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Autore: Doroth_    03/03/2013    4 recensioni
E' un breve racconto,in cui é descritto lìincontro,in una delle vite(da me inventate)di Luce,con Cam...spero che vi piaccia...^^ Grazie in anticipo :D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cameron Briel, Luce Price
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Incontro di Luce con Cam(periodo:basso medioevo)
I lunghi capelli corvini scendevano dolcemente da un improbabile chignon, la pallida pelle illuminata dal sole di un mezzogiorno di luglio, i grandi occhi nocciola fissi sull’orizzonte, le labbra rosee e carnose.
Canticchiava sulle note di una canzone popolare e stendeva il bucato umido sulla staccionata che recintava la sua casetta in campagna.
Le sue mani candide e screpolate, eseguivano una serie di passaggi con una cura estrema, quasi si stessero occupando di un preziosissimo calice di cristallo.
Prendeva un capo da una cesta di vimini, lo lavava, lo strizzava e lo sistemava sulla recinzione dipinta di un bianco scolorito e consumato dal tempo.
Infine ricominciava tutto daccapo, spostandosi leggera sul prato d’erba alta e denti di leone del suo piccolo, ma grazioso, giardino.
Era quasi ora di pranzo e, dalla cucina, si levava un delizioso aroma di pane appena sfornato, sufficiente a far venire l’acquolina in bocca alla ragazza, ormai stanca e accaldata.
Si voltò in direzione della porta lignea dell’ingresso, quando una voce di donna, una voce calma e tranquilla, la chiamò:
-Lucinda!E’ pronto!Forza, vieni dentro!-
Si sentì sospirare di sollievo e iniziò a correre a perdifiato verso la casa.
D’improvviso, inciampò nel suo abito di contadina, ruvido e logoro, e rovinò a terra, scorticandosi il ginocchio.
Gemette per il dolore e, dopo essersi messa a sedere, accarezzò il profondo graffio, ormai grondante di un denso sangue scarlatto.
-E’ tutto apposto?-una mano perfetta si protrasse verso di lei.
-Ehm…non esatta…-si interruppe di colpo quando, dopo aver volto lo sguardo verso l’alto, si ritrovò catturata da delle iridi di smeraldo, profonde,i ntense e splendenti di un bagliore dorato.
Era un giovane alto, bello, dal fisico asciutto e una chioma nero lucente, dall’aspetto decisamente più curato di quello di Lucinda.
Indossava un abito elegante ed un paio di scarpe lisce e pulite.
Quello che aveva di fronte era Cam, il bel demone che, però, non aveva ancora incontrato in quella vita.
Le si avvicinò con cautela e fece passare le braccia sudate di lei intorno al suo collo muscoloso e la sollevò di peso dal suolo.
-Ti sei fatta molto male?-le chiese lui, con tono sensuale e morbido.
Lucinda non rispose. Non riusciva a dire nulla. Era persa in quella stretta, opprimente ma, al tempo stesso, rassicurante e tremendamente familiare.
Le vennero le vertigini. Ora erano così vicini che lei riusciva a percepire il suo caldo respiro sul collo e a vedere meglio le sue labbra, morbide ed invitanti.
Distolse gli occhi dai suoi, e, quasi si fosse spezzato l’incantesimo che l’aveva “stregata”, trovò il coraggio di sussurrare piano:
-…N-No…grazie…ora puoi…-tentò di poggiare i piedi sul terreno inaridito dalla calura, ma lui non glielo permise.
-Hai fretta di andare via?-domandò, sorridendo malizioso e prendendole il mento con le dita.
Prima che la ragazza riuscisse a fare o a dire nulla, le labbra di lui erano già premute sulle sue.
Lucinda si divincolò un paio di volte, fino a che il ragazzo, dopo averla fatta delicatamente sedere sul soffice prato, non le disse:
-bene…-le diede le spalle e iniziò a camminare-…alla prossima…-si voltò nuovamente verso la fanciulla e ammiccò leggermente-…Lucinda!-
La ragazza rimase sbalordita, continuando a passarsi l’indice sul labbro superiore.
Dopo aver distolto lo sguardo solo per un breve istante, notò che il giovane, così come era apparso dinanzi a lei, era scomparso.
Ancora turbata, avanzò lenta verso l’abitazione e, poco prima di richiudersi la porta alle spalle, diede un’ultima occhiata al sole, ormai già sul punto di tramontare.
 
 
  
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