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Autore: I_me_mine    05/03/2013    1 recensioni
Monologo liberamente ispirato all' "Ippolito" di Euripide.
La vicenda si è oramai svolta,Fedra ha l'opportunità di riguardare con occhi nuovi ciò che è stato,e morire,ancora una volta,consapevole ora di quanto avvenuto.
[Lo stila adoperato nella scrittura è un puro vezzo,una personale preferenza ,non si intende in tal modo tentare anche solo minimamente riprendere il linguaggio della tragedia originale]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un sorriso maligno le dipinge il volto pallido.
La fulgida chioma divina risplende sotto i raggi lunari,quei raggi dei quali goder più non potrò.
Né più il sole saprà disgelare i tormenti che mi ghiacciano l’animo.
L’ira che la mosse ha trovato fonti a cui attingere.
La sua sete di vendetta è stata placata.
 
Maledetto il giorno in cui io vidi la luce!

Maledetto l’istante fatale in cui incontrai il suo sguardo di miele!

Molti mali e disgrazie già mi serbava il futuro,ed io non osavo immaginare quanto dolore la meschina Cìpride bramava in cuor suo per me.

No,non per me! Non per me,che la colpa ho sola di aver desiderato la morte!

Ma con quali occhi avrei mai potuto più ammirare il mio riflesso,macchiatami del peccato più acre,vittima di un inganno superiore,come avrei mai più potuto accarezzare il nobile volto di un marito al quale è stato commesso un torto tanto grave!

Se solo avessi avuto animo abbastanza per pregare,pregare di più,più forte,più intensamente gli dei e Afrodite crudele,o avessi avuto prima la forza di rifiutare il volere divino…

E neppure nascosti ho potuto tenerli,i  desideri,le brame più oscure e i pensieri che offuscano la mia mente tanto da rendermi un corpo vuoto e freddo,abbandonato e preda dei neri corvi,ai piedi di un pioppo ombroso,in balia dei venti e delle intemperie.

Mia fida nutrice,anche te ho dovuto trascinare sul fondo sterile.

Non c’è più fiamma che illumini i mie occhi stanchi,desiderosi delle tenebre e dell’Ade,perché oramai,ho capito.

Se dotata ancora sono di un po’ di senno ,forse posso spiegarmi: spiegarmi che tutto mio è il male che ho generato,tutta mia è la colpa della recisione di un fiore purpureo come del dolore di un uomo virtuoso.

Se ho scelto il male,consapevole del bene,è perché è in me la peccatrice più grande.

Avvolta ma non vinta da una passione morbosa e irrinunciabile.

Una passione ardente,che io sebbene nolente non rifiutai.

Grava su di me il peso di un amore,il mio amore,e la mia vergogna,la mia solitudine,la mia crudeltà e il mio egoismo.

Ma ci ho provato.

E ancora una volta mi inganno,dopo quanto di peggio ho ardito,ancora mi inganno.

Ma non è più tempo di inganni.

La morte è l’unico dolceamaro rimedio.

Ma quel filo spesso,che proprio con filo mia sorella Arianna ha salvato,quello stesso filo io ho spezzato,distrutto,ed è la volta del mio.
Qualche imbroglio è stato commesso nella mia tela dannata,e imitar la sposa del Multiforme non posso.
Quel che è stato,sbrogliar non mi è concesso.

Pagherò i miei errori.

Ora dunque, O inflessibile Atropo,apprestati a concludere quello che mai avrebbe dovuto aver inizio.
La meschina figlia di Pasifae ha terminato i suoi gelidi giorni mortali,
calde fiamme infernali l’attendono.

 

“Amore, Amor, che stilli da le pàlpebre
il desiderio, e in cuore un piacer languido
infondi a quelli sopra cui precipiti,
deh, mai su me non voler tu con impeto
immoderato irrompere.
Poiché tanto non pènetra
del fuoco il dardo, o quel che gli astri vibrano,
quanto quello di Cípride,
cui di sua mano lancia
Amor, di Giove figlio.”






i_me_mine  :Non ho preteso di imitare un tragediografo quale Euripide,e mai ci proverò,ho solo tentato umilmente di immedesimarmi in Fedra,quella che ritengo la vera protagonista della vicenda,quella che ritengo colpevole ma non troppo,quella che mi ha ispirato dopo mesi di fermo.

L'idea è nata in seguito alla lettura della tragedia che mi ha particolarmente affascinato e coinvolto,nasce dall'amore che ho per il mondo greco e lo splendore dal quale l'Atene del V secolo a. C. ha saputo generare piccole perle come questa.

Ringrazio in anticipo quanti di voi leggeranno!
Se volete ,nel bene o nel male,farmi sapere cosa ne pensate,un commento è sempre gradito <3
Chiedo perdono per eventuali errori e buona lettura!

   
 
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