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Autore: akire_zero    03/03/2013    1 recensioni
Chichi ha deciso di iniziare le pulizie di primavera, in soffitta ritrova i suoi manga, lei e Shaina sono cosi diverse? Gli avvertimenti AU e OOC sono solo per sicurezza. La storia è ambientata tra il Cell game e Majin Boo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chichi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Brevissima One shot e tentativo di crossover tra Dragonball e Saint Seiya, (dovrei dire ennesimo tentativo, ma gli altri stanno meglio nascosti nel mio computer che in giro) più che altro Chichi che legge Saint Seiya.
E’ ambientata tra la battaglia contro Cell e quella contro Majin Boo. Avvertenza OOC e AU per sicurezza più che strettamente necessarie secondo me. Ovviamente nè i personaggi di dragonball nè quelli di Saint Seiya sono miei, la storia sì è mia e ancora più ovviamente non è scritta a scopo di lucro. Se pensate che il rating non sia verde ma giallo ditemelo pure, eventuali errori di ortografia fatemeli notare pure.
 

 

Maschere
 

 
 

Era una mattina di primavera come tante altre nella piccola casa rotonda e isolata sul monte Paoz, dove Chichi viveva da quando aveva deciso di sposare Goku. Una mattina di solitudine che si aggiungeva alle altre,  i figli a scuola e lei sola a casa, a fare la vedova e la madre.
 

Visto che la primavera era appena cominciata, Chichi aveva deciso di cominciare le grandi pulizie annuali, così era salita in soffitta, e aveva cominciato a spostare i bauli che contenevano i ricordi, anche quelli della sua infanzia, quando era convinta che avrebbe piegato il mondo ai suoi desideri di bambina viziata e cicciotta, avrebbe dovuto sbrigarsi invece di immaliconirsi e perdere tempo, agire e non pensare, spolverare e non rovistare. Se Gohan perdeva tempo a fantasticare lo rimproverava aspramente. Pensare fa male, e la vita ti ferisce abbastanza anche senza perdere tempo a rimuginarci sopra.
 

Quella mattina, però, Chichi non riusciva a seguire i suoi stessi consigli: aveva aperto quel baule rosa, e aveva tirato fuori il suo diario segreto rosa,  vecchi vestiti, un servizio di pentolini di plastica, alcune bambole spettinate, vecchie fotografie tra cui una di lei e Goku bambino il giorno in cui lei gli aveva chiesto di sposarlo e lui aveva accettato, un bambolotto che rappresentava Shaka cavaliere d’oro della vergine, quello del segno zodiacale di Chichi, diversi fumetti  vecchi Topolino in inglese che aveva deciso di tirare fuori per Gohan e Goten  e la collezione intera di Saint Seiya, chissà magari poteva venderla e guadagnarci qualcosa perché i piedi dei bambini crescono ad una velocità spaventosa e i soldi non bastano mai.
 

Aveva aperto uno di quei giornalini a caso, c’era Shaina che voleva uccidere Seiya perché l’aveva vista senza maschera. Da piccola non le piaceva Shaina, un’isterica che se la prendeva senza motivo con l’eroe della storia, poi crescendo aveva finito per somigliarle, si era allenata e iscritta al torneo per vendicarsi di un Goku che aveva completamente dimenticato quella promessa che aveva fatto senza capire. L’aveva mai amata veramente Goku? Almeno Seiya l’aveva vista in faccia Shaina. La sua maschera si era rotta. Chissà perché alle donne viene sempre chiesto qualche “piccolo” sacrificio in più per ottenere un po’ meno di un uomo? Un solo pezzo di metallo in più non è un grande sacrificio per essere un saint d’argento,  d’oro no, non sia mai, peccato poi che quella maschera pesi più del resto dell’armatura: quello che realmente ti si chiede non è non mostrare il viso, ma non essere più una persona, non più Shaina solo il saint dell’Ofiuco. Ma almeno le maschere di metallo possono rompersi e cadere.
 

Anche Chichi sentiva il peso di una maschera sul viso, non era una maschera di metallo però, era una maschera più sottile e più soffocante. Chichi non c’era più, al suo posto c’era la moglie arpia, la madre terribile e la massaia perfetta. La roccia. E Chichi non era un minerale, era una donna forte quello sì ma fatta di carne, sangue, pensiero, emozioni e lacrime. Chichi era come Shaina costretta a nascondersi per non perdere il suo ruolo, per non perdere il senso della sua vita.
 

Le emozioni rendono deboli e lei non poteva permettersi di essere debole, così soffocava le sue emozioni, l’amore dietro una scenata isterica. Perché il rumore delle urla copre bene quello dello lacrime che cadono.
 


 

  
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