<<
Ste, miseria, sei una palla!!!!!!!!!!!!! >> La voce che in questo preciso
istante sta fuoriuscendo dal finestrino oscurato della limousine, non è, come
credo sareste portati a pensare, di un’amazzone, bensì di un’ Andrea Mastello,
graziosa 17’enne con i lunghi capelli rosso fuoco lisci e gli occhi blu oceano,
che discute amabilmente con la sua migliore amica.
<<
Miiiiiii, che rompi che sei Andre! Ti ho solo detto che domani devo andare a
tagliarmi i capelli!! >> Ed ecco la “Ste”, ovvero Stefania Roccinta,
avvenente 17’enne, dai lunghissimi capelli biondi a boccoli striati di rosa e
platino e dagli occhi verde smeraldo. Ostinatamente, la bionda incrocia le
braccia al petto.
<<
Effettivamente ha ragione… è la quindicesima volta che lo ripeti… >>
Mentre questa, cari miei, è l’adorabile cantante de gruppo, ossia Max Criso di
17 anni. I capelli neri lisci sulle spalle e gli occhi verde acqua. Con questa
affermazione, fa scoppiare a ridere tutto il suo gruppo.
<<
Ah! Finalmente in Italia! Il tour in Inghilterra mi ha sfiancata. Sono morta.
>> Asserisce, dopo aver ripreso piene facoltà cerebrali, Stefania.
Infatti loro quattro, sono uno dei gruppi più famosi in Europa, ormai da tre,
quattro mesi.
<<
Meglio di no, magari… lo sapete che il capo ci vuole ancora vive, altrimenti
chi gli da i soldi? >> Schizzinosa, Francesca, la gemella di Andrea, fa
aderire la schiena al sedile in pelle della limousine.
<<
Ma che si schianti. Lo faccia lui il tour. Suoni lui una decina di volte le
stesse canzoni. Io mi prendo una pausa. >> Sbuffa Max. Okay, dire che il
loro manager sa fare il proprio lavoro è troppo. Infatti fanno quasi sempre
tutto Niky e Francesca. Perché le altre tre sono sempre impegnate in interviste
e altre cose. Francesca le sorride dolcemente. Sono due gemelle e due ragazze,
amiche per la pelle. Prima di entrare in pieno nell’occhio del ciclone, erano
quattro semplici amiche, che si divertivano a fare musica registrandosi nel
garage di casa Criso. Ovviamente, nessuna di loro si sarebbe mai aspettata una
tale scalata verso il successo, avevano cominciato a fare musica da quando
avevano 13 anni, non pensavano di arrivare in vetta.
<<
Scusate, non vorrei interrompere la vostra riunione familiare, ma… siamo
arrivati. >> Luca, il loro migliore amico, nonché bodyguard, nonché
autista, nonché ulteriormente cugino di Stefania, abbassa il finestrino dietro
di lui, per sorridere alle quattro ragazzine sedute come star.
La
prima a scendere è Stefania, che, appena tocca terra, si inginocchia e comincia
ad inchinarsi alla sua amata Italia. Quanto l’è mancata la terra sotto i piedi
lo sa solo lei. Ormai da qualche mese sono nell’occhio del ciclone. Riviste scandalistiche cercano di
metterle in prima pagina, beccandole in un luogo poso idoneo o altre cose così.
E ovviamente Andrea è sempre in prima pagina, una volta che ubriaca ballava su
un tavolo di un locale, un’altra che si intromette in una rissa, e via dicendo.
Diciamo che Andrea è la più scatenata di tutte. Non ha paura di nessuno, guarda
in faccia chi calpesta ed è orgogliosa come un leone. Francesca è una delle
ragazze più tranquille al mondo. Non litiga mai con nessuno ed è sempre pronta
ad aiutare le amiche. Nessuno è mai riuscito a farla arrabbiare nella storia
della sua vita… anzi, mi sembra di sì. È vero, una volta è stata Max. Si sono
messe a litigare che ancora si odiavano e non erano tutte unite, poi dopo
quella litigata è nato il gruppo e non si sono mai più separate. Soprattutto
loro due sono diventate migliori amiche. Certo lo sono tutte alla stessa maniera,
ma tra loro due c’è un legame indistruttibile, che neanche una decina di bombe
atomiche riuscirebbe a spezzare. E adesso passiamo a Max. Max, già lei è tutta
storta. Maschiaccio, infatti Stefania non la smette mai di rimproverarla per
quel suo abbigliamento, testarda e… semplicemente adorabile.
Si
sono fermati davanti al portone di un Hotel, tutto sommato normale, in una
cittadina in provincia di Torino. Il loro capo ha dato ordine di trovarsi in
quell’Hotel appena finito il Tour, e loro, da brave bambine, si sono trovate
lì, puntuali come svizzere. Max alza di peso l’amica, mentre le altre se la
ridono di gusto, portandola nella Hall. Luca fa loro strada per andare nella
saletta privata al secondo piano, dove il capo le attende.
Salgono
le scale sorridenti, entusiaste al massimo del loro successo e del Tour in
Inghilterra, durato un mesetto, dove ognuna di loro si è trovata una compagnia.
Bussano
alla porta, sapendo che nulla potrebbe andare loro male, dopo tutto quello, ma
non possono sapere quanto si sbagliano. Entrano e si siedono ognuna su una
poltrona rossa, davanti alla scrivania.
<<
Siete appena tornate dal tour. – le quattro annuiscono, cupe. – E immagino sia
andato bene. – Max annuisce con più vigore, già pronta ad una delle sue solite
litigate con il capo. – Perfetto, ma non è di questo che vi voglio parlare.
>> Il capo traffica in un cassetto sotto la scrivania, per poi tirarne
fuori una rivista, con, tanto per cambiare, una foto di Andrea in prima pagina.
<<
Allora? >> Fa la rossa, passando la rivista alla gemella. L’altra la
fissa quasi incredula, coprendo la bocca con una mano per non scoppiare a
ridere in faccia al capo.
Inarca un sopracciglio confusa, non sorprendendosi neanche un po’ nel vedersi
in prima pagina. Lei non lo fa apposta a trovarsi dei guai, sono i guai che la
trovano sempre. Ormai ci hanno fatto tutti l’abitudine.
Effettivamente
in tutte e quattro le riviste, si vedono Andrea e Francesca abbracciate o
appartate a parlare. Le incriminate si guardano negli occhi e, dopo un attimo
di serietà, cominciano a ridere, trattenendosi la pancia.
<<
Non c’è niente da ridere. È tutto serio. >> Scoppia il capo, alzando di
un paio di toni il volume della voce. Max sorride.
<<
Eddai capo. Io e mia sorella non stiamo insieme. Lo sanno tutti! >>
Esclama Andrea, cercando di rimanere in equilibrio sulla sedia, senza cadere a
terra e contorcersi dalle risate.
<<
A quanto pare no. E queste sono solo alcune delle tantissime riviste che vi
vogliono insieme. >> Il capo ormai ha gli occhi ridotti a fessure.
Probabilmente è fumo, quello che Stefania sta osservando fuoriuscire dalle
orecchie del manager. E un po’ si spaventa, perché non l’ ha mai visto così
arrabbiato. E il capo è una di quelle persone che è meglio avercele come amiche
che come nemiche.
<<
E poi, guarda… è un fotomontaggio questo dove ci baciamo. >> Francesca
arriccia le labbra, porgendo un’immagine dove sono ritratte lei e la sua
gemellina che si baciano appassionatamente. Andrea si sporge a guardarla anche
lei e scoppia nuovamente a ridere.
<<
Certo che è un fotomontaggio!!!! Per questo che io e un altro manager abbiamo
ideato questa soluzione. >> Gli occhi del capo cominciano a brillare di
una luce che non piace per niente alle ragazze. Tanto che Max si spaventa,
<<
Ehm… di grazia… quale soluzione? >> Chiede infatti spaurita, cominciando
ad arrotolarsi i capelli neri al dito. Un altro inquietante luccichio negli
occhi del capo, la fa tremare sulla sedia.
A quelle parole, tutte le quattro ragazze lo fissano negli occhi, con sguardo
indagatore. Stefania ha smesso di guardarlo come se fosse un animale estinto
circa un milione di anni fa, e si è messa a guardarlo come se fosse un animale
estinto circa 3 milioni di anni fa. Francesca lo fissa con la sua più adorabile
espressione confusa, con le labbra arricciate e la fronte aggrottata. Max e
Andrea, essendo molto simili, hanno la bocca spalancata e gli occhi grandi
quanto tazzine da tè.
<<
Semplice! Visto che anche il suo gruppo ha problemi di incesto, due gemelli,
abbiamo deciso di farvi incontrare e farvi mettere insieme. >> Max sgrana
gli occhioni verde acqua. Francesca spalanca la bocca e si lascia cadere la
rivista dalle mani. Stefania cade dalla sedia finendo a gambe all’aria. Ma…
Andrea? Quest’ultima ha abbassato di colpo il capo, cosa che non le viene
affatto spontanea, orgogliosa com’è, e ha stretto i pugni saldamente. Dopo
qualche secondo, la mora si accorge di nuove goccioline sul pavimento, sgrana
ancora di più gli occhi e picchietta sulla spalla della bionda, che nel
frattempo si è alzata e rimessa a sedere. Questa guarda spaesata l’amica poi
posa lo sguardo sulle sue mani ed impallidisce. Lei ha il terrore del sangue.
Non ne sopporta la vista, né l’odore. Comincia a respirare a fatica, mentre
Andrea stringe ancora di più i pugni.
<<
Francy… vai con Ste, si sente male. >> Sussurra la mora alla rossa,
indicando Stefania che ha cominciato a tossire. Francesca annuisce e lascia la
camera con l’amica sotto braccio, ripetendole che va tutto bene.
<<
Giulio… come… come hai potuto… io e Fra non siamo animali… non puoi scegliere
tu con chi devo stare… non mi va… >> Borbotta Andrea. Lei tutto sommato è
una ragazza tranquilla, forse scatenata ma sempre lucida e calcolatrice. Se
Andrea chiama per nome il capo, sta per arrabbiarsi. E se Andrea si arrabbia,
c’è da aspettarsi di tutto. E se c’è da aspettarsi di tutto, bisogna solo
correre e salvarsi. Ormai l’hanno imparato tutte.
<<
Aspetta, Andry, stai calma, ti prego… >> Tenta la mora, ma è tutto
inutile. Andrea alza di scatto il volto e pianta i suoi grandi occhi blu in
quelli castano chiaro del capo, guardandolo con una furia mai vista. Pianta le
palme delle mani sulla scrivania davanti a lei e ne stringe il bordo, giusto
per evitare di prendere a pugni il capo. No, non è uno scherzo, Andrea è un
ragazzo nel fisico di una bellissima ragazza diciassettenne. Giusto per
inaugurare la fama del gruppo, Andrea si era messa a litigare con il
proprietario di un locale che non la faceva entrare perché era una donna.
Allora lei, si era leggermente
scaldata, cominciando a prenderlo a botte. Ma quello aveva reagito, eccome se
aveva reagito. I loro due avvocati avevano archiviato la faccenda perché l’uomo
aveva ammesso di essere stato ingiusto, tornando a casa con il labbro spaccato
e tutti e due gli occhi neri, mentre Andrea aveva solo qualche livido sugli
zigomi.
<<
Vi troverete nella stessa casa del loro gruppo e condividerete tutto per due
mesi circa. Nessuno dei due gruppi farà concerti e tour per tutta la durata di
questa “disintossicazione”, mi sono spiegato? >> Sibila il capo,
avvicinando il volto a quello di Andrea, tanto che i loro nasi si scontrano
quasi. Tra i loro occhi si possono vedere scintille di rivalità e di odio
perenne. Max si mette una mano sulla fronte, disperata. La sua migliore amica
non cambierà mai. Mai.
<<
Trasparente. >> Sbotta Andrea, uscendo dalla stanza sbattendo la porta.
La mora rimane a fissarla un attimo intontita, per poi guardare negli occhi il
capo.
<<
Bene, vedo che sono rimasta l’unica in grado di ascoltare le tue assurdità.
Dimmi, qual’è il gruppo? È italiano? >> Chiede Max, appoggiando la
schiena al sedile della poltrona. Comincia a fremere per alzarsi, non ce la fa
già più. Lei deve muoversi, saltare e correre. Nei concerti non sta mai ferma,
è sempre a cantare appiccicata a Francesca o a un’altra del gruppo.
<<
No, tedesco. Sono i Tokio Hotel. Li conosci? >>
<<
Come faccio a non conoscerli? Sono famosi quanto noi e forse anche di più. Non
posso non conoscerli. >> Sbuffa, incrociando ostinatamente le braccia al
petto.
<<
Stai tranquilla ragazzina, non alzare il tono con me. >>
<<
Senti, capo, è meglio che la molli di fare tanto il grande uomo d’affari,
perché l’unico motivo per il quale ancora non ti abbiamo licenziato, è che ci
procuri i concerti. Quindi limitati ad organizzare i tour ed evita colpi di
testa, capito? >> Sibila la mora, appoggiando i gomiti ai braccioli della
poltrona. Il capo la guarda esterrefatto. Nessuno in vita sua si è mai permesso
di parlargli così, mai. E allora come si permette quella ragazzina? Chi le ha
dato il permesso di insultarlo? Che è e come, miseria, osa a parlare così al
suo capo e al suo datore di lavoro?? Max. Max Criso, ecco chi.
<< Vedi di abbassare la cresta ragazzina. Se voglio posso distruggervi. Ricorda che ho il vostro destino nelle mie mani. >> Un sogghigno si disegna sulle labbra screpolate del capo, che ovviamente non usa un burro-cacao anche se la ex moglie glielo metteva a forza, mentre osserva la ragazza aspettandosi da un momento all’altro una supplica. Ma quella non arriva. Cavolo ragazzi, stiamo parlando di Max Criso, una testa più dura del cemento armato!
<<
Ah non lo dimentico mica sai? Ma ricorda anche tu una cosa. Se noi falliamo,
fallisci anche tu. Se noi falliamo, tu non avrai più i soldini per comprarti il
completino da bravo uomo d’affari. Se noi falliamo, ti troverai a lavarti le
mutande nelle acque del Po. Sono stata chiara? >> Snocciola con un
sorriso la Criso, con un sorriso da fare invidia a Miss Italia. Fa la lingua al
capo e, prima di prendere e andarsene dalla saletta, afferra le chiavi della
camera. Poi saltellando soddisfatta, lascia il capo a rodersi il fegato. Scende
in cortile e trova Andrea che prende a pugni un albero.
<<
Ehi Andre. Ho una notizia. >> Esclama usando il tono più dolce che ha.
Lei e Andrea sono legate profondamente. Sono tutte migliori amiche tra loro, ma
ci sono delle differenze quasi. Andrea è legatissima a Stefania, mentre Max è
praticamente sempre appiccicata a Francesca. Ma sanno i loro ruoli e nessuno
invade mai lo spazio altrui.
<<
Sai Max? Io ti voglio bene, ma non me ne frega un emerito accidente. A meno che
tu mi dica che hai strangolato il capo facendogli passare atroci sofferenze e
che il gruppo è italiano per giunta della nostra età, non credo potrai farmi
felice. >> Risponde la rossa, aumentando le botte sul povero albero, che
nella vita probabilmente non ha fatto niente di male se non crescere in quel
giardino di quell’Hotel e di trovarsi sulla strada di una Andrea arrabbiata.
<<
Ehm… - Ingoia il groppo che le ha otturato la gola, quasi spaventata dalla sua
migliore amica. – No, a dire il vero non l’ho ucciso. Però gli ho fatto capire
che comandiamo noi. Poi, mi spiace ma il gruppo non è italiano, in compenso ha
più o meno la nostra età, con un bel po’ più esperienza alle spalle. Sono i
Tokio Hotel. >> Max chiude gli occhi, aspettandosi una delle celebri
sfuriate di Andrea, ma non succede niente, così, intimorita, socchiude gli
occhi, per vedere che l’amica sta prendendo a pugni l’albero con ancora più
foga di prima e che ha le lacrime agli occhi.
<<
Fantastico. >> Ringhia, fermandosi un secondo, per evitare che le lacrime
le ricoprano il viso. Ma è arrivata tardi, perché quelle dispettose sono già lì
ad assaggiare il terreno. Si guarda le mani, rovinatissime. Sorride amaramente,
almeno avrà una buona scusa per mettersi i guanti. Max le sorride, per poi
prenderla tra le braccia. È più alta di lei, anche se Andrea è nata prima. La
stringe forte. Non ha quasi mai visto piangere Andrea. Stefania piange di più,
ed è in poche parole un ghiacciolo in confronto alle altre ragazzine della sua
età. Effettivamente, solo loro tre possono vantarsi
di aver visto piangere Andrea Mastello, che piuttosto di versare lacrime prende
a pugni un albero.
Dopo
qualche secondo di riluttanza, la rossa si lascia andare, farfugliando cose
contro il capo, contro la Germania e contro i tedeschi in generale. Max
sorride. È forte quella ragazza. Per questo è una delle sue migliori amiche.
Perché non piange mai e difende sempre tutti. Perché è un maschiaccio e perché
altrimenti passerebbe le giornate a prendere a pugni qualcuno. Ma più
semplicemente, perché è lei. Adorabile testona.
<<
Grazie Max. >> Biascica, strusciando il viso contro il petto dell’amica
che le accarezza la testa affettuosamente. Alza il viso ad incontrare i suoi
occhi e le sorride, illuminandosi tutta. Andrea non sorride spesso, peccato
perché quando sorride le si illumina tutto il viso e diventa ancora più bella.
Max le bacia la fronte per poi ridere, trascinando l’amica con sé.
*-*
<<
Ste, va meglio? >> Chiede apprensiva Francesca. Stefania sta male alla
vista del sangue. Infatti appena uscite dalla stanza sono filate in bagno e la
bionda ha vomitato tutto il pranzo. Ovviamente la rossa le ha tenuto su tutti i
capelli altrimenti ora sarebbero sul verdino acido… comunque, sorvolando sul
pranzo buttato nel water di Stefania, ora sta meglio. Infatti annuisce
all’amica sforzandosi di sorridere.
<<
Meno male, va’. Che ne dici di andare a prendere le chiavi della camera?
>> Sorride. Anche lei come la sorella si illumina quando sorride, solo
che lei, a differenza della gemella, è molto più solare e vivace. Ha sempre un
sorriso pronto per tutti ed è gentilissima. Stefania si alza a fatica dalla
poltrona della Hall e segue Francesca nella saletta, fermandosi però fuori,
debole di stomaco. La rossa esce immediatamente dopo, sventolando le chiavi.
<<
Posso stare in camera con Andre? >> Chiede con voce flebile la bionda,
prendendo un profondo respiro per riempirsi i polmoni. Francesca con un sorriso
annuisce.
*-*
<<
Lo sai che se non stai zitto io giuro che perdo completamente possesso delle
mie facoltà mentali e ti ammazzo?? >> Ulula un esasperato Tom Kaulitz al
gemello, che tranquillamente sta girando per la camera intonando Rette Mich. Bill, il gemello di Tom, scuote i lunghi capelli
neri sparati in aria con gesto teatrale come per dire: Non potrai mai capire fratellone.
Tom
si mette un rasta dietro all’orecchio, mentre placidamente sfoglia la rivista
italiana che gli hanno affibbiato nella Hall. Ovviamente non legge gli
articoli, vi sembra?, guarda semplicemente le foto delle ragazze.
Okay,
constatato che non sopporta più suo fratello e che in quel giornale non ci sono
tante belle ragazze, prende un cuscino e, come se fosse la cosa più logica del
mondo, lo lancia al gemello. Quello ha solo il tempo di voltarsi che se lo
ritrova in pieno viso. Non fa in tempo neanche a finire la canzone. Sgrana gli
occhioni nocciola bordati di nero e raccoglie immediatamente il cuscino per
tirarlo nuovamente al proprietario.
Georg
e Gustav scoppiano a ridere. Sebbene conoscano i gemelli Kaulitz da quasi una
vita, non si sono mai abituati ai loro bisticci quotidiani.
<<
Mi hai tirato un cuscino! >> Biascica Bill, sedendosi accanto al fratello
sul divanetto.
<<
Lo so. Mi disturbavi. >> Si giustifica questo, prendendo in mano un’altra
rivista, data la scarsa quantità di belle ragazze in quella precedente.
Sfoglia, sfoglia fino ad arrivare più o meno a metà, dove c’è una foto enorme
di quattro ragazze, tutte sorridenti.
<<
Ehi, guardate qui. >> Esclama, con gli occhi illuminati. Bill si sporge
per vedere meglio la foto, mentre gli altri due componenti si avvicinano
incuriositi.
<<
Sono le White Rose’s. Le ho sentite nominare, sono abbastanza famose.
>> Fa il moro, inarcando un sopracciglio. Effettivamente sì, le ha
sentite nominare, e ha anche ascoltato un paio di loro canzoni. Deve
concederglielo, non sono niente male.
<<
Come si chiamano? >> Fa Georg, sporgendosi ancora di più sulla spalla del
rasta per vedere meglio.
<<
Allora… Max, Stefania, Andrea e Francesca. >> Tom si trova a specchiarsi
nei profondi occhi blu di Andrea, che in quella foto porta un paio di pantaloni
al ginocchio con degli anfibi militari e una canottiera nera a righe azzurre,
completato da mezzi guanti uno azzurro e l’altro nero. È talmente affascinato
da quel viso così imbronciato e provocante che prova immediatamente una specie
di legame con lei. Proprio in quel momento, Bill gli prende il giornale dalle
mani e comincia a leggere l’articolo. L’intestazione infatti cita proprio loro,
i Tokio Hotel. “Dall’Italia con furore,
le White Rose’s sono le rivali numero uno dei Tokio Hotel. La sfida
all’ultima nota è aperta.” Grida il titolo a grandi lettere rosse. Il ragazzo
sposta lo sguardo nocciola in basso, dove c’è il resto dell’articolo.
Lui
parla italiano, gli è sempre piaciuto e la trova una lingua interessante dal
punto di vista letterario e grammaticale. Forse, è meglio dire che ama le
lingue in generale e che l’italiano lo ha sempre molto incuriosito.
-
Le White Rose’s nascono in
provincia di Torino come semplici ragazze innamorate della musica. In questo
ultimissimo periodo hanno spopolato in tutta Europa, facendosi amare da
tedeschi, francesi, olandesi, inglesi e soprattutto italiani. Sono le rivali
numero uno dei Tokio Hotel, gruppo tedesco che ha conquistato con una sola
canzone tutta l’Europa. E pensare che loro non speravano tanto.
“Allora,
Max è un nome da maschio, sbaglio?” “No,
affatto… ma me ne sono innamorata
quando avevo 6 anni. Da allora ho costretto tutti a chiamarmi Max. Alcuni non
sanno neanche come mi chiamo veramente.” “E come ti chiami veramente, se è
lecito saperlo?” “Monica. Non che non mi
piaccia il mio vero nome, ovvio, ma preferisco Max.” “Bene… i Tokio Hotel
devono avere paura di questo ciclone in bianco?” Risponde Andrea, la
batterista. “Oh certo che devono avere
paura. Noi non ci fermeremo davanti a nulla, neanche a quei quattro tedeschi.”
“Wow che grinta! Max, tu che canti, le canzoni le scrivi sempre tu?” “Oh no… io ho scritto solo She isn’t alone, le altre
le abbiamo scritte tutte insieme.” “Un lavoro di squadra allora.” “Sì. Siamo amiche da sempre, e da sempre
suoniamo insieme.” “Molto bene. Ora passiamo al vostro fisico. Ragazze,
siete bellissime!” “Grazie. È tutto
merito di Ste, che diciamo è la più femminile del gruppo.” “Avete dei
piercing?” “Sì… Fra sulla lingua, io
all’ombelico e al naso, Ste tutto un orecchio mentre Andre al labbro superiore
sulla destra e a quello inferiore sulla sinistra.” “Wow… ne avete
tantissimi! Per esempio, fate sport?” “Certo!
Fra e Ste fanno karaté… io e Andre facciamo boxe da… più o meno 7 anni.”
“Allora è meglio non farvi arrabbiare…” “Oh
sì. Hai ragionissima.” “Benissimo, abbiamo finito.”-
<<
Ehi!!!! Bill! Sveglia! >> Tom, preoccupato, sventola una mano davanti al
viso del gemello, troppo impegnato a leggere e a comprendere l’articolo sulle
ragazze.
<<
Oh che palle! Stavo leggendo, no? Miseria, fanno boxe e karaté. Meglio non farle
arrabbiare. >> Fischia, poi chiude la rivista e la posa sul tavolino
davanti a lui. Il gemello la riprende immediatamente, dato che non ha finito di
fare la radiografia alle ragazze. Max,
con gli occhi verde acqua sprizzanti di energia e i capelli neri lisci, nella
foto porta una gonna di jeans a metà coscia, calze a rete fino al ginocchio,
converse fuxia e una felpa nera con i teschi fuxia.
<<
E questa? >> Il rasta indica Stefania, che sfoggia i suoi grandi occhi
verde smeraldo contornati di nero, i capelli biondo cenere con delle ciocche
fuxia e platino legati in due trecce, un cerchietto nero, la frangia
sfilacciata, un vestitino grigio, scarpette con il tacco nere e una cintura
nera. Bill si ferma ad osservare Francesca, che porta dei jeans a sigaretta,
gli stivali a punta, un cappellino bianco a ricoprire i dolci boccoli rossi,
che le cadono fino a metà schiena, e infine una canotta azzurra con un
angioletto sul davanti. Fa la lingua all’obbiettivo della macchina da foto,
mettendo in bella mostra il piercing alla lingua, mentre i suoi occhi azzurri
esprimono tutta la sua felicità.
<<
Sono dei bei tipini, no? >> Asserisce ad un certo punto Gustav, prendendo
la rivista dalle mani del chitarrista, che subito comincia a brontolare.
<< Che succede qui dentro? >>
David Jost, il manager del gruppo, entra nella camera dei ragazzi, proprio
mentre Bill sta per rispondere negativamente all’amico.
<<
Niente, stavamo sfogliando una rivista e abbiamo visto queste ragazze… White Rose’s >> Spiega Tom,
continuando a sfogliare la rivista. Si stupisce sempre di più mentre va avanti
nelle pagine, visto che è pieno di foto delle ragazze.
<< Sì, sono abbastanza famose. Ogni tanto le
sento nominare. >> Completa il gemello, dato che il chitarrista è
troppo impegnato in affari ben più importanti.
<<
Ah! Molto bene, questo semplifica le cose. >> Esclama David, stringendo
in mano una cartellina con dentro dei documenti e alcune riviste tedesche,
quali Bravo e Popcorn.
<<
Quali cose? >> Fanno i Tokio Hotel in contemporanea.
<<
Beh, sapete che su di Bill e Tom si vocifera l’incesto… - i due in questione
sbuffano scocciati. – Ecco, a quanto pare anche sulle gemelle Mastello. Io e
questo Giulio Bordetto abbiamo deciso di accoppiarvi per sfatare queste voci.
>> Snocciola con calma. Georg e Gustav scoppiano a ridere, non credendo a
quell’assurdità colossale. Bill fa cadere il bicchiere, che ha appena
impugnato, a terra, spalancando la bocca e strabuzzando gli occhi nocciola.
Tom, sbatte la rivista sul tavolino e si stravacca sul divano, incrociando
ostinatamente le braccia al petto.
<<
Io non mi muovo da qui. >> Annuncia il rasta, divaricando le gambe e
appoggiando i piedi al tavolino di legno davanti a lui.
<<
Ma… ma… non dovevi parlarne con noi prima? Perché adesso, così?? >>
Balbetta Bill, alzandosi in piedi e cominciando a misurare il perimetro della
stanza con falcate nervose.
<<
Vi incontrerete nella Hall del loro albergo nel primo pomeriggio. Mi
raccomando, vi voglio presi. >> Il manager appoggia la cartellina sul
tavolino davanti a lui e se ne va dalla camera, lasciando i quattro ragazzi
alle prese con i propri pensieri.
<<
Certo, presi per il cu- ahia! >> Una gomitata da parte del gemello,
costringe Tom a bloccare la frase prima di finirla.
<<
Non può costringerci a metterci con delle ragazze che non conosciamo,
fratellone. Ehi, Tom! Di’ qualcosa! Non dirmi che ti piace questa situazione!
>> Il moro si ferma perfettamente di fronte al gemello. Abbassa lo
sguardo sul suo volto e questo scoppia a ridere.
<<
No che non sono d’accordo. Ma possiamo sempre approfittarne, no? Quando mai ci
regalano quattro ragazze su un piatto d’argento? >> Gli risponde il
rasta, smettendo un attimo di ridere.
<<
Ah, abbiamo pure delle guide per vistare la città, dico per i ristoranti e le
discoteche… >> Esclama ad un certo punto Gustav, sorridendo all’idea
dell’accoppiamento birra-ragazze.
<<
Stare con Tom ti danneggia, Gustav. Meglio che lo eviti per un po’. >>
Annuncia il moro, dopo aver tastato la fronte dell’amico e constatato che anche
lui, dopo Georg, si è ammalato di Tommite acuta. Tom fa la linguaccia al
gemello, per poi scoppiare a ridere trascinato dall’ilarità degli amici.
*-*
Andrea è
arrabbiatissima. Dopo aver pianto da Max si è leggermente calmata, ma il suo
cervello sta ancora, sempre e comunque, progettando la morte del suo amato capo. Si è sempre saputo che lei
non lo sopporta, fin dall’inizio. Non capisce perché ancora lo tengano con
loro, dato il fatto che non fa un accidente tutto il giorno se non rilasciare interviste,
che poi puntualmente o lei o Max smentiscono, e organizzare tour. Sì,
probabilmente è solo per i tour che non lo licenziano. Ma sinceramente non le
importa. Lei comunque, tempo e voglia permettendo, quello lo farà fuori. Oh, se
lo farà fuori. Deve solo trovare il modo di fargli passare atroci sofferenze. È
risaputo che lei non ha il cuore debole, come Stefania. No, lei è perfida se
vuole. Prende un profondo respiro per calmarsi. Nelle orecchie, la musica del
suo gruppo. Vola, è di certo la
canzone sua preferita di tutto l’album. Perché lei vorrebbe volare, lo ha
sempre desiderato. Scappare, saltare in aria e guardare tutto dall’alto, come
se nulla la toccasse veramente. La sua vita, i suoi problemi, tutto sarebbe
minuscolo.
Una
goccia le cade sulla spalla coperta dalla felpa nera. Per uscire si è vestita
da maschio. Un corpetto la appiattisce sul petto e i capelli rossi sono tirati
su da un cappellino nero. Lei è nata in quel paesino, ci manca solo che la
riconoscano e l’assediano come fanno sempre ai concerti o davanti agli Hotel
dove pernottano. Sorride, al pensiero che qualche mese prima era una tranquilla
ragazzina di 17 anni che ogni mattina andava a piedi al liceo. Non se lo
sarebbe mai aspettata, di venire catapultata nel mondo che ha sempre sognato,
fatto di luci e di ombre molto più grandi. Non si ferma. Il cielo è gravido di
pioggia e sta partorendo, dato che sta cominciando a piovere molto forte. Ma
questo non è un problema per la batterista che cammina a testa bassa per le
strade. Lei adora la pioggia. Ma si sta bagnando tutta e non è salutare. Di
malavoglia, mentre intona a bassa voce le parole di Vola, va a ripararsi sotto un telone di un ristorante. Guarda
attentamente la pioggia cadere, quando sente delle voci dietro di lei.
Immediatamente si strizza i capelli e si rimette il cappellino, assumendo la
postura di ragazzo.
<<
Perché ci siamo fermati qui? >> Chiede uno, con tono scocciato. Andrea
gli lancia uno sguardo fugace. Ha i capelli biondi a spazzola che escono dal
cappellino nero e una corporatura normale.
<<
Perché dobbiamo mangiare, ed è il ristorante più vicino all’Hotel. >>
Risponde un altro, più alto e molto più magro, con i rasta biondi.
<<
Ha ragione Tom. E non fare quella faccia, dai! Prendiamo una birra. >> Un
terzo ragazzo, poco più basso del secondo, che probabilmente si chiama Tom,
batte sulla spalla del primo, come per tranquillizzarlo. Quello sbuffa, ma si
siede comunque.
<<
Secondo voi come saranno queste… White
Rose’s? >> Chiede un quarto, con i capelli neri lisci, tenuti sotto
ad un cappellino. Andrea si sente cadere le ginocchia. Sono loro i Tokio Hotel?
Sono loro il gruppo che dovrà convivere con lei e le sue amiche? Probabilmente
sì.
<<
Non lo so… sono tutte molto belle… io però preferisco quella con gli anfibi. Le
pel di carota mi sono sempre piaciute. >> Il rasta si lecca il labbro
inferiore, facendo capire a tutti quello che intende. Il ragazzo con i capelli
neri accanto a lui gli rifila una gomitata nello stomaco.
Andrea è
esterrefatta. Perché non sono arrabbiati come lei? Perché non stanno
progettando insieme un piano per uccidere il loro manager? Per il momento
l’insulto “Pel di carota” non l’ha toccata molto.
<<
Ma smettila. Piuttosto di’ che è la più piccola… nella foto vicino alla gemella
sarà alta 1 e 65… >> Fa il terzo ragazzo, facendo scoppiare a ridere
tutti. Eh no… adesso basta però…
okay, questa non è stata una mossa opportuna. Non la conoscono ancora, perché
altrimenti saprebbero che adesso, Andrea Mastello sarebbe tranquillamente
capace di crepare la corteccia di un albero a forza di pugni.
<<
Ed è la batterista, chissà quanto è brava con le mani… >> Schiamazza
sognante il rasta, incrociando le dita delle mani. La rossa non ce la fa più.
Neanche La fine del mondo la
tranquillizza. Lì si è divertita a suonarla nel live. Ma adesso non sente
niente, se non il rossore di rabbia che le sale alle guance. Si avvicina ai
ragazzi, batte sulla spalla del ragazzo con i rasta e si fa fare una
radiografia completa.
<<
Posso parlarti un attimo in privato? >> Chiede con la voce da ragazzo.
Lei è sempre stata così. Quando non vuole farsi riconoscere, comincia a parlare
con la voce bassa e si mette il corpetto per appiattire le curve. In quel
momento, la sua copertura può andarsene allegramente a benedire, insieme alla
sua lucidità. Il ragazzo la guarda curioso. Poi si alza e la segue, in una
piccola saletta del ristorante. Andrea sta con la testa bassa, sorridendo
all’idea della sua dolce vendetta. Si trova in mezzo alla saletta, solo allora
si ferma e si toglie il cappellino, lasciando che i suoi spaghetti rossi le
scivolino sulle spalle. Il ragazzo dietro di lei è sorpreso. Non pensava fosse
una ragazza, soprattutto perché è piatta come una tavoletta di legno.
<<
Senti, io avrei da fare. Se magari ti sbrighi… >> Sbotta, innervosendosi.
Quella situazione non gli piace. Finalmente Andrea si gira verso di lui e lo
fissa negli occhi. Per la seconda volta in quella giornata, Tom Kaulitz si
scontra con due bellissimi occhi blu oceano. Sbatte le palpebre, stralunato,
poi le sorride affabilmente.
<<
Non ti preoccupare. Faremo in fretta, tesoro.
>> Ghigna, si avvicina e si ferma davanti a lui, a pochi centimetri dal
suo petto. Questo sorride e si abbassa, una ventina di centimetri li separa, ma
lei non è della stessa idea. Sorride beffarda e assesta un cazzotto in pancia
al ragazzo, che geme dolorante. La guarda di nuovo negli occhi e legge una
furia nuova.
<<
Questo era per il pel di carota.
Questo per la nana. – una gomitata al petto. – e questo, per quello che
alludevi quando hai detto che sono brava con le mani. >> Per ultimo, alza
il pugno e lo colpisce in pieno sullo zigomo. Soddisfatta, la rossa si rimette
il cappello, mentre il ragazzo di accascia davanti a lei dolorante. Torna
trionfante dove ci sono gli altri e sorride amabile.
<<
Il vostro amico è nella saletta qui dietro. L’ho… diciamo sistemato. Ci vediamo
presto. >> Batte con una mano sulla spalla del moro e poi se ne va,
canticchiando The rain. Trotterella,
semplicemente contentissima. Si è fatta valere. Si è difesa, anche se per un
nano secondo avrebbe lasciato correre. Non sopporta che la insultino, magari
alludendo maliziosamente. Quello proprio no. Una volta era successo che aveva
litigato con il proprietario del locale, perché questo le aveva offerto di
suonare lì dentro. Certo, forse avrebbe accettato, se magari glielo avessero
proposto comprendendo anche vestiti. Infatti le avevano gentilmente chiesto di
suonare nuda, davanti ad un pubblico
di uomini over 50. Inutile dire che si era rifiutata categoricamente, ma
l’altro non aveva demorso e l’aveva presa per i capelli. Ricorda ancora quello
che era successo dopo. E persino le parole che lui le aveva detto. “Io ottengo sempre quello che voglio
ragazzina. Per questo tu accetterai la mia proposta dandomi, in più e gratis,
un assaggio.” Lei gli aveva riso in faccia, rivoltando la situazione. “E tu ricorda una cosa, vecchio. Io non mi
faccio dare ordini da nessuno, chiaro?” E poi lo aveva malmenato e lasciato
quasi del tutto moribondo sul ciglio del suo locale. Si mette a correre,
scoppiando a ridere. Mandando semplicemente la copertura a farsi benedire, si
toglie il cappellino e si mette in posizione eretta. Corre, corre fino al
parchetto, senza paura di farsi scoprire e si siede ad una panchina per
riprendere fiato. Comincia a cantare a voce piuttosto alta She isn’t alone, dato che in quella canzone lei e Max cantano
insieme il ritornello. Comincia a picchiettare con le dita sul ginocchio,
mentre la pioggia continua a bagnarla. Si strizza i capelli, anche se sa che si
bagnerà tutta. Però lei non ha il fisico debole. Sorride, mentre intona
perfettamente la canzone, che intanto continua imperterrita. Now I’m succeeded to wash the rain She will return to fall driven in and silent, Like
always, for ever. Nel
pre-ritornello, sente una nota steccata dell’amica, ma è solo una flebile
vibrazione della sua voce bassa. Si annota mentalmente di farlo notare a Max,
anche se sa che la cazzierà per non averglielo detto prima e comincerà a
sbraitare contro il sistema giudiziario troppo lento e contro i maschilisti.
Nessuno sa veramente il perché di
tutto questo sbraitare contro i maschilisti e il sistema giudiziario, però è
così e nessuno può mai farci nulla, perché diventa intrattabile e irritante.
Non
sente che qualcuno le picchietta la spalla delicatamente. Si gira quasi per
sbaglio, e incontra i due occhi nocciola che l’hanno fatta tentennare. Ma non
sono veramente quegli occhi, sono
semplicemente identici, senza quella scintilla di malizia e di accecante
testardaggine.
<<
Scusa, sei tu che hai picchiato mio fratello? >> Chiede il ragazzo,
sedendosi accanto a lei, guadagnandosi inoltre uno sguardo confuso. Andrea
annuisce, mentre negli occhi dell’altro si illumina una scintilla.
<<
Oh, molto bene. Volevo dirti… beh, forse non lo sai chi siamo io e gli altri
tre. – Andrea spegne il lettore Mp3 e lo ripone diligentemente in tasca.
Annuisce e lo incita a continuare, con una smorfia che vuole sembrare un
sorriso. – Beh, ecco, io so chi sei tu. Sei Andrea Mastello, no? >> Le
sorride, illuminandosi. Nota per me
stessa: dire a Francy che il porcospino non è poi tanto male. Anche lei
prova a sorridere.
<<
Sì, sono io. Come… come fai a saperlo? >> Chiede con la voce incrinata.
Quel ragazzo è riuscito nell’impresa impossibile di farla balbettare. Fin da
quando è nata, nessuno, e dico veramente nessuno,
è mai riuscito a farla balbettare. Neanche i suoi professori delle superiori.
Come ho detto prima, Andrea in confronto alle altre ragazze è un ice-berg, però
non è quella specie di… di calore che provi quando ti piace una persona. Ma
quando hai l’impressione di poterti fidare ciecamente di lei, senza che
obbligatoriamente tu sia ricambiata.
<<
Casualmente io e i ragazzi abbiamo visto un articolo su giornale e l’abbiamo
letto. Noi siamo i Tokio Hotel e io sono Bill Kaulitz. >>
<<
Sì, lo so chi siete, ma vorrei farvi una domanda. Ma voi non lo volete uccidere
il vostro manager? – Bill inarca un sopracciglio, confuso. Allora la rossa
cerca di spiegarsi meglio. – Nel senso… non vi da fastidio che abbia deciso con
chi mettervi senza dirvi nulla? >> Lo guarda negli occhi nocciola, come
se volesse leggervi dentro il rancore, la rabbia, l’odio che lei stessa è
consapevole di avere negli occhi. Ma non ci trova nulla di questo. Solo due
grandi occhi castani fissi nei suoi che sembrano sinceri e del tutto
inespressivi.
<<
Non più di tanto. Perché, a te sì? >> Colpevole, Andrea abbassa lo
sguardo sulle mani, che apre sulle ginocchia. Non ha messo i suoi soliti 10.000
braccialetti e polsini perché… a dire il vero non lo sa bene il perché. Sa solo
che è uscita dall’Hotel ed è andata nel corso principale vestita da ragazzo.
Sorride amaramente e annuisce piano. Gira le mani, per guardare in che stato
sono le sue nocche, e per poco non vomita. È tutta una poltiglia rossa, e solo
adesso ha cominciato ad accusare il dolore fisico.
<<
Oddio, ma che diamine hai fatto lì? >> Bill sgrana gli occhi e le prende
le mani tra le sue. Le osserva, senza degnare di uno sguardo Andrea, che di per
sé non può che ringraziarlo, dato che è diventata tutta rossa, pari ai suoi
capelli di fuoco. A salvarla da quella imbarazzante situazione, il suo
cellulare. Parte Vola come suoneria e
lei si affretta a prenderlo dalla tasca dei jeans, anche se si lascia sfuggire
un gemito quando la carne tocca il tessuto dei pantaloni.
<<
Pronto? >> Chiede con voce sofferente.
<<
Andrea! Dove diavolo sei?? Lo so che non vuoi e che sei arrabbiatissima, cosa
credi? Max mi ha raccontato dell’albero stupida!, ma dobbiamo incontrare quelli
lì e devi essere qui. Ti prego, non sparire di nuovo, okay? Ci vediamo tra poco
nella Hall. Ti voglio bene sorellona. Ciao! >> Senza che Andrea potesse
rispondere, ecco che la sua adorata gemellina ha chiuso la chiamata sbraitando
che è una pazza furiosa a sparire così senza dire nulla a nessuno.
<<
Devo andare. Ci vediamo oggi, cioè, ehm… tra poco. Ah, di’ a tuo fratello, che
se prova di nuovo a insultarmi quello è solo un assaggino. >> Sorride,
cosa alquanto rara, e se ne va trotterellando. Dopo qualche passo, si volta per
lanciare uno sguardo fugace al cantante del suo gruppo, al momento, più
detestato e gli sorride complice. Quest’ultimo le strizza l’occhio e se ne va
nella direzione dalla quale è venuto.
<<
Andrea dove sei stata??? Ci siamo preoccupate tutte! >> Francesca si
butta al collo della sorella, e solo allora la vede che sorride. La guarda
confusa negli occhi, ma lei rivolge lo sguardo luminoso alle altre e a Niky e
Luca.
<<
Tutto bene. Ho fatto, uhm, diciamo conoscenza. Grazie, ma non dovevate
preoccuparvi. >> Sorride e si dirige nella sua camera.
*-*
<<
Come diavolo si permette quella lì di picchiarmi… >> Si sta brontolando
Tom, massaggiandosi lo zigomo colpito con fare teatrale, mentre gli altri due
se la ridono come pazzi.
<<
Ha fatto solo bene. - Soggiunge Bill, sedendosi accanto al gemello, che lo
guarda stralunato. L’altro alza le spalle. – Sì, tu mica dovevi dirle quelle
cose… >> Spiega, dato che il fratello da solo non ci arriva. Quello
sbuffa e si rintana in un ostinato silenzio. La cosa che gli brucia di più, non
è il fatto di essere stato malmenato da una donna, cosa che lo ferisce
profondamente nell’orgoglio, ma che quella ragazza bellissima gli ha detto di
no. E l’ha pure sottolineato, non prendendolo solo a schiaffi, come la maggior
parte delle ragazze che poi puntualmente finiscono nel suo letto, ma proprio
picchiandolo con pugni che non fanno di certo bene. Oltre al fatto di essere
profondamente ferito nell’orgoglio, non si riesce a capacitare del fatto che
lei l’ha rifiutato apertamente. E lui non è abituato ai no. Di nessun tipo,
tanto meno di una donna, inoltre bellissima. Eh no, Tom Kaulitz non si fa
sconfiggere così facilmente. Ghigna, al pensiero che tanto prima o poi quella
ragazza finirà tra le sue braccia, come tutte quelle prima di lei.
<<
Stai bene fratellone? >> Gli chiede Bill, sventolandogli una mano davanti
al naso, giusto per vedere che non fosse andato in trans.
<<
Sì, sto benone. Dolce vendetta, va servita calda… >> Sorride e i suoi
occhi nocciola si illuminano di una voglia di vendetta spaventosa. Il gemello
alza le spalle, pregustandosi già la scena. Quando Tom litiga con qualcuno, è
un evento divertentissimo degno dei più grandi eventi comici. Incrocia lo
sguardo dei suoi amici, che evidentemente stanno pensando le stesse identiche
cose.
In quel
preciso istante, ben otto teste, tre bionde, due more, due rosse e una castana,
pensano la stessa cosa. Sarà una cosa
interessante.
Continua…
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
Allora, come vi sembra?
Personalmente non credo sia il massimo comunque… a voi la scelta. Prendere o
lasciare? Ossia, tradotto in lingua italiana: La continuo o no?
Ricordate, mi baserò sulle
recensioni, quindi fatevi avanti gente! Ora, ringrazio chi ha recensito Confession of a Broken Heart che è
piaciuta anche se tragica.
Lindiuz93: Wiii, grazie 1000!
Molto, molto gentile ^^
Consuelo: Beh, grazie lo stesso.
Cecia94: Già, è veramente una
canzone bellissima! Infatti la stavo ascoltando quando l’ho scritta… beh,
grazie comunque allora. ^^ che ne pensi di questo inizio? Sincera eh’! Baci8
Vanessa: Amo mio! Grazie
veramente tanteeeee! È importante per me che tu l’abbia letta, grazie, grazie!
Ti amo di bene, ci vediamo!