita di Giorgio e tira su con la bocca.
Sputa il veleno gassoso dopo pochi secondi.
«Ancora devo capire perché ti fumi la mia erba, comunque»
Giorgio spegne il mozzicone sull'amplificatore e lo getta nel cestino. Se non l'ha spento bene prende fuoco la casa? Chissenefrega.
Si mette a sedere.
«Damiano, non so te, ma io co sto gruppo voglio andare lontano. Voglio spaccà il mondo! Suoniamo da Dio, Damià, da Cristo sceso in terra! E...»
«...e ci chiamano a suonare solo all'oratorio Santa Maria delle Grazie...»
«Dettagli! Che, gli Smashing li chiamavano a Sanremo?»
«No, ma...»
«Al Festivalbar? Al Cantagiro? Alla rassegna musicale de stocazzo? NO! No, caro mio, quelli so partiti dal basso! E lo faremo pure noi, dal basso della garbatella!»
«Giorgio, ma ti rendi conto che c'abbiamo si e no una settimana di prove sulle spalle? E che la bassista mi schifa?»
«Senti, Damià, bassista o non bassista, amore o psiche, io vi voglio alle prove. Non me ne frega un cazzo.»
Damiano lo fissa quasi inorridito.
«Ma stai bene?»
«Mai stato meglio. O vi riappacificate, o te la conquisti per benino, oppure uno dei due va fuori.»
«Giorgio...»
Suona un cellulare.
Giorgio lo prende, la luce bianca gli illumina le sopracciglia inarcate, legge un sms e lo getta sul divano.
«Non verrà nessuno. Scorsino ha bucato e Saracini ha da fare.»
Anche Damiano schiaccia il mozzicone sotto la scarpa.
Si alza, e si infila la giacca di pelle scura. Mette nel portafoglio le cartine e quel poco di tabacco che gli è avanzato dalla bustina di Chesterfield in bella vista sul tavolo.
«Ci vediamo, Di Ma'!»
«Risolvi quella situazione, Damon»
Damiano esce e sbatte la porta di legno senza neanche curarsi di salutare la signora Di Maio, che esce gridando al disastro terroristico ed alla bomba atomica nel salone di casa.
«E' per il tuo bene!» gli grida dietro Giorgio
Si stende, attacca Siamese Dream e si abbandona al sonno.

# La sera stessa, sempre a casa Di Maio

«Giorgio! C'è Damiano al citofono!»
Silenzio.
«Giorgio! Ci sei?»
Giorgio apre gli occhi e guarda la luce abbagliante della lampadina a quindici watt che illumina il salone.
Gira lo sguardo all'orologio: otto e un quarto.
Ha dormito una serata intera, in pratica.
Troppa erba, pensa.
Si alza, si infila le ciabatte e si leva via la felpa puzzolente di fumo.
«Gio', lo faccio entrare?»
«Sì ma', fallo salì!»
Stacca Siamese Dream e mette dentro Led Zeppelin II. Alza al massimo il volume quando parte Whole Lotta Love.
«Giorgio?»
«Sì Damià? Che ci fai qua, a quest'ora?»
«Porto novità grandi, Di Mà, grandissime!»
«Racconta!»
«Ricordi oggi? Il discorso dell'essere famosi, di uscire dalla realtà di Roma Sud, e tutto il resto?»
«Sì, sì, deliri post-canna come al solito, insomma. M'avrai mica preso sul serio, spero?»
«C'ho iscritti al Pentacontest.»



Fine del capitolo 1
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: __deep