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Autore: Cabiria Minerva    05/03/2013    11 recensioni
[Missing moments di Pride&Prejudice (2005)]
Piove. Mr. Darcy è appena stato rifiutato da Elizabeth, ma prima di andarsene si tende verso di lei, come in procinto di baciarla. Cosa passa nella sua mente in quel breve istante, mentre le parole di Lizzie ancora bruciano e le sue labbra sono più invitanti che mai?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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I am kissing you


 

Pride can stand a thousand trials,
the strong will never fall
But watching stars without you,
my soul cried.


 

Des'ree, Kissing you


 


 

«Could you expect me to rejoice in the inferiority of your circumstances?»

 

«And those are the words of a gentleman. From the first moment I met you, your arrogance and conceit, your selfish disdain for the feelings of others made me realize that you were the last man in the world I could ever be prevailed upon to marry.»


 


 

La distanza tra i loro volti era ormai talmente piccola che Mr. Darcy poteva sentire l'odore della sua pelle, un misto tra pioggia, e sudore, e erba. E, per quanto assurdo potesse sembrare, ciò aveva su di lui lo stesso effetto che il nettare aveva per le api: per quanto si ripetesse che quella vicinanza era a dir poco disdicevole – soprattutto considerando il rifiuto e le parole da poco uscite dalle labbra della giovane donna – trovava alquanto difficile ritrarsi, allontanarsi da quella tentazione.

Socchiuse la bocca, come a voler dire qualcosa, e la richiuse quasi immediatamente. Le parole sarebbero state inutili: lui era ancora perplesso e scosso, mentre Elizabeth tremava ancora dalla rabbia, dal rancore nei confronti dell'uomo che aveva allontanato Mr. Bingley da Jane e che, a parer suo, aveva rovinato l'esistenza dell'uomo che suo padre amava come un figlio, un gentiluomo afflitto dall'ingiustizia. Un gentiluomo! Inspirò profondamente, il viso ancora molto, troppo vicino a quello di Elizabeth.

No, non era questo il tempo per le parole. Avrebbe trovato un momento più adatto, o forse le avrebbe scritto una lettera, così da non doverle imporre ulteriormente la sua presenza. Ma ora...

Ora poteva quasi sentire il calore della sua pelle collidere con quello di Elizabeth, e l'alito della ragazza gli carezzava, sfacciato, le labbra. Perché, se veramente lo disprezzava così tanto, la sua lingua tagliente non aveva ancora pronunciato una parola per farlo allontanare?

Forse...

Inclinò un poco la testa, osservando gli occhi di Elizabeth. Quasi temeva di lasciare che la speranza s'impossessasse di lui, ma se... se da qualche parte, sotto la rabbia, sotto l'orgoglio che le induriva i tratti, ci fosse stata una piccola fiamma, soffocata dal trambusto che, sicuramente, doveva riempire il cuore della ragazza?

Inconsciamente si protese ancora un poco verso quelle labbra corrucciate. Che cosa ci faceva ancora lì? Avrebbe dovuto andarsene, subito. Se qualcuno li avesse visti, così vicini, chissà quali voci avrebbero fatto il giro del Kent ancor prima che fosse calata la sera.

Eppure... l'unica cosa che voleva veramente in quel momento andava totalmente contro il buonsenso e la decenza. Gli sarebbe bastato sporsi ancora un poco, chinarsi appena, e le sue labbra avrebbero incontrato quelle di Elizabeth. La tentazione era talmente grande, talmente forte... Vide l'immagine di ciò che sarebbe accaduto se solo l'avesse baciata: poté quasi sentire il gusto di quelle labbra sulle sue, la resistenza che esse avrebbero fatto, solo per soccombere pochi istanti dopo, i fianchi sotto le sue mani, facilmente indovinabili attraverso la stoffa bagnata e aderente. E poi... e poi...

Un brivido lo scosse, e si vergognò di quei pensieri. Sbatté le palpebre come per risvegliarsi e tornare alla realtà di quella giornata uggiosa, delle parole che ancora bruciavano sotto la pelle. Ritrovò il controllo che, seppur solo nella sua mente, aveva perso a causa di quella vicinanza che, ora lo capiva, era più pericolosa di qualsiasi disparità o imbarazzo causati dalla sua nascita o dalla sua famiglia. Quella vicinanza che fomentava, in lui, desideri che prima d'allora l'avevano solo sfiorato; li ravvivava e li faceva bruciare con più vigore che mai.

Deglutì e, con un movimento quasi impercettibile, ruppe quel contatto, anche se di pochi ce ntimetri. Diede un ultimo sguardo ai suoi occhi e il turbamento, la confusione che vi vide furono come una sberla. Doveva andarsene, subito.


 

«Forgive me, madam, for taking up so much of your time.»

 


Le parti in inglese sono la ripresa di ciò che Mr. Darcy dice alla fine della 'scena della pioggia' (vi lascio il link per rivedervela :) ), e sono una sorta di cornice ai suoi (ipotetici) pensieri. Li ho lasciati in inglese perché.. ehm.. perché non ho mai visto il film in italiano e nelle mie orecchie risuonano in inglese. E poi Macfadyen ha una voce stupenda, e leggendo le frasi in italiano non riesco ad immaginarmela :D

Comunque, questo è un altro parto della mia mente malata di ottocento (è solo un periodo.. sì, dev'essere solo un periodo.. spero..), quindi siate indulgenti e comprensivi ;)
Se, per caso, voleste lasciarmi un commento, una recensione, una critica (possibilmente costruttiva..) sarò molto felice di leggerle e di rispondere! Anche suggerimenti e qualsiasicosavipassiperlatesta sono ben accetti. Se, per assurdo, volete rimanere aggiornati sulle mie elucubrazioni mentali, sull'avanzamento delle mie ff o su nuovi/vecchi/altri progetti, questa è la mia pagina fb.

A presto,
Cabiria Minerva

   
 
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