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Autore: simply a gleek    03/03/2013    2 recensioni
Dal testo:
"Mi ricordo quando una volta, io e Brittany uscimmo per la prima volta.
Non era un vero e proprio ‘appuntamento’, perché eravamo solo migliori amiche, a quel tempo.
Quella era stata la prima volta che capii che la amavo."
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mine.

                                 
Mi ricordo quando una volta, io e Brittany uscimmo per la prima volta.
Non era un vero e proprio ‘appuntamento’, perché eravamo solo migliori amiche, a quel tempo.
Quella era stata la prima volta che capii che la amavo.
Non c’era, e non c’è ancora, nessuno che riusciva a farmi sentire in quel modo. Mi faceva sempre sorridere, ogni cosa che diceva si trasformava in una mia risata. Forse era per il suo modo di essere così ingenua, non attaccata dal mondo in cui viviamo, che prende le cose belle e pure e le distrugge, le intacca con il suo male e come un fiore le fa appassire, un po’ come ha fatto con me.
Non sono sempre stata cattiva, era il combattere me stessa che mi rendeva crudele.
Brittany, invece, era come una rosa ancora chiusa in sé. Che aveva paura di mostrare i suoi morbidi petali agli altri ed essere invidiata per questi.
E io ero decisa di far sbocciare quel bellissimo fiore.

Era una sera d’estate. Faceva caldo e la mia amata mi aveva confidato, il giorno prima, di aver voglia di vedere un film, perché voleva lasciare da solo Lord Tubbington, che aveva organizzato un raduno di tutti i gatti del quartiere. Io, ovviamente, quando me lo disse risi, perché era così dolce, il fatto che volesse lasciar stare la sua palla di pelo.
Così, la portai in un cinema all’aperto che proiettava un cartone animato. Ero certa che non avrebbe apprezzato gli altri due spettacoli, conoscendola, e quella sembrava la scelta più buona.
Era pieno di genitori con i loro bambini, che scorrazzavano per il prato in attesa dell’inizio del film. Mi capitò di pensare se io e lei potevamo avere un futuro come genitori. Io e lei. Crescere una bella bambina. Vedere i suoi primi passi. Gioire per quando prendeva dei bei voti a scuola.
Non mi resi conto che una lacrima mi stava scendendo lentamente sulla guancia.
“Hey San, tutto bene? Perché stai piangendo?” mi chiese Brittany, che invece si era accorta dei miei occhi lucidi.
“Niente, tesoro, è… mi è entrato qualcosa nell’occhio… Dai, andiamo a prendere posto.” e ci allontanammo dalle famiglie, accampate davanti allo schermo e andammo a sederci sotto a un albero. Stendemmo un grande telo blu e ci sistemammo sopra di esso.
Stare lì sotto era piacevole, c’era una leggera brezza che ti teneva rinfrescato, ma non c’era freddo.
All’inizio del film, la mia compagna era tutta eccitata, come se avesse bevuto tre tazzine di caffè forte. Rideva a ogni battuta e si esaltava quando uno dei protagonisti usava la magia. A volte si chiedeva come mai non era nata con una bacchetta magica. Ma lei non aveva bisogno di una bacchetta, per essere magica.
Poi, c’era la parte triste, che in ogni cartone salta fuori, e Brittany fece scivolare la sua mano sulla mia e si avvicinò a me.
Mi sentivo così bene, mentre stringevo la sua mano, perché era una di quelle che ti dicevano: ‘non te ne andare adesso, ho bisogno di te, rimani un altro poco’.
Alla fine, ci alzammo, piegammo il telo che sistemai accuratamente dentro la borsa e ce ne andammo, mano nella mano.
“Senti Britt, perché non andiamo a fare una passeggiata al parco qui vicino? E’ caldo e io non ho assolutamente voglia di tornare a casa”.
“Certo Santana, tutto quello che vuoi”, sorrisi e le diedi un bacino sulla guancia.

Il parco era uno dei luoghi più belli di Lima. Al centro, c’era una bellissima fontana che aveva la forma di un ragazzo e una ragazza che erano abbracciati. Lungo le stradine che conducevano al suo interno, c’erano molte panchine e gli alberi offrivano un bel venticello fresco, perfetto per quelle giornate d’estate. I giochi per i bambini, che comprendevano scivoli e altalene, erano verso la fine del parco, mentre a ovest c’era un bellissimo laghetto, dove nuotavano delle paperelle e vivevano dei pesciolini dai colori bellissimi, dalle tonalità accese e l’acqua aveva la stessa sfumatura degli occhi di Brittany.
Decidemmo di sederci per terra, vicino al lago, e per un tempo indeterminato sprofondai in quell’azzurro cristallino che erano gli occhi della ragazza.
Riflettevo di tutto quello che provavo per lei, di come sarei riuscita a dirle i miei sentimenti.
Io la amavo. La amavo con tutto il mio cuore. Piano piano, era diventato suo. Si era impossessato di lui pezzo a pezzo. E lo aveva completato. Era il mio pezzo di puzzle mancante.
E io ero lì di fronte a Britt, fissandola con occhi pieni di devozione, mano nella mano. La luna riflessa nel laghetto. Lei sorrideva, magari le piaceva tenermi per mano. Magari le piaceva stare con me.
“Hey, Santana?”, mi ero incantata, probabilmente.
“Va tutto bene, tesoro?”, mi aveva chiamata ‘tesoro’. Tremai.
“Brittany… sì, sto bene. Ti stavo solo ammirando. Senti… io vorrei confessarti una cosa. Hai presente quando pensi sempre e solo a una persona, non mangia, non riesci a dormire, senti le farfalle nello stomaco e quando vedi quella persona inizi a tremare… le ginocchia ti tremano e arrossisci?”, speravo che mi dicesse qualcosa. O che avesse capito di che cosa sto parlando.
“Come hai fatto a descrivere quello che mi succede a me quando sto con te?”
Lei si era appena dichiarata. Era una cosa molto semplice da dire, ma non ha esitato quando ha pronunciato quelle parole.
Tutte le paure e le ansie scomparvero.
Volarono via come le foglie, che venivano soffiate lontano dal vento.
Feci la prima cosa mi venisse in mente: presi il suo viso tra le mani e la baciai. Chiudemmo gli occhi, e continuammo a baciarci per molto tempo.
Sentivo i fuochi d’artificio dentro. Non mi ero mai sentita meglio.
“Io e te siamo sempre state legate. Siamo legate con un filo indistruttibile. Quelli che, se io ti manco e siamo lontane, puoi sempre tirare e sentire il mio cuore battere insieme al tuo. E’ così, vero?”.
Aveva maledettamente ragione. Era così. Doveva essere così.
“Sei la cosa più bella che sia mai stata mia, Brittany.”
 
 
“I remember how we felt sittin' by the water
And every time I look at you, it's like the first time
I fell in love with a careless man's careful daughter
She is the best thing that's ever been mine.”
  
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