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Autore: billrussell    03/03/2013    2 recensioni
[The Night Angel Trilogy di Brent Weeks]
[The Night Angel Trilogy di Brent Weeks]A causa di una serie di eventi Kylar Stern si ritrova nel mondo dello strigo Geralt di Rivia. I due spadaccini si trovano a combattere fianco a fianco contro dei terribili nemici che minacciano la stabilità di entrambi i loro mondi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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''Geralt''

La voce gli arrivava lontana ed era in contrasto con la situazione in cui si trovava.

''Svegliati''

Era in un bosco e quindi era già sveglio.

Provò a capire in che zona dei Regni Settentrionali si trovava ma non ci riuscì.

Sicuramente non era a Brokilon. All'improvviso si sentì scuotere.

 

''Geralt svegliati per l'amor del cielo'', Ranuncolo si stava preoccupando, di solito l'amico si svegliava al minimo rumore mentre adesso aveva dovuto addirittura scuoterlo.

Finalmente Geralt aprì gli occhi. ''Smettila Ranuncolo, calmati.''

''Come faccio a stare calmo?'' rispose il bardo agitato ''è mezz'ora che ti chiamo! Pensavo che avessi preso una di quelle tue maledette pozioni e che fossi morto.''

''Non dire sciocchezze Ranuncolo. Piuttosto, perché mi hai svegliato?''

''Perché è ora di partire. Su preparati e poi andiamo a sellare i cavalli così lasciamo questo postaccio.''

''Da quando una città traboccante di bordelli è diventata un postaccio?'' chiese ironicamente lo strigo. ''E poi siamo arrivati solo ieri e io non ho ancora trovato un lavoro.''

''Se non lo hai trovato subito vuol dire che non c'è bisogno urgente di te, quindi possiamo anche partire.''

Geralt si stava rivestendo ed era un po' allarmato dal tono di voce di Ranuncolo e dalla sua agitazione.

''Ranuncolo perché hai tutta questa fretta?''

Il bardo lo guardò un attimo e poi si mise velocemente a preparare le sue cose.

''Cos'hai combinato?'' insistette lo strigo.

''Niente'', rispose, forse troppo frettolosamente come se si aspettasse l'arrivo di quella domanda.

''Non ti credo. Ti conosco fin troppo bene. In che guaio ti sei cacciato?''

Ranuncolo esitò un attimo. ''Oh va bene. C'era questa bella signora...''

''L'inizio non promette niente di buono'', disse lo strigo.

''Be', puoi immaginare come sia andata.''

''Si, come tutte le altre volte. Immagino di sapere anche come sia finita'', rispose tetro Geralt.

''Questa mattina ho avuto la sfortuna di conoscere il marito della signora. Il brav'uomo ha tirato fuori dal fodero uno spadone affilato quasi quanto le tue lame ed ha iniziato ad inseguirmi per le vie della città.''

''Avevo immaginato giusto.''

''Al buon marito si sono aggregati anche due compagni. Fortunatamente sono riuscito a seminarli, ma non penso che ci metteranno molto a scoprire dove alloggio'', un piccolo sorriso gli attraversò il volto. ''Dopotutto sono il più famoso bardo di tutti i Regni Settentrionali''.

Lo strigo lo guardò duramente ed era sul punto di redarguirlo per il suo comportamento come aveva già fatto parecchie volte in passato.

''Comunque è meglio se partiamo'', lo precedette Ranuncolo. ''A meno che tu non abbia voglia di ridipingere le strade della città con il sangue di quei tre.''

Geralt rimase immobile per alcuni secondi, poi borbottò qualcosa di incomprensibile e si mise a preparare le sue cose.

Il sole era alto in cielo quando i due uomini abbandonarono la città in sella ai loro cavalli.

 

''Geralt sei ancora arrabbiato con me?''
Ormai era sera e Geralt e Ranuncolo si erano accampati sotto un grosso albero al limitare di un bosco. Durante il viaggio entrambi erano rimasti molto silenziosi. E se per lo strigo viaggiare in silenzio era cosa normale, non lo era affatto per il bardo che solitamente strimpellava il suo liuto cercando l'ispirazione per la sua prossima canzone.

Questa volta però Ranuncolo non lo aveva nemmeno toccato il suo adorato liuto.

Si sentiva in colpa per il guaio che li aveva costretti a partire subito da Maribor senza aver lasciato la possibilità a Geralt di trovare un lavoro.

Per di più i due erano rimasti senza soldi.

''No Ranuncolo, non ti preoccupare'', rispose Geralt. ''Non è la prima volta che capita e sicuramente non sarà l'ultima. Ci sono abituato. Quando viaggio con te succede spesso.''

''Comunque scusami ancora. Vuoi che ti rallegri con qualche canzone? Lo so che non ne capisci niente di queste cose, però mi farebbe piacere farti sentire qualcosa del mio vasto e brillante repertorio.''

''Meglio se ci mettiamo a dormire, così domani potremo partire presto.''

''Forse hai ragione'', concordò il bardo sbadigliando.

Illuminati dalle ultime fiamme residue del loro fuoco i due uomini si sdraiarono vicino al tronco dell'albero scivolando immediatamente in un profondo sonno mentre intorno a loro calava l'oscurità.

 

Il sole filtrava a tratti dalle grigie nuvole che oscuravano il cielo, creando così un effetto di luci che aveva un che di divino.

La città era circondata da bianche mura di marmo e all'interno svettava un favoloso castello.

A valle vi erano campi ben curati e pronti a donare ricchi raccolti agli uomini che vi avevano tanto faticato sopra.

Sul lago si creavano meravigliosi giochi di luce dovuti ai pochi raggi del sole.

La visione stupenda di quel paesaggio stordì momentaneamente Geralt. Ripresosi dallo stordimento lo strigo si concentrò per capire dove era finito.

Sicuramente non sono più nei Regni Settentrionali e tanto meno nell'Impero di Nilfgaard. Città del genere non esistono in nessun regno da me conosciuto. Posso solo supporre che sia un sogno, anche se mi sembra tutto così reale.

Una piccola vibrazione del medaglione interruppe i pensieri di Geralt, che si guardò intorno senza però scorgere nulla.

Ora che guardo meglio questo posto sembra disabitato. Nessuno a lavorare nei campi o sui pontili. Probabilmente è un giorno di festa e sono tutti all'interno delle mura oppure è una città morta.

Il medaglione si mise a vibrare in un crescendo di forza ed intensità. Il cielo divenne all'improvviso più scuro, le grigie nuvole eclissarono il sole e scaricarono tutta la loro acqua sulla terra.

C'è qualcosa che non va. Il medaglione sembra impazzito ed io ho sentore di un pericolo imminente, eppure è tutto deserto.

Lo strigo annaspò e si sentì sopraffare da una forte sensazione di disagio.

Chiuse gli occhi per isolare suoni e odori e cercò di calmarsi.

Le fredde gocce d'acqua gli bagnavano il viso e i capelli bianchi. L'odore dell'erba bagnata arrivò alle sue narici.

Lo scroscio dell'acqua sulle foglie degli alberi era l'unico rumore tutt'intorno.

Ogni muscolo del suo corpo era teso ed il cuore batteva ad un ritmo lentissimo.

Geralt si girò di scatto estraendo la spada ad una velocità sovrumana ed aprì gli occhi.

 

  
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