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Autore: Luly Love    05/03/2013    5 recensioni
Percy è latitante da tutta la mattina e ciò ha gettato Annabeth in paranoia. Ma un misterioso e criptico (ma non troppo) messaggio lasciato dal nostro figlio di Poseidone preferito svelerà la via verso la felicità.
Per Gamberuga, che mi sopporta anche quando non dovrebbe .
Dal testo:
[...] Spinta da questo ultimo pensiero, aprì la porta con foga senza nemmeno bussare, solo per trovarsi davanti una scena che tante volte aveva visto: il letto fatto alla meno peggio, l’armatura buttata a terra, le cartacce ovunque, i libri che spuntavano da sotto il letto (l’avrebbe ammazzato per quello, prima o poi), dracme e caramelle sparse sul comodino e...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il mio posto felice
 

 
 
Solitamente non si sarebbe preoccupata; era normale che saltasse la colazione, grazie anche alla riserva di cibo che aveva in cabina. Era normale anche che non si facesse vedere per ore, perché complice degli scherzi dei gemelli o impegnato a cavalcare Blackjack o a risolver problemi da figlio di Poseidone. Era assolutamente normale.
Non era altrettanto normale, però, che saltasse il pranzo: nemmeno le scorte di cibo infrattate un po’ ovunque nella cabina bastavano a saziarlo.
Decise che non avrebbe mangiato finchè non l’avesse trovato (d’altronde, non ci sarebbe nemmeno riuscita), ragion per cui si alzò dal tavolo della sei lasciando il proprio piatto pieno di ogni ben di dei sotto gli occhi confusi di Malcom e gli altri e si diresse verso le cabine a passo spedito, cercando di capire cosa mai l’avesse trattenuto tutta la mattina senza lasciargli nemmeno un attimo per andare anche solo a salutarla.
Nel tragitto, incrociò gli Stoll e li fermò.
– Ehi ragazzi! Avete visto Percy? – chiese senza soffermarsi troppo sulla loro aria colpevole.
– No, Anne, mi dispiace. Non lo vediamo da ieri sera al falò. – rispose frettoloso Connor, mentre Travis lo tirava per un gomito.
Lei annuì e tirò dritto, lasciandoli alle loro cospirazioni, sperando in cuor suo che Percy non ne avesse davvero niente a che fare.
Arrivata davanti alla tre si fermò, mordendosi un labbro, provando a immaginare tutte le possibili scene che si sarebbe potuta trovare davanti una volta entrata: forse quella Testa d’Alghe del suo ragazzo ancora dormiva, oppure stava finalmente dando una pulita radicale alla propria abitazione.
O, ancora, l’avrebbe trovata vuota. Ma perché poi?
Spinta da questo ultimo pensiero, aprì la porta con foga senza nemmeno bussare, solo per trovarsi davanti una scena che tante volte aveva visto: il letto fatto alla meno peggio, l’armatura buttata a terra, le cartacce ovunque, i libri che spuntavano da sotto il letto (l’avrebbe ammazzato per quello, prima o poi), dracme e caramelle sparse sul comodino e...
Annabeth ebbe un tuffo al cuore: sul comodino, tra le tante cianfrusaglie, una penna che non era una semplice penna.
Anaklusmos.
Percy non si separava mai dalla sua arma, non quando girava per il Campo, né (e soprattutto) quando andava a scuola nei restanti nove mesi. L’aveva portata anche il giorno del matrimonio di Sally! Da che ricordava, nessuna forza né in cielo né in terra riusciva a far separare il ragazzo dalla sua spada.
– Percy! PERCY! – chiamò, con una nota d’isteria nella voce; fece un giro per la capanna cercandolo, inutilmente.
Alla fine, si avvicinò al comodino e, presa la penna tra le mani, si lasciò cadere sul letto, per poi rialzarsi subito quando sentì uno scricchiolio di carta; lo prese, aspettandosi che fosse una cartaccia o una qualche lettera del signor D.
Invece, si trovò in mano un foglio su cui erano scribacchiate alcune righe in azzurro con la scrittura spigolosa e frettolosa di Percy.
Lesse velocemente, col cuore che batteva a mille:


Il mio posto felice

 

Scattò in piedi, mollando foglio e penna sul letto, e si precipitò fuori a passo spedito, diretta al laghetto del canottaggio; dentro di lei si agitavano mille pensieri, ognuno legati ad emozioni diverse: sollievo, felicità, rabbia.
Sentiva su di sé gli sguardi straniti degli altri mezzosangue, mentre, come una furia dagli occhi temporaleschi, marciava verso il lago, l’aria minacciosa e delle chiare intenzioni non pacifiche stampate in volto, ma non le importava.
Finalmente arrivata, percorse il molo fino ad arrivare alla sua fine e, mani sui fianchi, parlò.
– PERCY JACKSON! So che sei lì sotto! Non puoi rimanerci per sempre! –
Si bloccò, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto e soprattutto a chi.
– Oh beh, tecnicamente può, visto che è figlio di Poseidone... ma il punto ora non è questo.
PERCY! –
Aspettò che lui uscisse, o almeno che mandasse un segno come un’infrangersi di onde o delle bollicine in superficie, ma l’acqua era una tavola.
Sempre più infuriata, si mise gattoni, le mani sul bordo del molo, la faccia protesa in avanti.
– Non posso credere a quello che sto per fare. – borbottò – Conterò fino a tre e se per allora non sarai uscito allora... – e lasciò cadere la minaccia in sospeso, sicura che sarebbe bastato a farlo uscire. Percy sapeva per esperienza come lei fosse pericolosa, se provocata.
– Uno. – urlò.
Non accadde niente.
– Due... – la voce lasciava ben trasparire quanto fosse indispettita e seccata.
Prese fiato per urlare l’ultimo numero, ma, inaspettatamente e senza alcun preavviso, Percy emerse dall’acqua e, senza darle nemmeno il tempo di sussultare, la baciò.
– Tre. – mormorò lui con un gran sorriso e gli occhi scintillanti, quando le loro labbra si staccarono per permettere ad entrambi di riprendere fiato.
 
 
 
Angolo autrice:
Salve a tutti!
Questa fic è per Gamberuga, che sopporta sette giorni su sette i miei scleri, le mie menate di capa, i miei repentini sbalzi di umore, i miei vaneggiamenti sui ragazzi, le mie crisi ormonali/esistenziali/intellettuali/isteriche e le mie battute pessime.
L’immagine non è mia, ma è ad opera dell’artista chloisssx3, che potrete trovare qui.
Inoltre, non sono la prima ad aver preso ispirazione da questa immagine: Dandelion to dreaminfatti ha avuto l’idea molto, molto prima di me. Troverete la sua fic qui. Vi consiglio di leggerla, perché è davvero bella.
Detto questo, lasciate una recensione. Ultimamente sono sempre di pessimo umore e/o sull’orlo di una crisi di pianto e le recensioni fungono da antidepressivi (Ruga può confermare)
Distinti saluti (?)
Luly 

 

  
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