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Autore: Barbycam    23/09/2007    8 recensioni
Otto ragazzi con una passione... due gruppi musicali nell'occhio del ciclone... un solo problema: Incesto.
Tokio Hotel e White Rose's non si conoscono, sono insieme sotto la lente d'ingrandimento della fama, e non hanno nessuna intenzione di conoscersi. Ma i due manager non sono d'accordo con loro. Hanno tutti e due due gemelli, sui quali si vocifera l'incesto, e loro vogliono rimediare assolutamente. [ Stefania ha smesso di guardarlo come se fosse un animale estinto circa un milione di anni fa, e si è messa a guardarlo come se fosse un animale estinto circa 3 milioni di anni fa. Francesca lo fissa con la sua più adorabile espressione confusa, con le labbra arricciate e la fronte aggrottata. Max e Andrea, essendo molto simili, hanno la bocca spalancata e gli occhi grandi quanto tazzine da tè.]
Spero che vi piaccia ^^
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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<< Ste, miseria, sei una palla

<< Ste, miseria, sei una palla!!!!!!!!!!!!! >> La voce che in questo preciso istante sta fuoriuscendo dal finestrino oscurato della limousine, non è, come credo sareste portati a pensare, di un’amazzone, bensì di un’ Andrea Mastello, graziosa 17’enne con i lunghi capelli rosso fuoco lisci e gli occhi blu oceano, che discute amabilmente con la sua migliore amica.

 

<< Miiiiiii, che rompi che sei Andre! Ti ho solo detto che domani devo andare a tagliarmi i capelli!! >> Ed ecco la “Ste”, ovvero Stefania Roccinta, avvenente 17’enne, dai lunghissimi capelli biondi a boccoli striati di rosa e platino e dagli occhi verde smeraldo. Ostinatamente, la bionda incrocia le braccia al petto.

 

<< Effettivamente ha ragione… è la quindicesima volta che lo ripeti… >> Mentre questa, cari miei, è l’adorabile cantante de gruppo, ossia Max Criso di 17 anni. I capelli neri lisci sulle spalle e gli occhi verde acqua. Con questa affermazione, fa scoppiare a ridere tutto il suo gruppo.

 

<< Ah! Finalmente in Italia! Il tour in Inghilterra mi ha sfiancata. Sono morta. >> Asserisce, dopo aver ripreso piene facoltà cerebrali, Stefania. Infatti loro quattro, sono uno dei gruppi più famosi in Europa, ormai da tre, quattro mesi.

 

<< Meglio di no, magari… lo sapete che il capo ci vuole ancora vive, altrimenti chi gli da i soldi? >> Schizzinosa, Francesca, la gemella di Andrea, fa aderire la schiena al sedile in pelle della limousine.

 

<< Ma che si schianti. Lo faccia lui il tour. Suoni lui una decina di volte le stesse canzoni. Io mi prendo una pausa. >> Sbuffa Max. Okay, dire che il loro manager sa fare il proprio lavoro è troppo. Infatti fanno quasi sempre tutto Niky e Francesca. Perché le altre tre sono sempre impegnate in interviste e altre cose. Francesca le sorride dolcemente. Sono due gemelle e due ragazze, amiche per la pelle. Prima di entrare in pieno nell’occhio del ciclone, erano quattro semplici amiche, che si divertivano a fare musica registrandosi nel garage di casa Criso. Ovviamente, nessuna di loro si sarebbe mai aspettata una tale scalata verso il successo, avevano cominciato a fare musica da quando avevano 13 anni, non pensavano di arrivare in vetta.

 

<< Scusate, non vorrei interrompere la vostra riunione familiare, ma… siamo arrivati. >> Luca, il loro migliore amico, nonché bodyguard, nonché autista, nonché ulteriormente cugino di Stefania, abbassa il finestrino dietro di lui, per sorridere alle quattro ragazzine sedute come star.

La prima a scendere è Stefania, che, appena tocca terra, si inginocchia e comincia ad inchinarsi alla sua amata Italia. Quanto l’è mancata la terra sotto i piedi lo sa solo lei. Ormai da qualche mese sono nell’occhio del ciclone. Riviste scandalistiche cercano di metterle in prima pagina, beccandole in un luogo poso idoneo o altre cose così. E ovviamente Andrea è sempre in prima pagina, una volta che ubriaca ballava su un tavolo di un locale, un’altra che si intromette in una rissa, e via dicendo. Diciamo che Andrea è la più scatenata di tutte. Non ha paura di nessuno, guarda in faccia chi calpesta ed è orgogliosa come un leone. Francesca è una delle ragazze più tranquille al mondo. Non litiga mai con nessuno ed è sempre pronta ad aiutare le amiche. Nessuno è mai riuscito a farla arrabbiare nella storia della sua vita… anzi, mi sembra di sì. È vero, una volta è stata Max. Si sono messe a litigare che ancora si odiavano e non erano tutte unite, poi dopo quella litigata è nato il gruppo e non si sono mai più separate. Soprattutto loro due sono diventate migliori amiche. Certo lo sono tutte alla stessa maniera, ma tra loro due c’è un legame indistruttibile, che neanche una decina di bombe atomiche riuscirebbe a spezzare. E adesso passiamo a Max. Max, già lei è tutta storta. Maschiaccio, infatti Stefania non la smette mai di rimproverarla per quel suo abbigliamento, testarda e… semplicemente adorabile.

Si sono fermati davanti al portone di un Hotel, tutto sommato normale, in una cittadina in provincia di Torino. Il loro capo ha dato ordine di trovarsi in quell’Hotel appena finito il Tour, e loro, da brave bambine, si sono trovate lì, puntuali come svizzere. Max alza di peso l’amica, mentre le altre se la ridono di gusto, portandola nella Hall. Luca fa loro strada per andare nella saletta privata al secondo piano, dove il capo le attende.

Salgono le scale sorridenti, entusiaste al massimo del loro successo e del Tour in Inghilterra, durato un mesetto, dove ognuna di loro si è trovata una compagnia.

Bussano alla porta, sapendo che nulla potrebbe andare loro male, dopo tutto quello, ma non possono sapere quanto si sbagliano. Entrano e si siedono ognuna su una poltrona rossa, davanti alla scrivania.

 

<< Siete appena tornate dal tour. – le quattro annuiscono, cupe. – E immagino sia andato bene. – Max annuisce con più vigore, già pronta ad una delle sue solite litigate con il capo. – Perfetto, ma non è di questo che vi voglio parlare. >> Il capo traffica in un cassetto sotto la scrivania, per poi tirarne fuori una rivista, con, tanto per cambiare, una foto di Andrea in prima pagina.

 

<< Allora? >> Fa la rossa, passando la rivista alla gemella. L’altra la fissa quasi incredula, coprendo la bocca con una mano per non scoppiare a ridere in faccia al capo. Inarca un sopracciglio confusa, non sorprendendosi neanche un po’ nel vedersi in prima pagina. Lei non lo fa apposta a trovarsi dei guai, sono i guai che la trovano sempre. Ormai ci hanno fatto tutti l’abitudine.

Effettivamente in tutte e quattro le riviste, si vedono Andrea e Francesca abbracciate o appartate a parlare. Le incriminate si guardano negli occhi e, dopo un attimo di serietà, cominciano a ridere, trattenendosi la pancia.

 

<< Non c’è niente da ridere. È tutto serio. >> Scoppia il capo, alzando di un paio di toni il volume della voce. Max sorride.

 

<< Eddai capo. Io e mia sorella non stiamo insieme. Lo sanno tutti! >> Esclama Andrea, cercando di rimanere in equilibrio sulla sedia, senza cadere a terra e contorcersi dalle risate.

 

<< A quanto pare no. E queste sono solo alcune delle tantissime riviste che vi vogliono insieme. >> Il capo ormai ha gli occhi ridotti a fessure. Probabilmente è fumo, quello che Stefania sta osservando fuoriuscire dalle orecchie del manager. E un po’ si spaventa, perché non l’ ha mai visto così arrabbiato. E il capo è una di quelle persone che è meglio avercele come amiche che come nemiche.

 

<< E poi, guarda… è un fotomontaggio questo dove ci baciamo. >> Francesca arriccia le labbra, porgendo un’immagine dove sono ritratte lei e la sua gemellina che si baciano appassionatamente. Andrea si sporge a guardarla anche lei e scoppia nuovamente a ridere.

 

<< Certo che è un fotomontaggio!!!! Per questo che io e un altro manager abbiamo ideato questa soluzione. >> Gli occhi del capo cominciano a brillare di una luce che non piace per niente alle ragazze. Tanto che Max si spaventa,

 

<< Ehm… di grazia… quale soluzione? >> Chiede infatti spaurita, cominciando ad arrotolarsi i capelli neri al dito. Un altro inquietante luccichio negli occhi del capo, la fa tremare sulla sedia. A quelle parole, tutte le quattro ragazze lo fissano negli occhi, con sguardo indagatore. Stefania ha smesso di guardarlo come se fosse un animale estinto circa un milione di anni fa, e si è messa a guardarlo come se fosse un animale estinto circa 3 milioni di anni fa. Francesca lo fissa con la sua più adorabile espressione confusa, con le labbra arricciate e la fronte aggrottata. Max e Andrea, essendo molto simili, hanno la bocca spalancata e gli occhi grandi quanto tazzine da tè.

 

<< Semplice! Visto che anche il suo gruppo ha problemi di incesto, due gemelli, abbiamo deciso di farvi incontrare e farvi mettere insieme. >> Max sgrana gli occhioni verde acqua. Francesca spalanca la bocca e si lascia cadere la rivista dalle mani. Stefania cade dalla sedia finendo a gambe all’aria. Ma… Andrea? Quest’ultima ha abbassato di colpo il capo, cosa che non le viene affatto spontanea, orgogliosa com’è, e ha stretto i pugni saldamente. Dopo qualche secondo, la mora si accorge di nuove goccioline sul pavimento, sgrana ancora di più gli occhi e picchietta sulla spalla della bionda, che nel frattempo si è alzata e rimessa a sedere. Questa guarda spaesata l’amica poi posa lo sguardo sulle sue mani ed impallidisce. Lei ha il terrore del sangue. Non ne sopporta la vista, né l’odore. Comincia a respirare a fatica, mentre Andrea stringe ancora di più i pugni.

 

<< Francy… vai con Ste, si sente male. >> Sussurra la mora alla rossa, indicando Stefania che ha cominciato a tossire. Francesca annuisce e lascia la camera con l’amica sotto braccio, ripetendole che va tutto bene.

 

<< Giulio… come… come hai potuto… io e Fra non siamo animali… non puoi scegliere tu con chi devo stare… non mi va… >> Borbotta Andrea. Lei tutto sommato è una ragazza tranquilla, forse scatenata ma sempre lucida e calcolatrice. Se Andrea chiama per nome il capo, sta per arrabbiarsi. E se Andrea si arrabbia, c’è da aspettarsi di tutto. E se c’è da aspettarsi di tutto, bisogna solo correre e salvarsi. Ormai l’hanno imparato tutte.

 

<< Aspetta, Andry, stai calma, ti prego… >> Tenta la mora, ma è tutto inutile. Andrea alza di scatto il volto e pianta i suoi grandi occhi blu in quelli castano chiaro del capo, guardandolo con una furia mai vista. Pianta le palme delle mani sulla scrivania davanti a lei e ne stringe il bordo, giusto per evitare di prendere a pugni il capo. No, non è uno scherzo, Andrea è un ragazzo nel fisico di una bellissima ragazza diciassettenne. Giusto per inaugurare la fama del gruppo, Andrea si era messa a litigare con il proprietario di un locale che non la faceva entrare perché era una donna. Allora lei, si era leggermente scaldata, cominciando a prenderlo a botte. Ma quello aveva reagito, eccome se aveva reagito. I loro due avvocati avevano archiviato la faccenda perché l’uomo aveva ammesso di essere stato ingiusto, tornando a casa con il labbro spaccato e tutti e due gli occhi neri, mentre Andrea aveva solo qualche livido sugli zigomi.

 

<< Vi troverete nella stessa casa del loro gruppo e condividerete tutto per due mesi circa. Nessuno dei due gruppi farà concerti e tour per tutta la durata di questa “disintossicazione”, mi sono spiegato? >> Sibila il capo, avvicinando il volto a quello di Andrea, tanto che i loro nasi si scontrano quasi. Tra i loro occhi si possono vedere scintille di rivalità e di odio perenne. Max si mette una mano sulla fronte, disperata. La sua migliore amica non cambierà mai. Mai.

 

<< Trasparente. >> Sbotta Andrea, uscendo dalla stanza sbattendo la porta. La mora rimane a fissarla un attimo intontita, per poi guardare negli occhi il capo.

 

<< Bene, vedo che sono rimasta l’unica in grado di ascoltare le tue assurdità. Dimmi, qual’è il gruppo? È italiano? >> Chiede Max, appoggiando la schiena al sedile della poltrona. Comincia a fremere per alzarsi, non ce la fa già più. Lei deve muoversi, saltare e correre. Nei concerti non sta mai ferma, è sempre a cantare appiccicata a Francesca o a un’altra del gruppo.

 

<< No, tedesco. Sono i Tokio Hotel. Li conosci? >>

 

<< Come faccio a non conoscerli? Sono famosi quanto noi e forse anche di più. Non posso non conoscerli. >> Sbuffa, incrociando ostinatamente le braccia al petto.

 

<< Stai tranquilla ragazzina, non alzare il tono con me. >>

 

<< Senti, capo, è meglio che la molli di fare tanto il grande uomo d’affari, perché l’unico motivo per il quale ancora non ti abbiamo licenziato, è che ci procuri i concerti. Quindi limitati ad organizzare i tour ed evita colpi di testa, capito? >> Sibila la mora, appoggiando i gomiti ai braccioli della poltrona. Il capo la guarda esterrefatto. Nessuno in vita sua si è mai permesso di parlargli così, mai. E allora come si permette quella ragazzina? Chi le ha dato il permesso di insultarlo? Che è e come, miseria, osa a parlare così al suo capo e al suo datore di lavoro?? Max. Max Criso, ecco chi.

 

<< Vedi di abbassare la cresta ragazzina. Se voglio posso distruggervi. Ricorda che ho il vostro destino nelle mie mani. >> Un sogghigno si disegna sulle labbra screpolate del capo, che ovviamente non usa un burro-cacao anche se la ex moglie glielo metteva a forza, mentre osserva la ragazza aspettandosi da un momento all’altro una supplica. Ma quella non arriva. Cavolo ragazzi, stiamo parlando di Max Criso, una testa più dura del cemento armato!

 

<< Ah non lo dimentico mica sai? Ma ricorda anche tu una cosa. Se noi falliamo, fallisci anche tu. Se noi falliamo, tu non avrai più i soldini per comprarti il completino da bravo uomo d’affari. Se noi falliamo, ti troverai a lavarti le mutande nelle acque del Po. Sono stata chiara? >> Snocciola con un sorriso la Criso, con un sorriso da fare invidia a Miss Italia. Fa la lingua al capo e, prima di prendere e andarsene dalla saletta, afferra le chiavi della camera. Poi saltellando soddisfatta, lascia il capo a rodersi il fegato. Scende in cortile e trova Andrea che prende a pugni un albero.

 

<< Ehi Andre. Ho una notizia. >> Esclama usando il tono più dolce che ha. Lei e Andrea sono legate profondamente. Sono tutte migliori amiche tra loro, ma ci sono delle differenze quasi. Andrea è legatissima a Stefania, mentre Max è praticamente sempre appiccicata a Francesca. Ma sanno i loro ruoli e nessuno invade mai lo spazio altrui.

 

<< Sai Max? Io ti voglio bene, ma non me ne frega un emerito accidente. A meno che tu mi dica che hai strangolato il capo facendogli passare atroci sofferenze e che il gruppo è italiano per giunta della nostra età, non credo potrai farmi felice. >> Risponde la rossa, aumentando le botte sul povero albero, che nella vita probabilmente non ha fatto niente di male se non crescere in quel giardino di quell’Hotel e di trovarsi sulla strada di una Andrea arrabbiata.

 

<< Ehm… - Ingoia il groppo che le ha otturato la gola, quasi spaventata dalla sua migliore amica. – No, a dire il vero non l’ho ucciso. Però gli ho fatto capire che comandiamo noi. Poi, mi spiace ma il gruppo non è italiano, in compenso ha più o meno la nostra età, con un bel po’ più esperienza alle spalle. Sono i Tokio Hotel. >> Max chiude gli occhi, aspettandosi una delle celebri sfuriate di Andrea, ma non succede niente, così, intimorita, socchiude gli occhi, per vedere che l’amica sta prendendo a pugni l’albero con ancora più foga di prima e che ha le lacrime agli occhi.

 

<< Fantastico. >> Ringhia, fermandosi un secondo, per evitare che le lacrime le ricoprano il viso. Ma è arrivata tardi, perché quelle dispettose sono già lì ad assaggiare il terreno. Si guarda le mani, rovinatissime. Sorride amaramente, almeno avrà una buona scusa per mettersi i guanti. Max le sorride, per poi prenderla tra le braccia. È più alta di lei, anche se Andrea è nata prima. La stringe forte. Non ha quasi mai visto piangere Andrea. Stefania piange di più, ed è in poche parole un ghiacciolo in confronto alle altre ragazzine della sua età. Effettivamente, solo loro tre possono vantarsi di aver visto piangere Andrea Mastello, che piuttosto di versare lacrime prende a pugni un albero.

Dopo qualche secondo di riluttanza, la rossa si lascia andare, farfugliando cose contro il capo, contro la Germania e contro i tedeschi in generale. Max sorride. È forte quella ragazza. Per questo è una delle sue migliori amiche. Perché non piange mai e difende sempre tutti. Perché è un maschiaccio e perché altrimenti passerebbe le giornate a prendere a pugni qualcuno. Ma più semplicemente, perché è lei. Adorabile testona.

 

<< Grazie Max. >> Biascica, strusciando il viso contro il petto dell’amica che le accarezza la testa affettuosamente. Alza il viso ad incontrare i suoi occhi e le sorride, illuminandosi tutta. Andrea non sorride spesso, peccato perché quando sorride le si illumina tutto il viso e diventa ancora più bella. Max le bacia la fronte per poi ridere, trascinando l’amica con sé.

 

*-*

 

<< Ste, va meglio? >> Chiede apprensiva Francesca. Stefania sta male alla vista del sangue. Infatti appena uscite dalla stanza sono filate in bagno e la bionda ha vomitato tutto il pranzo. Ovviamente la rossa le ha tenuto su tutti i capelli altrimenti ora sarebbero sul verdino acido… comunque, sorvolando sul pranzo buttato nel water di Stefania, ora sta meglio. Infatti annuisce all’amica sforzandosi di sorridere.

 

<< Meno male, va’. Che ne dici di andare a prendere le chiavi della camera? >> Sorride. Anche lei come la sorella si illumina quando sorride, solo che lei, a differenza della gemella, è molto più solare e vivace. Ha sempre un sorriso pronto per tutti ed è gentilissima. Stefania si alza a fatica dalla poltrona della Hall e segue Francesca nella saletta, fermandosi però fuori, debole di stomaco. La rossa esce immediatamente dopo, sventolando le chiavi.

 

<< Posso stare in camera con Andre? >> Chiede con voce flebile la bionda, prendendo un profondo respiro per riempirsi i polmoni. Francesca con un sorriso annuisce.

 

*-*

 

<< Lo sai che se non stai zitto io giuro che perdo completamente possesso delle mie facoltà mentali e ti ammazzo?? >> Ulula un esasperato Tom Kaulitz al gemello, che tranquillamente sta girando per la camera intonando Rette Mich. Bill, il gemello di Tom, scuote i lunghi capelli neri sparati in aria con gesto teatrale come per dire: Non potrai mai capire fratellone.

Tom si mette un rasta dietro all’orecchio, mentre placidamente sfoglia la rivista italiana che gli hanno affibbiato nella Hall. Ovviamente non legge gli articoli, vi sembra?, guarda semplicemente le foto delle ragazze.

Okay, constatato che non sopporta più suo fratello e che in quel giornale non ci sono tante belle ragazze, prende un cuscino e, come se fosse la cosa più logica del mondo, lo lancia al gemello. Quello ha solo il tempo di voltarsi che se lo ritrova in pieno viso. Non fa in tempo neanche a finire la canzone. Sgrana gli occhioni nocciola bordati di nero e raccoglie immediatamente il cuscino per tirarlo nuovamente al proprietario.

Georg e Gustav scoppiano a ridere. Sebbene conoscano i gemelli Kaulitz da quasi una vita, non si sono mai abituati ai loro bisticci quotidiani.

 

<< Mi hai tirato un cuscino! >> Biascica Bill, sedendosi accanto al fratello sul divanetto.

 

<< Lo so. Mi disturbavi. >> Si giustifica questo, prendendo in mano un’altra rivista, data la scarsa quantità di belle ragazze in quella precedente. Sfoglia, sfoglia fino ad arrivare più o meno a metà, dove c’è una foto enorme di quattro ragazze, tutte sorridenti.

 

<< Ehi, guardate qui. >> Esclama, con gli occhi illuminati. Bill si sporge per vedere meglio la foto, mentre gli altri due componenti si avvicinano incuriositi.

 

<< Sono le White Rose’s. Le ho sentite nominare, sono abbastanza famose. >> Fa il moro, inarcando un sopracciglio. Effettivamente sì, le ha sentite nominare, e ha anche ascoltato un paio di loro canzoni. Deve concederglielo, non sono niente male.

 

<< Come si chiamano? >> Fa Georg, sporgendosi ancora di più sulla spalla del rasta per vedere meglio.

 

<< Allora… Max, Stefania, Andrea e Francesca. >> Tom si trova a specchiarsi nei profondi occhi blu di Andrea, che in quella foto porta un paio di pantaloni al ginocchio con degli anfibi militari e una canottiera nera a righe azzurre, completato da mezzi guanti uno azzurro e l’altro nero. È talmente affascinato da quel viso così imbronciato e provocante che prova immediatamente una specie di legame con lei. Proprio in quel momento, Bill gli prende il giornale dalle mani e comincia a leggere l’articolo. L’intestazione infatti cita proprio loro, i Tokio Hotel. “Dall’Italia con furore, le White Rose’s sono le rivali numero uno dei Tokio Hotel. La sfida all’ultima nota è aperta.” Grida il titolo a grandi lettere rosse. Il ragazzo sposta lo sguardo nocciola in basso, dove c’è il resto dell’articolo.

Lui parla italiano, gli è sempre piaciuto e la trova una lingua interessante dal punto di vista letterario e grammaticale. Forse, è meglio dire che ama le lingue in generale e che l’italiano lo ha sempre molto incuriosito.

- Le White Rose’s nascono in provincia di Torino come semplici ragazze innamorate della musica. In questo ultimissimo periodo hanno spopolato in tutta Europa, facendosi amare da tedeschi, francesi, olandesi, inglesi e soprattutto italiani. Sono le rivali numero uno dei Tokio Hotel, gruppo tedesco che ha conquistato con una sola canzone tutta l’Europa. E pensare che loro non speravano tanto.

“Allora, Max è un nome da maschio, sbaglio?” “No, affatto…  ma me ne sono innamorata quando avevo 6 anni. Da allora ho costretto tutti a chiamarmi Max. Alcuni non sanno neanche come mi chiamo veramente.” “E come ti chiami veramente, se è lecito saperlo?” “Monica. Non che non mi piaccia il mio vero nome, ovvio, ma preferisco Max.” “Bene… i Tokio Hotel devono avere paura di questo ciclone in bianco?” Risponde Andrea, la batterista. “Oh certo che devono avere paura. Noi non ci fermeremo davanti a nulla, neanche a quei quattro tedeschi.” “Wow che grinta! Max, tu che canti, le canzoni le scrivi sempre tu?” “Oh no… io ho scritto solo She isn’t alone, le altre le abbiamo scritte tutte insieme.” “Un lavoro di squadra allora.” “Sì. Siamo amiche da sempre, e da sempre suoniamo insieme.” “Molto bene. Ora passiamo al vostro fisico. Ragazze, siete bellissime!” “Grazie. È tutto merito di Ste, che diciamo è la più femminile del gruppo.” “Avete dei piercing?” “Sì… Fra sulla lingua, io all’ombelico e al naso, Ste tutto un orecchio mentre Andre al labbro superiore sulla destra e a quello inferiore sulla sinistra.” “Wow… ne avete tantissimi! Per esempio, fate sport?” “Certo! Fra e Ste fanno karaté… io e Andre facciamo boxe da… più o meno 7 anni.” “Allora è meglio non farvi arrabbiare…” “Oh sì. Hai ragionissima.” “Benissimo, abbiamo finito.”-

 

<< Ehi!!!! Bill! Sveglia! >> Tom, preoccupato, sventola una mano davanti al viso del gemello, troppo impegnato a leggere e a comprendere l’articolo sulle ragazze.

 

<< Oh che palle! Stavo leggendo, no? Miseria, fanno boxe e karaté. Meglio non farle arrabbiare. >> Fischia, poi chiude la rivista e la posa sul tavolino davanti a lui. Il gemello la riprende immediatamente, dato che non ha finito di fare la radiografia alle ragazze. Max, con gli occhi verde acqua sprizzanti di energia e i capelli neri lisci, nella foto porta una gonna di jeans a metà coscia, calze a rete fino al ginocchio, converse fuxia e una felpa nera con i teschi fuxia.

 

<< E questa? >> Il rasta indica Stefania, che sfoggia i suoi grandi occhi verde smeraldo contornati di nero, i capelli biondo cenere con delle ciocche fuxia e platino legati in due trecce, un cerchietto nero, la frangia sfilacciata, un vestitino grigio, scarpette con il tacco nere e una cintura nera. Bill si ferma ad osservare Francesca, che porta dei jeans a sigaretta, gli stivali a punta, un cappellino bianco a ricoprire i dolci boccoli rossi, che le cadono fino a metà schiena, e infine una canotta azzurra con un angioletto sul davanti. Fa la lingua all’obbiettivo della macchina da foto, mettendo in bella mostra il piercing alla lingua, mentre i suoi occhi azzurri esprimono tutta la sua felicità.

 

<< Sono dei bei tipini, no? >> Asserisce ad un certo punto Gustav, prendendo la rivista dalle mani del chitarrista, che subito comincia a brontolare.

 

 << Che succede qui dentro? >> David Jost, il manager del gruppo, entra nella camera dei ragazzi, proprio mentre Bill sta per rispondere negativamente all’amico.

 

<< Niente, stavamo sfogliando una rivista e abbiamo visto queste ragazze… White Rose’s >> Spiega Tom, continuando a sfogliare la rivista. Si stupisce sempre di più mentre va avanti nelle pagine, visto che è pieno di foto delle ragazze.

 

<< Sì, sono abbastanza famose. Ogni tanto le sento nominare. >> Completa il gemello, dato che il chitarrista è troppo impegnato in affari ben più importanti.

 

<< Ah! Molto bene, questo semplifica le cose. >> Esclama David, stringendo in mano una cartellina con dentro dei documenti e alcune riviste tedesche, quali Bravo e Popcorn.

 

<< Quali cose? >> Fanno i Tokio Hotel in contemporanea.

 

<< Beh, sapete che su di Bill e Tom si vocifera l’incesto… - i due in questione sbuffano scocciati. – Ecco, a quanto pare anche sulle gemelle Mastello. Io e questo Giulio Bordetto abbiamo deciso di accoppiarvi per sfatare queste voci. >> Snocciola con calma. Georg e Gustav scoppiano a ridere, non credendo a quell’assurdità colossale. Bill fa cadere il bicchiere, che ha appena impugnato, a terra, spalancando la bocca e strabuzzando gli occhi nocciola. Tom, sbatte la rivista sul tavolino e si stravacca sul divano, incrociando ostinatamente le braccia al petto.

 

<< Io non mi muovo da qui. >> Annuncia il rasta, divaricando le gambe e appoggiando i piedi al tavolino di legno davanti a lui.

 

<< Ma… ma… non dovevi parlarne con noi prima? Perché adesso, così?? >> Balbetta Bill, alzandosi in piedi e cominciando a misurare il perimetro della stanza con falcate nervose.

 

<< Vi incontrerete nella Hall del loro albergo nel primo pomeriggio. Mi raccomando, vi voglio presi. >> Il manager appoggia la cartellina sul tavolino davanti a lui e se ne va dalla camera, lasciando i quattro ragazzi alle prese con i propri pensieri.

 

<< Certo, presi per il cu- ahia! >> Una gomitata da parte del gemello, costringe Tom a bloccare la frase prima di finirla.

 

<< Non può costringerci a metterci con delle ragazze che non conosciamo, fratellone. Ehi, Tom! Di’ qualcosa! Non dirmi che ti piace questa situazione! >> Il moro si ferma perfettamente di fronte al gemello. Abbassa lo sguardo sul suo volto e questo scoppia a ridere.

 

<< No che non sono d’accordo. Ma possiamo sempre approfittarne, no? Quando mai ci regalano quattro ragazze su un piatto d’argento? >> Gli risponde il rasta, smettendo un attimo di ridere.

 

<< Ah, abbiamo pure delle guide per vistare la città, dico per i ristoranti e le discoteche… >> Esclama ad un certo punto Gustav, sorridendo all’idea dell’accoppiamento birra-ragazze.

 

<< Stare con Tom ti danneggia, Gustav. Meglio che lo eviti per un po’. >> Annuncia il moro, dopo aver tastato la fronte dell’amico e constatato che anche lui, dopo Georg, si è ammalato di Tommite acuta. Tom fa la linguaccia al gemello, per poi scoppiare a ridere trascinato dall’ilarità degli amici.

 

*-*

 

Andrea è arrabbiatissima. Dopo aver pianto da Max si è leggermente calmata, ma il suo cervello sta ancora, sempre e comunque, progettando la morte del suo amato capo. Si è sempre saputo che lei non lo sopporta, fin dall’inizio. Non capisce perché ancora lo tengano con loro, dato il fatto che non fa un accidente tutto il giorno se non rilasciare interviste, che poi puntualmente o lei o Max smentiscono, e organizzare tour. Sì, probabilmente è solo per i tour che non lo licenziano. Ma sinceramente non le importa. Lei comunque, tempo e voglia permettendo, quello lo farà fuori. Oh, se lo farà fuori. Deve solo trovare il modo di fargli passare atroci sofferenze. È risaputo che lei non ha il cuore debole, come Stefania. No, lei è perfida se vuole. Prende un profondo respiro per calmarsi. Nelle orecchie, la musica del suo gruppo. Vola, è di certo la canzone sua preferita di tutto l’album. Perché lei vorrebbe volare, lo ha sempre desiderato. Scappare, saltare in aria e guardare tutto dall’alto, come se nulla la toccasse veramente. La sua vita, i suoi problemi, tutto sarebbe minuscolo.

Una goccia le cade sulla spalla coperta dalla felpa nera. Per uscire si è vestita da maschio. Un corpetto la appiattisce sul petto e i capelli rossi sono tirati su da un cappellino nero. Lei è nata in quel paesino, ci manca solo che la riconoscano e l’assediano come fanno sempre ai concerti o davanti agli Hotel dove pernottano. Sorride, al pensiero che qualche mese prima era una tranquilla ragazzina di 17 anni che ogni mattina andava a piedi al liceo. Non se lo sarebbe mai aspettata, di venire catapultata nel mondo che ha sempre sognato, fatto di luci e di ombre molto più grandi. Non si ferma. Il cielo è gravido di pioggia e sta partorendo, dato che sta cominciando a piovere molto forte. Ma questo non è un problema per la batterista che cammina a testa bassa per le strade. Lei adora la pioggia. Ma si sta bagnando tutta e non è salutare. Di malavoglia, mentre intona a bassa voce le parole di Vola, va a ripararsi sotto un telone di un ristorante. Guarda attentamente la pioggia cadere, quando sente delle voci dietro di lei. Immediatamente si strizza i capelli e si rimette il cappellino, assumendo la postura di ragazzo.

 

<< Perché ci siamo fermati qui? >> Chiede uno, con tono scocciato. Andrea gli lancia uno sguardo fugace. Ha i capelli biondi a spazzola che escono dal cappellino nero e una corporatura normale.

 

<< Perché dobbiamo mangiare, ed è il ristorante più vicino all’Hotel. >> Risponde un altro, più alto e molto più magro, con i rasta biondi.

 

<< Ha ragione Tom. E non fare quella faccia, dai! Prendiamo una birra. >> Un terzo ragazzo, poco più basso del secondo, che probabilmente si chiama Tom, batte sulla spalla del primo, come per tranquillizzarlo. Quello sbuffa, ma si siede comunque.

 

<< Secondo voi come saranno queste… White Rose’s? >> Chiede un quarto, con i capelli neri lisci, tenuti sotto ad un cappellino. Andrea si sente cadere le ginocchia. Sono loro i Tokio Hotel? Sono loro il gruppo che dovrà convivere con lei e le sue amiche? Probabilmente sì.

 

<< Non lo so… sono tutte molto belle… io però preferisco quella con gli anfibi. Le pel di carota mi sono sempre piaciute. >> Il rasta si lecca il labbro inferiore, facendo capire a tutti quello che intende. Il ragazzo con i capelli neri accanto a lui gli rifila una gomitata nello stomaco.

Andrea è esterrefatta. Perché non sono arrabbiati come lei? Perché non stanno progettando insieme un piano per uccidere il loro manager? Per il momento l’insulto “Pel di carota” non l’ha toccata molto.

 

<< Ma smettila. Piuttosto di’ che è la più piccola… nella foto vicino alla gemella sarà alta 1 e 65… >> Fa il terzo ragazzo, facendo scoppiare a ridere tutti. Eh no… adesso basta però… okay, questa non è stata una mossa opportuna. Non la conoscono ancora, perché altrimenti saprebbero che adesso, Andrea Mastello sarebbe tranquillamente capace di crepare la corteccia di un albero a forza di pugni.

 

<< Ed è la batterista, chissà quanto è brava con le mani… >> Schiamazza sognante il rasta, incrociando le dita delle mani. La rossa non ce la fa più. Neanche La fine del mondo la tranquillizza. Lì si è divertita a suonarla nel live. Ma adesso non sente niente, se non il rossore di rabbia che le sale alle guance. Si avvicina ai ragazzi, batte sulla spalla del ragazzo con i rasta e si fa fare una radiografia completa.

 

<< Posso parlarti un attimo in privato? >> Chiede con la voce da ragazzo. Lei è sempre stata così. Quando non vuole farsi riconoscere, comincia a parlare con la voce bassa e si mette il corpetto per appiattire le curve. In quel momento, la sua copertura può andarsene allegramente a benedire, insieme alla sua lucidità. Il ragazzo la guarda curioso. Poi si alza e la segue, in una piccola saletta del ristorante. Andrea sta con la testa bassa, sorridendo all’idea della sua dolce vendetta. Si trova in mezzo alla saletta, solo allora si ferma e si toglie il cappellino, lasciando che i suoi spaghetti rossi le scivolino sulle spalle. Il ragazzo dietro di lei è sorpreso. Non pensava fosse una ragazza, soprattutto perché è piatta come una tavoletta di legno.

 

<< Senti, io avrei da fare. Se magari ti sbrighi… >> Sbotta, innervosendosi. Quella situazione non gli piace. Finalmente Andrea si gira verso di lui e lo fissa negli occhi. Per la seconda volta in quella giornata, Tom Kaulitz si scontra con due bellissimi occhi blu oceano. Sbatte le palpebre, stralunato, poi le sorride affabilmente.

 

<< Non ti preoccupare. Faremo in fretta, tesoro. >> Ghigna, si avvicina e si ferma davanti a lui, a pochi centimetri dal suo petto. Questo sorride e si abbassa, una ventina di centimetri li separa, ma lei non è della stessa idea. Sorride beffarda e assesta un cazzotto in pancia al ragazzo, che geme dolorante. La guarda di nuovo negli occhi e legge una furia nuova.

 

<< Questo era per il pel di carota. Questo per la nana. – una gomitata al petto. – e questo, per quello che alludevi quando hai detto che sono brava con le mani. >> Per ultimo, alza il pugno e lo colpisce in pieno sullo zigomo. Soddisfatta, la rossa si rimette il cappello, mentre il ragazzo di accascia davanti a lei dolorante. Torna trionfante dove ci sono gli altri e sorride amabile.

 

<< Il vostro amico è nella saletta qui dietro. L’ho… diciamo sistemato. Ci vediamo presto. >> Batte con una mano sulla spalla del moro e poi se ne va, canticchiando The rain. Trotterella, semplicemente contentissima. Si è fatta valere. Si è difesa, anche se per un nano secondo avrebbe lasciato correre. Non sopporta che la insultino, magari alludendo maliziosamente. Quello proprio no. Una volta era successo che aveva litigato con il proprietario del locale, perché questo le aveva offerto di suonare lì dentro. Certo, forse avrebbe accettato, se magari glielo avessero proposto comprendendo anche vestiti. Infatti le avevano gentilmente chiesto di suonare nuda, davanti ad un pubblico di uomini over 50. Inutile dire che si era rifiutata categoricamente, ma l’altro non aveva demorso e l’aveva presa per i capelli. Ricorda ancora quello che era successo dopo. E persino le parole che lui le aveva detto. “Io ottengo sempre quello che voglio ragazzina. Per questo tu accetterai la mia proposta dandomi, in più e gratis, un assaggio.” Lei gli aveva riso in faccia, rivoltando la situazione. “E tu ricorda una cosa, vecchio. Io non mi faccio dare ordini da nessuno, chiaro?” E poi lo aveva malmenato e lasciato quasi del tutto moribondo sul ciglio del suo locale. Si mette a correre, scoppiando a ridere. Mandando semplicemente la copertura a farsi benedire, si toglie il cappellino e si mette in posizione eretta. Corre, corre fino al parchetto, senza paura di farsi scoprire e si siede ad una panchina per riprendere fiato. Comincia a cantare a voce piuttosto alta She isn’t alone, dato che in quella canzone lei e Max cantano insieme il ritornello. Comincia a picchiettare con le dita sul ginocchio, mentre la pioggia continua a bagnarla. Si strizza i capelli, anche se sa che si bagnerà tutta. Però lei non ha il fisico debole. Sorride, mentre intona perfettamente la canzone, che intanto continua imperterrita. Now I’m succeeded to wash the rain She will return to fall driven in and silent, Like always, for ever. Nel pre-ritornello, sente una nota steccata dell’amica, ma è solo una flebile vibrazione della sua voce bassa. Si annota mentalmente di farlo notare a Max, anche se sa che la cazzierà per non averglielo detto prima e comincerà a sbraitare contro il sistema giudiziario troppo lento e contro i maschilisti. Nessuno sa veramente il perché di tutto questo sbraitare contro i maschilisti e il sistema giudiziario, però è così e nessuno può mai farci nulla, perché diventa intrattabile e irritante.

Non sente che qualcuno le picchietta la spalla delicatamente. Si gira quasi per sbaglio, e incontra i due occhi nocciola che l’hanno fatta tentennare. Ma non sono veramente quegli occhi, sono semplicemente identici, senza quella scintilla di malizia e di accecante testardaggine.

 

<< Scusa, sei tu che hai picchiato mio fratello? >> Chiede il ragazzo, sedendosi accanto a lei, guadagnandosi inoltre uno sguardo confuso. Andrea annuisce, mentre negli occhi dell’altro si illumina una scintilla.

 

<< Oh, molto bene. Volevo dirti… beh, forse non lo sai chi siamo io e gli altri tre. – Andrea spegne il lettore Mp3 e lo ripone diligentemente in tasca. Annuisce e lo incita a continuare, con una smorfia che vuole sembrare un sorriso. – Beh, ecco, io so chi sei tu. Sei Andrea Mastello, no? >> Le sorride, illuminandosi. Nota per me stessa: dire a Francy che il porcospino non è poi tanto male. Anche lei prova a sorridere.

 

<< Sì, sono io. Come… come fai a saperlo? >> Chiede con la voce incrinata. Quel ragazzo è riuscito nell’impresa impossibile di farla balbettare. Fin da quando è nata, nessuno, e dico veramente nessuno, è mai riuscito a farla balbettare. Neanche i suoi professori delle superiori. Come ho detto prima, Andrea in confronto alle altre ragazze è un ice-berg, però non è quella specie di… di calore che provi quando ti piace una persona. Ma quando hai l’impressione di poterti fidare ciecamente di lei, senza che obbligatoriamente tu sia ricambiata.

 

<< Casualmente io e i ragazzi abbiamo visto un articolo su giornale e l’abbiamo letto. Noi siamo i Tokio Hotel e io sono Bill Kaulitz. >>

 

<< Sì, lo so chi siete, ma vorrei farvi una domanda. Ma voi non lo volete uccidere il vostro manager? – Bill inarca un sopracciglio, confuso. Allora la rossa cerca di spiegarsi meglio. – Nel senso… non vi da fastidio che abbia deciso con chi mettervi senza dirvi nulla? >> Lo guarda negli occhi nocciola, come se volesse leggervi dentro il rancore, la rabbia, l’odio che lei stessa è consapevole di avere negli occhi. Ma non ci trova nulla di questo. Solo due grandi occhi castani fissi nei suoi che sembrano sinceri e del tutto inespressivi.

 

<< Non più di tanto. Perché, a te sì? >> Colpevole, Andrea abbassa lo sguardo sulle mani, che apre sulle ginocchia. Non ha messo i suoi soliti 10.000 braccialetti e polsini perché… a dire il vero non lo sa bene il perché. Sa solo che è uscita dall’Hotel ed è andata nel corso principale vestita da ragazzo. Sorride amaramente e annuisce piano. Gira le mani, per guardare in che stato sono le sue nocche, e per poco non vomita. È tutta una poltiglia rossa, e solo adesso ha cominciato ad accusare il dolore fisico.

 

<< Oddio, ma che diamine hai fatto lì? >> Bill sgrana gli occhi e le prende le mani tra le sue. Le osserva, senza degnare di uno sguardo Andrea, che di per sé non può che ringraziarlo, dato che è diventata tutta rossa, pari ai suoi capelli di fuoco. A salvarla da quella imbarazzante situazione, il suo cellulare. Parte Vola come suoneria e lei si affretta a prenderlo dalla tasca dei jeans, anche se si lascia sfuggire un gemito quando la carne tocca il tessuto dei pantaloni.

 

<< Pronto? >> Chiede con voce sofferente.

 

<< Andrea! Dove diavolo sei?? Lo so che non vuoi e che sei arrabbiatissima, cosa credi? Max mi ha raccontato dell’albero stupida!, ma dobbiamo incontrare quelli lì e devi essere qui. Ti prego, non sparire di nuovo, okay? Ci vediamo tra poco nella Hall. Ti voglio bene sorellona. Ciao! >> Senza che Andrea potesse rispondere, ecco che la sua adorata gemellina ha chiuso la chiamata sbraitando che è una pazza furiosa a sparire così senza dire nulla a nessuno.

 

<< Devo andare. Ci vediamo oggi, cioè, ehm… tra poco. Ah, di’ a tuo fratello, che se prova di nuovo a insultarmi quello è solo un assaggino. >> Sorride, cosa alquanto rara, e se ne va trotterellando. Dopo qualche passo, si volta per lanciare uno sguardo fugace al cantante del suo gruppo, al momento, più detestato e gli sorride complice. Quest’ultimo le strizza l’occhio e se ne va nella direzione dalla quale è venuto.

 

<< Andrea dove sei stata??? Ci siamo preoccupate tutte! >> Francesca si butta al collo della sorella, e solo allora la vede che sorride. La guarda confusa negli occhi, ma lei rivolge lo sguardo luminoso alle altre e a Niky e Luca.

 

<< Tutto bene. Ho fatto, uhm, diciamo conoscenza. Grazie, ma non dovevate preoccuparvi. >> Sorride e si dirige nella sua camera.

 

*-*

 

<< Come diavolo si permette quella lì di picchiarmi… >> Si sta brontolando Tom, massaggiandosi lo zigomo colpito con fare teatrale, mentre gli altri due se la ridono come pazzi.

 

<< Ha fatto solo bene. - Soggiunge Bill, sedendosi accanto al gemello, che lo guarda stralunato. L’altro alza le spalle. – Sì, tu mica dovevi dirle quelle cose… >> Spiega, dato che il fratello da solo non ci arriva. Quello sbuffa e si rintana in un ostinato silenzio. La cosa che gli brucia di più, non è il fatto di essere stato malmenato da una donna, cosa che lo ferisce profondamente nell’orgoglio, ma che quella ragazza bellissima gli ha detto di no. E l’ha pure sottolineato, non prendendolo solo a schiaffi, come la maggior parte delle ragazze che poi puntualmente finiscono nel suo letto, ma proprio picchiandolo con pugni che non fanno di certo bene. Oltre al fatto di essere profondamente ferito nell’orgoglio, non si riesce a capacitare del fatto che lei l’ha rifiutato apertamente. E lui non è abituato ai no. Di nessun tipo, tanto meno di una donna, inoltre bellissima. Eh no, Tom Kaulitz non si fa sconfiggere così facilmente. Ghigna, al pensiero che tanto prima o poi quella ragazza finirà tra le sue braccia, come tutte quelle prima di lei.

 

<< Stai bene fratellone? >> Gli chiede Bill, sventolandogli una mano davanti al naso, giusto per vedere che non fosse andato in trans.

 

<< Sì, sto benone. Dolce vendetta, va servita calda… >> Sorride e i suoi occhi nocciola si illuminano di una voglia di vendetta spaventosa. Il gemello alza le spalle, pregustandosi già la scena. Quando Tom litiga con qualcuno, è un evento divertentissimo degno dei più grandi eventi comici. Incrocia lo sguardo dei suoi amici, che evidentemente stanno pensando le stesse identiche cose.

 

In quel preciso istante, ben otto teste, tre bionde, due more, due rosse e una castana, pensano la stessa cosa. Sarà una cosa interessante.

 

Continua…

 

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
Allora, come vi sembra? Personalmente non credo sia il massimo comunque… a voi la scelta. Prendere o lasciare? Ossia, tradotto in lingua italiana: La continuo o no?

Ricordate, mi baserò sulle recensioni, quindi fatevi avanti gente! Ora, ringrazio chi ha recensito Confession of a Broken Heart che è piaciuta anche se tragica.

Lindiuz93: Wiii, grazie 1000! Molto, molto gentile ^^

Consuelo: Beh, grazie lo stesso.

Cecia94: Già, è veramente una canzone bellissima! Infatti la stavo ascoltando quando l’ho scritta… beh, grazie comunque allora. ^^ che ne pensi di questo inizio? Sincera eh’! Baci8

Vanessa: Amo mio! Grazie veramente tanteeeee! È importante per me che tu l’abbia letta, grazie, grazie! Ti amo di bene, ci vediamo!

  
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