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Autore: Vulcania    20/09/2007    6 recensioni

[Prima Classificata Al Concorso su Writers Arena]
“Che ne parlino bene, che ne parlino male… l’importante è che ne parlino.”
Questo il motto di Draco Malfoy.
E visto che i motti, si sa, non son tali se non si applicano alla vita,
Draco ce la mette tutta per farsi notare da quei pochi temerari che lo ignorano.
Ma le cose si complicano quando si mette in testa
di attirare l’attenzione di una certa personcina
dalle efelidi ribelli ed un caratterino ancor più ribelle…
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimenti e note dell'autrice:
-I nomi delle persone e delle case di Hogwarts sono in inglese. Non mi chiedete il perché… forse perché mi rifiutavo di utilizzare Lumacorno, invece di un semplice Slughorn. Potrebbe essere un motivo.
-Linguaggio colorito. Mi sembrava più da Draco(a proposito di Draco: mi sembra veramente azzeccato in questa storia, poi ditemi voi^^)
- E’ una one- shot con prologo. Soltanto, è un po’ lunga quindi credo che la posterò divisa in più parti. Comunque, troverete il seguito in settimana…
-Lo so che faccio ancora un po’ schifo nella grafica, ma l’immagine originale era in bianco e nero, della Kelvin Klein. Quando l’ho vista, mi ha subito ricordato Draco e Ginny, così l’ho modificata^_^

Buona lettura, e mi raccomando: lasciate un commentino con le vostre considerazioni! Un baciotto.

- PROLOGUE -

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C’era una cosa che Draco Malfoy non poteva proprio soffrire.

Poteva sopportare che si parlasse spudoratamente male di lui quando il sottoscritto era a due passi dal cicaleccio.

Poteva stringere i denti mentre qualcuno gli dimostrava una compassione degna di Helga Hufflepuff, intenerito dalla sua degenere storia aggravata dalla sua ancor più degenere famiglia.

Poteva finanche soffrire che si parlasse bene di lui tra le fila di quegli spocchiosi ragazzini del primo anno Gryffindor.

Ma una cosa che non riusciva proprio a mandare giù era quando qualcuno lo ignorava. Draco Lucius Malfoy, unico ed incontrastato erede delle due famiglie di maghi più pure di sangue e più sporche di religione di tutta l’Inghilterra, doveva per forza di cose essere notato.

Era una questione di logica, una conseguenza ovvia, una sicurezza che il suddetto ostentava come un distintivo e avanzava così, tra la marmaglia e il ciarpame di Hogwarts, che ormai più che una scuola pareva un rifugio per poveri sanguesporco dilettanti e sudici marmocchi babbanofili.

Campava, per così dire, con quella rassicurazione pensando che gli sarebbe bastato mostrare la sua bella faccia per esigere un po’ di rispetto e molti favoritismi.

Non per niente era rimasto a dir poco oltraggiato quando il professor Slughorn lo aveva deliberatamente ignorato preferendo accanto a sé gentaccia come la So- tutto- io Granger o finanche Blaise, soltanto perché aveva una madre che era uno schianto. Per inciso, anche sua madre era uno schianto, ma a quanto pareva la dubbia reputazione in cui si era imbellettato il padre sembrava bastare per allontanarlo dal club dei prediletti.

Per non parlare poi dell’altro splendido acquisto, che aveva decisamente fatto luce sulla vera natura mollacciona di Horace Slughorn e che aveva, ancor più decisamente, fatto incazzare Draco. E come poteva mancare quell’odiosa, mocciosa, raccapricciante piattola della Weasley?

La regina degli idioti, l’eterna leccapiedi di Potter, giusto per completare il club
. Entrata nella cerchia, tra l’altro, per una stupida Fattura Orcovolante. Certo, era maledettamente allenata a fare quella fattura, visto che l’aveva sperimentata su di lui quando era al suo quarto anno, e Draco solo sapeva quanto avrebbe voluto fargliela pagare- ma per Salazar, era solo una fattura.

La sua spina nel fianco.

Una spina che, spinosamente parlando, ultimamente era diventata davvero fastidiosa. Gli si era conficcata sempre più a fondo nella pelle, impercettibile e dolorosa, come solo una spina poteva essere.

Già, perché Ginny Weasley era, guarda i casi della vita, una di quelle persone che lo ignoravano. Completamente.

Harry Potter non poteva fare a meno di nominarlo almeno una volta al giorno, per scoprire quali insidiosi piani albergavano nella sua mente, senza parlare di un anno prima quando lo aveva seguito persino al cesso.

Ronald Weasley davanti a lui non riusciva a mantenere la benché minima calma, e la cosa non era una così grande sorpresa, visto che ne possedeva un deposito esiguo quasi più se possibile di quello dell’intelligenza.

Hermione Granger ai suoi insulti se ne usciva con la sua preziosa aria di superiorità, senza però riuscire a contenere un’espressione mortalmente offesa.

Ma lei no. La Weasley lo nominava quel tanto che bastava perché un discorso potesse andare avanti, e si limitava a passargli davanti senza neanche degnarlo di uno sguardo. Gli insulti le scivolavano addosso, la sua presenza non era neanche notata. Bellamente ignorato.

E mentre con le offese che rivolgeva ai suoi amichetti se ne tornava sui suoi passi tutto tronfio, felice di aver colto nel segno, con la Weasley l’unico pensiero che gli passava per la mente appena finito d’insultarla era un insoddisfacente “ne sei uscito indenne”, e non era certo una cosa di cui poteva vantarsi.

Anche in quel periodo, in cui erano costretti per giorni interi ad una convivenza forzata, non incontrava mai i suoi occhi e se capitava per un caso fortuito li distoglieva immediatamente.

Ed era già abbastanza umiliante per Draco accettare di essere accolto e protetto da una massa di persone che disprezzava dalla radice dei capelli fino alla punta dei piedi, con l’unica compagnia della madre e della dimora dei Black- che perlomeno sembrava riconoscere la superiorità e la purezza del loro sangue e si ribellava come meglio poteva agli intrusi- senza che ci si mettesse anche la Weasley.

N
on avrebbe mai fatto come sua madre Narcissa, che adesso celava il suo disappunto per pura educazione, e finanche collaborava con quegli idioti, abbassandosi al loro avvilente livello.

No, lui li ignorava. Perché ignorarli era l’unico modo che aveva per contrastarli. Per non rimanere influenzato dai loro assurdi ideali. Ma ciò non implicava che loro potessero fare altrettanto.

 

Loro non avevano il diritto d’ignorarlo. Ginny Weasley non aveva il diritto d’ignorarlo.

 

 

[CONTINUA…]

  
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