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Autore: Sybil Blues    04/03/2013    4 recensioni
Dieci anni di assenza, e poi Will finalmente torna. Per Elizabeth, e perchè deve conoscere qualcuno: suo figlio.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Will Turner
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'alba strisciava pigra fra le stelle, quando Elizabeth e suo figlio uscirono di casa.
Il bambino si lasciò trascinare silenziosamente fra le strette vie del villaggio, trotterellando affianco alla mamma, illuminata dal sorriso che le splendeva in volto.
"Forza, piccolino, papà ci aspetta!" lo incitò Elizabeth, sistemandogli la bandana rossa che gli oscurava la vista.
Suo figlio le rivolse uno sguardo duro e lucido. Non gli piaceva essere chiamato in quel modo. Elizabeth rise. Arrivarono alla spiaggia. La lingua di spiaggia bianca sembrava splendere sotto il cielo opaco. Bianco, bianco ovunque, interrotto solo da una nave all'orizzonte e da una figura scura, seduta rivolta verso il mare.
"Will!" gridò Elizabeth. Lasciò la mano suo figlio in braccio e corse come se avesse avuto cento leoni alle calcagna, sollevando la sabbia che le graffiava le caviglie, il petto che si alzava e abbassava veloce, i capelli sciolti nel vento salmastro. E finalmente fu fra le sue braccia. Dio, quanto le era mancato. Lui, il suo tocco ruvido e gentile, la sua bocca sottile, il contatto con la barba ispida indurita dal sale.
"Will, Will, Will" Assaporò il suo nome guardandolo negli occhi. Suo marito le prese il volto fra le mani, beandosi di ogni singolo dettaglio e poi la baciò stringendola a sè.
"Will, quello è nostro figlio." Mormorò Elizabeth, la voce tremante, indicando un puntino che si faceva sempre più grande. "E' Jack, Will. Ha dieci anni, adesso, e non crede più alle favole di pirati. Vuole sapere che suo padre è vivo, che non l'ha abbandonato e che non è solo un'invenzione di sua madre. Va' da lui, non avere paura. Abbraccialo."
Will le sfiorò delicatamente la fronte con le labbra, gettò la spada a terra e camminò verso suo figlio.
Elizabeth lo accompagnò con lo sguardo e le sfuggì una lacrima, quando vide Jack sorridere davvero.

Tornarono indietro mano nella mano. Elizabeth pensò che fossero la cosa più bella del mondo, i suoi due uomini.
"Papà dice che deve ripartire presto. Domani." Quelle parole affondarono come lame nel petto di sua madre. "Sì, è vero." replicò lei, esitante.
Will si accovacciò all'altezza di suo figlio e gli accarezzò i capelli scuri. Notò che aveva gli occhi uguali ai suoi.
"Ascoltami, Jack. Io ti voglio bene, capito? Anche se non posso essere sempre con te, almeno, così ti sembra. Io sono sempre con te." Jack lo guardava, impassibile.
"Bugiardo." soffiò.
"Credi che tua madre ti abbia mentito?"
"No, credo semplicemente che si sia sbagliata. Tu non puoi essere mio padre. Non sei con me al mio compleanno. Non sei a casa, quando torno da scuola. Non ceni con noi, e la mamma piange per te, di notte, quando crede che io dorma. Sei cattivo." Si liberò dalla stretta e corse via, verso il villaggio. Elizabeth gli rivolse uno sguardo disperato.
Will la abbracciò.
"Ha ragione" disse. "Ha dannatamente ragione."
"Capirà, vedrai. Dagli tempo."
Will sorrise, amaro. "Credo di potergli concedere al massimo altri dieci anni." Elizabeth gli rivolse uno sguardo fiero. "Io ti amo, Will. Non dimenticarlo, ti prego."
"Come potrei? La luna, di notte, ha il tuo volto. Le onde mi parlano con la tua voce, Elizabeth. Sto diventando pazzo perchè mi manchi da morire e l'unica cosa che vorrei fare adesso è stendermi con te sulla sabbia e fare l'amore per sempre. Ma anche fino a quando non sorge il sole mi basterebbe."
Elizabeth lo guardò dura e franca e si spogliò senza smettere di specchiarsi nei suoi occhi. Poi liberò anche Will dei suoi vestiti, lo prese per mano e lo condusse sulla battigia. Cancellarono dieci anni di lontananza a forza di baci e passione, mentre le onde li accarezzavano, il mare li accoglieva come suoi figli e il sole benediceva quell'unione disperata.
"Ho bisogno di te, ancora." Sussurri che si univano allo sciabordìo dell'acqua, speranze e illusioni di una vita che non si sarebbe mai realizzata. Elizabeth aveva dimenticato che l'amore fosse così bello.

Jack, Will ed Elizabeth trascorsero il tempo che gli dèi avevano voluto concedere loro a fingere di essere una famiglia felice. Andarono al mercato, Jack accettò di costruire castelli di sabbia con suo padre e Will gli concesse di maneggiare la sua spada. Ma poi la notte scese a tradimento su quel mondo perfetto che crollò come un castello di carte. La Perla Nera richiamava il suo capitano.
"Te ne vai?" chiese Jack, fingendo di non notare le lacrime che Elizabeth, accanto a lui, tentava di nascondere. Will annuì. "Ma torni?"
"Certo che torno, Jack. Tu sei il mio cuore e come potrei vivere senza il mio cuore?"
Jack sorrise.
Elizabeth fissò i suoi occhi in quelli del marito. Sapeva ciò che stava per dirle, e ciò che significava. Addio, per ora, ma non dubitare, tornerò, perchè tu sei mia ed io sono tuo e ho bisogno di te per sopravvivere. Addio, non piangere ti prego.

"Tieni gli occhi fissi sull'orizzonte." sussurrò Will al suo orecchio. Un soffio, e scomparve fra le onde, come un sogno che svanisce all'alba, neve debole che si scioglie al sole.

MIO ANGOLINO
Salve, lettori. Grazie per essere arrivati fin qui! Vorrei precisare che la frase 'Tu sei il mio cuore, e come potrei vivere senza il mio cuore?' è una libera citazione dal film 'Blow'.
Aspetto le vostre critiche e opinioni, non fatemi aspettare troppo :)
Sybil
 
  
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