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Autore: Maya98    05/03/2013    3 recensioni
La persona che ami ti sta dicendo che muore dalla voglia di ucciderti, e che vuole andare in prigione solo per te. La persona che ami ti sta puntando sul petto una pistola, e ti sta coccolando con una dolcezza disarmante. La persona che ami ti ha salvato e ti ha dato tutto, pretendendo sempre tutto in cambio. È mai importato? Non è mai importato. La persona che ami ti sta facendo sentire più vivo che mai, in questo momento, e non potrebbe esserci regalo più grande.
Dark!AU - SerialKiller!Sherlock (lo amo) e Victim!John
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Heart’s Shadows

 

 

Aprire gli occhi e non sapere più dove si trovano il cielo e la terra.

Le vertigini.

Il vomito.

Il mal di testa.

La sensazione che persiste e costringe gli occhi a non vedere offuscato.

E sempre quella maledetta domanda.

 

Ma dove diavolo sono finito?

 

Mettere a fuoco e distinguere poco.

Un tavolino, due poltrone, la libreria. Un teschio, sulla mensola.

Sei confuso, e forse te ne rendi conto. Non capisci perché non te ne sei accorto prima.

Sei ancora al 221b, non ti sei mai mosso di lì, perché non ti sei mai mosso di lì?

Chi mai ti avrebbe rapito e poi abbandonato a casa tua? Se non si conta Mycroft, che comunque non ha mai usato con te mezzi pesanti, allora davvero...

Perché stai male? Perché il cervello è impantanato? Perché...

 

Droga.

 

La sensazione di una siringa conficcata nella tua schiena da una mano amica e poi il vuoto.

Sono ricordi le immagini che scintillano sullo sfondo nero? O solo sogni?

E perché questo eterno bruciare intorno?

 

Già, perché poi?

 

Sei legato ad una sedia, con una doppia corda di fattezza robusta e ruvida sulla stoffa della tua camicia. Ma non solo il torace, anche le caviglie sono fissate alle gambe, e le mani tra loro dietro la schiena. Lo sfregamento gratta la pelle, la incendia. Il bavaglio soffoca la tua voce.

 

Che stupido...legato come un salame in casa propria.

 

C’è amarezza nei tuoi pensieri.

-John?-chiede una voce.

O meglio, la voce.

Non esiste nessun altro al mondo che potrebbe avere quella voce.

Vorresti rispondere, ma il bavaglio imbottito di cotone ti permette a mala pena di produrre saliva. Alla fine, decidi di startene in silenzio finché non si deciderà ad entrare nel tuo campo visivo.

-John, sei sveglio? Era anche ora.-continua la voce, melliflua.

Improvvisamente, senti i legacci del bavaglio stretti dietro la tua nuca sciogliersi, slegati da mani abili, veloci e sottili. Le sue mani.

Poi eccole, come delicati battiti d’ali di farfalla, che ti sfilano il cotone dai denti, e che lasciano la tua bocca riposare all’aria.

Sherlock.

Pensi. E per un attimo ti sembra di capire, capire tutto.

Pensi solo questo, e nient’altro. Non occorre altro.

Solo questo pensi, solo questo.

Solo Sherlock.

 

 

________________________________________________________________________

 

 

 

Gli occhi azzurri di John continuano a saettare dalla tua immagine a quella della pistola che tieni nella mano sinistra. Ipnotizzati, in una spirale di movimenti burrascosa e continua, monotona, che non si distacca mai dal tuo sguardo alla canna della tua arma. Oscillazione costante. Le onde su una scogliera.

Te. Pistola. Te. Pistola. Te. Pistola. Te...

-Oh, andiamo John. Non dire che non l’avevi capito.

Per un attimo sembra tenere gli occhi chiusi, ma infine ecco le sue iridi spuntare di nuovo. Ha forse sbattuto le palpebre piuttosto lentamente? Oppure ha cercato di deviare il tuo sguardo.

-Non capisco perché sei stato costretto a drogarmi per legarmi sulla sedia di casa mia.

Dice infine, e finalmente il suono della sua voce sembra quietare il felino che soffia nel tuo petto. Oh, che metafore squallide. 

Delete...

Delete...

Please, wait...

Loading...

Images deleted from your mind palace.

 

-Perché ciò che voglio fare non me lo avresti mai concesso, se ti avessi chiesto di farti legare alla sedia mentre eri cosciente e perfettamente in possesso delle tue mediocri abilità cognitive.

Sproloqui, inutili sproloqui pieni di risentimento che ti portano lontani dal tuo obiettivo. Hai sempre avuto questa condanna di non saper filtrare le parole così come ti sopraggiungono, dalla mente alla lingua. E ti sei sempre roso di come questo non faccia altro che deviare, porti lontano dal risultato. Lo odi. Ti odi.

Hai bisogno di farlo, potresti morirne. Potresti accasciarti proprio or ora al suolo.

Sospiri, profondamente, e levi la sicura.

John trattiene il fiato.

Hai impiegato del tempo per scegliere con cura l’arma da usare. All’inizio avevi intenzione di procedere con un’arma bianca, un qualcosa di elegante e freddo, perfettamente nel tuo stile. Un coltello, forse un po’ troppo rozzo, ma un pugnale? Un pugnale elaborato e raffinato, da costringere nella carne dell’unica persona che conta. Ma effettivamente, è la sua morte, non la tua. E John non è tipo da armi bianche. È un soldato. È una persona con fondamenti morali. La pistola è decisamente un’arma che si adatta al suo temperamento.

-Sì, ovvio. Sai com’è, ci tengo alla mia vita, Sherlock.

John.

Dice il tuo cervello, senza ascoltare nulla.

John. John. Stolto, ingenuo, amato mio John (1).

 

 

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-Sherlock, abbassa subito quella pistola.

-Non posso farlo, John. Non resisto più.

Non può andare così, non può finire così. Le tue membra fremono nel sangue che ti arriva al cervello. Non ci credi. Non ci hai mai creduto, eppure eccola lì.
La verità davanti ai tuoi occhi.

Uno schiaffo in pieno volto.

-Sherlock, hai già ucciso un sacco di persone. Puoi ucciderne altre. Puoi ucciderne quante te ne pare, tanto Greg è troppo stupido per capire che sei tu l’assassino. Ma adesso, davvero, abbassa quell’arma.

Sherlock scuote la testa, i riccioli neri che danzano attorno al volto come fiamme attorno ad una corona di alloro.

-Sai perché ho iniziato ad uccidere, John? Sai perché? Lo sai?

No, non lo sai.
Non sei sicuro di volerlo sapere.

-Perché era così semplice, John.-dice, con espressione piena di tristezza e di rammarico:-Perché risolvere i crimini era così noioso e così frustrante allo stesso tempo. Nessun delitto perfetto, sempre criminali comuni che compivano sempre gli stessi errori di percorso. Nessun irrisolto per astuzia. Era troppo facile.

Stai tremando, mentre ti passa una mano sulla testa, accarezzandoti la nuca e passando le sue lunghe dita contro i tuoi capelli. Istintivamente, rilassi le spalle e inclini la testa all’indietro per seguire i movimenti della sua mano. Le gambe, anche se fissate, impercettibilmente si schiudono in una posa rilassata.

-E non ne potevo più, John, di vedere tutti quei misteri così elementari. Qualcuno pur doveva esserci, in grado di compiere il delitto perfetto. Ma non c’era. Così, ho pensato che se nessuno sarebbe stato in grado di fornirmelo, il delitto perfetto, ci avrei pensato da solo.

Touché.

Una logica perfetta di un folle psicotico che non presenta nemmeno un’incrinatura.

-Sherlock, sarò sincero, sai che non posso capire. Però tu sei tu, e quindi non mi importa, davvero non ha importanza. Semplicemente, abbassa quella pistola.

Te la sta puntando sul petto, senti la canna fredda arroventarti il cuore con un cerchio.

-Non posso.

Muori nel soffio di fiato emesso da un sospiro.

 

 

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Perché non ti capisce? Perché John non ti capisce?

Cosa hai fatto di sbagliato per far sì che John non ti capisca?

-Sherlock, ti ho già detto, capisco il tuo bisogno di uccidere. È uguale al mio bisogno di adrenalina e pericolo. È il motivo per cui sto con te. Mi stai puntando una pistola al cuore, e non mi sono mai sentito così vivo. Te ne rendi conto, di questo?

Le sue parole, sono così vere. Sono così reali intorno a te che pensi utopicamente possano prendere forma e solidificarsi.
Informazione stupida e inutile.

Rimuovere.

Rimuovere.
Rimossa.

 

 -Dio, Sherlock, l’hai detto tu. Il delitto perfetto. Ne hai compiuti più di venti, di delitti perfetti. Perché rovinare tutto ora, sparandomi? Ti troverebbero subito. Andresti in prigione. Hai ucciso così tante persone...

E allora, urli.

-Ma non capisci che non mi importa delle altre persone?-esclami, sfogando rabbia e rancore contro l’unica persona che conta davvero qualcosa: Che non sono nulla per me? Mi importa di te, per dio, mi importa di te! Andrò in prigione, andrò in prigione ma non perché ho ucciso venti persone! Andrò in prigione per aver ucciso te.

Perché John non capisce?
Non sarebbe meraviglioso?
Il suo battito cardiaco, un momento prima sì e l’attimo dopo no, il colore che svanisce dalle sua guance rosee, il calore che si disperde dal suo corpo caldo. Vorresti giacere per sempre dinnanzi al suo corpo, o forse sopra, con le mani, i capelli, il cuore impregnato del suo sangue e dell’odore del suo sangue. Rimanere lì, invischiato nel sangue di John, quando la vita lo ha abbandonato, lo ha fatto per mano tua. Ditate piene di sangue raggrumato nell’oscurità opprimente. Poter avere il suo corpo tra le mani, da studiare, sezionare, analizzare fino in fondo. Per capire. Le tue mani completamente imbrattate a disegnare su una tavola da pittore, un quadro col sangue di John. E il suo profumo. Non sarebbe meraviglioso, tutto questo?

Perchè John non lo capisce?

Perché?

 

 

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-John, ti prego.-dice, mentre si inginocchia dietro di te e ti abbraccia da dietro, nascondendo il naso nel tuo collo e sospirando, ma mantenendo ferma la presa sull’arma che cozza contro la tua cassa toracica:-Questo è il mio modo per proteggerti. Proteggerti da tutti tranne che da me stesso. Perché sono egoista, John. Egoista. Ma lo faccio per te.

Quando Sherlock Holmes si mette in testa una cosa, non c’è modo di dissuaderlo, e tu lo sai bene. Lo sai quando ti accarezza il viso con la sua mano gelida, mentre tiene ferma la mano sulla pistola. Lo sai mentre si alza, ricomparendo davanti ai tuoi occhi, e ti guarda inclinando la testa, posizionando l’arma sul tuo cuore. Lo sai quando si china a baciarti, mentre il suo candido dito sfiora il grilletto.

E infine, lo sai quando un pensiero, inevitabile, ti sfiora, galleggiando nella tua testa come una bolla di sapone, limpido ed effimero ma non temporaneo.
Perché, davvero, dopotutto...chi potrà mai capirlo?

A chi mai potrà importare?
Se c’è stata una persona più vicina a Sherlock Holmes, bé: quella persona sei tu.

E Sherlock ti ha sempre ricambiato le tue piccole attenzioni, lo ha fatto trascinandoti sulle scene del crimine in ogni secondo a te libero, senza lasciarti riposare. Lo ha fatto esponendoti ad un altissimo pericolo, facendoti rombare il cuore nel petto. Ti ha dato ciò di cui avevi più bisogno.
Siete al finale, al problema finale, quello che Moriarty non è mai riuscito a comprendere pienamente.

La persona che ami ti sta dicendo che muore dalla voglia di ucciderti, e che vuole andare in prigione solo per te. La persona che ami ti sta puntando sul petto una pistola, e ti sta coccolando con una dolcezza disarmante. La persona che ami ti ha salvato e ti ha dato tutto, pretendendo sempre tutto in cambio. È mai importato? Non è mai importato. La persona che ami ti sta facendo sentire più vivo che mai, in questo momento, e non potrebbe esserci regalo più grande.

-Lascia che accada (2).-lo senti sussurrare. Un sussurro a fior di labbra, un sussurro che sfiora il tuo orecchio sotto forma di alito caldo.

Esiti un attimo, ma giusto un attimo. Quell’attimo da assaporare come una mela croccante.

-Okay.-mormori, deglutendo pesantemente, mentre la consapevolezza della tua scelta svanisce piano davanti ai tuoi occhi. Insieme a tutto. Un’illusione. La tua mano corre alla sua, mentre stringi piano in un intreccio imperfetto di dita. La paura svanisce un poco, mentre lui ricambia la stretta. Non vuoi che ti lasci, non vuoi camminare da solo fino alla fine. Vuoi che ti accompagni, e che lo faccia tenendoti per mano e sostenendoti.

E poi, lasci che accada.

 

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

Note:

 

  1. Chi non ha mai letto Strisciare di OperationFailed, nella sezione “Sherlock Holmes -Libri” la legga subito. Questa citazione è presa da lì. Ti uccide.
  2. Cit. di La perdita di carne e anima. Se non l’avete letta...che ci fate ancora qui? Sciò, sciò.

 

Angolino della Skizzata:

So che dovrei scrivere La ricerca della verità o A magic trick. Vi garantisco, lo sto facendo. Oggi ho scritto una delle scene chiavi. Ma per favore, perdonatemi, sto leggendo Hannibal Rising e credo di stare per morire. Dovevo farlo, dovevo provarci, se fa schifo amen. A revoire! 

 

Dedicata a miss potter, perché legge e recensisce tutte le mie fic e io mi sento in colpa perché vorrei davvero farlo con le sue, perché meritano. Meritano. Quindi, grazie!

 

Maya

 

 

 

 

 

passate dalla parte oscura, abbiamo i biscotti al cioccolato

  
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