05/03/2013
5 recensioni
Remembers Of A Previous Life
- Minako x Kunzite -
Ho scritto questo testo per un contest indetto dal SailorSenshiForum a cui ho partecipato con Yukinon e Yozora. Loro avevano altri compiti nel gruppo, ma ci tengo a citarle perché sono state le prime a leggere il testo per una revisione (anche se alla fine non ci sono state modifiche dalla mia stesura).
Con i miei ricordi della vita precedente, è tornato a galla anche il forte sentimento che provavo per te.
Ogni volta che Serenity e Endymion si incontravano in segreto, finivamo con l’incontrarci (o forse sarebbe più giusto dire con lo scontrarci) anche noi per cercare di proteggerli da loro stessi. Il tuo stare sempre sulle tue mi dava sui nervi, così come il tuo atteggiarti al migliore della situazione. Mi rimproveravi di continuo perché non riuscivo a “tenere al guinzaglio la principessina”. Che colpa ne avevo io, se loro due tentavano sempre di incontrarsi in segreto? In fondo, nemmeno tu stavi poi così attento al tuo principe…
Più passavano i giorni e più mi facevi irritare, finché un giorno ti ho preso per il colletto della tua giacca grigia che tenevi sempre aperta come a volerti vantare del tuo corpo così perfettamente scolpito. Tenendo stretta la presa sul colletto, ti ho urlato a pochi millimetri dalla faccia tutto quello che pensavo di te, di come mi davi sui nervi e che ero stanca di venir tratta male perché non me lo meritavo. In quel momento, per la prima volta nella mia vita, ti ho visto esitare. Come se per un attimo il Kunzite spavaldo e forte che conoscevo non ci fosse più. L’alto muro che sembravi sempre ergere tra noi, pareva essersi sgretolato. Lasciai la presa, meravigliata, e per diversi giorni l’immagine del tuo viso, del tuo sguardo inusuale, rimase impressa nella mia mente.
Le fughe d’amore di Serenity e Endymion continuarono, ma tu non eri più presente per interromperle o agivi rimanendo a distanza, come se io avessi chissà quale malattia infettiva e tu avessi paura di venir contagiato.
Più passava il tempo e più la mia testa si riempiva di domande su di te: chi eri veramente? il Kunzite che avevo conosciuto era solo una maschera? perché quel tuo cambiamento improvviso? perché mi evitavi?
Poi un giorno mi colsi alla sprovvista…
Ero venuta nel tuo Regno alla ricerca della Princess e mi imbattei in te. Avrei dovuto pensare alla mia missione e chiederti dove fossero i due piccioncini e invece iniziai a balbettare parole incomprensibili. Il tuo sguardo fisso su di me mi aveva messo in soggezione. Nemmeno il tempo di capire il motivo della mia agitazione e di ciò che celavi in quello sguardo profondo che mi afferrasti per la gola e mi spinsi alla colonna lì vicino e, con mia enorme sorpresa, mi baciasti.
Fu un bacio lungo e appassionato. Il terreno mi sembrò mancare da sotto i piedi, come se stessi fluttuando leggera nell’aria. Più mi ripetevo nella testa che doveva essere un sogno e più il tuo bacio si faceva aggressivo.
Chissà se anche tu ti sei sentito così…
Chissà cosa stavi provando in quel momento…
Non l’ho mai potuto sapere perché quando interrompemmo il bacio, tu ti allontanasti veloce e ti sentii borbottare in lontananza un “Accidenti!”. Cosa significava?
Io invece rimasi lì, immobile, ancora incredula dell’accaduto e fu l’arrivo di Serenity a riportarmi con la mente alla realtà.
Quello fu il nostro ultimo incontro. Queen Beryl e Queen Metaria distrussero i due Regni e noi tutti ne restammo vittime.
Con il mio risveglio come Sailor Venus e la riacquisizione di tutti i miei ricordi, non passò giorno che non pensassi a te e a quel bacio e mi chiesi se ti avrei mai incontrato di nuovo, come era già successo con Ace.
E ora ti vedo qui, di fronte a me, pronto ad attaccarmi. Possibile che tu non ti ricorda più nulla?
Ma non è questo il momento di lasciarsi andare ai ricordi e alle domande e, infatti, Artemis non ha esitato a ricordarmi di agire affinché la mia missione di Senshi si possa compire. Con un balzo, evito il tuo potente attacco e contrattacco, ma tu riesci ad assorbire il mio potere e a rimandarmelo indietro, facendomi finire a terra. Ferita. Più nel cuore che nel corpo.