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Autore: fri rapace    06/03/2013    9 recensioni
Harry capì che, se non fosse riuscito a risolvere velocemente quel guaio, sarebbe stato lui a sposarsi con Lupin al posto di Tonks!
La storia ha partecipato al Contest: 'Rivoglio il mio corpo... forse', indetto da Rosmary sul forum di EFP
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nimphadora Tonks, Petunia Dursley, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Harry, mosso da incubi confusi, rotolò bocconi e una sensazione di fastidio al petto mai provata prima lo destò. Cercò a tentoni gli occhiali che la sera prima aveva posato sul comodino, ma la mano brancolò nel vuoto. Il mobile era sparito e non fu tanto quello a spiazzarlo, quanto il fatto che riuscisse a vedere nitidamente il vuoto che aveva lasciato e tutto quello che c'era attorno, anche senza lenti.
 
Lo stupore per le diottrie conquistate durante la notte fu presto sostituito dalla circospezione. Nulla di ciò che vedeva corrispondeva a ciò che si trovava nella sua stanza a casa degli zii e, voltandosi dall'altra parte, si trovò con il naso premuto contro una schiena nuda: non era più solo nel letto.
 
“Ron?” tentò, sperando di essere alla Tana pur non ricordando come e quando ci fosse arrivato. Purtroppo la schiena che gli stava di fronte non pareva affatto quella di un ragazzo di diciassette anni e non avrebbe potuto scambiare per lentiggini i segni sulla pelle pallida, neppure se la sua vista fosse tornata ad affievolirsi.
 
La situazione iniziava a sembrargli decisamente pericolosa.
 
Harry si tirò a sedere con ogni cautela, cercando con lo sguardo la propria bacchetta.
 
Quello che vide quando il lenzuolo gli scivolò sulla vita gli fece gelare il sangue nelle vene quasi quanto la vicinanza di un Dissennatore.
 
Il pigiama che indossava era orrendo, ma neanche lontanamente spaventoso quanto i due morbidi rigonfiamenti che gli erano spuntati sul petto.
 
Urlò, e urlò ancora più forte dopo averli presi tra le mani per cercare di staccarli, perché in quel momento ogni dubbio su cosa fossero scomparve.
 
L'altro occupante del letto saltò in ginocchio sul lenzuolo, sfilando da sotto al materasso una bacchetta.
 
“Tonks, che succede?” boccheggiò allarmato.
 
Lo spavento di Harry si attenuò: quello che dormiva al suo fianco era Lupin! Sollevato, pensò che il suo ex professore avrebbe sistemato tutto, facendo Evanescere quei due cosi dal suo corpo, accompagnandolo subito dopo alla Tana. Lì lo aspettava qualche giorno di pace da passare con i suoi amici, prima di gettarsi nella missione che Silente gli aveva affidato prima di venire ucciso.
 
Lupin lo fissava sulle spine e un dubbio s'insinuò in Harry: perché lo aveva chiamato 'Tonks'?
 
“Tonks?” lo chiamò di nuovo Lupin, abbassando lentamente la bacchetta.
 
“Tonks?” ripeté Harry, confuso. “Non chiamarmi 'Tonks', io...”
 
Lupin si rilassò visibilmente.
 
“Sarà un problema se hai intenzione di non permettermi più di chiamarti neppure 'Tonks'. Nel frattempo potrei optare per un 'Ehi, tu', ma mi sentirei meglio se cambiassi idea. Non ti chiederò spiegazioni a riguardo,” sospirò, come se pensasse che la colpa fosse sua. “Ma posso almeno sapere perché hai urlato?”
 
Harry, che non aveva capito una sola parola, pensò che Lupin dovesse essere sicuramente impazzito. Pensava veramente di stare parlando con Tonks? Poi lo sguardo gli sfuggì alle spalle dell'uomo, dove lo specchio montato su un'anta dell'armadio gli restituì la propria immagine.
 
“Sono davvero lei!” gemette con un filo di voce. Di cose spaventose nella sua breve vita gliene erano capitate molte, e questa, anche se non era una delle peggiori, si accaparrava sicuramente un'ottima posizione in classifica.
 
“Ti sei svegliata in vena di scherzi?” lo apostrofò Lupin, che chiaramente ignorava cosa fosse successo tanto quanto lui. “Buon per te, perché io... io sono un po' in ansia,” ammise con una certa riluttanza.
 
Harry aprì la bocca, deciso a spiegare chi fosse in realtà, certo che Lupin sarebbe stato in grado di restituirgli il suo corpo in un batter di bacchetta.
 
“Io sono... io sono... sono... Hhhhhhhh!” qualcosa gli si formò in gola e un gracidio di protesta, che Harry non aveva prodotto volontariamente, gli uscì dalla bocca.
 
“Avanti, spunta il rospo,” lo incalzò Lupin, e lui lo fece letteralmente.
 
Con immenso stupore di entrambi, un rospo verdino balzò fuori dalla sua bocca, atterrando al centro del letto.
 
“Ah. Mi era parsa un'imitazione un po' troppo realistica, in effetti,” commentò Lupin dopo un lungo istante. “Cos'hai cucinato ieri sera? Ti ho ripetuto mille volte di spostare i libri di Pozione dalla cucina, dopo una notte di turno per l'Ordine e un giorno di lavoro al Ministero, persino Molly potrebbe confonderli!”
 
Harry non aveva alcuna intenzione di arrendersi:
 
“No, no, tu non capisci, io sono Hhhhhhhh!” si sentì di nuovo soffocare e un attimo dopo un altro rospo saltò indispettito sul letto.
 
“Va bene,” valutò Lupin senza scomporsi troppo. “Dobbiamo risolvere questo problema prima del matrimonio.”
 
“Matrimonio?” ripeté Harry. A quanto pareva era esclusivamente della propria identità che non gli era concesso parlare.
 
Lupin strinse per un secondo gli occhi, un movimento velocissimo, come se avesse avvertito una piccola scossa elettrica.
 
“Hai cambiato idea?” chiese, lo sguardo che diventava sfuggente.
 
Harry si morse la lingua, imponendosi di pensare prima di aprire nuovamente bocca.
 
Se solo Hermione fosse stata lì!
 
Non sapeva come fosse finito dentro al corpo di Tonks, teneva lo sguardo ben alto per evitare di trovarselo sotto agli occhi, ma malgrado questo l'imbarazzo rimaneva e per lui fermarsi a riflettere era difficile anche in situazioni meno allarmanti.
 
Di sicuro Lupin si riferiva al matrimonio di Bill e Fleur, d'altronde, quale altra coppia era prossima alle nozze, oltre a loro?
 
“No, ci vengo ancora volentieri con te al matrimonio di Bill e Fleur,” disse, sicuro di aver afferrato il senso del discorso dell'uomo.
 
“Sai benissimo che non mi riferivo a loro. Se non mi vuoi più dillo apertamente, io ti capisco.”
 
Harry era disorientato: Lupin sembrava al tempo stesso arrabbiato, sollevato e avvilito. Non l'aveva mai visto comportarsi così, ancora si sentiva a disagio nel ricordare la sua reazione alla morte di Silente. Quell'intimità lo infastidiva, lui non era Tonks e non aveva il diritto di essere lì, spiarlo lo faceva sentire come se lo stesse ingannando. Ebbe l'istinto di voltarsi da un'altra parte, quando il significato delle parole dette dall'uomo divenne chiaro.
 
“Aspetta... tu e T... cioè, io e te, ci sposiamo? Davvero?” domandò esterrefatto. Gli parve subito una magnifica notizia, era molto felice per loro.
 
Lupin esitò, combattuto, poi gli sorrise.
 
“Beh, è bello sentire che ti è tornato l'entusiasmo.”
 
Harry annuì energicamente.
 
“È fantastico, fantastico!”
 
Lupin rimase in attesa, come se si aspettasse che ora fosse lui a prendere le redini della situazione. Quando fu evidente che così non sarebbe stato, abbandonò ogni titubanza: sembrava incredulo e felice che fosse Tonks, per una volta, ad avere bisogno di lui.
 
“Bene, allora è meglio che iniziamo a prepararci, tra meno di due ore dobbiamo essere davanti all'officiante,” affermò, lasciando il letto e togliendo dall'armadio un abito piuttosto nuovo, accanto al quale svolazzò un vestito da donna molto carino, di quelli che Harry avrebbe volentieri visto indossare a Ginny.
 
Lupin glielo porse con cautela per non sgualcirlo.
 
Vedendo Harry esitare, accennò a un sorriso d'incoraggiamento.
 
“Anche io ho lo stomaco sottosopra, sai... Forza, come mi ripeto tutte le mattine da una vita: non importa come ti senti oggi, alzati, vestiti e mostrati!”
 
Harry capì che, se non fosse riuscito a risolvere velocemente quel guaio, sarebbe stato lui a sposarsi con Lupin al posto di Tonks!
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
Tonks si destò con un sussulto sorpreso: la sera prima era tanto eccitata dall'imminente matrimonio che si era aspettata di trascorrere la notte in bianco. Evidentemente, alla fine la stanchezza aveva preso il sopravvento.
 
Richiuse gli occhi senza registrare l'immagine sfocata che aveva colto appena sveglia e strisciò lateralmente sul materasso, cercando il contatto con il corpo di Remus. Ma a scontrarsi con le sue braccia tese furono le mattonelle del pavimento gelido su cui precipitò, trascinandosi dietro lenzuola e cuscino.
 
“Remus!” sbottò, lottando furiosamente per districarsi dalle lenzuola. “Come Merlino ti è venuto in mente di rimpicciolire il letto?”
 
Attese diversi secondo e quando fu certa che nessuno le avrebbe risposto, avvertì un tuffo al cuore.
 
“Remus?” tentò nuovamente, incerta. “Mica avrai tagliato la corda, vero?”
 
Ancora nulla. Con un deciso strattone riuscì a scoprire la testa, indecisa se andare su tutte le furie o scoppiare a piangere. Forse avrebbe fatto entrambi, contemporaneamente.
 
Aveva lottato strenuamente per convincere Remus che gli era permesso amare, che non le sarebbe successo nulla di male se avessero provato a essere felici, e fino al suo brusco risveglio si era crogiolata nella certezza di esserci riuscita.
 
Purtroppo sapeva che se per lei la sicurezza era una sensazione nota, a Remus rimaneva ancora del tutto estranea.
 
“Remus, sappi che conosco almeno sette incantesimi capaci di Trasfigurati in qualche cianfrusaglia molto delicata, o in un pollo arrosto, in un vaso da notte o...” si bloccò, inghiottendo stupefatta il nodo che le si era formato in gola.
 
Si stropicciò gli occhi: non erano le lacrime a rendere sfocata la sua vista, era diventata quasi cieca! E da quel poco che riusciva a intuire dell'arredamento indistinto che la circondava, capì che non era stato Remus a darsela a gambe, era lei a non trovarsi più nella propria abitazione.
 
“Ohi ohi... attacco di sonnambulismo da vigilia delle nozze?” gemette tra sé e sé, tirandosi goffamente in piedi. “Dove Merlino mi sono cacciata?”
 
Era già stata in quella stanza, ne era certa. Tamburellò con le dita sul mento, sforzandosi di dimenticare per un attimo il matrimonio imminente: doveva concentrarsi.
 
Sì, ricordò, era già stata in quella stanza, per aiutare Harry a fare le valigie prima di scortarlo a Grimmauld Place!
 
Mosse qualche passo in tondo e scoprì di sentirsi a disagio nel proprio corpo come mai si era sentita prima d'allora. Considerando che la sensazione che il suo corpo non le appartenesse l'accompagnava fin dalla più tenera età, l'acuirsi del problema la mise abbastanza all'erta da spingerla a controllare immediatamente il proprio aspetto.
 
Ricordava che c'era uno specchio montato all'interno del malridotto armadio di Harry e quando il riflesso le mostrò, invece della propria immagine, il volto del ragazzo, reagì strizzando involontariamente gli occhi.
 
Sotto sotto sapeva che la soluzione non poteva essere tanto semplice, ma nella confusione era arrivata a supporre di non essere diventata solo sonnambula, ma aver perso persino il controllo dei propri poteri di Metamorfomagus, cosa che non le accadeva più da quando era un'adolescente.
 
“Sono un Auror!” si disse, cercando ansiosamente di decifrare l'ora dalla sveglia posata sul comodino accanto al letto. “Non posso bermi il cervello solo perché tra tipo... uhm... due ore... tra-due-ore-mi-devo- sposare!” trattenne il fiato, sgranando gli occhi. “Due ore?!” ripeté di nuovo, quasi urlando.
 
Nel panico, si chiese insensatamente se a Harry avrebbe donato il vestito che aveva comprato per la cerimonia e se a Remus avrebbe dato fastidio condurla all'altare con le sembianze del ragazzo.
 
Si lisciò l'abbondante pigiama sul corpo ossuto, provando a immaginarsi la scena. Un secondo dopo scoppiò a ridere di cuore: no, non avrebbe funzionato affatto!
 
Inoltre era escluso Materializzarsi a casa propria con l'aspetto di Harry, perché aveva capito che non aveva semplicemente assunto il suo aspetto: qualcosa che non aveva nulla a che fare né con il sonnambulismo né con i suoi poteri doveva essere successa nella notte, qualcosa capace di scambiare le loro vite.
 
Inforcò gli occhiali che aveva notato accanto alla sveglia: quello che doveva subito stabilire era se quel pasticcio era dipeso da lei o da Harry.
 
Fece un veloce riepilogo di quello che aveva fatto la sera prima e, non trovando nulla degno di nota, capì che la soluzione doveva trovarsi in quella casa.
 
Il sospetto che ci fosse lo zampino di Voldemort le baluginò per un attimo nella mente, ma Harry era ancora minorenne e quindi protetto.
 
Prese a rovistare freneticamente tra gli oggetti accatastati alla rinfusa fuori dal baule del ragazzo e nulla le parve interessante, fino a che notò una bustina di tè molliccia che emetteva un flebile bagliore verdastro. Era schiacciata dentro a una tazzina ai piedi del comodino e ne trovò altre due, ancora incartate, che occupavano un angolo del fondo del baule.
 
“Tè Erba Voglio” lesse su una delle confezioni. Ne annusò una e un sospetto brillio verdino uscì dall'incarto, solleticandole la punta del naso.
 
Nonostante la sua fama di grande sbadata, Tonks aveva talento come pozionista e ricordava a memoria decine di intrugli di ogni genere, non solo i nomi e la loro finalità, ma persino le dosi degli ingredienti.
 
A Hogwarts, tra le altre cose, aveva provato a miscelare un Tè Erba Voglio, testandolo poi su se stessa: in quel periodo lo scontro tra lei e il professor Piton era particolarmente acceso e aveva desiderato che l'insegnante la lasciasse in pace. Il giorno dopo, come punizione per avergli risposto con insolenza, Piton l'aveva accompagnata nei pressi della capanna di Hagrid e lasciata con Pace, il ferocissimo Graphorn che in quel periodo era la bestia prediletta di Hagrid. Aveva trascorso un'intera settimana a spalare le enormi cacche violacee prodotte dall'animale (ovviamente senza l'ausilio della magia).
 
Per avere conferma del fatto che fosse stato davvero il tè incantato la causa di quel disastro, doveva stabilire se Harry avesse motivo per desiderare di essere lei, cosa che contava di risolvere mentre correva a rotta di collo alla ricerca di un po' d'acqua per riappropriarsi della sua vita!
 
Ricordava dov'era la cucina di casa Dursley e scese le scale saltando i gradini a due a due, finché non perse il ritmo e finì lunga distesa sul tappetino ai piedi dell'ultima rampa.
 
L'illuminazione le venne dopo aver sbattuto la fronte per terra. Ricordò il suo primo incontro con Harry: il ragazzo aveva ammesso che gli sarebbe piaciuto essere un Metamorfomagus per cancellare la sua cicatrice! Le spiaceva doverlo privare subito della sua conquista, ma lei e Remus si sarebbero sposati tra poco, ed era certa che lei volesse trovarsi accanto al suo uomo almeno quanto il povero Harry pregasse di poter fuggire da quella situazione.
 
La zia di Harry, quella che aveva storto il naso per via dei suoi capelli rosa alla stazione di King's Cross, abbozzò un'espressione persino più disgustata di quella assunta quel giorno.
 
“Che combini?” chiese aspra.
 
Tonks sapeva che il rapporto tra Harry e i suoi zii era molto teso, ma questo non le impedì di provare molto fastidio nel sentirsi rivolgere una domanda con quel tono.
 
“Sono cadut... ehm ... caduto,” borbottò, alzandosi da terra.
 
“Rimetti a posto quel tappeto e torna subito in camera tua!” ordinò arcigna la donna, senza manifestare alcuna preoccupazione per la salute del nipote. Tonks aveva i pantaloni del pigiama strappati e sanguinava da un ginocchio, e c'era gente che si spaccava l'osso del collo con cadute del genere!
 
“Dopo,” borbottò, zoppicando verso la cucina.
 
Petunia non sembrava sorpresa dalla sua impertinenza, Harry evidentemente non si faceva mettere sotto da lei: bravo ragazzo!
 
“Cosa vuoi? Lo sai che non devi toccare la nostra roba!” la inseguì, cercando di fermarla.
 
Tonks si impose di calmarsi, avrebbe ottenuto di più mostrandosi gentile, lo sapeva. Pensò a Kingsley e a come fosse riuscito a ingraziarsi persino quegli orridi Babbani.
 
“Voglio solo un po' d'acqua per il tè, zia,” spiegò più cortesemente che le riuscì.
 
Il brusco cambio di tono insospettì ancora di più Petunia, che entrò guardinga nella cucina tirata a lucido, scegliendo un pentolino dentro a un armadietto in cui regnava un ordine ossessivo.
 
“Acqua? È tutto qui quello che vuoi? Non è l'ingrediente per fare qualcosa di strano, vero? Non vorrai certo fare qualcosa di strano nella mia casa!”
 
Petunia le parve spaventata e un'idea la colpì: lei era la sorella di Lily Evans, conosceva il suo mondo e la magia.
 
“L'acqua è solo acqua anche dalle mie parti,” la tranquillizzò Tonks, sperando che si desse una mossa.
 
Ma Petunia rimase con il pentolino, ancora vuoto, a mezz'aria, indecisa sul da farsi. Non era stupida, aveva capito che c'era qualcosa che non andava.
 
“Per noi persone normali è impossibile prevedere cosa possano fare dei pazzi fannulloni come te... come voi,” sputò.
 
Tonks, resa particolarmente suscettibile dalla necessità di sistemare tutto il prima possibile, fremette di rabbia: come poteva parlare così al figlio di sua sorella?
 
“Pazzi fannulloni? Lily è morta per difendere me, dopo aver lottato coraggiosamente per anni contro il più potente Mago Oscuro che il Mondo Magico abbia mai visto, e io sono orgoglioso di essere tale e quale a lei! Mostra un po' di rispetto per quelli come noi!” le urlò contro, pensando anche alla sua, di famiglia.
 
Tonks era molto arrabbiata con i suoi genitori: avevano offeso Remus e non intendevano accettare il loro matrimonio. Sua madre, per farla desistere dal commettere quella che riteneva una pazzia, era arrivata a ricattarla meschinamente, dichiarando che lei e Ted non si sarebbero neppure presentati alla cerimonia.
 
Però era la prima volta in ventiquattro anni che le facevano mancare il loro sostegno, lo doveva ammettere. Harry aveva sempre vissuto con quella donna e il suo orrendo marito, come aveva potuto crescere in una famiglia che lo odiava e dove probabilmente certe osservazioni erano all'ordine del giorno? Quando sua madre aveva detto che trovava disgustoso il fatto che lei intendesse sposare un lupo mannaro, aveva provato una rabbia forte da far male.
 
Qualcosa nell'espressione di Petunia era cambiata quando aveva sentito nominare la sorella, ma solo per un attimo.
 
“Cosa vuoi saperne, tu,” sibilò. “Di quello che io ho passato, la vergogna di avere un mostro per sorella, e poi sei arrivato tu, tu che sei come lei, come loro!”
 
“A essere mostruoso è il provare vergogna per una persona a cui si dovrebbe voler bene, non essere dei maghi o lupi mannari!”
 
Petunia rabbrividì.
 
“Non ci saranno certo anche quei cosi da voi, vero? Perché se solo provi a portarmene uno in casa, a farlo avvicinare al mio Didino...”
 
Tonks, ormai al limite della sopportazione, le strappò di mano il pentolino, lo riempì d'acqua e, dopo numerosi tentativi falliti sotto allo sguardo inorridito di Petunia, rinunciò ad accendere il fornello. Prese in direzione della stanza di Harry, portando il pentolino con sé e pensando rabbiosamente che con 'Didino', vista la mole, avrebbero potuto organizzare un buffet di nozze capace di sfamare almeno mille persone!
 
“Me lo bevo freddo, il tè,” urlò senza voltarsi per controllare se Petunia fosse o meno alle sue spalle. Se la bustina non si fosse sciolta nell'acqua fredda poco male, se la sarebbe mangiata! Desiderare di tornare a essere se stessa sarebbe stato un gioco da ragazzi e i giorni che Harry doveva ancora trascorrere con quelle persone orripilanti stavano per finire, per fortuna.
 
 
 

***
 
 
 
Lupin era stato costretto a vestirlo, perché Harry si era categoricamente rifiutato di mettersi l'abito nuziale a occhi aperti. Era stato già abbastanza terrificante intuire le nuove forme del suo fisico, doverle toccare. Guardare il corpo di Tonks era fuori discussione e, a parte il suo imbarazzo, lei non avrebbe voluto... e di sicuro neppure Lupin, se avesse saputo!
 
Harry era riuscito a infilarsi l'abito dopo diverse complicate manovre, ma era alla rovescia e senza reggiseno, capo che non sarebbe stato in grado di indossare neppure ad occhi aperti.
 
Quando Lupin era entrato aveva sorriso nel vederlo così combinato e, anche se le mani gli tremavano un po' per il nervosismo, si era divertito a rivestirlo, prendendolo in giro per gli occhi serrati.
 
Harry all'inizio non aveva notato niente di tutto ciò, preso com'era a trovare una soluzione a quel guaio, ma poi la complicità di Lupin e la genuinità con cui si comportava con quella che credeva essere la propria fidanzata, gli fece pensare che forse non l'aveva mai visto così: una persona comune con una vita qualsiasi.
 
Quella riflessioni lo aveva fatto ripensare alla sera prima. Aveva ingollato il tè trovato sul fondo del suo baule, fantasticando sui lunghi pomeriggi trascorsi assieme a Ginny a Hogwarts, appartati negli angoli più nascosti del castello. Momenti preziosi, in cui si era sentito un adolescente comune, un ragazzo senza cicatrici sulla fronte.
 
Ricordò di aver desiderato essere un Metamorfomagus per poter cancellare la sua cicatrice... il tè! Era stato quel maledetto tè! Come aveva potuto essere tanto sciocco da bere quella robaccia senza prendersi neppure la briga di controllare l'etichetta?
 
Avrebbe voluto urlare la sua scoperta, ma sapeva che sarebbe riuscito solo a sputare un altro rospo.
 
La sua unica speranza era che Tonks capisse quello che era successo e rimettesse tutto a posto, perché non poteva essere sparita nel nulla. A rigor di logica, se lui era lì, lei in quel momento doveva essere a casa dei Dursley, nel suo corpo.
 
Lupin l'aveva appena Materializzato davanti a un locale anonimo e un po' cadente, stretto in una fila di case tutte uguali.
 
“Non vuoi darmi la mano?” gli chiese timidamente l'uomo, offrendogli la propria.
 
Harry si sentì arrossire: no, certo che non voleva!
 
Ma non poteva negargliela, non aveva il diritto di rovinare il matrimonio a Lupin e Tonks.
 
Con suo grande stupore, la sensazione che provò nel sentire la mano stretta in quella grande e rovinata di Lupin non fu spiacevole. Uno strano calore si diffuse dal suo petto al resto del corpo, come gli succedeva a volte dopo una serata particolarmente piacevole trascorsa con i suoi amici.
 
Quella era probabilmente la prima volta in vita sua che un adulto lo prendeva per mano: zio Vernon non lo aveva mai fatto, anche se qualche volta l'aveva trascinato per il polso. Suo padre, immaginò, doveva avergliela stretta con la stessa tenerezza con cui ora lo stava facendo Lupin, ma lui non poteva ricordarlo.
 
L'ultima cosa che notò furono i genitori di Tonks rintanati all'ingresso, ritrosi come clandestini, poi prese ad avanzare lungo il corridoio della sala addobbata per il matrimonio e tutto si fece nebuloso, perso com'era nell'emozione che si doveva provare nell'essere presi per mano dal proprio papà.
 
Non durò molto. Quando si fermarono, i singhiozzi della signora Weasley lo riportarono bruscamente alla realtà.
 
Malocchio Moody, strizzato in un vecchio abito polveroso simile a quello indossato da Ron al Ballo del Ceppo, aveva l'occhio sano un po' lucido.
 
“Tonks,” borbottò confusamente. “Sei... uhm... hai capito, no? Uhm... bella.”
 
Harry ebbe il folle istinto di scrollarlo, ordinandogli di guardarlo bene con l'occhio magico, ma appena allungò le braccia per mettere in pratica il frettoloso piano, tutto prese a roteargli attorno e la terra gli sfuggì da sotto i piedi.
 
 
 
 
***
 
 
 
Quando Tonks riprese i sensi, la tazza di tè era sparita e con essa la stanza di Harry.
 
Smarrita, rivolse il viso verso l'alto: Remus la osservava preoccupato, sorreggendola con braccio dietro la schiena. Alle sue spalle, uno sparuto gruppo di ombre era chino su entrambi.
 
Remus era bellissimo con il vestito che avevano scelto assieme e l'aspetto curato come mai aveva avuto prima d'allora. Confusa dalla commozione, spezzò il silenzio esclamando la prima cosa che le venne in mente:
 
“Ho le chiappe ghiacciate!”
 
Lui le rispose con un gran sorriso.
 
“Ora ti riconosco!” mormorò sollevato. “Sai, ero certo che sarebbe successo a me. Di svenire, intendo,” confessò, aiutandola ad alzarsi da terra.
 
“Puoi farlo dopo,” gli concesse, saltandogli al collo mossa da un'incontenibile felicità: non poteva credere di essere stata tanto fortunata: era riuscita a tornare da lui! “Oh, non sai quanto sono contenta di essere qui!”
 
Remus accolse il suo vivace abbraccio con una risatina tremula.
 
Poi un dubbio s'insinuò in lei: e se era arrivata troppo tardi?
 
“Non è ancora successo nulla, vero?” sciorinò tutto d'un fiato.
 
“Beh, di cose ne sono già successe a sufficienza, direi...” le rispose Remus perplesso. “Rospi non ne hai più sputati, se è questo che ti preoccupa.”
 
“Certo, Harry avrà rinunciato a pronunciare il suo nome,” lo liquidò sbrigativamente: era una questione ovvia per lei che conosceva i fatti e su cui, nello stato d'ansia in cui si trovava, non aveva la pazienza di soffermarsi. “Ma tu non te lo sei ancora sposato, non è vero?”
 
Remus strinse appena gli occhi: era una persona molto sveglia e capì che non stava parlando a vanvera.
 
“Aspetta... avrei dovuto comprendere subito che doveva esserci una spiegazione logica... I rospi... tu che ti vergogni di... beh... di tutto. Tu! Se solo riuscissi a calmarmi un attimo...” balbettò, la soluzione già sulla punta della lingua.
 
“Oh, Remus, non ti angustiare! La povera Tonks ancora non ha pronunciato il 'sì' ed è già fuori di sé dall'emozione, tutto qui!” s'intromise Molly, mandandolo in confusione.
 
Tonks reagì alle parole dell'amica con un urlo liberatorio:
 
“Oh, Merlino, grazie!”
 
“Bene,” tossì l'officiante, controllando con impazienza l'orologio. “Possiamo iniziare la cerimonia?”
 
“Ora sì,” sorrise Tonks raggiante, la mano stretta in quella del suo grande amore.
 
Al banchetto che sarebbe seguito alla nozze, ridacchiò tra sé e sé malgrado l'emozione, Remus avrebbe avuto tutto il tempo per capire quanto vicino fosse stato a sposare Harry Potter!




"Non importa come ti senti oggi, alzati, vestiti e mostrati", Paulo Coelho




Il Graphorn è la ferocissima cavalcatura dei Troll


Di seguito copio il giudizio ricevuto per il Contest: attenzione, ho modificato parecchio la ff seguendo i consigli della giudicia, la parte di Tonks in origine faceva davvero schifo :-p (spero che ora vada un po' meglio!)
Per quanto riguarda il resto, ho fatto del mio meglio. Il finale è ancora scontato, e la tentazione di far sposare davvero Remus con Harry mi ha sfiorata più volte, ma poi... nuo XD Non ce l'ho fatta eheheh ^^
Ringrazio ancora la giudicia e chi leggerà la mia ff ^^


All'altare con... di Fri

Lessico, Stile e Forma: 9.5/15  
4.5/3/2

I quindici punti totali, come hai notato, sono divisi in 5 per il lessico, 5 per lo stile e 5 per la sintassi. Con ordine, ti spiego ogni punteggio.

Lessico: hai utilizzato un lessico a tratti semplice, quasi colloquiale e a tratti ricercato, inserendo termini piuttosto specifici ed espressioni volte a figurare, nella mente del lettore, la scena da te proposta. Nel complesso, quindi, ho trovato il lessico ben scelto, poco ripetitivo ed in armonia con il carattere della storia. Il punteggio è 4.5/5 perché, seppur tu abbia trovato un buon equilibrio, l’alternanza tra espressioni di tipo più colloquiale ed altre di stampo più specifico può creare una certa perplessità nel lettore. In più, ti segnalo quest’espressione:

“avevano preso a male parole Remus”, “a male parole” è colloquiale e dialettale, quindi errata in questo contesto, ti consiglio di rivederla, potresti sostituirla con “avevano insultato Remus” o simili, le scelte sono diverse.

Stile: non ho potuto apprezzare appieno lo stile della tua storia poiché disturbato, in diversi punti, da alcune scelte sintattiche, che hanno ostacolato la scorrevolezza del testo. Al di là di questo, nel complesso, lo stile leggero, poco descrittivo, con diversi dialoghi, s’adatta alla storia raccontata. Il ritmo del racconto è molto veloce, così come gli eventi stessi, quindi l’alternanza tra vari discorsi diretti e l’essenziale descrizione è stata funzionale. Ciò che non mi ha molto convinta è l’ironia che avrebbe dovuto caratterizzare alcune espressioni e che, invece, fa un po’ fatica ad esprimersi; ho avuto la sensazione, forse errata, sarai tu a dirlo, che tu non abbia dimestichezza con questo stile, ossia con uno stile che impone un ritmo rapido, che descrive poco e vuol dire tanto, costellato di tratti ironici. La sintesi di quanto detto mi ha portato ad assegnarti 3/5. Trovo che tu abbia ottime potenzialità, che lo stile adottato sia complesso da gestire, soprattutto perché hai diviso la storia in due punti di vista: Harry e Tonks, quindi ancora più difficile da armonizzare, ma che abbia fatto un lavoro discreto, piacevole, che può e deve perfezionarsi, perché risultati ancora più soddisfacenti non tarderanno ad arrivare.

Forma: nel tuo testo ho trovato alcune sviste, relative, più che altro, alla sintassi ed alla punteggiatura.

Per quanto riguarda la punteggiatura, ho notato che utilizzi spesso “,e”; la virgola seguita da congiunzione, secondo i più banali ed elementari manuali di grammatica è errore sempre e comunque, secondo le nozioni di linguistica no, quindi per me non è sbagliato a priori, semplicemente, in alcuni punti, virgola e congiunzione non sono necessarie, bastando soltanto la virgola o la congiunzione, poiché assieme creano una ripetizione. Oltre questo, in alcuni punti, hai inserito la virgola prima o dopo il “punto esatto”, chiamiamolo così.

In riferimento alla sintassi, invece, in diversi punti hai mancato di esplicitare il soggetto (Harry, Remus, Tonks, altri), creando confusione nel lettore, che è già dinanzi una lettura piuttosto complessa, vista la trama della storia. Al di là di questo, alcuni periodi si presentano in modo un po’ confuso ed andrebbero riorganizzati, alcuni, ad esempio, sono troppo lunghi ed andrebbero alleggeriti con segni d’interpunzione.

Per l’ortografia, invece, nulla da dire, ad eccezione di un tempo verbale: “pensò che Lupin doveva essere sicuramente impazzito”, “dovesse essere” anziché “doveva essere”.

Ad ogni modo, ti riporto alcune delle sviste, così da chiarirti il discorso affrontato in punteggiatura e sintassi:

“qualcosa gli si formò in gola, e un gracidio di protesta che non aveva prodotto lui gli uscì dalla bocca”: la virgola che separa “gola” e “e”, in questo caso non è necessaria, anzi, si presenta quale ripetizione, creando una pausa eccessiva.

“gracidio di protesta che non aveva prodotto lui gli uscì”: in questa frase si presenta il problema relativo al soggetto non esplicitato e alla pesantezza del periodo, potresti rigirare la frase in questo modo: “gracidio di protesta, che Harry non aveva prodotto volontariamente, gli uscì dalla bocca”.

“sarebbe mangiata!Desiderare di tornare a essere”: qui manca lo spazio tra “mangiata!” e “Desiderare”.

“Guardarlo era fuori discussione, e a parte il suo imbarazzo, Tonks non avrebbe voluto”: qui c’è la svista relativa alla posizione della virgola, difatti la frase andrebbe scritta così: “guardarlo era fuori discussione e, a parte il suo imbarazzo, Tonks non avrebbe voluto”. In più, c’è la questione del soggetto non esplicitato, difatti con una rilettura si capisce che “guardarlo” è riferito al corpo di Tonks, ma potrebbe riferirsi a Remus o ad altro, quindi ti consiglio di esplicitare il soggetto.

“Considerando che la sensazione che il suo corpo non le appartenesse l'accompagnava fin dalla più tenera età, l'acuirsi del problema la mise abbastanza all'erta da non sconvolgersi più di tanto, quando si vide riflessa nello specchio dell'armadio mezzo sfasciato accanto al letto.”: qui è tutto un po’ confuso, c’è una frase tronca ed è l’ultima. Iniziando con “quando si vide riflessa”, avresti dovuto completare, non al capoverso successivo, ma in coda a questo periodo, poiché così, concludendo con “al letto”, il lettore può stranirsi e chiedersi quale sia l’intero senso della frase. Al di là di questo, c’è una contraddizione in termini: se l’acuirsi del problema mette Tonks abbastanza all’erta, come può non sconvolgerla più di tanto? Almeno, questa è la domanda sorta non appena ho letto.

“ed era certa che lei volesse trovarsi accanto al suo”: è preferibile sostituire “di voler essere” a “che lei volesse trovarsi”.

aiutandola ad alzarsi da terra.” : ti è sfuggita una virgoletta di troppo.

Non vado oltre, poiché le altre sviste presenti nel testo, come già detto, sono su questo stile e credo che una lettura mirata a rintracciare questo tipo di distrazioni possa essere sufficiente ad eliminarle tutte!

 

Caratterizzazione ed IC dei Personaggi: 6/10

I protagonisti della storia sono Tonks e Harry, ma i personaggi rilevanti ai fini della trama sono in realtà quattro: Harry, Remus, Tonks e Petunia. Alcune caratterizzazioni mi hanno convinta meno ed altre di più, la sintesi di quanto andrò a spiegare mi ha portata ad assegnarti 6/10.

Harry: l’ho trovato IC, sicuramente IC. Mi è piaciuto molto il modo in cui ha affrontato la faccenda, il voler immediatamente chiedere aiuto, spiegazioni, la vergogna nel trovarsi in un corpo di donna, l’inadeguatezza nell’essere nel letto con Remus e, infine, la fatica nel comprendere cosa sia realmente accaduto. Molto coerente con la caratterizzazione originale anche la bontà di Harry, che, nonostante la riluttanza, fa di tutto per non rovinare le nozze di Remus e Tonks. Lui è mi è piaciuto molto, poiché le reazioni sono credibili, coerenti e rispettano l’IC del personaggio. Ottimo lavoro!

Remus: nel complesso, anche Remus mi ha convinta, seppure la leggerezza con cui affronta la questione “rospi” mi ha un po’ stranita, l’ho trovata un po’ blanda, considerando che di lì a poco si sarebbe dovuto sposare e la “sposa” cacciava rospi dalla bocca. Hai ben descritto la sua incertezza, il suo nervosismo ed il suo entusiasmo e proprio perché hai descritto un Remus, per ovvie ragioni, meno pacato del solito, mi ha stranita la reazione ai rospi. Ma, al di là di questo, sei riuscita a rendere il personaggio IC, nel complesso credibile; hai ben descritto un uomo dalla vita particolare che, per la prima volta, “rischia” d’essere davvero felice.

Tonks: la caratterizzazione di Tonks è quella che mi ha convinta meno e che ha molto condizionato il punteggio, visto anche che la trama si sviluppa con Ninfadora. Tonks ci è presentata dalla Rowling come una ragazza pasticciona, esuberante e sicuramente sveglia. Il punto è che, nella tua storia, c’è soltanto la Tonks “sveglia”, che non si sconvolge dinanzi al proprio aspetto trasfigurato, che non s’allarma, che, pur dovendosi sposare, non si preoccupa di guardare l’orario e che, nel giro di due secondi, capisce cosa sia accaduto e risolve la questione. Ecco, mi è sembrata una caratterizzazione un po’ forzata e lontana dal personaggio originale. Tonks non è il tipo che mantiene la calma, non in un primo momento, mentre la tua Tonks si limita a “strizzare gli occhi”, nulla succede e quindi si mette alla ricerca della soluzione. Non ho trovato credibile la reazione all’aspetto trasfigurato, reazione che diviene ancora meno credibile se si considera lo stato d’animo di Tonks, che deve sposarsi di lì a poco. Poco credibile è anche il fatto che Tonks, in pochissimo, capisca persino perché Harry ha desiderato essere lei. Tonks non conosce così bene Harry e non è così attenta. Nel complesso, quindi, non posso dire d’averla trovata OOC, perché mentirei, sei stata brava nel restare IC, ma l’ho trovata caratterizzata in modo sbrigativo e un po’ superficiale. È come se avessi ripartito introspezione e risoluzione della questione, dotando Harry della giusta introspezione e usando Tonks quale personaggio-chiave per sviluppare e chiudere rapidamente la storia. Ottima, invece, la conflittualità con Petunia.

Petunia: perfetta, sul serio. IC dalla prima all’ultima apparizione. Petunia mi è piaciuta tantissimo, molto più di Harry e di Remus, hai saputo caratterizzarla, in pochissime battute, in modo magistrale. Molto brava!

Genitori di Tonks: un piccolo appunto a questo dettaglio che scivola nell’OOC. Andromeda e Ted non sono mai stati contrari al matrimonio di Remus e Tonks, anzi. I genitori di Tonks collaborano con l’Ordine, contrastano Voldemort, Ted è Natobabbano, Andromeda diseredata dai Black perché l’ha sposato, non sono persone razziste.

 

Originalità: 8/10

L’originalità c’è, c’è nel tema “scambio di corpi”, ovviamente, c’è nella scelta dei protagonisti, nell’occasione “matrimonio” e nella fonte dello scambio. Non credo d’aver mai letto nulla di simile, davvero un lavoro splendido!

La trovata dei rospi, poi, è stata molto divertente.

Non ti ho assegnato il massimo perché, a togliere un po’ d’originalità, è stato il frettoloso lieto fine, che, se vogliamo, s’intuiva già in partenza. Ma, a parte questo, il lavoro è veramente ottimo!

 

Trama: 6/10

La trama, come detto in precedenza, è originale e piacevole. Hai ben incastrato le vicende di Tonks e di Harry, ciò che, purtroppo, mi ha portata ad assegnarti 6/10, che è comunque un punteggio alto, è la rapidità, quasi eccessiva, con cui si susseguono gli eventi.

Come già ho accennato in “caratterizzazione” in riferimento al personaggio di Tonks, la risoluzione dell’intera faccenda avviene con estrema facilità ed in modo troppo repentino. Il lettore non ha neanche il tempo di calarsi nella storia, che è già catapultato alla fine.

La trama da te ideata ha molta potenzialità, ma trovo che tu ne abbia sfruttata solo una parte. A stranire il lettore, oltre alla rapidità degli eventi, è anche il contrasto tra la prima parte (Harry) e la seconda (Tonks), poiché mentre con Harry il lettore ha modo di conoscere la situazione, di viverla attraverso le reazioni di Harry e Remus, con Tonks perde questo passaggio, non ha tempo d’abituarsi e di comprendere lo stato della ragazza.

Particolare che ti riporto anche in trama, poi, è la conflittualità tra Tonks e i genitori, completamente assente nell’opera originale, che trasforma un potenziale missing moments in una sorta di what if?

Non voglio dilungarmi, perché non voglio essere ripetitiva ed annoiarti, quindi concludo dicendo che sì, la trama è convincente ed a tratti credibile, ma gli avvenimenti sono scanditi in modo troppo rapido e la semplicità con cui Tonks trova la soluzione, riuscendo persino a capire, immediatamente, perché Harry sia voluto diventare lei, fa perdere molto all’intera struttura della storia, rendendola, in tal modo, forzata.

 

Gradimento personale: 2/5

Della storia mi è molto piaciuta l’idea di fondo e la prima parte, dedicata alla reazione di Harry. In seguito, purtroppo, la piacevolezza ha lasciato posto alla perplessità, poiché, come già detto, ho trovato gli eventi troppo rapidi e Tonks, nella sua intuizione, meno credibile degli altri personaggi. C’è poi la questione già affrontata in stile e forma, che ha un po’ disturbato la lettura.

Ripeto, comunque, che il tuo stile e la storia in sé hanno ottime potenzialità, il lavoro è comunque piacevole, inoltre era davvero una sfida trattare un argomento come lo scambio di corpi, quindi ti faccio i miei complimenti!

 

Bonus Coppia: 2/2

Essendo una di quelle proposte da me, hai diritto a 2 punti bonus!

 

Bonus Lista A: 0/3

Non l’hai utilizzato.

 

Bonus Lista B: 3/3

La frase è contestualizzata benissimo, ottima l’idea di farla pronunciare a Remus, perché è davvero un’espressione “da lui”. Mi hai positivamente sorpresa nell’utilizzo della citazione, immaginavo potesse adattarsi a tanti contesti, ma non a questo. 3/3 meritatissimo, complimenti!

 

Bonus extra Lista B: 0/1

Non l’hai utilizzato.

 

Totale: 36.5/59



 
   
 
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