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Autore: Kim NaNa    06/03/2013    2 recensioni
Jack vede suo padre sull'isola, crede di avere le allucinazioni, eppure i pensieri si susseguono, si fanno più rumorosi, più confusi. E poi c'è lei, Kate, e c'è anche lui, Sawyer.
Il pensiero non lo lascia dormire, ma ci sono incubi che lo inseguono anche da sveglio.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack, Kate, Sawyer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lost without you
 

La verità, stava dietro quei piccoli pezzi di ricordi che svanivano con il resto del rapporto che di amorevole non aveva mai avuto nulla se non la sola idealizzazione.
Nella carezza che la natura riceveva dal tramonto, c'era tutta la forza che quest'ultimo impiegava nello sradicare l'ultimo frammento di speranza, di piccola idea che quell'uomo avesse potuto ancora essere padre ed io, potessi essere ancora protetto da quella fantomatica figura.
Le lacrime se le portava via la notte, le accantonava in mezzo a tutte le speranze infrante della gente. È dietro le stelle che si nascondono le tristezze dell'universo, non sui cuscini. Lì ci lasci solo l'attimo dolente.
L'infanzia, ha la sola e piccola pecca dell'ingenuità: credi che la vita sia il tuo camioncino giallo e le braccia di tuo padre che ti portano in alto.
Ma la verità è un pugno all'anima e il tuo camioncino giallo prima poi perderà tutto il suo colore e non ci saranno braccia a sorreggerti o dietro le quali nasconderti.

Quella maledetta isola mi tormentava. Vedevo mio padre… ma mio padre era morto. Morto. Capite cosa voglio dire? Stroncato da ciò che gli ha rovinato la brillante carriera… sì, brillante, perché mio padre, Christian Shepard, era il miglior chirurgo di Los Angeles prima che l’alcol  lo distruggesse.
Io amavo mio padre, lo amavo  così tanto  da odiarlo… un odio pieno d’amore. Ma questo lui non potrà mai saperlo. È per questo che il suo ricordo mi perseguita, perché lui non è reale, quello che vedo è solo frutto del mio subconscio. Sono precipitato su un’isola, insieme ad altri passeggeri, insieme alla cassa da morto di mio padre.
Lui non è reale. Christian Shepard è morto in Australia.
 
Poi ho incontrato lei, Kate. Non mi importa chi fosse prima dello schianto, so solo che da quando l’ho incontrata ha più senso svegliarmi in questo posto. Mi fa bene vederla, mi fa bene sentirla ridere, mi fa bene vederla vulnerabile e fragile, anche se è forte e coraggiosa… mi lascia sperare di poter trovare un posto nel suo cuore, un cuore che deve aver sofferto. Ma chi non ha mai sofferto in questa vita? Chi non ha scheletri nell’armadio? Chi non ha paure dalle quali fuggire?
Kate è l’ago della mia bilancia, dipendo da lei, anche se continuo a negarlo.
Mio padre diventa solo un ricordo, un doloroso ricordo, quando lei mi è accanto, eppure ho l’impressione che Christian Shepard sia sempre presente, in qualche modo. Presente, passato… non importa, è come se avesse lasciato una scia di frammenti e stesse cercando di farmeli raccogliere qui, su questa dannata isola, per dirmi qualcosa che ancora non so, che ancora mi sfugge.
James Ford… il caso ha voluto che poco prima di morire incontrasse mio padre a Sydney. Gli ha parlato di me. Incredibile, credevo che Christian Shepard mi avesse persino rinnegato come figlio.
 Isola sciagurata… cos’altro vuoi da me? Non ti è bastato portarmi via la vita che avevo?
 
Sawyer!
Maledetto Sawyer! C’è sempre lui di mezzo. Lo odio o forse no, ma non riesco a tollerare i suoi sguardi, i suoi modi di fare. E tu, Kate? Perché lo guardi in quel modo? Sono qui, accanto a te, guardami! Ti ho detto di guardarmi! Perché continui a fissare lui?
Vorrei picchiarlo, quel Ford. Lo sai che vorrei farlo, ma non lo faccio per te.
Che stupido… tu guardi lui ed io mi preoccupo per te.
Al diavolo, Kate! Sono stanco di questa altalena alla quale mi costringi. Te ne vai, ritorni, mi ami, mi odi… ami lui, ami di nuovo me… cosa diamine vuoi da me? Vuoi farmi impazzire?
No, non ci riuscirai. Sono un medico, so distinguere il razionale dall’irrazionale, anche se non so ancora cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Tu non lo sai come mi sento, in quale stato confusionale mi lasci…
Non lo sai cosa vuol dire partire in corsa sfrenata nell’anima di qualcuno e sentirsi ubriaco, sì ubriaco, nell’estasi dei suoi sorrisi, dei suoi occhi vibranti di colori.
Ma ancor meno sai cosa vuol dire girarsi, per un solo istante, un fottutissimo istante, con tutta la gioia che ancora distende il volto e bloccarsi poi, in una smorfia fredda, nella confusione di chi è convinto di aver i passi protetti, vicini, ed invece viene guardato da lontano. Al punto di partenza, luce fioca, ma dove sei? Ho corso solo per tutto questo tempo?
E ci si sente stupidi, per averci creduto…
Sono così stanco di correre e sentire freddo. Lasciami perdere adesso, per una volta corri tu, via da me…

   
 
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