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Autore: allie26    05/03/2013    0 recensioni
"Eravamo parecchi “primini”, quasi 500, in una scuola appena ristrutturata e modernissima, eppure mi sembrava di essere da sola in uno dei peggiori carceri del mondo."
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO I

Era il mio primo giorno di liceo. La notte avevo dormito malissimo e la mattina mi ero alzata all'alba, convinta di essere in ritardo. Avevo preparato lo zaino settimane prima e scelto i vestiti da mettere all'inizio di giugno, eppure non riuscivo a calmarmi. Alle sette, quando ero già pronta da un pezzo, mia madre venne a svegliarmi. Così scesi velocemente le scale e arrivai in cucina, dove trovai mio padre seduto al tavolo, intento a leggere il solito quotidiano. Dopo un paio di minuti si accorse finalmente della mia presenza, ma si limitò ad un cenno con la mano. Cosa mi aspettavo? In fondo faceva così da 14 anni. Una volta ingoiato di malavoglia il latte e i cereali, salii di nuovo in camera per controllare di aver preso tutto. Prima di chiudere la porta, riguardai per l'ultima volta la foto appoggiata sulla scrivania. Eravamo io e le mie migliori amiche delle medie, il giorno dopo la fine degli esami. Eravamo felici, unite. Per tutta l'estate ci eravamo viste spesso e sentite al telefono praticamente ogni giorno, ma da un paio di settimane non si erano più fatte vive, senza un motivo preciso. Quando avevo provato a chiederglielo aveva borbottato qualcosa e mi avevano liquidata dicendomi di avere un impegno urgente. Cosa avevo fatto? Perché facevano così? Anche se non ci saremmo viste tutti i giorni speravo che saremmo potute rimanere lo stesso in contatto, ma a quanto pare per loro non era così.
Dopo un quarto d'ora di macchina, mio padre mi scaricò davanti alla Welt Accademy High School, augurandomi in bocca al lupo. Rimasi lì alcuni minuti, fino a che la campanella suonò. Entrai. I corridoi erano strapieni di alunni, insegnanti e bidelli. Le ragazze sfoggiavano la loro abbronzatura da fotomodelle a cui avevano lavorato per tutta l'estate, mentre i ragazzi gonfiavano le braccia e mostravano i loro “muscoli”. Ero agitatissima, tutti mi passavano vicino senza fare caso alla mia presenza e avevo la convinzione che sarei rimasta sola per tutto il resto dell'anno. Eravamo parecchi “primini”, quasi 500, in una scuola appena ristrutturata e modernissima, eppure mi sembrava di essere da sola in uno dei peggiori carceri del mondo. Ci radunarono tutti nella palestra per chiamare i componenti di ogni classe. Quando ci fu silenzio, osservai velocemente tutti i ragazzi: la maggior parte mi arrivavano alle spalle ( cosa molto insolita per una poco sotto la media ) e quei pochi che mi superavano non sembravano essere un panorama migliore. Ero intenta ad ascoltare la vicepreside che chiamava dei nomi in ordine alfabetico quando il mio sguardo si posò su un ragazzo che aveva improvvisamente aperto la porta e preso posto esattamente difronte a me. Era alto, magro e con un evidente scudo di addominali sotto la maglietta. I capelli biondo scuro facevano uno splendido contrasto con gli occhi color ghiaccio e con la carnagione d'orata. Quando chiamarono il mio nome ero distratta, e quindi dovette ripeterlo un paio di volte prima che me ne accorgessi. Questo fece sì che quando alzai la mano, tutti e 1000 gli occhi furono puntati su di me. Ero nell'imbarazzo più totale, mi tremavano le gambe e la mia pelle pallidiccia iniziava ad assumere un colore rossastro, ma riusc lo stesso ad avvicinarmi al gruppo indicatomi, alla mia futura classe.
  
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