La sveglia stava suonando da circa dieci minuti, e il sole invernale aveva preso il possesso della mia stanza ma poco m'importava, tirai su le coperte e mi girai dall'altra parte del letto. Non riuscivo a prendere di nuovo sonno, d'altronde ce l'ho leggero, basta che qualcosa mi svegli e non mi addormento più ma mi piace stare a letto a pensare in silenzio, è rilassante.

"E così un altro anno è passato in fretta, anche stavolta dovrò inviare quei messaggi di addio e di promesse non mantenute alle mie più care amiche. L'unica cosa buona e che rivedrò mia sorella. Non ce la faccio più. Niente va più bene in questa vita. Vorrei morire ma mia sorella mi dice che è ancora presto per farlo e che quando sarò grande la ringrazierò per avermi fermato. Sono quattro anni che me lo dice ma ancora non è successo niente. Già, oggi sono quattro anni esatti che mi taglio e che voglio morire." Sospirai.

Ho iniziato quando avevo dodici anni, ero a casa da sola. Mia madre era a fare la spesa, Mike era ancora a lavoro e mia sorella era uscita con le amiche. Ero depressa, mi sentivo sola, volevo mio padre. Avevo sentito in tv che una ragazza ha dichiarato che si tagliava perchè le dava sollievo e così provai, per vedere se era vero. Lo feci per la prima volta con la lama del temperino e avevo fatto un taglio molto profondo quando mia sorella entrò nella mia stanza impedendomi di uccidermi. Non me ne stavo rendendo conto ma mi stavo per ammazzare, grazie al cielo c'era lei, da allora la considero anche come un angelo, il MIO angelo. Ora ho sedici anni, e anche se non lo faccio davanti a lei, è consapevole che ancora mi taglio ma ormai mi sono abituata e non rischio più di morire.

"Oggi è il gran giorno!" Sento gridare mia madre dal piano di sotto.

"Per me, invece, è un giorno come gli altri, meno monotono, ma come gli altri." Sbuffai.

Oggi ci trasferiamo, di nuovo. Hanno trasferito Mike, il fidanzato di mia mamma ovvero suo marito, ma io preferisco dire 'fidanzato'. Sapevamo fin dall'inizio che questa carriera era molto importante e perciò richiedeva il trasferimento ogni anno ma mia madre incitò Mike a intraprenderla senza chiedere il mio parere dieci anni fa. È il manager di non so quale agenzia mondiale molto importante, ha un nome strano tipo Angerty ma non credo sia così, so solo che il lavoro peggiore del mondo. Si farà guadagnare tanto, possiamo permetterci di tutto ma odio il fatto di dover cambiare ogni anno scuola, amici, città, paese e addirittura continente! Forse, credo che odi di più Mike che il suo lavoro. Mia madre si è sposata con lui quando avevo quattro anni, poco dopo il divorzio con mio padre, penso che la colpa sia stata sua, se non fosse entrato nella vita di mia madre a quest'ora mio padre vivrebbe ancora con noi e saremmo stati una famiglia felice. Sono passati dodici lunghi anni ma ancora non l'ho accettato, non lo sopporto, preferirei vivere con papà, ma per colpa di uno stupido giudice non posso e lo vedo una volta all'anno per un solo mese. Mia sorella Katy sembra trovarsi bene con tutto questo, lei era un po' più grande di me quando la mamma e il papà si lasciarono e accettò la cosa senza proteste. Non la capisco, come può volere bene a quell'estraneo che ha totalmente cambiato la nostra vita, bah. Le voglio molto bene, c'è sempre stata per me non lo posso negare, siamo legate da una sorta di filo invisibile, quando ho bisogno lei c'è sempre. É il mio punto di riferimento, senza lei la mia vita farebbe ancora più schifo di quanto non lo è già. Anche se non è spesso a casa, e quando lo è litighiamo, sappiamo che possiamo contare sempre l'una sull'altra. Ora è meglio preparare l'ultima borsa, fra poco si parte..
 

***
 

Stavo buttando la lametta sporca del mio sangue, e pulendo il pavimento sporco di sangue quando bussarono alla porta.

"Ehi Ella hai finito di prepararti?"

Riconobbi subito di chi era quella voce roca e il mio cuore iniziò a battere più forte e senza accorgermene usai le mie unghie per tagliarmi a fondo.

"Si Mike puoi entrare" risposi un po' scocciata.

Lui entrò senza esitare, l'aria fredda del corridoio entrò in camera mia e mi fece venire la pelle d'oca sulle braccia scoperte, scrutò la stanza in cerca delle borse da portare al piano di sotto. Una volta che le inquadrò si diresse verso esse senza dire una parola, mi rassicurai. Non parliamo molto, in realtà sono io a non volerci parlare per me è un estraneo e lui n'è al corrente e non si oppone su questo al contrario di mia madre che cerca ancora di farmelo accettare nella famiglia.

"Bene, le porto giù io. Sistemiamo le ultime cose e poi ti veniamo a chiamare" Mi disse guardando che ancora dovevo indossare le scarpe.

Alzò piano lo sguardo verso di me continuando a parlare.

"Ah! La colazione è pronta se vuoi... DIO MIO ELLA COS'È QUESTO?!!" Urlò.

Mollò di colpo le borse facendole cadere a terra e mi prese di scatto il polso destro.

"Merda!" Pensai.



Ecco il primo capitolo di questa storia, ovviamente è tutto inventato da me. :)
Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate e così continuerò appena posso. :D
Spero vi piaccia, è un misto di generi e mi sta intrigando parecchio.
Ora bando alle ciance e fatemi sapere che ne pensate :)
Baci a tutte :*