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Autore: sheisheather    05/03/2013    1 recensioni
Continuava a volteggiare, fissando il vuoto, ma un unico pensiero girovagava in quella testa piena di ricci "Ne valeva la pena perdere tutto per lei?".
Smise di fare i suoi esercizi, e si mise a sedere, valutando la situazione.
Poco dopo scelse.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I.

*premessa: la storia non inizierà con un prologo, ma direttamente dal capitolo, in modo da allungare i parametri. 
inizialmente la storia potrà sembrarvi plagiata e banale, ma continuate a leggere, fino ad arrivare alle ultime frasi di questo capitolo.
spero non ve ne pentiate, in ogni caso, lasciatemelo sapere in una recensione, o scrivetemi su twitter (@sheisheather) sarò felice di rispondere.

 

"Dafne, vieni che è tardi" Buttai giù dal balcone la parte che era rimasta della mia Chesterfield. 
Presi la mia borsa, e mi recai alla porta di casa.
Di corsa entrai in macchina, e abbassai lo specchio per vedere come ero conciata rispetto a pochi minuti prima.
Non male.
I miei capelli erano perfettamente pettinati, e coprivano la prosperosità del mio seno. Gli occhi verdi poco truccati e le guancie rosee.
In quel poco arco di tempo, eravamo già arrivate davanti scuola.
Salutai mia madre, e scesi dall'auto.
Il freddo di marzo invase il mio viso, portando i capelli indietro.
Salii le scale ed entrai in classe. 
Erano già tutti seduti nei rispettivi banchi, e a me naturalmente toccava quello davanti la cattedra.
Ogni persona che mi incontrasse, pensava che fossi una ragazza voluta da tutti, che si trovava a proprio agio in qualsiasi situazione, e invece no.
Mi sentivo distante agli altri, a causa della mia timidezza.
Nessuno nella mia classe mi aveva mai rivolto parola, se non per chiedermi l'accendino o i compiti di matematica da copiare.

Scarabocchiai qualcosa sul quaderno, quando chiesi alla mia professoressa di andare in bagno.
Appena mi alzai, una palletta di carpa colpì in pieno il mio fondoschiena, e appena mi avvicinai alla porta, il mio viso.
Sbattei la porta in legno prima di uscire dalla classe, sentendo le lamentele della mia longeva professoressa di scienze.

Sciacquai il viso per nascondere l'evidente rossore, e tornai in classe.
I bulli degli ultimi banchi ridacchiavano.
Mi misi al mio posto.
"Le comunico, signorina Hazon, che ha appena ricevuto una nota disciplinare sul registro di classe" roteai gli occhi, e non era difficile capire che la professoressa era più che infuriata.

Finirono le lezioni, e andai in atrio, dove erano riuniti i gruppi delle lezioni extra-scolastiche.
Mi girai intorno, e tutti erano felici, tranne me.
Mentre stavo per fare un altro passo, sentii un dolore atroce sulla guancia destra, e un liquido che colava su essa.
Quando mi voltai trovai il gruppo del quarto anno che rideva.
Mi avvicinai pericolosamente quando tirai uno schiaffo al riccio dalle fossette adorabili.
"Dovete smetterla" Massaggiò la parte dolente con la destra.
"Hazon che si fa potente, da quando in qua? Non era la ragazza che arrossiva anche se le dicevi che era una puttana?" Risero di gusto, e fu in quel momento che mi sentii scoppiare dentro.
Corsi verso l'uscita della scuola, con lo sguardo rivolto ancora verso Harry e il suo gruppo, solo all'ultimo mi voltai.

Arrivai a casa, mangiai ciò che era rimasto nel frigo, e mi stesi sul divano, fissando il soffitto.
Ripensai a ciò che era successo in quell'infernale giornata.
Quando notai il telefono squillare.
Amanda.
"Son qui sotto, scendi" Presi tutto il materiale, e scesi per le scale.
Entrai in macchina, e la mia tutor accelerò.

Arrivammo di fronte all'enorme edificio, ed entrammo.
Raggiunsi gli spogliatoi. Tolsi gli indumenti che avevo indossato durante la giornata.
Infilai il tutù, e misi le punte.

Raggiunsi la sala, dove tutte erano già alla sbarra a fare la prima sezione.

"Arabesque, Pirouette, Pliè, Pas de Bourrée. No, no, non ci siamo" continuava ad urlare "Oggi vi presenterò i professionisti di questa scuola, frequentano tutti il quarto anno delle scuola superiori, un applauso" Applaudimmo tutte quante, quando entrarono sei ragazzi girati di spalle.
Tutti muscolosi, senza capelli, tranne uno.
Uno che aveva una chioma abbastanza familiare.
Quando si voltò persi un colpo. 
Non poteva essere.

Giornata successiva.
Arrivai a scuola, entrai, primo banco e solita storia.
All'uscita, non vidi più il gruppetto di sbruffoni, e questo mi fece ridere abbastanza.
Quando ad un tratto sentii qualcuno picchiettarmi la spalla, mi voltai e.. il vuoto.

Quando mi svegliai, ero distesa sul banco della classe accanto alla mia, quarto anno.
"Sh" sentii alle mie spalle.
"Styles?" chiesi stranita.
"Non lo dirai a nessuno, spero" Ridacchiai.
"Non lo dirai a nessuno, spero" Ripetè, con un pò più di arroganza e ira.
Annuii, ancora divertita, ma perplessa.
"Perché ti vergogni?" chiesi.
Quando si voltò, e mi fissò, sembrò la domanda più sciocca di questo mondo, ma per me non lo era.
"Perché? sai che in questa scuola è tutto fondato sulla popolarità, sul quanto si è fighi? Sai se uno del mio gruppo verrebbe a sapere una cosa simile come mi tratterebbe? Sarebbe orribile" 
Riflettei sulle sue parole, e prima che continuassi lo bloccai.
"Proprio come trattate me." Recuperai la mia borsa, e uscii dalla classe, diretta a casa, così per dimenticarmi di una nuova e infernale giornata


 

  
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