Prologo

La chiamavano “cuore di menta”.

Non perché fosse antipatica, o fredda. Anzi, il contrario. Erano stati il suo viso sempre fresco, il suo sorriso genuino e la dolcezza del suo sguardo chiaro a farle ricevere quel soprannome. Non era una bellezza particolare, di quelle che fanno girare la testa quando passano per strada o che puoi vedere sulle copertine dei magazine di alta moda. Ma se avevi la fortuna di incontrarla, con quei capelli sempre ordinati ed i vestiti sobri, ti rimaneva nella mente. Lo sguardo sempre perso avanti a se, che sembrava inseguire un mondo tutto suo, quello sguardo che quando si posava su qualcosa esprimeva nient’altro che dolcezza, ed una incredibile malinconia. Harry l’aveva capito da tempo, ormai. Quello che Annie nascondeva era più grande di qualsiasi cosa. Perché dietro un sorriso gentile, uno sguardo comprensivo, una parola di conforto, Annie aveva il cuore di una combattente. Però questo, Harry, ancora non l’aveva scoperto.

Harry arrivò in panetteria tardi, come mai gli era capitato prima di quel momento.
Entrò nella calda atmosfera del luogo sfilandosi il cappotto ed appendendolo all’appendiabiti dietro la cassa, prima di notarla. Era seduta sulla panchina lì di fronte,  un libro in grembo, avvolta in un cappotto rosso impermeabile. I capelli le ricadevano sul viso dandole un’aria innocente, e come sempre sembrava che si fosse estraniata, esclusa da tutto, che non facesse parte del loro mondo. Harry avrebbe voluto raggiungerla ma fu costretto a restare lì, dietro un bancone di un panificio,  sbagliando le richieste delle persone. Avrebbe voluto  riuscire a fare a meno di guardarla, o almeno di farlo senza cadere quasi in trance. Quella che lui chiamava perfezione, per tante altre persone era solo stranezza. Eppure, qualcosa in lei lo richiamava a se. E lei, non sapeva neanche della sua esistenza.

Annie se ne stava seduta sulla panchina, ben protetta dal suo impermeabile rosso. La gente la guardava e si chiedeva chi fosse quella strana ragazza, anonima quasi, ma così pazza da starsene a leggere esposta al freddo di quei giorni di dicembre, su una panchina bianca di neve. Ma lei non era lì per leggere. Nessuno sapeva che il suo cuore, che era sempre aperto agli altri, era stato colpito. Non sapeva dire se era una buona sensazione, se le piacesse o no. Sapeva che quando il ragazzo dagli occhi verdi la guardava, aveva l’impressione che quel cuore volesse scappare da lei e raggiungerlo. Ed Annie, sin dalla prima volta che lo vide, fu sicura: il suo cuore ora  gli apparteneva. Teneva lo sguardo basso sul suo libro, alzandolo solo per sbirciare di tanto in tanto all’interno di quel panificio. Studiava i suoi movimenti, le sue espressioni. Anche se tanta distanza li separava, riusciva a vedere le fossette che gli si formavano sul viso quando sorrideva. Poi, di scatto, il ragazzo la guardò. Il verde si gettò nel blu e viceversa, ed Annie allora lo seppe con precisione: nonostante la distanza, non erano mai stati più vicini.
 
 
 
 
Era ormai sera tardi quando Harry uscì, salutando il suo datore di lavoro ed Alice, la ragazza che stava sempre alla cassa. Come ogni volta lei sorrise un po’ troppo smagliante, si protese verso di lui per un abbraccio cancellando le barriere, usando una confidenza che Harry non credeva di averle mai dato. Gli dispiaceva per Alice. In un’altra situazione, sarebbe stata la ragazza perfetta: un libro aperto, per nulla misteriosa, sempre allegra e bella, molto bella. Ma mentre Harry la guardava, mentre si lasciava stringere nel suo abbraccio, pensò a come si sarebbe sentito se al posto di quelle braccia abbronzate anche d’inverno ce ne fossero state due esili, pallide. Si chiese cosa avrebbe provato se i capelli che gli sfioravano il viso fossero stati non scuri e ricci, ma lunghi e lisci, di un biondo quasi cenere.
Dopo che ebbe salutato, infilò il cappotto pesante ed uscì nel freddo di dicembre, alzandosi il colletto. Annie era ancora lì, seduta a leggere chissà cosa, le labbra viola per il freddo. Perché lo faceva? Starsene così, a congelare.
Ed in un attimo, trovò mille ragioni buone per farlo. Si avvicinò per poi sedersi anche lui là, e spazzare via la neve con la punta della scarpa.
La ragazza arrossì impercettibilmente e non era per il freddo ma Harry, questo, ancora non lo sapeva.