Partecipa al 500themes-ita con #473 – Favole nascoste.
extremely loud and incredibly close
Non ho qualcuno in particolare a cui dedicare questa storia. Quindi è per tutti voi, perché crediamo – nonostante tutto – alle favole.
Erano
tornati nella Foresta Incantata, ce l'avevano fatta. Ma Emma aveva
costretto Henry a restare nel mondo reale con lei e Neal,
perché
loro appartenevano a quel mondo. Ma di tanto in tanto, Henry riusciva
a scappare nella Foresta Incantata, per stare con i suoi nonni, con i
suoi amici di sempre e soprattutto con lei.
Aveva
compiuto diciassette anni oramai, era grande. Sua madre non poteva
più controllarlo – sebbene ci riuscisse ancora
parecchio bene. E
così era scappato al castello da Biancaneve ed Azzurro. Non
era
passato esattamente da loro, aveva preso in prestito un cavallo dalla
stalla ed aveva intrapreso una corsa per il bosco.
«Grace!»,
esclamò dopo mezz'ora di trotto, trovando la ragazza sulla
collina
ove erano soliti incontrarsi. Quella alzò il capo e sorrise.
«Henry!»,
rispose al saluto, correndogli incontro mentre il ragazzo arrestava
il cavallo.
Scese
rapidamente dalla sella e prendendo il volto di lei tra le mani, la
baciò appassionatamente. Grace ricambiò
finché la necessità di
respirare non si fece impellente e si allontanò dal suo
volto, con
le guance imporporate.
«Come
mai tutta questa urgenza?», domandò lei con il
solito tono
squillante che si ritrovava. Henry sorrise.
«Ho
litigato con mia madre», rispose il ragazzo scrollando appena
le
spalle. Grace inarcò un sopracciglio.
«Io
litigo con mio padre tutti i giorni», iniziò lei
per poi
aggiungere: «E mio padre non è la Salvatrice,
è il Cappellaio
Matto», gli ricordò. Henry ridacchiò
appena.
«Lo
so, ma almeno non pretende che tu appartenga ad un posto che non
è
casa tua. Questa è casa vostra, è casa nostra»,
asserì il
ragazzo tenendo ancora il volto di Grace tra le mani e specchiandosi
nei suoi occhi, azzurri.
«Ma
tu un giorno potrai scegliere, no?», chiese titubante la
ragazza,
osservando gli occhi verdi di lui. Henry sospirò e
lasciò andare il
viso dell'amata.
«Spero
di sì... Non credo che i miei vedano l'ora di sapermi qui,
che
brandisco una spada e magari uccido draghi», disse
leggermente
sarcastico. Grace ridacchiò.
«Saresti
un ottimo sterminatore di draghi!», lo prese in giro.
«Oh
su questo non ho alcun dubbio, ho preso da mio nonno
almeno!»,
continuò quello, divertito. Poi calò il silenzio.
Henry
sospirò ancora e prese le mani di Grace tra le sue.
«Un
giorno questo sarà il tuo regno», gli
ricordò lei.
«E
tu sarai la mia regina», aggiunse lui, giocherellando con i
capelli
di lei adesso.
«Non
ho origini nobili, non puoi sposare...», ma Grace non fece in
tempo
a completare la frase che Henry la baciò di nuovo,
zittendola.
Quando si allontanò da lei sorrise.
«Credi
che a mia nonna importi se tu sei la figlia del Cappellaio o la
principessa di chissà cosa? No, Grace, lei più
tutti sa che non può
tenere lontano il vero amore», asserì Henry a
bassa voce,
sussurrandole quelle parole dolcemente. Come una promessa. La ragazza
sospirò.
«E
credi davvero che sia vero amore?», domandò
incerta. Non voleva
fare quella domanda, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto farla.
Henry sbarrò gli occhi, come se gli avesse dato uno schiaffo
in
pieno volto.
«Come
ti salta in mente, Grace!? Certo che lo credo, anzi non lo credo
affatto! Lo so!», sbottò
quello sorpreso.
«Tu
vivi in un altro mondo, puoi incontrare qualcun'altra...»,
cercò di
dire lei, ma la voce le tremava. Henry poggiò l'indice sulle
sue
labbra.
«Hai
detto bene, vivo in un altro mondo, ma non gli appartengo. Il mio
posto è qui, nella Foresta Incantata, con te», e
non voleva più
parlarne, gli sembrava ridicolo dover affrontare quel discorso con
lei in quel momento. Erano quasi cresciuti insieme, lui l'aveva
riunita a suo padre, lui aveva portato Emma, lui la andava a trovare
spesso e volentieri per prendere il tè insieme. Si
appartenevano e
non c'era altra verità. E non gli importava che sua madre
desse di
matto riguardo quella storia, non gli importava che Jefferson lo
minacciasse di spedirlo nel Paese delle Meraviglie se solo osava
avvicinarsi alla sua Grace. Avrebbe affrontato entrambi – e
tutti
sapevano quanto potessero essere temibili Emma e Jefferson insieme.
Ma per il suo vero amore lo avrebbe fatto, lo avrebbe fatto
perché
era la promessa che aveva fatto a Regina: lui avrebbe dovuto lottato
per il suo vero amore. E così stava facendo.
A
volte ci sono favole che saltano fuori dal nulla, che nessuno aveva
programmato e/o scritto. Eppure accadono, perché, a volte,
la vita
sa essere come le storie del libro di Henry: vera e fantastica.
angolo
autrice:
Non
sono molto soddisfatta di questa storia, però volevo
scriverla da
una vita e quindi mi sono accontentata. Amo profondamente, questa OTP
non me la possono toccare, perché nella mia testa, Henry e
Grace un
giorno si innamoreranno e forse qualcun altro avrà il lieto
fine che
si merita.
E
poi, giusto per la cronaca, ho deciso che Henry da grande
sarà Grant
Gustin. Grace ancora non lo so, non ho deciso, ma tanto non
sarà
l'ultima cosa che scriverò riguardo loro. Li amo, sono miei,
mollateli <3
Ah,
dimenticavo: il titolo non c'entra una mazza con l'intera storia, ma
descrive bene il rapporto tra i due per come io l'ho immaginato.
pace&amore.