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Autore: Keyla99    03/03/2013    3 recensioni
Una ragazza, un'Hunter archeologa, viene rapita dal ragno e accetta di decifrare un antico diario che porterebbe ad un tesoro immenso. La giovane Kayge, inizialmente diffidente, finirà persino per innamorarsi del più misterioso e affascinante tra i membri del ragno.
-Nessuno in vista. Ma Kayge era sicura che lui fosse lì, lo sentiva, anche senza dover usare i suoi poteri. Poi si mostrò. Era un ragazzo sui vent'anni, indossava un cappotto lucido blu, bordato di rosso, con il collo alto che lo copriva fino a sopra il naso. Aveva i capelli blu scuro sparati verso il basso, gli occhi erano dorati e dal taglio orientale, e in quel momento mandavano lampi glaciali.- (CAP 1)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genei Ryodan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ladro migliore che puoi mai incontrare, è quello, che
fissandoti negli occhi ti ha già rubato il cuore! ♥

-Ok! Grazie al tuo “metodo” siamo entrati, ora non ci resta che cercare la sala dove è nascosto il diadema...- fece il punto Kayge. 
Il ladro la guardò in silenzio. 
L’edificio non era buio: grazie ad un complicato gioco di specchi la luce veniva proiettata dall’esterno all’interno, illuminando l’ambiente. 
–Wow...- mormorò estasiata l’archeologa. Poi si riprese e si concentrò sul loro obbiettivo: il tesoro. 
Procedette spedita per il lungo corridoio all’ingresso, ma si fermò di fronte ad un dipinto. 
–Che c’è?- chiese lui, vedendo che si era bloccata di colpo. 
La ragazza osservava la rappresentazione di un rito sacrificale: un giovane uomo veniva trascinato a forza verso un altare di pietra grezza, sul quale risplendeva un fuoco. 
Nella scena seguente due persone vestite di nero alzavano le spade e le calavano sul suo capo, decapitandolo. Alla giovane vennero i brividi. 
–Sapevo che questo popolo praticava sacrifici umani, ma vederli rappresentati è sempre raccapricciante...- disse stringendosi nella felpa leggera. Feitan fece spallucce: per un assassino qual era quel genere di cose erano totalmente normali. 
–Va bene, lasciami perdere. Dai, andiamo- sorrise Kayge riprendendo a camminare. 
Dopo una dozzina di minuti, durante i quali proseguirono in silenzio, lei si fermò nuovamente. 
–Adesso cosa c’è? Ci sono dei cadaveri?- ironizzò lui raggiungendola. Era una porta di basalto spessa mezzo metro, sigillata, ad averla bloccata.
Nella pietra erano incisi dei simboli identici a quelli in cui era scritta l’ultima parte del diario. 
–Sai tradurli?- domandò impaziente. 
–Sì: è un indovinello. C’è scritto... “Tra le sei facce del dado, dovrai scegliere la Verità. La Morte attende chi sbaglia”.- lesse. Sotto alle incisioni erano riportati dei numeri, da uno a sei, in fila. 
–E che vuol dire?- chiese perplesso. Lei stette un istante a ragionare, poi sorrise. 
–Ti spiego: l’interpretazione cabalistica dei numeri fornisce un significato ad ognuno: il numero 1 indica l’Unità e lo Spirito, la Libertà; il numero 2 Alternanza e Conflitto, Volontà; il numero 3 la Trinità della religione cristiana, il Dominio; il numero 4 la Rinascita, l’Amore e la Passione; il numero 5 l’Alba e la Primavera; ed infine il numero 6 simboleggia il Silenzio, la Promessa, i Segreti e la Verità.- spiegò allungando la mano e sfiorando l’incisione del 6. Superato l’istante di esitazione fece pressione, e si udì uno scricchiolio. 
La porta cigolò e si aprì sui suoi cardini, rivelando un altro corridoio. Kayge si voltò verso il ragazzo e gli sorrise radiosa. 
–Visto?- disse entrando.

Il corridoio sembrava non finire mai, persino per la pazienza del ragazzo era troppo. Invece l’archeologa pareva instancabile, proseguiva decisa ed imboccava sicura ogni bivio. Finalmente giunsero alla fine: una grande sala si apriva dinanzi a loro, totalmente in pietra. Al centro del pavimento un’incisione rappresentava il simbolo misterioso, la chiave di tutto. 
–Siamo arrivati- lo avvertì Kayge sorridente. Corse fino all’altare di basalto situato nella parete più in fondo della sala, lo stesso del dipinto, lo stesso su cui eseguivano i riti sacrificali, e si slacciò il ciondolo dal collo. Cercò con gli occhi la giusta collocazione, fino a che trovò una fessura proprio con la forma del simbolo. Si udì chiaramente uno schiocco, come se un meccanismo antico si mettesse in moto dopo anni di fermo. Una parte di parete a sinistra dell’altare si mosse lentamente, scoprendo una stanza buia. 
Entrarono. 
La ragazza era eccitatissima, mentre Feitan aveva il volto contratto. Addossata al muro, in una teca di cristallo situata su un pilastro di pietra nera, faceva la sua bella figura un diadema di metallo prezioso. L’opale incastonato nel metallo prezioso brillava come una piccola stella. 
–Che bello... L’abbiamo trovato!- esclamò Kayge voltandosi verso il compagno. 
Ma si bloccò subito. 
Perché lo sguardo del ragazzo era terribile, indescrivibile. Un brivido gelido di paura la scosse, perché non l’aveva mai visto così, con quell’espressione. Lui iniziò a camminare e ad avvicinarsi, e lei indietreggiò, per poi sbattere contro la parete. 
–Che... Che ti prende?- chiese incredula, fissandolo negli occhi e cercando di contenere il disagio. Feitan esitò un istante prima di risponderle. 
–Gli ordini erano: eliminarti appena non fossi più stata utile- disse atono continuando a restringere la distanza tra loro due. 
–Ma... ma allora... tutti gli altri...- fece confusa e terrorizzata, non riuscendo a finire la frase. 
–Gli altri non sapevano nulla: Kuroro l’aveva detto solo a me.- rispose. La ragazza si appiattì, per quanto possibile, ancor più contro la parete, e serrò gli occhi. Si era trovata faccia a faccia con la morte più volte, ed era sopravvissuta. Ma ora, con Feitan che la voleva uccidere, non riusciva proprio ad opporsi. Sentì un tintinnio, come di una lama che viene sguainata, poi un fruscio e uno spostamento d’aria accanto al volto. 
Avvertì un bruciore alla guancia destra, poi qualcosa di bagnato e caldo che scivolava lungo il mento e cadeva a terra. Feitan rise, ma non era la risata che, seppur raramente, aveva, era diversa. E sbagliata, tremendamente sbagliata. 
–Che idiota che sono...- lo sentì mormorare. Sollevò le palpebre, sorpresa, incontrato i propri occhi blu nel riflesso della lama, a meno di un millimetro dal suo collo, piantata nella parete. Il ragazzo teneva la testa bassa, ed i capelli scuri gli coprivano il volto. 
-È la prima volta che disubbidisco ad un ordine del capo, che idiota...- disse con un tono di voce alterato. Alzò la testa, mostrando gli occhi che non erano inespressivi come al solito, ma turbinanti di emozioni. Sembrava stesse combattendo una guerra contro sé stesso, ed in effetti era proprio così. Prese il diadema e lo ripose in una tasca del cappotto, poi fece per andarsene, dato che per lui la cosa era finita lì. 
Ma Kayge non era d’accordo. 
–Perché?- chiese –Perché ti comporti così?- 
Feitan si fermò sulla porta, senza voltarsi. Un attimo dopo si era spostato, velocissimo, di fronte alla ragazza, che sobbalzò nel ritrovarselo improvvisamente davanti. Appoggiò la mano al muro, accanto al suo viso.
–Ah, maledizione...- mormorò scuotendo un poco la testa. Si sporse in avanti, poggiando le sue labbra su quelle di lei in un dolce, triste e malinconico bacio. Quando si staccarono e Kayge sollevò gli occhi lui le stava già dando le spalle. 
–Ti basta come motivo?- le chiese voltandosi appena. 
–F-Feitan...- sussurrò la ragazza, incredula. Il ladro non la guardò. 
–Ascoltami bene, ragazzina. Ti sei innamorata della persona sbagliata. Non mi vedrai mai più, dimenticami. Torna a fare l’archeologa come facevi prima di incontrarci. E, soprattutto, non fidarti più degli assassini.- 
La sua voce era forzatamente dura, ma si capiva che era distrutto. 
–Addio- disse sparendo dalla sua vista. 
Kayge rimase immobile, pietrificata, ed iniziò a piangere. 
Cadde in ginocchio e nascose il volto con i palmi. 
Feitan tremò, scosse la testa con decisione e si premette le mani sulle orecchie, per non sentire i suoi singhiozzi. 
Poi corse via.

 
E quindi, siamo giunti alla fine. 
È dal 27 settembre 2012 che questa cosa va avanti. 
No, aspettate: domani pubblicherò l’epilogo, ma non aspettatevi nulla. 
Lo so, il finale è orribile. Ha fatto star male persino me, ma la storia era nata proprio dalla fine. 
Mi scuserete se finisce così, ma sono tarata per i finali tragici e senza lieto fine.
L'immagine rappresenta Feitan mentre le rivolge le ultime parole prima di sparire per sempre dalla sua vita.
Be’, allora a domani. Però potete insultarmi e picchiarmi già da adesso. 
E, vi prego, lasciate una recensione, anche per dire solo "sei una cretina" o "fai schifo", grazie.

Keyla

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