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Autore: SimmyLu    19/09/2007    3 recensioni
Breve storia dal tema impostomi. Scritto nel 2005 come articolo per un esame.
Genere: Romantico, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Racconto di un amore impossibile.


Siedo guardando il vuoto. Tanto non c’è nulla da poter osservare. Tra poco sarà qui. E se ne accorgerà, è inevitabile. Mi darà dello stupido, perché ho miseramente fallito anche questa volta; si accorgerà dei tagli, mi sgriderà. E mi convincerà ancora che quello che dice è giusto, anche se io sono così testardo. Ecco, sento i suoi passi, lenti, che rimbombano come se i suoi piedi calzassero scarpe dai tacchi vertiginosi, come se il pavimento fosse quello di una chiesa. Ironico.
Stringo con la mano destra il polso sinistro, non voglio che veda, non voglio.
«Ciao…» dice suadente, prima di raggiungermi. Posso immaginare il suo odore, così dolce e intenso, da divorare. Non mi volto a guardarla. Per quel che mi riguarda potrebbe essere nuda, pronta a sedurmi ancora. Si siede accanto a me, facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi, fini e bellissimi, così diversi dai miei scuri ed ispidi come il pelo di un animale. Sul serio, non volevo finire così. Ovviamente si accorge subito che qualcosa non va e come sempre spalanca gli occhi e si irrigidisce con la stessa ansia, la stessa rabbia, sempre. Cade una piuma.
Le sue mani scattano verso i miei polsi, artigliandoli, sollevandoli con la sua forza, tremenda, impensabile.
«Mi fai male!» dico rabbioso, volgendo finalmente lo sguardo di fuoco nei suoi occhi blu.
«Lo hai fatto ancora!» grida.
«Lasciami in pace!» dico liberandomi dalla sua stretta. Mi alzo voltandole le spalle.
«Sei solo un povero idiota. Lo sai che tanto non ti lasceranno andare, no? È colpa tua.» sentenzia.
«Non l’ho scelto io!»
«Certo…» dice come se fosse ovvio. Si alza anche lei, mi si avvicina, mi guarda negli occhi.
«Ma tu non puoi lasciarmi. Dobbiamo stare insieme. È inutile che continui a provarci.» sussurra mentre mi abbraccia facendo scivolare le mani sulla mia pelle, così scura, così sporca e ruvida in confronto alla sua. Volto la testa di lato.
Non l’ho scelto io. Vorrei solo cessare di esistere, basta.
«Sei un debole, come tutti gli altri, sai? Non hai la forza per opporti, sai solo pensare a te stesso, ecco perché comando io.»
«Sono stanco di te.» dico e di nuovo si infuria, serrando le dita attorno al mio collo. Mi manca il fiato quando dice: «Sono io che comando e io decido se puoi o non puoi essere stanco!»
Le sue ali si tendono, bianchissime, come a dirmi che in fondo è così, che non c’è altra giustizia al mondo. Lei è la giustizia. Loro sono quel che è giusto. Ed io sono solo sporco. Per questo l’amo. Per questo la odio. E mi convinco che ci deve essere per forza qualcosa di divino in lei, perché non potrei altrimenti odiarla e amarla in questo modo. Mi convinco che in fondo Dio esiste... in lei.
Lentamente mi lascia andare, ma io non ho nessuna intenzione di rinunciare, piuttosto la morte! Penso ai tagli che mi sono procurato ai polsi; sono così vile e codardo che non riesco nemmeno a morire. Sempre che sia possibile. L’attiro a me, la stringo, mi avvinghio alle sue ali.
«Sono dannato!» le dico affondando nel suo profumo, «Sono solo un demonio, un demone! Lasciami andare, lasciami svanire! Non resisto! Non ce la faccio più! Liberami, ti prego! Tu puoi!»
Ma lei ride di fronte alle mi preghiere. Ride ed è così bella. Così insopportabile.
«Sei così stupido…» dice in un sorriso, «Nessuno fa quello che desideri. Devi obbedire e basta.»
«Ti prego.»
«Possibile che tu non capisca? Non c’è amore, non c’è passione… »
Sì, e vero, me lo ha ripetuto migliaia di volte. Lei non capisce tutto questo, non può perché è come se le parlassi una lingua sconosciuta. Giustizia, è questa l’unica parola che intende, l’unica lingua, l’unica legge. Non sa cosa sia l’amore o l’odio. Mi sento così solo, così inutile.
Non andremo mai via da questo luogo insieme. Mi userà finché ne avrà voglia, prima di passare ad un altro giocattolo. «È difficile?» mi chiede e la risposta non può essere che sì. Sì è difficile o meglio è impossibile; un demone può amare un angelo, ma un angelo non ama. Gli angeli non conoscono la passione, vivono ad un livello superiore, come se non poggiassero mai i piedi sulla terra. Ed io sono la terra.
È per questo che morirò per lei.
   
 
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