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Autore: Gulminar    07/03/2013    4 recensioni
“Sei una guerriera?”
Rivolse uno sguardo privo di emozioni in direzione della voce, una ragazzina sui dodici anni la osservava incuriosita dalla sedia accanto. Aveva lunghi capelli neri e occhi verde scuro, con una sfumatura di giallo. Una bellezza strana, selvatica.
“Sono un medico ninja.” Rispose.
“Non ho mai visto un medico ninja con la spada.” Osservò divertita la ragazzina.
“Era di una persona a cui volevo molto bene.”
“Il tuo ragazzo? È morto in battaglia?”
Alla sua età, Sakura non si sarebbe mai sognata di porre una domanda del genere con tanta leggerezza. Fu tentata di tirare un ceffone a quella ragazzina impertinente.
“Sì.” Rispose, riportando l’attenzione al proprio bicchiere.

Sono passati anni dalla fine della quarta grande guerra ninja, la pace regna ma non per Sakura. Nonostante le promesse fatte agli amici e gli impegni presi con se stessa, c'è qualcuno che non può dimenticare. Quando la speranza si riaccende, seppur flebile e quasi assurda, non può fare a meno di partire per una misteriosa destinazione.
Personalissima interpretazione del mondo di Naruto.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Troppe spiegazioni

 

Tsunade si schiarì la voce, qualcuno doveva rompere gli indugi e non dubitava che toccasse a lei. Si trovavano in un’aula scolastica, aveva preso posto in cattedra accanto al Sommo Danjyo, mentre i giovani si sedevano nei banchetti. Alla riunione si era unito anche Aso Shuzen. Sasuke aveva dato una sedia al padre adottivo e i convenevoli si erano fermati lì, non gli aveva chiesto il perché della sua presenza, il Sommo Ookami gli conferiva sensibilità a sufficienza per intuirlo.

“Per prima cosa, lasciatemi dire che sono felice di vedervi tutti in buona salute. I miei complimenti per come avete gestito l’operazione.”

Impegnandosi, avrebbe potuto trovare un esordio anche più idiota, lo capì mentre parlava.

“Potremmo sapere di quale operazione si è trattato?” Domandò Sasuke.

Sakura cercò lo sguardo di Naruto, sicura che lui sapesse qualcosa di più, ma il biondo teneva gli occhi bassi, mentre Sai non distoglieva i propri da Tsunade.

“Cominciamo dal principio.” La donna si arrese senza combattere ma non rinunciò ad emettere un sospiro plateale. “Come presumo abbiate notato, negli ultimi quattro anni siamo stati relativamente in pace, ma le ceneri della guerra sono state dure da spegnere.” Rivolse il proprio sguardo a Sasuke. “Naruto disse di averti ucciso e che il tuo corpo era stato portato via dal fiume, ma molti non si accontentarono delle sue parole. Volevano la prova inconfutabile che eri morto, volevano vedere il tuo cadavere. Si misero a dragare il fiume, mezzo villaggio partecipò, arrivarono anche a pretendere che il ritrovamento del corpo di Sasuke Uchiha diventasse la priorità assoluta del momento. Avevamo ben altri pensieri, fra la cura dei feriti e la ricostruzione, devo ammettere che non diedi il giusto peso alla cosa. Pensai che prima o dopo si sarebbero stancati di cercarti e avrebbero rinunciato, sbagliai. Si scatenò una caccia ai fantasmi che non risparmiò nessuno. Arrivarono fino a Oinomori, si spinsero persino oltre. Per le autorità eri ufficialmente morto, quindi istituirono un fondo privato per offrire una ricompensa a chi potesse fornire informazioni. Cominciarono a dare il tormento alla gente che viveva sulle rive del fiume, dalle case isolate alle città. Oinomori era la più grossa nella zona delle ricerche, questo ne fece il bersaglio principale. Facevano domande a tutti, mostravano la tua foto.”

Sasuke rivolse lo sguardo al padre adottivo, che annuì gravemente.

“Sono venuti anche da noi, più volte.” Confermò. “Ti abbiamo tenuto nascosto per mesi.”

“Gli abitanti di Oinomori furono educati con gli scomodi visitatori, ma non si mostrarono ansiosi di collaborare.” Proseguì Tsunade. “Questo, probabilmente, alimentò i sospetti. La ricerca durava da mesi senza risultati, la gente di Konoha era frustrata. Cominciarono a volare le prime minacce, alcuni ninja della foglia si misero a pretendere di poter perquisire liberamente le case di Oinomori. Chi non li lasciava entrare, e ovviamente erano i più, era accusato di dare asilo al peggior criminale della storia e rischiava rappresaglie ben più pesanti. Si giunse a scontri per le strade, più o meno violenti. Oinomori era un calderone pronto a scoperchiarsi, a quel punto fui costretta a intervenire di persona. Non avrei mai pensato che si arrivasse a tanto, ma non avevo considerato cosa poteva fare gente esasperata da anni di guerra, cui la sorte aveva tolto la soddisfazione di vedere il nemico sconfitto. Chiesi un colloquio con Hiki Danjyo e venni a Oinomori in segreto. Ormai il sospetto che ti tenessero nascosto nella città dei lupi era di uso comune, ma io ero ancora convinta che fossero fantasie dettate dall’esasperazione.”

“Voi cosa sapevate di tutto questo?” Sasuke rivolse la domanda indifferentemente ai tre seduti alla sua destra.

“Poco o niente.” Rispose Sai con la dovuta semplicità.

“Ho fatto di tutto per convincermi che non potevano esserci dubbi sulla tua morte, scusa ma ne avevo un maledetto bisogno. Sakura era distrutta ed io non stavo tanto meglio.” Disse Naruto.

La ragazza si limitò a scuotere la testa con lo sguardo basso, Sasuke fu tentato di prenderla per mano ma si trattenne, per il momento.

“Non scusarti, capisco.”

“Comunque.” Riprese Tsunade. “Fui accolta da Hiki Danjyo. Pensavo che gli avrei parlato di come intendevo fermare la follia, invece lui era pronto a confermare i sospetti.”

“Io e Tsunade-sama ci conoscevamo già.” Proseguì il Sommo Danjyo. “Sapevamo di poterci fidare l’uno dell’altra. Le dissi che avevamo effettivamente recuperato Sasuke Uchiha dal fiume, ma che non potevamo consegnarlo a Konoha.”

“Quando ti tirai su dal fiume.” S’inserì Aso Shuzen. “Non potevo sapere chi eri. In seguito sapemmo della vita che avevi condotto fino allora, ma non ci interessava. Eri diventato il Sommo Ookami, per Oinomori contava solo questo. Abbiamo fatto di tutto perché la gente di Konoha non ti trovasse, anche cambiarti nascondiglio tre volte in un giorno.”

“Perché non ho memoria di queste cose?” Volle sapere Sasuke.

“Perché dormivi.” Rispose Aso con semplicità.

“Il tuo corpo aveva bisogno di tempo per recuperare e adattarsi alle nuove condizioni imposte dal Sommo Ookami. Ammetto che in parte ti tenemmo addormentato noi, pensammo fosse la cosa migliore da fare, in attesa che le acque si calmassero.” Spiegò Hiki Danjyo.

“Avute le dovute garanzie che eri al sicuro, prendemmo in mano la situazione.” Proseguì Tsunade. “Seppur faticosamente, in capo a un mese riuscimmo a rispedire a Konoha tutti gli esagitati. Dovetti usare la linea dura, una volta tornata al villaggio. Se qualcun altro avesse creato problemi a Oinomori, sarebbe stato severamente punito. Speravo bastasse, ma avevamo lasciato troppo tempo a dubbi e sospetti per prosperare indisturbati. Non sfociarono mai in contestazioni aperte ma continuarono a svilupparsi in maniera sotterranea. Il tempo passò e non ci pensai più ma, per molti, il fatto che io avessi stroncato le ricerche quasi con la forza, era stato un modo per confermare i sospetti. Sasuke Uchiha era vivo e si nascondeva a Oinomori, se le autorità non se ne volevano occupare, l’avrebbero fatto loro. Gli scontenti cominciarono a riunirsi in segreto, con il tempo, divennero l’organizzazione terrorista dei Santi distruttori. Si posero due obiettivi, trovare e uccidere Sasuke Uchiha e punire chi lo proteggeva dall’alto. Avranno mandato qualcuno qui in segreto e devono averti visto.”

“Questo non deve essere stato difficile.” Commentò Sasuke.

“Perché non ne ho mai saputo niente?” Domandò Naruto.

Sakura annuì, associandosi alla domanda del compagno.

“Un po’ sono stati bravi loro, un po’ siamo stati ciechi noi.” Rispose Tsunade. “Quando ci siamo resi conto dell’esistenza dei Santi distruttori, erano già una realtà troppo potente per essere sradicata in modo rapido. In questi anni non mi sono accorta del tumore che cresceva in corpo a Konoha, non sono riuscita a vedere la follia che divorava Neji Hyuga, figurarsi se potevo capire che era capo e finanziatore dei terroristi.”

“In questi anni.” Prese la parola il Sommo Danjyo. “Io e Tsunade-sama siamo rimasti in stretto contatto, eravamo d’accordo che lei mi avrebbe informato, se a Konoha fossero state prese nuove iniziative contro Oinomori. Io mi ero impegnato a farle sapere delle condizioni fisiche di Sasuke e di come si comportava.”

Tsunade aveva sempre saputo la verità e non aveva detto niente, Sakura e Naruto erano sconvolti. Bastarono i loro sguardi per chiedere spiegazioni, Tsunade parlò prima che si sollevasse il tanto temuto vespaio.

“Sasuke era un’incognita, nessuno sapeva come e cosa poteva essere una volta risvegliatosi. In più, c’era il Sommo Ookami di mezzo, a rendere le cose ancor meno prevedibili. Pensammo che fosse meglio aspettare, lasciar passare un po’ di tempo per osservarlo. Fui felice di apprendere che si comportava in maniera egregia, che era a tutti gli effetti il guardiano che Oinomori attendeva da secoli. A quel punto però erano già passati quasi tre anni, fra le varie cose. Sia lui che voi vi eravate creati una nuova vita. Io e il Sommo Danjyo abbiamo discusso a lungo sulla possibilità di dirvi la verità e rimettere tutto in gioco, ma non siamo mai arrivati a una soluzione.”

“Sasuke si è sempre rifiutato di parlare della sua vita prima di Oinomori.” Proseguì Hiki Danjyo, prevenendo altre possibili rimostranze. “Diceva sempre di non avere passato. Aveva accettato di buon grado la sua nuova vita e appariva sereno, che diritto avevo di scombinargli tutto di nuovo? Inoltre, se vi avessimo detto la verità, vi sareste precipitati qui a cercarlo, e chissà chi avrebbe potuto seguirvi, magari scatenando di nuovo la caccia all’uomo.”

“Avremmo affrontato la cosa con la dovuta cautela!” Ribatté Naruto.

“Non ne dubito, ma pensi che i Santi distruttori non tenessero d’occhio le persone più legate a Sasuke? Non credi che prima o poi si sarebbero insospettiti, vedendovi andare e venire da Oinomori?” Osservò Tsunade con praticità, poi alzò la voce. “Pensi che siano state scelte facili? Rischiavamo che la guerra ricominciasse!”

“E non è ricominciata comunque?” La fulminò Sasuke con calma micidiale.

“Ci sto arrivando.” Tsunade finse di ignorare la frecciata. “Volevamo aspettare che i fatti fossero dimenticati, poi magari farvi incontrare, a vostra discrezione, in qualche luogo lontano sia da Konoha sia da Oinomori. I Santi distruttori ci hanno costretto a cambiare i piani. Non ci eravamo resi conto di quanto fossero diventati potenti. Da un giorno all’altro, abbiamo saputo che la loro armata di mercenari era pronta a marciare su Oinomori. Abbiamo dovuto prendere decisioni in fretta, mi dispiace che ci siate andati di mezzo voi.”

“Spiegati meglio.” Disse Sasuke.

“Tsunade-sama sapeva che Sakura avrebbe avvertito la tua presenza, se vi fosse capitato di trovarvi vicini. Abbiamo organizzato noi il vostro incontro.” Rispose Hiki Danjyo.

“A che scopo?”

“Sapevamo che, spingendo voi due a ritrovarvi, avremmo messo in moto una serie di eventi che avrebbero costretto i Santi distruttori a venire allo scoperto, e così è stato. Era una giocata rischiosa e una volta partita non avremmo potuto controllarla, ma era l’unico modo che restava per indurre i terroristi a mostrare il volto. Tsunade-sama sapeva che Sakura era la persona in assoluto più controllata dall’organizzazione, la sua improvvisa partenza per Oinomori li ha costretti a muoversi, con le conseguenze che ben conoscete.”

“E Orochimaru?”

“Un imprevisto, non potevamo avere idea che Neji Hyuga arrivasse a tanto.”

“E se avessimo perso?”

“La sconfitta è sempre fra le possibilità da mettere in conto, è ovvio che speravamo di vincere. Avevamo fiducia in voi, se è questo che vuoi sentirti dire.”

“Non sono sicuro che mi interessi la tua fiducia, in questo momento.”

Aso Shuzen fece un balzo sulla sedia, sconvolto dalla sfrontatezza del figlio adottivo, Hiki Danjyo gli fece cenno di rimanere in silenzio.

“Non posso darti torto.” Riconobbe il vecchio. “Abbiamo agito per il bene maggiore, o per il male minore, se preferisci. Spero solo che potrete perdonarci per avervi usato in questo modo, se deciderete di non farlo, rispetterò la vostra decisione.”

“Vale anche per me.” Sottolineò Tsunade. Si rivolse a tutti, ma gli occhi erano puntati su Sakura, che ancora non aveva aperto bocca. La ragazza stava già vivendo il conflitto interiormente.

Sasuke si diresse alla porta, senza attendere il permesso di nessuno, gli sguardi di tutti lo seguirono fra i banchi. Doveva aver deciso che ne aveva abbastanza, nessuno poté biasimarlo.

“Dove vai?” La voce di Sakura lo bloccò sulla soglia. Sasuke non si volse ma capirono che sorrideva, nonostante tutto.

“A occuparmi della mia città.”

Nessuno si alzò per seguirlo, Hiki Danjyo sorrise di soddisfazione.

 

* * *
 

Scusate la lunga attesa, il lavoro non mi ha dato tregua nell'ultimo periodo e questo non è stato un capitolo semplice da rivedere. Ora manca solo l'Epilogo, è stata una bella cavalcata, grazie a tutti.

   
 
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