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Autore: bieberbuckscoffee    03/03/2013    3 recensioni
Niente è impossibile.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò.

Mi girai dall'altro lato, aprii un occhio e guardai l'ora: 6:30 a.m.

Alzai lo sguardo verso il soffitto alto, bianco e vuoto che era leggermente illuminato dai raggi del sole che si infiltravano tra le tende della finestra.

Ero convinta fosse domenica. Conoscete quella sensazione di disorientamento che si ha appena svegli? Ecco, ce l'avevo quella mattina. Mi sentivo un po' disorientata.

Richiusi gli occhi e mi riaddormentai.

"Summer!" sentii urlare dal piano di sotto.

"Summer!" dopo 10 secondi risentii quell'urlo.

"Summer!" qualcuno sulle scale urlava nuovamente il mio nome: era mia madre.

"Mmmm" risposi aprendo gli occhi e strofinandomi il viso con le mani.

"Vuoi alzarti? E' tardi!" disse lei innervosita affacciandosi nella mia stanza. Entrò, andò nell'altro lato della camera, spostò le tende e spalancò la finestra.

Raggi di sole penetrarono all'interno immediatamente e all'improvviso l'intera stanza si illuminò. C'era così tanta luce che per poco non diventai cieca.

"Mamma, ma è domenica e non sono nemmeno le 7! Lasciami dormire!" mi lamentai.

"Summer, è lunedì e sono le 7:15. Alzati o farai tardi. Tra 30 minuti devi prendere il bus, quindi sbrigati. La colazione è già in tavola." andò via, lasciandomi sola a lagnarmi addosso.

Avevo tanto sonno, ero andata a dormire tardi perché mi ero immersa nelle mie letture di libri, come ogni sera d'altronde. 

Amavo leggere, era la cosa che mi piaceva fare di più.

Stavo ore e ore su libri che compravo quasi ogni giorno perché li finivo in un batter d'occhio.

La sera prima avevo finito La Ragazza Di Fuoco della saga di Hunger Games. Mi era piaciuto tanto quanto il primo libro, quindi avevo una grandissima voglia di comprare l'ultimo della trilogia, ma non so perché, nella mia città era introvabile.

Ero andata in tutte le librerie di Sacramento, e i commessi mi avevano detto che per il momento Il Canto Della Rivolta non era disponibile. Avevo provato a comprarlo su eBay o Amazon, ma mamma non voleva farmi usare la carta di credito perché aveva paura di essere truffata.

Per questo, mi ero arrangiata ed ero rimasta sulle spine senza sapere cosa sarebbe accaduto nel seguito.

Mi alzai dal mio amato letto controvoglia e feci la mia solita routine quotidiana: lavarsi, vestirsi, fare colazione, lavarsi i denti.

Alla fine di tutto ciò, puntuale, presi il bus scolastico giallo che mi portava al liceo ogni mattina.

Dopo qualche fermata salì la mia migliore amica Sydney ed ero estremamente felice di vederla anche perché non avevo intenzione di passare l'intero viaggio casa-scuola da sola.

"Pronta per il tema in classe?" mi chiese tutta pimpante dopo essersi seduta. Tema? Me ne ero completamente dimenticata.

"Oddio, non ci ho pensato." risposi. Per un attimo mi spaventai e l'ansia invase il mio corpo, ma poco dopo mi calmai. Inglese era la materia in cui andavo meglio e me la cavavo abbastanza bene a scrivere.

"Pazienza, tanto tu sei brava. Potrei leggere miliardi di libri, ma non sarei mai capace nemmeno di scrivere una lettera. Spero almeno di prendere una C."
Lei era una ragazza poco volenterosa e non le importava tanto della scuola. Anche io ero così, ma ero costretta a studiare, altrimenti i miei genitori mi avrebbero ucciso.

E poi non volevo deluderli. Ero figlia unica e loro si aspettavano tanto da me, ovviamente. Andare all'università e laurearsi erano nei loro progetti per me. Sinceramente non avevo mai pensato a cosa avrei voluto fare da grande, ma non avevo nessuna intenzione di passare la vita a studiare.

Ero molto confusa, come ogni adolescente, alla fine. Andando più avanti, avrei sicuramente trovato la mia strada.

"Spero ci diano una traccia sulla musica. Magari sul proprio cantante preferito o qualcosa del genere." fantasticò Syd. Diceva così perché lei aveva un idolo. Il suo nome era Justin Bieber. Si, era una Belieber. 

Sapevo molto su di lui, più di quanto avrei dovuto, conoscevo molte canzoni, ma solo perché la mia migliore amica parlava di questo ragazzo tutto il tempo, mi tartassava continuamente, ma di certo non lo odiavo.
Anzi, lo ammiravo perché si vedeva da mille miglia che era un bravo ragazzo e ci teneva alle sue fans.

Però non mi piaceva più di tanto, io pensavo solo a leggere, leggere, leggere.

Non mi sarebbe dispiaciuto se la traccia fosse stata sulla musica, anche se avrei preferito un tema più personale tipo 'Parla di te stesso' anche se non avevo molto da dire su me e la mia vita.

"Beh, non sarebbe male." dissi.

"Io so già di chi potrei parlare!" rise con gli occhi che le luccicavano. Era pazza di lui.

Dopo una decina di minuti arrivammo a scuola che io chiamavo 'inferno' e al suono della campanella ci dirigemmo verso l'aula di inglese al secondo piano.

"Bene ragazzi, alla lavagna c'è la traccia del tema. Copiatela su un foglio protocollo e cominciate. Buon lavoro." ci informò la Professoressa qualche minuto più tardi.

-SE NE AVESSI LA POSSIBILITA', QUAL E' LA PERSONA CON CUI TI SCAMBIERESTI DI POSTO PER UN PERIODO DI TEMPO?-

Fissai quel titolo per un po'. Non avevo nessuna idea.

Abbassai lo sguardo sul foglio ancora bianco. Niente di niente.

Diversi minuti dopo azionai il cervello che Dio mi aveva donato e capii che potevo inventare, così iniziai a dire cavolate su cavolate.

Mi finsi una grande ammiratrice dell'attrice Nicki Hyland.

Guardai per un attimo Sydney e da lì mi venne il lampo di genio: scrissi che mi sarebbe piaciuto tantissimo vivere per un po' la vita di Nicki, una famosa attrice e cantante del Sud della California. 

Dissi che era bellissima, talentuosa e ricca di potenzialità, ma sopratutto fortunata anche perché aveva come ragazzo la famosa Pop-star Justin Bieber e bla bla bla.

L'ora finì e dopo le altre materie, finalmente tornai a casa soddisfatta del tema che avevo svolto la mattina.

Più ci pensavo, più credevo fosse stato forte scambiarsi davvero di posto con lei.
Non perché volevo essere lei, ma perché stava a Los Angeles, aveva una casa gigantesca, girava spesso il mondo e poteva fare quello che voleva e non aveva bisogno di andare a scuola.

Dopo pranzo non avevo più voglia di fare niente, feci solo i compiti e poi iniziai a leggere qualche altro libro che avevo sulle mensole della mia stanza.

Passai tutta la serata così anche dopo aver cenato e non mi lamentai per niente. Mi rilassava stare sul letto con una lucetta accesa fissa sulle pagine di un romanzo.

Avevo parecchio sonno, perciò a mezzanotte spensi tutto e mi misi a dormire.

Prima di addormentarmi però, come ogni sera, al buio pensai un po'.

Mi ero fissata ormai e pensai a me stessa nel corpo di Nicki. Mi piaceva molto l'idea, ma ovviamente era una cosa improbabile. Era impossibile che per magia mi ritrovassi ad essere lei e viceversa.

Era incredibile la mia fantasia. Leggere mi faceva questo effetto: portavo qualsiasi cosa in un contesto completamente diverso, parallelo dalla realtà e alla fine era davvero bello immaginare e fantasticare un po'.
Anche se alla fine si finisce per illudere se stessi.

Chiusi gli occhi e mi addormentai serena.

Il telefono squillò, non smetteva più, probabilmente continuava a trillare da un po'.

Non ricordavo di aver lasciato il mio cellulare acceso. 

Mi girai, presi l'aggeggio, ma mi ritrovai in mano un iPhone. Ma io avevo un Sidekick.

Non ci feci molto caso, quindi risposi.

"Pronto?" dissi con una faccia da ebete e con una voce da mezza ubriaca.

"Nicki, è da mezz'ora che ti sto chiamando. E' tardi, ti stiamo aspettando tutti sul set." rispose lo sconosciuto dall'altro capo del telefono.

"Nicki? Nicki chi?" non capii.

"Non fare la scema. Sbrigati che non stai facendo una bella figura. Fatti trovare tra 30 minuti nella hall, qualcuno ti verrà a prendere. Ciao." e riattaccò.

"Eh? Cosa mi sono persa?" sbottai. "Mi ero appena addormentata, ma che ore sono?" guardai l'orologio dell'iPhone che segnava le 6:30 a.m. "Di già? Ma cosa…?"

Mi alzai e accesi la luce. Mi guardai intorno.

"Questa non è la mia stanza." In effetti sembrava la camera di un albergo, come diceva il tipo al telefono. 

Mi avvicinai alla finestra e spostai le tende. Fuori non c'erano villini con giardini, c'erano grattacieli. Enormi grattacieli. Guardai in basso e mi accorsi che mi trovavo molto, molto in alto.

"Oh mio Dio. Sto sicuramente sognando." mi accorsi della presenza di uno specchio e andai a vedere.

Mi spaventai. Non era il mio viso, non era il mio corpo.

Mi girai e fissai il mio didietro: non era mio.

Avanzai verso lo specchio osservando da vicino il mio viso.

"Oh Dio santissimo." dissi incredula "E' solo un sogno, non è la realtà." continuai a ripetere "So benissimo che sto sognando." chiusi gli occhi e mi pizzicai il braccio. Riaprii gli occhi: stavo ancora nel mondo dei sogni.

"Va bene, qui servono le maniere forti." mi schiaffeggiai più volte le guance con gli occhi nuovamente chiusi.

Poco dopo, per il dolore li spalancai: niente era cambiato. 

Gettai un urlo così grande che probabilmente lo sentì tutto l'albergo.

MY WORLD 2.0
Ciao c:
Questa storia l'avevo già pubblicata, ma l'ho modificata perchè non mi piaceva e.e
Cooomunque... spero vi piaccia!
Recensite in tante perchè vorrei sapere cosa ne pensate, ci tengo davvero troppo!
Al prossimo capitolo asdfghjkl
Seguitemi su Twitter @ymcmbreezy

-A.

   
 
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