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Autore: Mute_Sparkle    06/03/2013    0 recensioni
Non c'era nulla che Shindou amasse quanto l'arrivare all'archivio reale, il mattino presto, ed assaporare sia il silenzio che l'odore dell'archivio prima che la giornata iniziasse per davvero. Almeno, in genere di solito era così.
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Slice of life su Inazuma per il contest indetto da Zael (The Pridestalker) e Fay (Destroyed Fairy)
- Ambientazione: antico egitto
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Yamana, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non c'era nulla che Shindou amasse quanto l'arrivare all'archivio reale, il mattino presto, ed assaporare il fantastico profumo di papiro essiccato, cera e legno che si raccoglieva nell'aria durante la notte: alle prime luci dell'alba la sala, in cui la luce penetrava unicamente da alti finestroni, aveva un fascino quasi irreale mentre gli altri scaffali ed i pilastri che sorreggevano il tetto andavano a dipingere ombre dall'aspetto quasi surreale. Già, il mattino era il momento della giornata che preferiva in assoluto, tranne in alcuni casi.
 

"Oggi il vostro lavoro consisterà nel riordinare il tutto, noi saremo impegnati nel discutere con i sacerdoti-oroscopi per concordare le date e le modalità per le prossime cerimonie..."
 
Non era mancanza di personale che aveva spinto i sacerdoti a lasciar tutti gli apprendisti a fare il lavoro 'sporco' dell'archivio, era che il dover ricontrollare che tutti i rotoli fossero al loro posto, preparare quelli rovinati per la ricopiatura, il togliere la polvere e la sabbia... erano tutti compiti che i sacerdoti non desideravano svolgere e che, sopratutto, non avrebbero fatto svolgere a qualche popolano qualunque. Insomma, era più facile punire un gruppo di studenti nel caso qualcosa fosse andato storto che andare a rincorrere gente esterna che se ne sarebbe potuta fuggir via dalla città... e quando era il heri tep stesso a dare ordini, ossia il capo stesso degli officianti lettori, a loro non restava che obbedire.
 

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"A volte mi chiedo a cosa ci servano certe cose... insomma, io non sto studiando e facendomi venir le mani viola a furia di ricever il frustino sulle dita solo per imparare a passare lo straccio sui pavimenti..." A parlare era stato Teti, uno dei ragazzini che facevano parte del gruppo degli apprendisti che, inginocchiato a terra, passava uno strofinaccio di lino inumidito sul pavimento, cercando di rimuovere delle vecchie macchie risalenti a chissà quando.
"Se tu facessi le cose che ti vengono dette, probabilmente non prenderesti nessuna botta, scemo." A rispondergli era stato un decenne di nome Bedjau impegnato a sfilar tutti i rotoli da uno dei grossi archivi per catalogare il tutto, assicurarsi che non mancasse nulla e, sopratutto, controllare l'eventuale insorgenza di papiri danneggiati o muffe. Non che queste ultime fossero così comuni, ma quando comparivano poteva essere un vero disastro. E- per quanto li riguardava, Shindou cercava di tenersi a distanza dagli altri e portar avanti il suo lavoro il più velocemente possibile: nonostante fosse già un quattordicenne, infatti, non aveva ancora avuto modo di accedere al ruolo di 'lavoratore' vero e proprio, più che altro per il fatto che... beh, non erano morti sacerdoti di recente e da due anni l'intero gruppo di Lettori era al completo... e quindi a lui restavano  quei lavori insignificanti che fin troppe volte aveva fatto.
 
"Uff..." uno sbuffo nell'ascoltare il chiacchiericcio altrui, quindi eccolo salire su uno sgabello in legno per andare ad afferrare alcuni dei rotoli più in alto, se la memoria non lo ingannava dovevano esserci tutti e, dato che erano fogli che nessuno toccava mai probabilmente non ci sarebbe voluto molto prima di finire anche quegli scaffaloni e- silenzio. Eccolo irrigidirsi, ben conscio di cose una totale assenza di interazioni tra un gruppo di adolescenti di nove - undici anni potesse significare: o era sceso il faraone in persona o, dato che nessuno dei loro superiori doveva presentarsi se non in serata per valutare il lavoro svolto, qualche altro importante membro della comunità presente nel palazzo reale.
 
"Oplà..." E giù dallo sgabello con assoluta, falsissima, nonchalance. Una velocissima occhiata era stata sufficiente per confermare i suoi sospetti, non c'era praticamente nessuno in vista e di tanto in tanto qualcuno sembrava guardare di sottecchi uno dei pilastri: non poteva esser altri che lei. 
Innamorata del più brillante tra tutti i giovani studenti, del ragazzo prodigio il cui apprendistato era iniziato prima del dovuto, nientepopodimento che sua eccellenza Akane, sorella e promessa sposa dell'incarnazione del Dio Sole Tenma... ossia la ragione per cui, prima o poi, a Shindou sarebbe stata fatta saltare la testa. Lo sapevano tutti, anche il faraone, che la ragazza si dilettava ad andarlo a spiare mentre era al lavoro, disegnando su tavolette di legno ricoperte di cera quelli che erano suoi accurati ritratti. Ah, e Shindou ne aveva perfino visti un paio... seguivano una prospettiva del tutto particolare, senza andare a mostrare il corpo nel modo corretto come si faceva in genere sulle pareti mostrando le figure con il torace rivolto verso il disegnatore e la testa di lato, ma... i dettagli c'erano tutti e non era difficile collegarli a lui. Ma chi era lui, comunque, per contraddire sua eccellenza, la promessa al dio del sole, Akemi? Chiederle di tener un poco più le distanze sarebbe stato sconveniente e considerato offensivo e, nonostante Tenma fosse ben noto per la sua pazienza ed il suo buon cuore, Shindou non ci teneva veramente a scoprire come avrebbe potuto essere da adirato.
Insomma, ogni volta che lei si avvicinava lui sapeva di essere un passo più vicino al venir giustiziato, ma, volente o nolente, se ne restava assolutamente zitto a far finta di non notar nulla e nessuno, andando ad impilar rotoli di papiro su rotoli di papiro, avendo ben cura che nessuna delle sottili protezioni per quel così prezioso tesoro andasse rovinata e cercando di distrarsi a quel modo.
 
"Ti serve una mano? Mi hanno detto che siete tutti impegnati qui..." Shindou fece quasi cadere il rotolo che aveva tra le mani nel sentir quella voce fin troppo tranquilla ed allegra alle sue spalle. "Kirino!" Parlando di persone inquietanti... Kirino era uno degli apprendisti dei sacerdoti dediti all'imbalsamazione cerimoniale e, a sentir i suoi maestri, un vero genio nel settore. Shindou lo conosceva abbastanza da saper che il suo essere 'bravissimo' in quel senso altri non sottolineava che la totale mancanza del ragazzo per le classiche reazioni di schifo e svenimenti vari che la maggior parte dei tredicenni ancora mostrava durante lo svuotamento dei defunti.
"Allora, ti può servire o no?" Il fatto che stesse sorridendo, cosa del tutto... innaturale, lo rendeva ancora più inquietante in qualche modo "Ho visto che veniva qui ed ho pensato che almeno oggi sarebbe stato meglio evitarlo, dato che nessuno possa testimoniare realmente di non averti visto parlare con lei..." Perché il faraone si sarebbe, appunto, potuto arrabbiare. E c'era una cosa che sia Kirino che Shindou avevano notato, ossia che sua eccellenza aveva un'insana paura del ragazzo appena arrivato: l'apprendista imbalsamatore, dopotutto, aveva un colore di capelli rossiccio decisamente particolare, la pelle bianchissima, gli occhi di un azzurro innaturale e la strana abitudine di muoversi quasi solo di notte. certo, alcuni sapevano che di tanto in tanto nascevano dei bambini 'bianchi', ma era raro che riuscissero a vivere abbastanza da iniziare a lavorare com'era stato con lui. E- diciamo che la tintura per le vesti che, una volta al mese, applicava sui capelli... non rendeva esattamente bene quanto avrebbe dovuto. Uno spettro pallido che serviva il faraone e che si occupava di preparare i corpi all'immortalità? Terrificante!
"Cos..." Ed infatti, ora che il suo cuore rallentava, Shindou riuscì a collegare le due cose, notando peraltro che l'ombra dietro la pila era scomparsa e- sopirò, sollevato. Non si poteva dire che lui e Kirino fossero amici, in effetti 'nessuno' era amico di quel ragazzo, ma il giovane sembrava sempre sapere quando e come apparire per dargli una mano quando necessario e- ed ad essere onesti era una cosa che non si riusciva a spiegare. Alcuni avevano anche affermato di aver visto anche lui spiare i suoi movimenti, ma a quel genere di voci faticava decisamente di più a credere. "Beh... grazie." Si limitò a rispondergli "Prima o poi il faraone mi farà la pelle per aver attirato l'attenzione della sua futura donna..." commentò senza nemmeno pensarci troppo, cercando di tenere un minimo le distanze e, sopratutto, di non guardar l'altro in faccia.
 
"Mah, dubito che gli interesserebbe. Io ho più l'impressione che se potesse sua maestà si sposerebbe il gran sacerdote..." Shindou scattò praticamente in avanti, invadendo lo spazio personale dell'altro e schiaffandogli una mano in faccia per coprirgli la bocca: dire ad alta voce certe cose del faraone, anche se probabilmente vere, avrebbe potuto costar loro la vita se qualcuno li avesse mai sentiti. Specialmente se questo 'qualcuno' fosse stato sua eccellenza il 'primo profeta' Tsurugi. Come Kirino potesse non temerlo nonostante fosse a sua volta un apprendista sotto i sacerdoti mummificatori sfuggiva alla mente dello scriba, eppure non era la prima volte che... che quello sciagurato parlava in modo tanto irrispettoso. Più che altro, che lo facesse in pubblico. Seguì un lungo momento di silenzio tra i due, quindi, in qualche modo irritato, l'albino scostò l'altro in modo piuttosto brusco prima di tornare a fissarlo con quei grandi, vagamente inespressivi occhi azzurri. E- beh, nessuno dei ragazzi nella stanza aveva apparentemente sentito nulla o, più probabilmente, sembrava desideroso di intervenire. Un tacito e globale 'non è stato detto niente'.
 
Un occhiata al ragazzo di fronte a lui, un'altra agli altri apprendisti e decise che era più che giunto il momento di congedarlo "Comunque, abbiamo del lavoro da fare qui, ti sono grato per il tuo interessamento e per il tuo aiuto, ma credo che dovresti andare a dormire. Stanotte avrai da lavorare, immagino..." Forse no, non c'erano stati morti a palazzo di recente e non aveva onestamente idea di cosa facesse un imbalsamatore così fuori orario, ma poco importava.
 
"Mah, immagino tu abbia ragione." Shindou tirò un silenzioso sospiro di sollievo "Ti auguro una buona giornata." un unico semplice saluto prima di passargli oltre, posandogli tra le mani un sacchetto di lino e lasciandolo lì. Un attimo di silenzio, quindi, prima di andar a slegare il pacchetto consegnatogli: biscotti secchi alle mandorle. I suoi preferiti. Ebbe un brivido.

  
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