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Autore: pandamito    04/03/2013    1 recensioni
La morfaminomane pazza del Distretto 6 alza le braccia scheletriche come per abbracciare la scimmia, che le affonda le zanne nel petto.
Lei si chiamava Ophelia Swan, aveva 28 anni e la buona sorte non era per niente a suo favore.
Non lo era mai stata, in vita.

One shot dedicata alla morfaminomane del Distretto 6 che ha sorpreso tutti nei settantacinquesimi Hunger Games. Ma, forse, lei aveva molto di più da raccontare.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Everything's gonna be alright.'
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Disarmata, impotente, faccio l'unica cosa che mi viene in mente. Corro verso Peeta per buttarlo a terra, per proteggere il suo corpo col mio, anche se so che non farò in tempo.
Lei però sì. E' come se si materializzasse dal nulla. Un attimo prima non c'era e un attimo dopo sta piroettando di fronte a Peeta. Già tutta insanguinata, la bocca aperta in un urlo acutissimo, le pupille tanto dilatate che i suoi occhi sembrano buchi neri.
La morfaminomane pazza del Distretto 6 alza le braccia scheletriche come per abbracciare la scimmia, che le affonda le zanne nel petto.
 
Lei si chiamava Ophelia Swan, aveva 28 anni e la buona sorte non era per niente a suo favore. 
Non lo era mai stata, in vita.
Prima che vincesse i sessantaquattresimi Hunger Games, contro ogni aspettativa, e che quindi conoscesse la morfina, frequentava un brutto giro nel Distretto 6 e dopo la sua estrazione alla Mietitura non fece che imprecare, perché solo quella scocciatura le mancava per complicare ulteriormente la sua vita. Non era mai stata amata e prima di entrare nell'Arena non le permettevano neanche di fumarsi uno spinello in santa pace. 
Dicevano che lei ed il suo compagno erano dei casi disperati, la sua accompagnatrice la odiava e non li sopportava, affermava che non avrebbero mai vinto e che erano dannatamente insopportabili e pestiferi. 
Su una cosa però aveva ragione: non avrebbero mai vinto. Non assieme, almeno, perché gli Hunger Games hanno un solo vincitore.
Però, sinceramente, al contrario di ciò che diceva quella biondina di una capitolina, lei non ci trovava nulla che accumunasse lei ed il suo compagno. Si chiamava Rafe Donald, aveva 17 anni, come lei, e nel Distretto 6 - a differenza sua che non aveva nessuno - c'erano suo padre e la sua ragazza che aspettavano vederlo tornare a casa. Questo, benché ci avesse provato, Ophelia non riuscì a dimenticarsene neanche con l'aiuto della morfina. 
E se lei era il pessimisto fatto persona, l'attira-disgrazie per eccellenza, Rafe era il ragazzino solare, sfacciato e divertente che piaceva a tutti.
No, assolutamente, non avevano nulla in comune.
Neanche i passatempi, lei andava nel panico se finiva le cartine, invece Rafe avrebbe passato giornate intere a dedicarsi alla pittura o alla lettura. Sembrava così a suo agio nel loro appartamento a Capitol City, un bambino nel paese dei balocchi perché lì lo accontentavano come voleva, poteva avere tutti i libri che desiderava e a sua disposizione pennelli e colori di ogni genere, tele bianche di varie dimensioni. Ed Ophelia ricordava il sorriso che non lasciava mai il suo volto allargarsi ancora di più.
« Se Emma potesse vedere! » ripeteva sempre.
Quando vinse, Ophelia diede parte dei suoi soldi al padre e alla ragazza di Rafe, perché non voleva sentirsi i rimorsi addosso. Lei li odiava, i rimorsi. Ma il giorno dopo, la sedicenne dai capelli rossi e gli occhi azzurri si presentò d'innanzi alla sua nuova casa, portandole un pennello, qualche boccetta di colore ed un piccolo dolce fatto con le sue mani. Non poteva credere che la ragazza avesse veramente speso parte dei soldi che le aveva dato per comprare dei colori da dare a... lei. Per Ophelia quello era come farsi un regalo da sola.
Però, dovette ammettere, aveva ragione Rafe quando ripeteva che i dolci di Emma erano i più buoni di tutta Panem, perché neanche a Capitol City mangiò qualcosa di tanto buono.
Ophelia non capiva cosa passasse per la testa a quella ragazza: aveva perso il suo ragazzo, avrebbe dovuto odiarla perché lei aveva vinto e ciò significava che il suo ragazzo era morto, aveva ricevuto dei soldi solo per compatire quel dolore, invece li aveva spesi per fare un regalo all'unica persona che avrebbe dovuto odiare più di qualunque altro al mondo.
« Grazie. » disse, quando Ophelia aprì la porta di casa e se la ritrovò di fronte.
La morfina la faceva smettere di pensare, glielo aveva insegnato il suo mentore. Quando era ancora nell'Arena pensava che non sarebbe mai sopravvissuta perché uno del genere non sarebbe mai stato capace di aiutarla. Ora, però, capiva perché ne era diventato dipendente: allevia il dolore che ti porti dietro.
La morfina le impediva di pensare, così non doveva temere che i ricordi degli Hunger Games ritornassero a tormentarla. Però, a differenza degli altri, il ricordo di Rafe non abbandonava la sua testa ed Ophelia era stanca, perché non sapeva come cacciarlo via. Così, un giorno, si mise a dipingere, così, giusto perché doveva tentare tutto pur di cacciarlo via, giusto perché pensava che almeno così gli avrebbe dato pace, giusto perché oramai la morfina le aveva dato così alla testa che non capiva più nulla.
Quel giorno capì perché a Rafe piaceva tanto dipingere.
Quando prese il pennello e lo immerse nel colore, Ophelia non pensò più a nulla, se non a concentrarsi sul disegno che voleva ottenere. 
Ophelia decise che da quel giorno nella sua vita ci sarebbero stati solo la pittura e la morfina.
 
La signorina Swan, però, l'aveva sempre saputo che la sorte non era mai stata a suo favore. 
Per la terza edizione della Memoria i tributi furono scelti tra i vincitori ancora in vita, per ricordare ai ribelli che neanche i più forti di loro potevano sconfiggere Capitol City. 
Ophelia non voleva tornare in quell'incubo, ora era più debole, sarebbe morta di sicuro. 
Nel Centro di Addestramento c'era il tributo del Distretto 12 che aveva vinto i giochi precedenti che si avvicinava sempre alla postazione sul mimetismo. Si chiamava Peeta Mellark ed i suoi disegni erano splendidi, aveva conociuto solo una persona che sapesse disegnare meglio ed ora quella persona era morta. Invece Peeta era vivo ed i ribelli volevano che continuasse ad essere tale, o Katniss Everdeen non sarebbe mai diventata la loro Ghiandaia Imitatrice. Peeta era riuscito ad ottenere tutto quello che voleva: sopravvissuto ai Giochi, un passo dallo sposare la ragazza che aveva sempre amato, una vita ricca in cui non doveva più patire la fame. Lui era riuscito ad ottenere tutto ciò che Rafe non ha mai potuto avere.
Ophelia sarebbe morta, questo era poco ma sicuro; però, se proprio doveva andarsene, almeno voleva farlo per qualcuno che non avrebbe sprecato la sua vita. 
 

Il respiro della morfaminomane rallenta fino a ridursi a una serie di brevi sospiri superficiali. La sua mano libera si muove sul petto insanguinato con i piccoli movimenti a spirale con cui amava tanto dipingere.
« Non ho ancora capito come fare gli arcobaleni. Arrivano e se ne vanno così in fretta. Non ho mai avuto il tempo di dipingerne uno dal vivo. Giusto un po' di blu qua e un po' di viola là. E poi scompaiono. Svaniscono nell'aria. » dice Peeta.
La morfaminomane sembra ipnotizzata dalle parole di Peeta. Sembra in trance. Solleva una mano tremante e dipinge quello che sembra un fiore sulla guancia di Peeta.
« Grazie. » sussurra lui. « E' bellissimo. »
Per un istante il volto della morfaminomane si accende in un sorriso e la donna lancia un piccolo squittio. Poi la mano insanguinata ricade sul petto, emette un ultimo sbuffo d'aria e il cannone spara un colpo.



 




pandabitch. 
A Leddy e ad i suoi what if con i quali mi fa partorire questo.
Ricordo che Rafe Donald è il tributo del Distretto 6 di mia proprietà.
Mentre Ophelia Swan è sotto il copyright di Leddy.
Entrambi i tributi partecipano all'interattiva Everything's gonna be alright di BlueCoral.
Diciamo che un giorno Leddy mi fisse "Ma te lo immagini se i morfaminomani fossero proprio Rafe ed Ophelia?"
Io le ho ricordato che non potevano vincere entrambi gli Hunger Games.
Lei mi ha detto di stare zitta e di lasciarla sognare, lolle.
Così mi è venuta in mente questa idea e... calza a pennello.
Si ringrazia Martichan97 per avermela betata, se c'è qualche errore incolpate lei.
Sei vi fa proprio schifo la fanfiction... beh, è colpa della febbre.
Per aggiornamenti mipiacizzate la pagina Pandamito EFP su facebook.
Se volete compatizzarmi per la mia febbre, invece, seguitemi come @pandamito su twitter.
Bao!
Baci e panda, Mito.

   
 
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