Autore:
redeagle86
Titolo:
Pink Smile
Fandom:
Beyblade
Pillola/e
di ispirazioni scelta/e: “Quando la giornata è vista con
delle
lenti rosa non ti resta che sorridere”
Personaggi
e Pairig: KeixHilary
Genere:
Romantico, Fluff
Rating:
Verde
Avvertimenti:
Missing moment
Note
ed eventuali dell'autore: ///
Introduzione:
“Hilary
era sempre allegra, qualsiasi cosa le capitasse; a volte litigava con
Takao e in quelle occasioni diventava una sorta di orco, ma,
generalmente, il suo viso esprimeva allegria e gioia di vivere.
Era
proprio quel perenne sorriso ad infastidire Kei, a rendergli odiosa
quella ragazzina ciarliera ed energica che tutti invece amavano.”
Ha partecipato al contest “Pillole d'ispirazione” di DollofLotus
Pink Smile
Si
dice che sia positivo non sapere quali sono i giorni che cambieranno
la nostra vita.
Chiunque
abbia composto questa frase, di certo non si è mai scontrato con
Hilary Tachibana, altrimenti l'avrebbe sicuramente modificata. Forse
avrebbe scritto qualcosa come: “Sarebbe
molto meglio sapere qual è il giorno che ti cambierà la
vita...
giusto per prendere delle precauzioni”.
Non
che Hilary sia una persona cattiva o altro: è semplicemente
incredibile sotto vari aspetti, anzi, è la ragazza più
incredibile
che abbia mai conosciuto. Il problema è che riesce regolarmente
a
sconvolgermi con le sue iniziative e, l'unico motivo per cui non mi
arrabbio, è che adoro il sorriso che le incurva le labbra e non
farei mai nulla che possa spegnerlo.
Anche
se mi ritrovo con un assurdo ed imbarazzante paio di occhiali sul
naso.
A
forma di cuore.
Con
le lenti rosa.
Perché
una cosa che impari stando con Hilary è che ricorda tutto: anche
se
passano ere geologiche, lei non dimentica nulla. Nulla che ritiene
importante, ovviamente.
-Ora
sai perché sono così- dice serafica, costringendomi ad
uno sforzo
mnemonico non indifferente.
Obbligandomi
a riportare alla mente un episodio avvenuto molti anni prima...
“Hilary
era sempre allegra, qualsiasi cosa le capitasse; a volte litigava con
Takao e in quelle occasioni diventava una sorta di orco, ma,
generalmente, il suo viso esprimeva allegria e gioia di vivere.
Era
proprio quel perenne sorriso ad infastidire Kei, a rendergli odiosa
quella ragazzina ciarliera ed energica che tutti invece amavano. La
considerava frivola e sciocca: lei non sapeva cosa fossero il dolore
o la sofferenza, o cosa significasse temere più gli orrori del
giorno che gli incubi della notte. Aveva sempre vissuto un'esistenza
tranquilla, circondata da amore ed affetto: come poteva anche solo
pensare di riuscire a capirlo?
-Forse
sono solo invidioso- rifletté il russo, appoggiandosi con la
schiena
alla ringhiera del belvedere e alzando lo sguardo sul cielo terso di
Tokyo. Sì, forse la sua era solamente invidia: lui non aveva mai
avuto l'opportunità di essere spensierato o semplicemente
sereno,
non aveva mai visto il mondo come un paradiso di occasioni positive
in cui sentirsi libero.
No,
la sua era stata un'infanzia di oscurità e violenza, una discesa
nell'abisso del male e della corruzione in cui aveva smarrito
coscienza e morale. Forse, se il fato gli avesse fornito altre
possibilità di scelta (o una famiglia normale), probabilmente
anche
lui sarebbe cresciuto più simile ad un essere umano che a un
soldatino programmato per distruggere e conquistare.
Ma
il passato non era un nastro che potesse essere riavvolto a
piacimento e modificato: Kei era buio, tenebre e disperazione. Lo
sarebbe sempre stato.
E,
inevitabilmente, l'oscurità attirava la luce e viceversa, per
potersi completare a vicenda. Perchè l'uno non poteva esistere
senza
l'altro.
-Kei.
Sapevo di trovarti qui.
Hilary.
Chi
altri poteva interrompere il suo momento di solitudine con tanta
naturalezza?
Era
fatta così: dove Kei era oscuro, lei era luminosa; dove lui era
tormento, lei era gioia. Un vivace folletto estivo che non si
lasciava intimidire dal gelido inverno del giovane che ormai
conosceva bene.
-Da
quassù sembra la città più bella del mondo-
commentò, portandosi
al suo fianco e ammirando la veduta della capitale. -Non che sia
stata in molti altri posti, ad essere sincera- aggiunse poi con una
risata.
-Come
fai ad essere così?- chiese di getto, squadrandola.
-Così
come?- ribatté stupita, voltandosi nella sua direzione.
-Così...
felice sempre- precisò l'altro.
Il
sorriso della brunetta si colorò di una sfumatura dolce e per un
istante Kei temette di cogliere la pietà nei suoi occhi. Ma non
era
così: Hilary non gli avrebbe mai donato pietà,
perché in lui non
c'era niente da compatire.
-Le
cose brutte capitano a tutti, Kei, ma se lasci che ti distruggano,
che si prendano la tua voglia di vivere, allora sarai sempre
sconfitto. Per batterle bisogna affrontarle con un sorriso, lottare
anche quando vorresti arrenderti: devi dimostrare loro che, malgrado
tutto, tu vuoi continuare a credere che la vita sia bella. Non
cambierà mai niente se ti lasci spegnere come una candela: come
in
un incontro di bey, devi resistere fino alla fine.- Lo fissò,
specchiandosi nelle sue iridi ametista e donandogli la sua solita
espressione sbarazzina. -Bisogna cercare di colorare la giornata di
rosa anche quando è nera. E posso assicurarti che, quando guardi
il
giorno attraverso delle lenti rosa, non ti resta che sorridere.”
Non
so esattamente cosa voglia ottenere la mia ragazza con questo
“stravagante” esperimento: mi guarda speranzosa, come se
dovesse
accadere chissà quale miracolo. È una scemenza: una
persona non
cambia il proprio modo di pensare soltanto perché ha addosso
delle
lenti di un colore improbabile.
Il
mondo rimane lo stesso, di qualunque colore tu lo veda.
Anche
se... bhe, devo ammettere che è strano: è come ritrovarsi
catapultati a casa di Barbie. Persino le fredde diavolerie
tecnologiche che Kappa ha insistito per installarci appaiono come
buffi giocattoli per bambini.
E,
avvertendo una risata sincera stazionare nella gola, capisco
finalmente ciò che Hilary voleva dirmi quel giorno, ciò
che ho
conquistato in questi anni senza neppure accorgermene solo
perchè
lei mi era accanto. Insieme a questo ciclone bruno e a quella squadra
di pazzi che ho per amici, ho ritrovato la fiducia nel domani
perché,
malgrado le cose orribili che contiene il mio “ieri”, posso
raggiungere anch'io la felicità.
Non
potrà mai capitarti niente di bello se resti con il sedere nel
fango
a crogiolarti nell'autocommiserazione, credendo di non poter avere un
futuro diverso dal proprio passato. Bisogna sforzarsi sempre di
andare avanti, anche se sarebbe più facile rinunciare e
continuare a
piangersi addosso: devi cercare il rosa anche in mezzo alle tenebre
Perché
quando la giornata (o addirittura il mondo) è vista con delle
lenti
rosa, non ti resta che sorridere.
FINE