Spero solo che mio cugino abbia alzato quelle chiappone e mi sia venuto a prendere.
-Clod …- era la mia migliore amica, Annette.
-Dimmi Né- le risposi, allungando lo sguardo oltre i cancelli della scuola, cercando lo sguardo di Jawi.
-Hai presente Tomlinson?- la guardai e ridacchiai.
-Quello a cui vai dietro?- Né sgranò gli occhi, diventando tutta rossa e coprendosi il viso con le mani.
-Clod, sssst … ma che … che ne sai tu, eh?-
-Ehi brutta stronza- e questo era mio cugino, Zayn, che impazientemente mi aspettava con il giubbetto in mano.
-Ciao Jawino- lo abbracciai.
-Ci sentiamo sta sera, eh Clod, chiamami. Ciao Zayn!- ci salutò Nette, mentre si allontanava verso la sua bici. Zayn le sorrise dolcemente, si vedeva lontano un miglio che le sbavava dietro.
-Le sbavi poco dietro eh, Jawino-
-Non chiamarmi così, Claudia. E non le sbavo dietro-
-Io non mi chiamo Claudia. Mi chiamo Clod, scemo-
-Come ti pare, ci andiamo a prendere un gelato, Clod?- incominciammo ad incamminarci verso la gelateria in Regent’s Park.
-Beh, di cosa hai bisogno, Jawi?- gli chiesi, respirando a pieni polmoni l’aria freschissima del giugno londinese.
-Io? Niente!-
-Avanti spara!-
-Questa sera vengono i ragazzi …-
-E tu vuoi che me ne vada- continuai per lui, con aria ovvia.
-Sì …-
-Sono 100 sterline, prendere o lasciare-
-100?! Dai Clod, 100 sterline proprio non le ho-
-Allora non si fa niente, Jawi caro-
-Dai Clod, non puoi andare dalla Nette?-
-No, ma io ho un’idea niente male … posso invitare Nette a dormire da noi- Zayn sorrise, arrossendo un po’ e alzando gli occhi al cielo stranamente sereno.
-Solo se fate poco casino, ok?-
-Affare fatto, cugino- gli strinsi la mano e ci incamminammo nuovamente verso casa, con i gelati in mano.
-ZAAAAYN! Muoviti, scendi!- urlai, strisciando verso la porta di casa, il cui campanello aveva appena suonato.
-Apri tu, io sono in bagno!- e ti pareva, stava sempre in bagno lui quando c’era bisogno di qualcosa. Aprii la porta, mostrando la mia faccia addormentata e la gonna della divisa scolastica leggermente (si fa per dire) incasinata, i primi quattro bottoni della camicia slacciati e la cravatta allentata.
-Ciao ragazzi, Zayn sta cagando- tornai in sala mentre, uno ad uno, entravano in casa e mi salutavano con un cenno della mano. Solo Harry, quello riccio, si avvicinò e mi abbracciò.
-Ciao Clod- sussurrò contro il mio orecchio, facendo partire una serie di brividi che si allontanarono lungo tutta la mia schiena. Mi schioccò un morbido bacio su una guancia e raggiunse di corsa di suoi amici. Impugnai il mio cellulare e digitai velocemente il numero di Nette, che mi rispose dopo nemmeno due squilli.
-Ti stavo per chiamare-
-Ah, buono a sapersi. Senti Né, vieni a dormire da me? Sai c’è anche Louis …-
-Sto arrivando, mi cambio e arrivo!- buttò giù senza nemmeno darmi il tempo di rispondere. Era maglio che mi cambiassi anch’io, la divisa la potevo archiviare, la scuola era finalmente finita. Solo per due mesi ma … sempre meglio che andarci! Salii le scale ed entrai in camera mia. Spalancai il mio armadio e mi ci tuffai dentro, tirando fuori i pantaloni color panna e il maglioncino rosso acceso. Mi vestii e passai davanti allo specchio. Avevo proprio bisogno di una bella dormita. Mi intrecciai i capelli in una treccia e cercai di slisciare i ciuffi color cioccolato che mi cadevano sugli occhi. M’infilai le scarpe e tornai su, avevo sentito Nette suonare il campanello della sua bici.
-Ehi Clod!- mi salutò Nette, entrando in casa con il suo zaino in spalla, pronta per il nostro pigiama party. L’abbracciai e le presi lo zaino, lanciandolo in mezzo alla sala. Nette mi guardava sorridente, voleva incontrare subito Tomlinson. Le feci cenno di seguirmi in cucina, mentre aprivo il frigo.
-Gli portiamo fuori un paio di birre, ok?- le chiesi tirando fuori un paio di Beck’s e delle bottigliette di vetro di Coca Cola. Uscimmo dalla porta sul retro, raggiungendo la piscina dove i ragazzi stavano giocando, come dei bambini di 5 anni.
-Ma non è troppo freddo per fare il bagno?- mi chiese Nette, passandosi una mano tra i capelli biondi. Feci spallucce e poggiai le birre sul tavolinetto lì accanto.
-Ragazzi, vi abbiamo portato le birre- urlai, si girarono tutti e ci sorrisero.
-Ciao Nette!- salutò mio cugino, sorridendole dolcemente. La mia migliore amica lo salutò con un sorriso, mentre Harry usciva dalla piscina scompigliandosi i capelli bagnati.
-Sai che noi dobbiamo parlare?- mi chiese il riccio, prendendo una birra.
-Ah davvero? E da quando?-
-Oh, vaffanculo!- spensi la sveglia del cellulare, scalciando le coperte giù dal letto –vaffanculo Zayn!- sbottai, alzandomi e inciampando sul copertone, finendo con la faccia a terra –vaffanculo di nuovo-. Quel tesoro di mio cugino aveva trovato subito un modo per buttarmi fuori casa, ed era solo il primo giorno delle vacanze estive. Un lavoro, uno stupido lavoro.
Fatemi sapere com'è :)