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Autore: _Umi_    19/09/2007    4 recensioni
Hermione è abbattuta dai continui insulti dei serpeverde, sopraffatta dalle opinioni altrui. Ma qualcuono cercherà di farla risvegliare e combattere. Chi sarà mai?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho provato ad immaginarmi un Hermione un po’ diversa, sopraffatta dalle opinioni altrui, soprattutto da quelle che la disprezzano. Fatemi sapere se ne è venuto qualcosa di nuovo o se il personaggio non è credibile. Grazie mille e buona lettura.

_Umi_

-Cosa senti Granger?-

Piove.

Dio se piove.

Mi sono accovacciata qui fuori, in riva al lago.

Sono scappata via, ho corso a perdifiato, ho lanciato quaderni e libri per i corridoi fregandomene per un attimo di quello che avevo intorno.

Odio Malfoy, odio quell’oca della Parkison, odio tutti quei serpeverde che non tacciono mai.

Ma più di tutti, odio me stessa.

Perché me la prendo tanto per le loro parole?

So di meritarmi questo posto ad Hogwarts. So di non essere inferiore a nessuno, tanto meno a loro.

Non sono certo meglio di me, no, non lo sono.

Io so di essere una strega in tutto e per tutto.

Eppure perché le loro parole bruciano più della lava? Perché la mia anima si piega e contrae davanti ai loro sguardi pieni di disprezzo?

Cosa ho fatto fino ad ora, se non studiare ed impegnare tutti i miei sforzi per essere una strega migliore. Migliore di loro.

Ma se sento questo bisogno… se sento il dovere di studiare per dimostrare qualcosa, forse vuol dire che io per prima mi sento inferiore di fronte a dei veri maghi.

Veri maghi? Perché li chiamo così?

Perché continuo ad ascoltare i loro aspri sibili piuttosto che le parole rincuoranti di parenti, amici e professori?

E perché sono scappata?

“Cosa senti Granger?”

Alzai la testa dalle ginocchia e vidi una figura altera e dritta di fianco a me.

Sembrava che la pioggia su di lui scivolasse senza intaccarlo minimamente, mentre io ne ero zuppa. Pure l’acqua ora riconosce la superiorità?

Trovo il fiato per rispondergli solo dopo qualche minuto, cerco di metterci tutto il disprezzo che ho nel cuore nella frase che sto per dire, ma riesco solo ad emettere solo un sussurro patetico.

“ E tu cosa vuoi da me?” rispondo spostando lo sguardo verso le acque grigie del lago.

“ Una risposta, su Granger so che sei capace di parlare, rispondimi, cosa senti?”

Continua a non guardarmi, ed io non capisco dove vuole andare a parare. Offendermi ancora? Provare a consolarmi per poi trattarmi peggio e ributtarmi nel fango del dolore?

“Sento la pioggia.” Rispondo di nuovo sibilando, sento di non avere forze per affrontarlo, tanto vale piegarmi e rispondere senza farmi troppo male.

“ Parlamene.” La sua voce è calma e calda, mi colpisce molto questa cosa poiché non sono mai stata veramente attenta al suo tono.

Rido tra me, ora sto pure ad ascoltare uno ragazzo che conosco solo di vista, a fantasticare sulla sua voce e a dargli retta? Come cambiano le cose Hermione.

Tiro su con il naso, allungo una mano verso il vuoto e apro il palmo, raccolgo gocce e pensieri prima di rispondere.

“Sento che la pioggia cerca di affondarmi nell’erba, mi sento zuppa non solo di acqua ma anche di dolore e vergogna. Mi sento tradita da me stessa perché ho paura delle opinioni altrui.”

Annuso un po’ l’aria, riempio i polmoni e con una voce un po’ più profonda dico:

“ Sento che nessuno potrà mai capirmi, nemmeno io stessa riesco a capire ciò che voglio. Mi sento sbattuta da un opinione all’altra, sento che ho messo il mio io di lato per poter avere delle buone parole da tutti. Mi sono messa in secondo piano per gli altri e non per aiutarli o essere gentile, ma per poter ottenere il loro assenso. Mi vergogno, e mi sento inferiore.”

La parole cadono copiose più della pioggia, sento che un po’ dello sporco che ha incrostato la mia anima è stato grattato via.

“Nessuno può vivere per te Granger. Non te ne sei accorta e gli altri hanno già manipolato la tua vita ed i tuoi pensieri. Quante volte ti sei trattenuta per non dare cattiva impressione? Nessuno può dire per te ciò che pensi. Nessuno può farlo. Se continui così le tue parole moriranno e verrai assorbita semplicemente dai desideri altrui.

Piantala di piangere su te stessa se non è quello che desideri. Smettila di far scrivere dagli altri la tua trama, riprenditi la tua vita. Alzati ora, nessuno può farlo per te. Oggi devi rinascere Granger, rinasci dai tuoi errori e cerca di capire che nessuno può indurti a tacere ciò che vuoi. Libera il tuo io e getta via le inibizioni. È vero che ora sei inferiore agli altri, lo sei perché vivi dietro le loro ombre e ti dimostri debole davanti ai loro giudizi. Riprenditi l’orgoglio, e vedrai che la vergogna e l’inferiorità saranno solo dei brutti ricordi.”

Ero rimasta a bocca aperta nel sentire quelle parole, tutte dette per me.

Attonita ripensai a tutte quelle volte che volevo gridare, che volevo mandare a fanculo tutto e tutti, che volevo lanciare tutto fuori dalla finestra e vivere…ed invece di farlo mi chiudevo nel silenzio e nello studio, pensando che un libro non poteva di certo insultarmi e ferirmi.

Mi girai, ma il mio interlocutore era già sparito.

Che mi fossi sognata tutto?

Alzai lo sguardo, la pioggia cadeva ancora e si mescolava alle mie lacrime.

Era bello sentirla scivolare sulla mia pelle, non mi spingeva più verso terra, non cercava più di attaccarmi. Stava lavando tutto via dalla mia pelle.

Mi alzai e di nuovo corsi, ma sta volta non per scappare.

Correvo verso la scuola, ed entratavi andai dritta verso i sotterranei.

Gli studenti si giravano tutti a guardarmi, ero fradicia, rossa in volto e correvo come una disperata.

Arrivai nel corridoio dove sapevo di trovare ciò che cercavo.

“Malfoy…” Dissi ansimando leggermente per la corsa appena fatta.

Il biondo si girò e mi guardò dall’alto al basso con schifo, mentre altri due occhi mi osservavano curiosi.

“Granger non ti è bastato quello che ti ho…”

SLAM.

Il rumore del mio ceffone risuonò per il corridoio per qualche secondo, sul volto di Malfoy un segno rosso faceva bella mostra di se.

“Si Malfoy. Sono venuta a dirti proprio questo, mi è bastato tutto ciò che hai detto su di me. Ora basta.”

Per la prima volta mi sentii bene, fiera di me stessa e di non essermi trattenuta.

Malfoy non reagì, credo sia rimasto troppo scioccato dal mio gesto.

Mi voltai e presi la strada verso il mio dormitorio a testa alta, dopo qualche passo mi fermai e girai il mio sguardo, un ragazzo mi stava guardando sorridendo, bagnato anche lui, con le scarpe sporche di fango.

“Grazie Zabini, non me ne dimenticherò.” Dissi seria per far intendere che non avevo più intenzione di piegarmi davanti agli altri, che le sue parole avevano colpito nel segno.

Senza aspettare una risposta alzai i tacchi e me ne andai.

Finalmente fiera e orgogliosa.

  
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