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Autore: MsNatashaColfer    06/03/2013    3 recensioni
Dal primo momento in cui i loro sguardi si erano fusi creando un garbuglio di luci e ombre. Dall’esatto istante in cui le loro anime si erano incontrare divenendo una sola e unica entità, un noi. Da lì in poi erano diventati Kurt&Sebastian.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salvee!! Natasha here! *w*
Questa è la mia prima storia e ad essere sinceri sono stata bene 10 minuti davanti al pc in uno stato comatoso pensando ‘Pubblico o non pubblico? Pubblico o non pubblico?’ e bhe, alla fine ho pubblicato. Dedico questa One shot a Beatrice che è stata un po’ il mio angelo custode e senza la quale non mi sarei mai convinta a pubblicare alcuna storia.
Che altro dire? Godetevi la lettura e se vi è piaciuta o meno lasciatemi un recensione (Piccola piccola, eh!)

 

You’re all I need to get by

I took one look at you, you were my destiny

 
Il bagliore del sole mattutino che si innalzava lentamente nel cielo primaverile oltrepassò i vetri della finestra e iniziò a sfiorare le delicate lenzuola consumate, assaporando gentilmente le pieghe della stoffa e, come un fulmine, si catapultò sulle palpebre increspate di Kurt che nascondevano egoisticamente i suoi magnetici occhi cerulei in netto contrasto con la pelle diafana e le labbra rosee, ora incurvate in un lieve sorriso.
I raggi solari continuavano ad insistere sul volto angelico del ragazzo raggomitolato nel letto, quasi come se il loro unico intento non fosse quello di vegliare sulla gente ignara, ma quello di potersi beare, anche solo per un secondo,di quegli specchi cristallini che erano i suoi occhi, quegli stessi occhi che ingenuamente iniziarono ad aprirsi colpiti dalla luce.
Ed eccolo li.
Un angelo.
Con i suoi lineamenti delicati e incerti che riecheggiavano come musica in quella stanza, il suo sguardo che si illuminò immediatamente facendo risaltare ancora di più le varie tonalità di blu che lo componevano, quasi come se qualcuno avesse mescolato tra loro la passione, l’audacia e quel pizzico di ingenuità che lo rendeva ineguagliabile, formando mille sfaccettature,ciascuna unica e impossibile da riprodurre.
Era perfetto.
Sbatté più volte le lunghe ciglia per abituarsi alla luce che prepotente lo aveva ricondotto alla realtà. 
E un po’ la odiò per aver interrotto i suoi sogni. Sogni che ancora insistevano inesorabili nella sua testa. L’immagine di dita affusolate che lo stringevano e se donandogli quella nuova e al contempo perpetua sensazione di casa, labbra ruvide e affamate che quasi pretendevano di essere saziate, due occhi verde smeraldo, intensi e profondi, gli unici ad avere la capacità di decifrare le varie tonalità delle sue iridi, riconoscendo la tristezza e il dolore quando avevano il sopravvento nel suo sguardo talmente abbagliante da riuscire ad accecarlo ogni qual volta ci si perdeva dentro, una risata talmente pura e cristallina da provocargli sconnessi brividi lungo la schiena,e quel sorrido, quel sorriso che sarebbe riuscito a illuminare la stanza più di quanto non stessero facendo i raggi solari che imperterriti continuavano a battere sul corpo candido di Kurt.
Tutto era ancora vivido nella sua mente, come un qualche promemoria che gli ricordava sistematicamente di quanto fosse splendido sentirsi completo e amato. Felice. Si,quella era pura felicità. E perdendosi in quella consapevolezza , Kurt non poté fare a meno di voltarsi verso il ragazzo accoccolato dietro la sua schiena.
Aveva le coperte tirate fin sotto il mento e il suo volto era incurvato in un lieve broncio che inevitabilmente lo fece sorridere.
Ancora dormiva, non infastidito minimamente dal tepore che lentamente iniziò a riscaldargli le gote, rendendole di un colore che oscillava dall’arancione al porpora.
E osservandolo, Kurt capì che era quello il suo posto, quello era il luogo dove sarebbe sempre voluto tornare. Tra quelle braccia che ormai considerava come un’ancora di salvezza e quel calore che per nulla al mondo avrebbe abbandonato.
Ma forse lo aveva sempre saputo.
Dal primo momento in cui i loro sguardi si erano fusi creando un garbuglio di luci e ombre.  Dall’esatto istante in cui le loro anime si erano incontrare divenendo una sola e unica entità, un noi. Da lì in poi erano diventati Kurt&Sebastian.
L’odore delicato delle rose che sistematicamente invadeva Piazza Vendôme  di domenica mattina arrivò pungente alle sue narici, accompagnando come in una sinuosa danza quel raro silenzio che immancabilmente veniva marcato dall’inconfondibile vociare della gente seduta ai tavolini dinanzi ai numerosi bar che erano la caratteristica principale di Parigi.
Kurt ancora ricordava i momenti in cui credeva di  odiare Sebastian, le frasi pungenti e gli insulti che sfociavano sempre in una sorta di gioco nella quale entrambi si mettevano alla prova, gli sguardi maliziosi e indecifrabili, e poi quel bacio e tutte le sue conseguenze.
Delle volte si fermava ad analizzare le innumerevoli sfaccettature dalla quale era composta la loro relazione, e più ci pensava, più si auto convinceva che quello che all’inizio li legava non era odio, ma era paura. Paura di se stessi, di non essere all’altezza, di amare, di essere rifiutati.
Ma si arriva ad un certo punto della propria vita in cui ci si ferma ad esaminare minuziosamente ogni propria decisione e si viene inevitabilmente investiti da quelle consapevolezze che si vorrebbero lasciar marcire all’eterno dentro di noi.
 
 
Era inverno e la neve copriva il davanzale delle finestre dell’aula di francese dove la professoressa era intenta a leggere una qualche sorta di poema fondamentale per la riuscita degli esami di fine anno, ma questo a Kurt non importava.
Con una mano a sorreggere la testa e uno sguardo sognante, fissava incantato un punto indefinito sul collo di Sebastian. Non si rese nemmeno conto del tempo che passò osservando attentamente ogni minimo movimento che compiva il suo pomo d’adamo quando deglutiva, ma la situazione divenne abbastanza imbarazzante quando Sebastian si accorse del suo sguardo penetrante, così come la professoressa che lo richiamò all’attenzione.
E allora successe.
Si chiese per quale motivo la giornata sembrasse più interessante se al mattino Sebastian si degnava di sorridergli o salutarlo con qualche battuta spiritosa.
Si chiese perché la sua mente si offuscasse ogni volta che sentiva la sua voce un po’ rauca, tanto da perdersi e non capire nemmeno quello che stava uscendo dalle sue labbra. Oh, le sue labbra.
Kurt si chiese per quale motivo si fermasse ad analizzarle più del necessario.
Quello fu il momento.
Il momento in cui Kurt si accorse di amare Sebastian.
E da allora tutto cambiò, senza cambiare affatto.
Le frecciatine c’erano ancora, le occhiate sfuggenti durante le lezioni e i sorrisi carichi di malizia c’erano ancora, l’unica differenza era che tutto era velato dalla consapevolezza.
E quasi come fosse un processo naturale, non si accorsero nemmeno di aver superato quella linea che serviva ad entrambi per ricordarli il confine tra odio e amore. Semplicemente passò in secondo piano, sovrastato dal calore delle loro labbra che si incontravano come se non aspettassero altro, e da quel momento in poi niente ebbe più importanza.
Ogni giorno che passava Kurt si innamorava ancora un po’ di più.
 
Quando Sebastian lo invitò ad un appuntamento e lui dovette trattenersi dallo sputare il caffè sul blazer del ragazzo davanti a lui che impaziente aspettava una risposta.
Quando si baciarono lentamente, quasi con incertezza, per assaporare al meglio ogni istante.
Quando vide la sorpresa negli occhi di Sebastian quando si ritrovò un mazzo di fiori fuori dalla sua stanza della Dalton.
Quando si spingevano un po’ oltre e finivano per litigare fino a non parlarsi per giorni, per poi inventarsi i metodi più disparati per far pace.
 Quando fecero l’amore per la prima volta.
Quando alla fine delle superiori Sebastian gli propose di andare a vivere insieme a Parigi, senza preavviso, perché Sebastian era così, riusciva a sorprenderlo quando meno se l’aspettava.
 
 
E anche in quel momento, mentre passava le dita affusolate tra i capelli lisci del proprio ragazzo, si innamorò ancora una volta di Sebastian. Sapeva che non avrebbe mai smesso di farlo.
Non resistette all’impulso di posare le sue labbra sulla fronte del ragazzo che con ‘Hmm..’ leggermente accennato si girò dall’altra parte, e Kurt si ritrovò nella presa ermetica di un Sebastian ancora mezzo addormentato.
E forse il suo cuore perse un battito. Lo faceva sempre. Non avrebbe mai smesso di farlo.

   
 
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