Titolo: Hope on
the future
Autore: Sana e Akito (
su Efp), New Light ( sul forum)
Pairing: Arthur/Merlin, friendship, ma se volete
interpretarlo come slash, per me non è un
problema J.
Genere: Angst,
Triste
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
La
storia si è aggiudicata il sesto posto, vincendo il Premio Lacrima. Qui il giudizio
della giudiciA.
La frase principale è presa dallo stesso contest. Considerato che mi ha
ispirata la one-shot, è pressoché doveroso
inserirla.
Man mano che nasceva, ho voluto fare una sorta di esperimento – se così si
può definire – e spero di esserci riuscita.
Volevo ringraziare Bellador, che mi ha
consigliata su alcune cose ed è stata gentilissima a darmi una sua opinione.
Ditemi anche voi cosa ne pensate; una critica, un consiglio, tutto va bene
^^
Introduzione: Camlann...
La guerra...
Mordred...
Arthur...
Il lago...
In un secondo rievochi tutto, e vorresti ritornare in quello strano sogno, dove
ancora nulla era iniziato e dove Arthur era ancora vivo. Ti scappa un sorriso
al ricordo di quel primo incontro: puoi ancora sentire la rabbia per il suo
comportamento nei confronti di quel povero ragazzo, e l'irritazione per quella
sua aria di superiorità e arroganza.
Hope on the future
"Datemi un sogno in cui vivere,
perché la realtà mi sta uccidendo."
- Jim Morrison.
- Ti sei divertito, amico mio. -
- Ti conosco? -
- Ahm, sono Merlin - porgi la mano.
- Quindi non ti conosco - lui la ignora.
- No. -
- Ma mi hai chiamato amico mio. -
- È stato un mio errore. -
- Sì, lo penso anch'io. -
- Già. Non ho mai avuto un amico cosi asino. -
- Neanche io uno cosi stupido. -
- Andrai in prigione. -
- Ma chi ti credi di essere, il Re? -
- No, sono suo figlio. Arthur. -
Spalanchi gli occhi. Sei sdraiato al suolo. Ti senti un po' stordito, ti guardi
intorno per orientarti e ricordare per quale motivo ti trovi in mezzo alla
foresta.
Camlann...
La guerra...
Mordred...
Arthur...
Il lago...
In un secondo rievochi tutto, e vorresti ritornare in quello strano sogno,
dove ancora nulla era iniziato e dove Arthur era ancora vivo. Ti scappa un
sorriso al ricordo di quel primo incontro: puoi ancora sentire la rabbia per il
suo comportamento nei confronti di quel povero ragazzo, e l'irritazione per
quella sua aria di superiorità e arroganza.
Ti ricomponi. Non hai tempo per rivangare i vecchi tempi.
Cogliendoti di sorpresa, Morgana ti ha sbalzato via come un insetto. In qualche
modo, ha scoperto le tue intenzioni e non è difficile immaginare il motivo per
cui ti stia ostacolando.
Cerchi di raggiungerla più in fretta che puoi. Raccogli Excalibur, in piena
vista vicina al fuoco. Giungi alle spalle di Morgana e confessi il tuo biasimo
per ciò che è diventata, per poi trafiggerla in pieno petto. La vedi a terra,
inerme, ma non te ne curi. Getti l'arma al suolo e ti precipiti verso
Arthur.
State perdendo troppo tempo e lui di tempo non ne ha.
Lo aiuti ad alzarsi. Ti dice che hai riportato la pace, ma a stento cogli le
sue parole, troppo preso dai tuoi pensieri.
Sai che la pace la troverai solo dopo averlo salvato.
- Forza. - Invogli il tuo re.
Devi raggiungere il lago. Non puoi fermarti, non puoi. Non vuoi.
Se ti fermi, Arthur morirà. Morirà e lo perderai. Per sempre.
Devi salvarlo.
Morgana ha fatto scappare i vostri destrieri e adesso siete costretti a
proseguire a piedi.
Trasporti Arthur, appoggiandotelo addosso e facendo passare un suo braccio
dietro le tue spalle.
- Dobbiamo raggiungere il lago. - Lo inciti a camminare, perché, l'hai capito,
lui ormai ha rinunciato. Si è arreso sin dall'inizio, dal momento in cui Mordred lo ha trafitto. Ma tu non cederai. Mai. Devi
continuare per tutti e due.
Il peso da sopportare però è troppo. Il suo corpo robusto, rafforzato da anni
di duri allenamenti è eccessivo per te, per il tuo fisico gracilino. Non riesci
a tenerlo in piedi, tanto da crollare al suolo trascinandoti dietro Arthur. Il
re è stanco, lo vedi mentre si accascia completamente su di te, sconfitto. Tu
invece non ti arrendi, cerchi di rialzarlo, ma si é spalmato interamente sul
tuo corpo. Continui a smuoverlo, a cercare di issarlo, ma lui ti blocca.
- Merlin... Senza i cavalli non possiamo. Non possiamo, è troppo tardi. Troppo
tardi. -
Sei affannato, ma non vuoi fermarti, anche se nel profondo sai che lui ha
ragione. Non potete farcela, ormai è troppo tardi, ma non vuoi ascoltare. Non
vuoi vedere. Non vuoi accettarlo. Devi provare fino alla fine.
- Tutta la tua magia, Merlin, e non puoi salvarmi la vita. -
- Posso. Non ti perderò. - Non vuoi demordere. Hai ancora una speranza, anche
se piccola.
- Stringimi... Stringimi e
basta. Ti prego. - È quasi una supplica, ma non puoi non scorgere in quelle
parole il desiderio, l'ultimo.
- Ti potrei distruggere con un soffio. -
- Io potrei distruggervi con meno. -
Lo senti.
Senti distintamente il tuo cuore fermarsi, mentre alla vista di Arthur morente,
si sovrappongono di nuovo i ricordi del vostro incontro. Quell'incontro che vi
ha portati dove siete ora.
All'improvviso, la rassegnazione che lo perderai ti pervade.
Lo stringi, mentre riprendi il respiro. Lo tiene stretto non solo perché te
l'ha chiesto ma anche per sentirlo vicino, almeno un'ultima volta.
Lo tieni stretto.
- Voglio... dirti una cosa... -
- Non mi dirai addio. - Non puoi sentirglielo dire.
- No. - Ti contraddice - Merlin… tutto
quello che hai fatto... adesso lo so. Per me... per Camelot...
per il regno che mi hai aiutato a costruire. -
In un'altra occasione, quelle parole ti avrebbero fatto felice, ma non in
questo caso, non in questo modo. Certo, ti ha capito, ti ha accettato. Hai
sempre desiderato che lui prendesse bene la verità e che vedesse chi sei
davvero, senza menzogne. Che ti accettasse semplicemente per quello che sei, e
lo ha fatto. Ti ha odiato, all'inizio, ma poco per volta ha compreso.
D'altro canto, non avevi programmato di rivelargli la tua natura dopo una
battaglia, men che meno alla fine della
guerra contro la Grande Sacerdotessa. Magari gli avresti raccontato tutto nella
calma delle sue stanze, dove si sarebbe comportato da solito asino, ancor prima
di farti parlare. Avresti persino preferito che ti mandasse nelle prigioni, se
tutto ciò sarebbe servito ad avere Arthur vivo.
- Ci saresti riuscito anche senza di me. - E lo pensi davvero. Non hai dubbi
che Arthur avrebbe fondato Albion anche da
solo, non smettendo di credere nei suoi valori e soprattutto continuando ad
essere il Re giusto che era, lottando e giudicando con coraggio e bontà
d'animo.
- Forse. - Riesci a strappargli un sorriso, anche se con fatica. Ha sempre più
il respiro corto e per un istante vedi i suoi occhi guardare il vuoto. La paura
ti assale per un secondo, pensando al peggio, ma riprende il suo
discorso.
- Voglio dirti... qualcosa che non ti ho mai detto... Grazie. - Noti un altro
scroscio di sorriso. Gli occhi azzurri brillano. Accosta la mano dietro la tua
nuca. Senti le lacrime pizzicare per uscire, mentre vi scrutate negli
occhi.
Vorresti dire tante cose. Chiedere ancora perdono per non avergli detto mai la
verità; per non essere riuscito a salvarlo. Ma non hai voce, e senti sempre più
infide le lacrime scalciare per condurre la loro corsa.
Ti dona un ultimo sorriso, un piccolo stiramento di labbra prima di chiudere
gli occhi. Questa volta per sempre.
Il calore prodotto dalla mano di Arthur dietro la tua nuca ti abbandona, mentre
vedi gli occhi nascondersi dietro le palpebre. Lo scuoti, una volta, due volte,
sempre più forte.
- No! Arthur! Arthur! - Lo urli, il suo nome, come una preghiera, una richiesta
di non abbandonarti. Di non lasciarti solo.
- Sarà anche un idiota, ma è un idiota coraggioso.
C'è qualcosa in te, Merlin, che ancora non riesco a cogliere. -
Chiudi gli occhi, per cercare di scacciare quelle immagini evocate dalla tua
mente, che sembra voglia prendersi gioco di te.
- Resta con me. - Lo implori, lo stringi. Sei disperato. Non avevi mai
immaginato di poter provare tutto questo dolore, che aumenta ogni secondo, ogni
volta che lo scuoti e lui rimane immobile, freddo.
Nella sofferenza, invochi il drago per chiedere il suo aiuto e raggiungere il
lago più in fretta.
***
Scendi dal dorso di Kilgharaah e trascini Arthur
verso la riva del lago.
- Merlin, non puoi fare più niente - sono state le parole che mai
avresti voluto udire.
- Quanto sei piccolo, per un destino tanto grande. -
- Perché? Cosa intendi? Quale destino?-
- Il tuo dono, Merlin, ti è stato dato per una ragione. -
- Quindi esiste una ragione. -
- Arthur è l unico e futuro re che riuscirà ad unire la terra di Albion... -
- Ebbene? -
- Ma dovrà guardarsi dai pericoli, dagli amici cosi come dai nemici. -
- Non vedo come questo abbia a che fare come me. -
Apri e chiudi gli occhi ripetutamente, per cercare di allontanare nuovamente le
immagini di quelli che ormai sono diventati dolorosi sogni ad occhi aperti.
Sogni di ricordi che ti fanno solo stare male.
- Senza di te, Arthur non potrà mai avere un futuro. Senza di te, non
esisterà mai nessuna Albion. -
Le parole del drago ti rimbombano nelle tempie, nelle orecchie. La sconfitta
sempre più vicina. Non sei riuscito ad adempiere al tuo destino. Anzi, oltre a
non essere riuscito a far sorgere
Albion, hai perso la persona più importante per
te.
Hai fallito. Lo esclami anche al drago, che ti contraddice.
- No, giovane mago perché tutto quello che sognavi di costruire, si è avverato.
-
Ma a quale prezzo? - Non posso perderlo. È mio amico. Devo
salvarlo. È mio compito farlo. - Non potresti vivere senza di lui, non dopo
tutto quello che avete passato insieme. Dal primo giorno in cui vi incontraste,
fino all'assurda realtà di diventare amici.
Un altro flash ti travolge senza preavviso, mescolandosi alla figura di fronte
a te.
- Perché tutti vogliono uccidermi? -
- Ho una lista di motivi sotto il mio letto, volete che vada a prenderla?-
Già, e adesso ci sono riusciti. Sono riusciti a portartelo via.
Avevi un destino, lui, da proteggere, per questo non importava cosa
potesse accadere a te. L'hai salvato tante, tantissime volte e lui ha salvato
te. Ma stavolta sembra tutto già deciso.
- Benché nessun uomo, per quanto grande possa conoscere il proprio destino,
alcune vite sono state predette, Merlin. Arthur non è solo un re: è re una
volta e re in futuro.- Ritorni al presente, risucchiato dalla possente voce del
vecchio Kilgharaah.
- Fatti coraggio perché, nel momento in cui Albion avrà
più bisogno di lui, Arthur rinascerà. -
Si congeda, lo vedi spalancare le ali e volare via.
Rifletti su ciò che ti ha detto, mentre adagi Arthur sulla fredda terra e
osservi le terre di Avalon. Sposti lo sguardo dal
lago alla spada nelle tue mani. La rigiri tra le dita, rievocando alla mente il
giorno in cui la forgiasti per il tuo principe. Per lui soltanto, e non hai
bisogno di riflettere oltre. Fai forza sul braccio e la getti nel lago e la
vedi lì, la sua mano. Non può che essere la mano di Arthur quella che afferra
senza difficoltà l'elsa della spada e la risucchia con sé sotto le profondità
delle acque.
***
Hai disteso Arthur sulla barca, posta vicina alle rive del lago.
Gli sfiori la fronte, e il dolore ti invade di nuovo, più forte di prima. Le
lacrime ti rigano le guance, e il petto non vuole smettere di rimbalzare a
causa dei singhiozzi che non riesci a trattenere.
Non riesci ancora a credere che lui non ci sia più, che non lo rivedrai più.
Non avrai più panni da lavare, vestiti da rammendare, spade da affilare e
armature da lucidare.
- Non posso offrirti da bere davanti a tutti, sei il mio servitore. -
- Il vostre servitore!? E il licenziamento? -
- Ho cambiato idea. La mia stanza è un disastro, i miei abiti devono essere
lavati, la mia armatura riparata, i miei stivali puliti, la mia spada va
lucidata, i cani portati a passeggio... -
Hai rinunciato a comprendere il motivo per cui la tua testa rievoca queste
visioni, cosi vivide, ma allo stesso tempo cosi lontane. Cogli meramente
l'attimo, così da rivedere il suo viso, il suo sorriso. Vorresti rimanere
intrappolato nei tuoi stessi sogni e vivere in quei dolci e felici ricordi,
perché la realtà ti sta uccidendo.
Vedere Arthur, lì disteso, pallido e spento ti sta uccidendo lentamente. Le
lacrime continuano a sgorgare dagli occhi e non riesci a fermarle. Non ci provi
nemmeno, perché sono l'unica cosa che ti è rimasta da fare, ormai.
Non hai più nessuno da cui tornare. Gaius ti
capirà, ti dispiace solo non avergli detto addio. Non hai più nessuna missione
da compiere. E finalmente realizzi che hai già scelto: non ritornerai a Camelot. Non ne vedi lo scopo. Non c'è motivo di tornare
indietro. L'unica ragione, il tuo destino è - era - in
quella barca.
Ti allontani di un passo dall'imbarcazione e formuli l' incantesimo per
guidarla verso quelle acque che proteggeranno il tuo Re.
Guardi la barca allontanarsi sempre di più, per poi venire avvolta dalle
nebbie.
Stai per ritornare a piangere, senti le lacrime spuntare, ma ti trattieni
perché, anche se sarà difficile, attenderai il suo ritorno.
Il drago te
l'ha detto e lui non ha mai mentito. Non importa quanto dovrai aspettare,
quanto tempo passerà prima che lui rinasca, ma lo farai.
Lo attenderai
in quello stesso luogo, dove ora riposa, fino al giorno del suo
risveglio.
Non puoi fare altro. D'altronde, sei nato per lui, per stare al suo fianco. E
quando ritornerà, ti troverà lì, esattamente dove lo hai lasciato e pronto per
riaverlo.
***
- Sei davvero tu? - Il vecchio mago non può credere ai propri occhi. Quello
che ha davanti è Arthur, il suo Arthur. Sente gli occhi lucidi, per l'imminente
pianto.
- A quanto pare - osservandoti, prosegue. - I secoli non ti hanno aiutato,
sei rimasto lo stesso.-
- È un complimento? -
- Beh, se essere definito ragazza in gonnella per te è un complimento,
allora sì, lo è. - Ghigna.
- Voi, invece, siete rimasto il solito asino. -
Sollevi piano le palpebre e ti ritrovi a guardare il soffitto bianco e
spoglio della tua dimora, la stessa ormai da secoli. Rivolgi la mente al sogno
appena fatto, l'ennesimo di altri praticamente identici.
Sbuffi e dai un pugno sul materasso, stufo di cercare un modo per non pensare
più, per non pensarlo più.
Senza particolare interesse, volgi il viso verso l'altro lato del letto e ti
sfugge un sorriso.