Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
per
: Dray_B.
Passato
e
presente
“Maestro,
possibile che non ci sia niente che v’interessa
più di quei maledetti giornali
con le donne nude? Possibile che voi grandi guerrieri dobbiate tutti
essere dei
pervertiti?!” gridò Naruto. Guardò il
maestro calarsi di più la fascia
sull’occhio con la cicatrice. Allungare le gambe e darsi la
spinta alzandosi
seduto sul letto.
Il
ninja più
giovane poteva intravedere il corpo del più grande sotto la
tuta nera aderente.
Si grattò una guancia sopra le strisce nere,
sbuffò e si voltò.
<
E gira
per casa in modo indecente, per giunta > pensò.
Il
più
grande appoggiò il libriccino dalla copertina arancione con
il segno rosso del
divieto a faccia in giù sulla coperta. Si voltò e
si alzò in piedi. Sbadigliò e
allungò entrambe le braccia, sbattendo la palpebra
dell’occhio normale.
“È
essenziale, sfogando in modo platonico le nostre pulsioni, queste non
ci sviano
nel momento della battaglia. Prima o poi il tuo amore per Sakura ti
porterà
alla morte, ragazzo mio” spiegò. Naruto si
avvicinò e si mise davanti al
maestro. Socchiuse gli occhi, sporse il labbro inferiore e le iridi
azzurre gli
brillarono.
“Che
vita è
senza amore?! Insomma, vi imbucate nelle terme e fate stupidaggini di
continuo.
E poi non concretizzate nei sentimenti più belli che ci
sono!” gridò.
Kakashi
deglutì e indietreggiò, sbattendo di schiena
contro il suo comodino.
<
Ha lo
stesso odore di Obito, oltre che il suo modo di fare. Non sopporterei
che
impazzisse come il mio vecchio amico per una donna >.
Avvampò, deglutì e
chinò il capo.
“Maestro,
almeno una volta esigo che vi lasciate andare”
ordinò Naruto.
Il
ninja più
grande si sporse, gli afferrò il mento e lo
baciò. Chiuse gli occhi e
rabbrividì.
Naruto
sgranò gli occhi e trattenne il fiato. I muscoli delle
braccia e delle gambe
gli s’irrigidirono, rimase immobile con il petto
gonfiò.
Kakashi
abbassò la mano, sorrise e sentì gli occhi
pizzicare.
“Contento?”
sussurrò con voce rauca.
Naruto
strinse i denti e lo abbracciò, appoggiandogli la testa sul
petto.
“Sì,
molto”
sussurrò, arrossendo.