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Autore: sunrise_17    03/03/2013    2 recensioni
Fine era una bambina come tutte ma aveva un sogno, avere dei poteri magici, aveva inventato un potere che apparteneva solo lei ma non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe potuto utilizzarlo.
Fine era una ragazza con un potere, un potere che avrebbe cambiato la sua vita, ma in meglio o in peggio?
Rein era una ragazza allegra e solare che amava la natura e tutto ciò che la circondava e odiava solo una cosa: Shade.
Shade era un ragazzo freddo e distaccato che si divertiva a stuzzicare Rein.
Bright era un ragazzo calmo e pacato che doveva sempre interrompere i litigi di Shade e Rein.
Non avevano niente in comune..all'apparenza.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Da bambina pregavo sempre che il mondo mi concedesse i poteri che vedevo utilizzare dai supereroi in televisione, avrei voluto essere super veloce, avere una super forza, leggere nel pensiero, essere intelligentissima, volare, muovere gli oggetti, ma tra tutti i super poteri uno, solo uno aveva rapito il mio cuore, un superpotere che non aveva mai visto utilizzare da nessun supereroe e da nessun supercattivo, un potere che era solo ed unicamente mio. Tuttavia non avrei mai pensato che un giorno avrei potuto possedere un superpotere. Cosa successe quel giorno non riesco ancora a spiegarmelo. Posso solo dire che fu il giorno peggiore della mia vita. Come mai dite? Semplice perché quel giorno i miei genitori morirono.
Ci stavamo trasferendo in un’altra città, una routine ormai. Ho girato mezzo mondo a causa del lavoro di mio padre. Questa volta però la meta era il paese natale dei miei genitori, stavo andando in Giappone per la prima volta in vita mia. Avevo abitato per anni in Italia ed ultimamente mi trovavo in Cina. Prendemmo il traghetto per raggiungere l’isola giapponese. Quando finalmente il traghetto attraccò al porto potemmo finalmente scendere da quello che era diventato un inferno. Passammo ore ed ore in macchina per raggiungere Osaka. Un botto poi il nulla. Non mi ricordo nulla di ciò che successe. Solo il buio ed una dolce voce che mi chiedeva cosa mi sarebbe piaciuto diventare. Io con tutta la mia innocenza risposi che avrei voluto avere dei superpoteri e quando la voce mi chiese quali superpoteri avrei voluto avere ecco che diedi decisa e fiera la mia risposta. Ma non avrei mai immaginato quale sarebbe stato il prezzo da pagare. Quando riaprii gli occhi davanti a me vidi solo i corpi esanimi dei miei genitori. Gli occhi di mia madre mi fissavano senza vita mentre la sua mano era stretta in quella di mio padre. Ecco come ottenni i poteri.
La mia vita da quel giorno cambiò. Venni affidata a mia zia che abitava a Tokyo ma qualche settimana fa morì, un serial killer, ecco cosa diceva la polizia. Non che mi importasse veramente di mia zia. Sinceramente da quando i miei genitori sono morti non mi interessa più niente. Non ricordo di aver mai più sorriso, ricordo solo le lacrime. Il tribunale decise di affidarmi a mia nonna che abitava ad Osaka e così eccomi qui in stazione ad aspettare un treno che mi porti via da questa frenetica città.
 
Il treno arrivò in perfetto orario e una ragazza vi salì velocemente. Il viaggio durò pochissimo a suo parere. Quando scese si ritrovò davanti un’allegra vecchietta che non faceva altro che ridere e scherzare con la nipote. Probabilmente cercava di socializzare ma con scarsi risultati. Il suo nome era Camelot.
“Domani inizi la scuola! Non sei felice?”
La ragazza annuì tenendo gli occhi fissi a terra.
“Incontrerai nuovi amici!”
A questa affermazione la nipote non si degnò neppure di dare una risposta.
La mattina successiva la ragazza venne svegliata dal rumore della sveglia. Ancora addormentata andò in bagno a cambiarsi e quando finì uscì di casa senza nemmeno fare colazione, cosa che lasciò Camelot sconvolta. Si avviò verso la scuola e in pochissimo tempo vi arrivò. Davanti ai suoi occhi vi era una scuola rumorosa ed allegra, un po’ come quella che frequentava a Tokyo. Si diresse in presidenza per presentarsi al preside che la mandò subito nella sua classe per presentarsi.
Le lezioni iniziarono regolari ma in una classe tutti gli alunni anziché essere seduti a fare lezione erano tutti eccitati dall’arrivo di una nuova studentessa, tutti tranne tre persone, tra cui i due rappresentanti di classe.
Il silenzio venne spezzato dallo scricchiolio di una porta. Una ragazza alta, snella e con dei lunghissimi capelli rossi tendenti al rosa entrò silenziosamente nella classe e consegnò una lettera di presentazione al professore di italiano nella quale vi erano anche le precedenti pagelle della ragazza. Subito questa si girò rivolgendo gli occhi color rubino alla classe. Gli alunni rimasero colpiti da tale bellezza che eguagliava e quasi superava quella della rappresentante di classe che fissava con occhi investigatori la ragazza.
Questa ignorò completamente la reazione della classe e scrisse il suo nome alla lavagna poi lo lesse ad alta voce e  fece un piccolo inchino verso la classe. Subito prese la cartella che aveva appoggiato a terra e si recò verso il suo banco ignorando completamente ciò che i suoi compagni di classe cercavano di dirle.
Al suono della campanella una ragazza dai capelli turchesi e degli occhi del medesimo colore si avvicinò alla nuova studentessa.
“Piacere io sono Rein la rappresentante di classe! Tu sei Fine giusto?” chiese l’azzurra sorridendo dolcemente alla nuova arrivata. Questa però in tutta risposta fissò la ragazza con uno sguardo impassibile ed annuì cercando di far capire all’interlocutrice che non aveva molta voglia di parlare, messaggio che Rein percepì. Così la ragazza si allontanò dubbiosa lasciando Fine da sola.
Quel pomeriggio quando la rossa tornò a casa non salutò nemmeno la nonna, si diresse subito verso la sua camera da letto, si distese e si addormentò senza nemmeno aver cenato. Fine fece ancora lo stesso sogno, un sogno ricorrente, un sogno che la perseguitava dal giorno dell’incidente. Si svegliò sudata nel bel mezzo della notte. Si alzò dal letto e iniziò a camminare sul gelido pavimento in cotto avvicinandosi sempre di più alla finestra che offriva una magnifica vista verso la Luna.
All’improvviso il vetro attraverso il quale Fine stava ammirando l’imponente figura si scheggiò. La ragazza spalancò gli occhi poi, capendo il pericolo, strinse i pugni e aprì la finestra attendendo colei o colui che era venuto a prenderla.

~•~•~•

Eccomi qui con una nuova fic :)
Spero che il primo capitolo vi piaccia :D
Ringrazio tutti coloro che leggeranno questa fic!
Un bacione
Sunrise~

  
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