Bah, non ho molto da dire a riguardo... Quindicesima parola della challenge, a voi!
Note:
Prompt => Universo
Wordcount => 260 (in 15 minuti)
Ja ne,
Temari
Shards of Life
«Pensavo di andare al cinema, ma è un po' troppo presto quindi...» Aveva detto Aaron, lasciando a lui la scelta di cosa fare nel frattempo e, come un stupido, se n'era uscito proponendo di fare un giro al museo.
Era stata la prima cosa che gli era passata per la testa, al di fuori di un imbarazzante "Finirà per uccidermi con un sorriso del genere..." che l'aveva immobilizzato sul posto per diversi secondi, sforzandosi di non fissare il ventitreenne troppo intensamente. Avrebbe potuto scommettere che Aaron si stesse annoiando a vagare per le varie sale, fra scheletri di dinosauri e pezzi di roccia; lanciando un sguardo di sottecchi verso il ragazzo notò che, al contrario, sembrava divertirsi. "Fiuu, per fortuna."
Battendo le palpebre interdetto, Keith si chiese quando aveva iniziato a preoccuparsi così tanto di quello che pensava l'altro... In realtà era la prima volta che si trovava in quella situazione: la sua vita era sempre ruotata intorno alla musica, al violino. Le sue energie erano spese nello studio di quello strumento e negli spartiti; le sue scelte in materia di istruzione avevano sempre tenuto conto di quello.
Nulla di 'superfluo' entrava in quella piccola bolla.
Quello era il suo habitat naturale, il suo universo privato.
"Però adesso..." Fermandosi sul posto, Keith si voltò a guardare apertamente Aaron, in piedi di fianco a lui a leggere una targhetta. "Adesso è come se il mio piccolo pianeta fosse bombardato di asteroidi..."
«Keith?» Fece Aaron, accorgendosi di essere fissato.
«Ahaha, credo di essere stato influenzato dal museo.» Disse, con una risata leggermente nervosa prima di riprendere a camminare lungo la sala col pavimento in marmo, il viso in fiamme.