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Autore: Leopoldo    07/03/2013    2 recensioni
Un ragazzo adolescente. Una donna in carriera con moglie e due figlie. Una stanza.
Può una timida richiesta di appuntamento con una delle figlie degenerare in un vero interrogatorio?
Sì, certamente. Basta che la donna in carriera sia Santana Lopez.
FuturFic, Brittana Family, accenni di Klaine Family.
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Nuovo personaggio, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una Pessima Idea

 

Alanis lo ha avvertito. Non una, non due, non dieci, non cento, bensì miliardi di volte.

“Se andrai a parlare con le mie mamme di questo sarà un inferno. Non si farà alcuno scrupolo anche se sei tu” gli ha ripeto per giorni, più volte al giorno.

Niente, lui è rimasto –per la gioia della ragazza– comunque irremovibile sulla sua decisione.

Ha insistito, si è fatto preparare psicologicamente, l’ha obbligata a prospettargli ogni possibile scenario e a porgli ogni domanda che gli sarebbe potuta arrivare.

 

Solo ora che ci è in mezzo, però, si sta rendendo conto di quanto sia stato tutto inutile.

 

Perché quello che sta vivendo va decisamente oltre ogni umana concezione.

È un interrogatorio in piena regola, altroché, con la madre bionda di Alanis, Brittany, nei panni dell’agente buono, e la madre mora, Santana, nei panni dell’agente cattivo.

 

A conti fatti sarebbe più corretto dire che Santana sta giocando con la sua mente. Manca solo la corda a legargli i polsi e la gocciolina d’acqua che corrode la fronte poi si troverebbe esattamente come in una tortura cinese.

Ancor prima che potesse aprire bocca, la latina l’ha preso per un braccio, fatto sedere al centro del soggiorno e ha iniziato a fissarlo. Per una decina di minuti lo ha guardato e basta, con i suoi occhi neri come gli abissi al tempo stesso rabbiosi e terrorizzanti, senza dire una dannata parola e camminando avanti e indietro per la stanza.

Ancora dieci minuti di questo e finirà sicuramente con l’impazzire, nessun dubbio a riguardo.

 

“Santana, dai. Lo sapevamo entrambe che questo giorno sarebbe arr-”

 

La latina allarga il braccio destro per intimarle il silenzio e Brittany scuote il capo in segno di resa. È da quando Alanis ha compiuto 8 anni che la moglie si prepara a questo giorno. Ogni sua mossa e parola è il frutto di anni e anni di preparazione segreta, auto perfezionamento e recite davanti allo specchio. Sì, è una cosa folle. Ma è così da Santana

Non può farci niente, purtroppo. Scrolla le spalle e si mette a guardare le bellissime unghie che la loro altra figlia, Paula, le ha smaltato a mo’ di arcobaleno la mattina. Sono carinissime.

 

“Dunque, dunque, dunque”

 

Santana fa tornare l’attenzione dell’uomo morto che cammina su di sé, prendendo una sedia,  piazzandogliela proprio davanti e sedendosi poi con un sorriso sadico di cui nemmeno il miglior Joker sarebbe capace.

“Come ti chiami?”

 

La bocca del ragazzo si apre a formare una graziosa ‘O’ di stupore. Questa domanda non ha alcun senso!

“M-ma … zia Tana sei la mia madrina e ci conosciamo da-”

 

Santana gli mette una mano sulla bocca per interromperlo, scioccata e scocciata al tempo stesso.

“Non puoi rovinarmi la scaletta di domande” sibila con solo una punta di isteria. “Sei pregato di rispondere senza fare commenti” gli intima con un gesto della testa.

 

“O-owen” balbetta, tentando di smorzare la tensione allungando timidamente una mano che, dopo essere stata fulminato da uno sguardo inceneritore, ritrae e nasconde dietro la schiena. Ha sempre adorato la sua zia latina ma, in questo momento, le fa una paura del diavolo. Più di tutte le altre volte in cui l’ha vista sbroccare messe insieme, ecco, e non sono poche.

 

“Owen, uh? Sai perché ti ho fissato per qualche minuto?”

Scuote la testa, terrorizzato.

Sembra un pulcino di fronte ad una pantera che non mangia da una settimana ed è pronta a divorarlo in un sol boccone. Lui, un ragazzone grande e grosso che pratica anche sport non proprio delicati come football e pugilato, messo all’angolo da una donna che gli arriva sì e no allo sterno e pesa come lui a undici anni.

“Stavo cercando di capire se fossi masochista o solo molto stupido”

 

“Santana” la richiama Brittany, passata nel frattempo dalle unghie ad una rivista.

 

“P-perché?” balbetta Owen, grondante di sudore. Sente le gocce fredde di puro terrore scendergli lungo la schiena e non può fare a meno di sentire una serie di brividi ogni volta che lei lo guarda negli occhi.

 

“Perché sono convinta che la mia piccola Alanis ti abbia detto cosa ti saresti dovuto aspettare una volta varcata la soglia della nostra casa” dice, aspettando che lui annuisca per proseguire. “Quindi o sei completamente fuori di testa o ti piace soffrire. Perché fidati, tu soffrirai moltissimo nei prossimi trenta minuti

 

Brittany rotea gli occhi al cielo, continuando a girare distrattamente le pagine della rivista. Il suo unico scopo in questa assurda follia è impedire un’aggressione fisica. E perché l’ha promesso a Kurt e Blaine. In realtà anche Santana avrebbe promesso di non indossare i soliti panni da Snix impazzita, ma evidentemente …

 

“I-io-”

 

“Ce la fai senza balbettare? Mi innervosisci”

 

Owen deglutisce a vuoto un paio di volte, appiattendosi contro lo schienale della sedia. Quella donna lo teneva in braccio quando era piccolo, Santo Cielo! Non può comportarsi così con lui!

“Dicevo che io … uhm … Alanis mi ha detto che l’unico modo per uscire con lei per un vero appuntamento è venire qui a chiedere a voi il permesso, perciò ho detto sì”

 

“E adesso, tornando indietro, lo rifaresti? Commetteresti lo stesso errore due volte?”

 

“Sì” risponde convinto senza bisogno di rifletterci, tornando per un momento l’Owen sicuro e determinato che è di solito. Un momento che passa subito dopo per colpa dello sguardo inceneritore di Santana, ok, però c’è stato.

 

“Ma beeene. Molto bene. Anzi, no. Benissimo. Mi piacciono tanto i tipetti coraggiosi, sai? E’ ancora più divertente vederli scappare in lacrime”

 

“Santana, moderati”

 

“Si, si, come vuoi” torna a fissare il povero Owen, prima di ghignare malefica e riprendere il suo interrogatorio. “Hai detto per uscire con lei per una sera. Di un po’, siete mai usciti non di sera?”

 

“Noi … noi ci vediamo solo a scuola” dice, chiudendo la bocca prima di aggiungere altro di compromettente. Eppure dovrebbe sapere, dopo aver passato anni della sua infanzia a guardare NCIS con lei, che la latina è una detective mica tanto mancata.

 

“Vediamo … solo a scuola? Sai, Owen, io la penso in questo modo. Tu puoi essere sincero con me e tutto sarà rapido. Potremmo anche andare d’accordo, magari in un mondo parallelo” mente, continuando la recita. Ama, come lo chiama lei, la ‘versione umana del nano di montagna Blaine Anderson’ come se fosse figlio suo.

“Oppure, puoi essere falso. Non ti dico nemmeno cosa succederà se mi accorgo che mi stai raccontando frottole. Fidati di me, meglio non saperlo”

 

Il ragazzo valuta attentamente il tutto per un lunghissimo secondo prima di sputare un “Scelgo la prima!” così rapido che le parole gli escono come un unico lunghissimo lamento sofferente.  

 

“Ottima scelta” asserisce la donna, aprendo il palmo della mano per invitarlo a spiegarsi.

 

“Siamo andati in biblioteca, quella al centro di Lima, per fare i compiti assieme diverse volte e … e poi ogni tanto andiamo al parco assieme e qualche volta allo zoo a vedere gli animali. Ah, lei viene a vedere i miei incontri in palestra”

 

Ovviamente, genio, l’accompagno io a vederti, pensa la latina, grattandosi la fronte con un dito.

Alanis è stata partorita da Brittany, quindi non solo hanno molte somiglianze fisiche, ma qualcosina di comune a livello caratteriale lo hanno. La dolcezza e l’amore per gli animali, ad esempio, indi per cui non la sorprende più di tanto il sapere che sono stati in quei posti.

 

“Apprezzo la sincerità” sorride genuinamente, prima di incurvare le labbra in un’espressione di tale malvagità da non poter essere descritta e sputare un rapidissimo “Te la sei già portata a letto?”

 

“Santana! Owen non devi rispondere”

 

La latina si alza di scatto dalla sedia, puntando il dito come le è stato insegnato tanti anni prima dal fratello di Blaine. “Ti sei già portato a letto mia figlia, Owen?!”

 

“Certo che no” si difende il giovane, mettendo le mani avanti per proteggersi, sia metaforicamente che fisicamente parlando.

 

“Ah-ha! Quindi aspetti stasera per togliere l’innocenza alla mia povera indifesa creaturina per poi andarti a vantare con i tuoi amichetti, eh? Io li conosco i tipi come te!”

 

“Non lo farei mai!” ringhia, offeso, alzandosi dalla sedia, prima di beccarsi un’occhiataccia da Santana e tornare al proprio posto, torturandosi le mani. “Io … lei è la ragazza più dolce che conosca e si merita di essere trattata bene e … cioè, ogni momento che passo con lei è bellissimo e sono ricordi preziosi e … io … cioè, me li tengo stretti per me”

 

Aww” cinguetta Brittany, stringendosi le mani sul petto.

 

“Si, beh … ben giocata” ammette Santana trascinando la sedia su cui si era appollaiata prima di scattare in piedi per rimetterla al suo posto, sistemandosi contro il tavolo in modo da tenere sotto controllo Brittany e le sue emozioni da fan girl. È piuttosto sicura che la bionda abbia da qualche parte una maglietta con su scritto team Owen-Alanis. “Comunque non hai risposto alla mia domanda”

 

“No … uhm, signorina” mormora furbescamente, cercando di lusingarla e facendola puntualmente sorridere. È sempre stata suscettibile sull’età e lui ne è pienamente consapevole. Non è per niente uno sprovveduto, ecco, ed è arrivato il momento di dimostrarlo. “Non l’ho portata a letto e non ho la minima intenzione di farlo stasera”

 

“Beh … quantomeno sembri sincero. Cambiamo argomento, per ora. Dove avresti intenzione di portarla nel caso remoto in cui ti conceda una possibilità?”

 

“In un ristorante carino sulla 77esima, molto simile al famoso Breadstix di Lima” tenta, puntando tutto sul suo punto debole. “Mi piacerebbe portarla in posti tipo … migliori, ma le mie possibilità economiche sono ridotte”

 

“I tuoi genitori non ti danno la paghetta?” chiede, curiosa, incrociando le braccia poco sotto il seno.

 

“No … lo sai che devo lavorare se voglio comprarmi ‘più dello stretto necessario’”

 

“Mi ero dimenticato di quanto i tuoi genitori fossero taccagni” mormora massaggiandosi il mento, pensierosa. Kurt a volte esagera con la storia della responsabilità, glielo ha fatto notare qualcosa come miliardi di volte, ottenendo sempre la stessa risposta: ‘Ai tuoi figli pensa tu che ai miei figli ci penso io’. Prima dell’arrivo di Owen non avrebbe mai pensato che Kurt fosse uno di quei genitori rigidi e fissati con la responsabilità, eppure è così. E a giudicare dal modo in cui sta venendo su il ragazzo che ha di fronte in questo momento, tanto male non se la sta cavando.

 

“E’ un ragazzo affidabile, San. Lo sai” sussurra Brittany allungandosi sul tavolo e dandole un colpetto sulla schiena.

 

Certo che lo so” sibila a denti stretti. “Dunque … niente. Così non arrivo da nessuna parte. Cambiamo completamente strategia. Ora io ti farò delle domande a cui esigo risposte semplici e rapide. Una sorta di botta e risposta”

 

“O-ok” mormora, confuso. Appoggia le mani sulle ginocchia, piegandosi in avanti per sentire meglio le domande, come se si trovi in un quiz e ci siano in palio migliaia di dollari.

 

“Niente cose personali, San” le intima Brittany, alzandosi dalla sedia e prendendo posto di fianco alla moglie che la sta guardando supplichevole.

 

“Paperella … se non sono personali che gusto c’è?”

 

“Ricordati le regole” l’ammonisce, prima di rivolgere un sorriso incoraggiante a Owen. Non hanno figli maschi e Santana non è mai riuscita a rimanere incinta nonostante i numerosi tentativi. Quello è il loro terzo figlio, non ci sono storie. È un bravissimo ragazzo, devoto ai suoi genitori e affettuoso con lei e sua moglie. E non tutti sarebbero rimasti su quella sedia così a lungo.

 

“Ok, guastafeste. Tu, sei pronto? Allora via! Gruppo sanguigno”

 

“AB … positivo. Perc-”

 

“Non si sa mai” sorride in maniera diabolica, interrompendolo. “Le domande le faccio io, comunque. Hai la patente?”

 

“S-si” balbetta, confuso. “Mi hai insegnato tu a guid-”

 

“Hai mai guardato un porno?” lo incalza, impedendogli di finire un concetto.

 

“Santana!”

 

“Rispondi” insiste la latina.

 

“Non rispondere” insiste la bionda.

 

“Ricordati il discorsetto sulla sincerità, Owen” gli dice coprendo con le mani il volto di sua moglie, cercando di zittirla.

 

“Ecco … sono un adolescente ehm … sono curioso come tutti. E c’è anche stata una persona che ha contribuito parecchio ad alimentare la mia curiosità” aggiunge scuotendo appena il capo, memore della collezione di Dvd ‘particolari’ che Zia Tana gli ha regalato durante il suo primo di liceo, invitandolo ‘a crescere in fretta e non diventare frigido come suo padre’.

Ad essere sinceri non ha mai capito né a quale dei suoi genitori si riferisse né il perché di tanta insistenza, ma nessuno gli ha mai raccontato di come suo papà Blaine non ci abbia mai capito niente in fatto di relazioni e di come suo padre Kurt su certe cose fosse un puritano. Forse capirebbe molte cose.

 

Santana coglie immediatamente il riferimento e grugnisce mentre Brittany ridacchia a bassa voce.

Male, molto male. Che macchina hai?”

 

“Ho a malapena i soldi per comprare qualcosa e uscire, figurarsi una macchina”

 

“Squadra di basket del cuore”

 

“San Antonio Spurs”

 

Per venti millisecondi la latina sorride. È stata lei a trasmettergli l’amore per gli ‘Speroni’. Poi si ricorda che lo sta interrogando e rimette istantaneamente la maschera da poliziotto cattivissimo. “Qual è la prima cosa che hai notato in mia figlia?”

 

“Gli occhi e il sorriso” mormora il ragazzo con aria imbambolata, facendo sospirare Brittany e grugnire, di nuovo, Santana.

 

“Bugia” sibila, sforzandosi di simulare un sincera incazzatura. Normalmente si arrabbierebbe seriamente, ma ci sono troppe cose che la portano alla certezza che stia dicendo la verità. “Vuoi farmi credere che tu in una cheerleader come mia figlia guardi il viso e non il sedere, i pettorali …” virgoletta la parola con ampi gesti delle dita “… e le gambe?”

 

“Gli occhi azzurri di Alanis sono troppi meravigliosi per non essere notati subito. E poi, quando li guardo, mi perdo e non capisco più niente”

 

Mentre Brittany si scioglie come burro nel microonde, la furia di Lima Heights scruta con attenzione il giovane che guarda in alto, alla sua destra, come se sia intendo a sognare gli occhi della sua Alanis. E sorride.

Perché le ricorda un po’ se stessa quando, parlando con Quinn ai tempi del liceo, le raccontava dei momenti magici passati con la futura moglie, passeggiando mano nella mano o lanciando pezzettini di pane alle papere. E capisce quanto effettivamente Owen tenga alla maggiore delle sue figlie, proprio come sospettava.

 

“Ok, buona risposta. Ora-”

 

“Toc toc”

 

La chioma bionda che è spuntata oltre la porta della cucina preannuncia l’arrivo di Alanis Lopez-Pierce in tutto il suo adolescenziale splendore.

 

“Ti avevo detto che ti avrei chiamata una volta terminato” le fa notare Santana con una smorfia.

 

Brittany, più attenta di lei, le dà una leggera gomitata nelle costole, sottolineando il sorriso impacciato di Owen rivolto alla loro bambina e quello grande e luminoso sul volto della figlia stessa, impegnata a dondolarsi leggermente avanti e indietro, le braccia allacciate dietro la schiena.

“Sono adorabili”

 

“Non riesco più a far la parte della stronza” le risponde con un sussurro, guadagnandosi un rapido bacio sulla guancia. “Comunque avevo già finito” sbuffa alla fine, ad alta voce.

 

“Davvero?” chiede con gioia straripante Alanis, saltellando all’interno della stanza.

 

“Sì. Questo balbettio in forma umana sembra un ragazzo a posto. Perciò … Dios, che fatica ammetterlo …” mente ancora, con un sorriso mal celato “… sparite da qui prima che cambi idea”

 

Ma la ragazza ignora la sua recita e le salta al collo, donandole un generoso bacio sulla guancia che la fa sorridere genuinamente nonostante abbia tentato a tutti i costi di non farlo.

“Grazie mamà, grazie!”

 

Mentre la figlia abbraccia anche Brittany, nonostante questa in realtà non abbia fatto nulla, Santana si dirige con aria divertita verso Owen, porgendogli la mano.

 

“Sei stato un degno rivale” bofonchia con un sorriso, guardandolo dritto negli occhi castano chiaro e scompigliandogli i folti ricci scuri, un mix somatico che non lascia dubbi circa all’identità del padre biologico.

 

“Grazie, zia … sono molto felice di avere il tuo benestare”

 

La latina getta un rapido sguardo oltre la spalla, controllando la posizione di Alanis.

Assicuratasi che sia ancora impegnata a parlottare con l’altra madre, si tira contro il ragazzo, abbracciandolo e sussurrando un augurio di buona fortuna in spagnolo.

 

Si stacca in fretta, sorridendo nel modo che riserva solo a Brittany, Alanis, Paula e … beh, lui.

“Lo sai quanto ti voglio bene, tesoro. Ma se fai star male mia figlia, ti squarto, ti faccio a pezzettini e ti uso per concimare l’orto. Entendido?”

 

“Me lo meriterei” ammette, serio. “Ma ho perso troppo tempo per confessarle i miei sentimenti, farò di tutto per non perderla” bisbiglia in aggiunta, ricevendo un occhiolino.

 

“Andiamo, Owen?”

 

Con un broncio fintissimo, Santana si allontana del tutto, voltandosi verso la figlia che ha appena parlato e regalandole un buffetto sul naso.

 

“Fate i bravi. Ti voglio a casa a mezzanotte. Se no, mi metto in caccia con il mattarello. E sapete di che parlo”

 

Quando i due piccioncini escono, addirittura mano nella mano, la latina si corruccia.

 

“Cosa c’è?” le chiede la moglie, un tantino preoccupata, accarezzandole la guancia.

Santana si struscia contro la sua mano, come un cucciolo in cerca di grattini, piegando la testa di lato per catturarle le dita contro la spalla.

 

“Solo io me la vedo ancora che gioca con me sul lettone mentre tu tieni in braccio Paula?”

 

Brittany non può non notarne l’evidente commozione, che per Santana vuole dire disperato bisogno di coccole.

 

Si mette sulla sedia dove fino a pochi minuti prima sedeva il povero Owen e se la tira sulle ginocchia. “San, amore … ha diciassette anni. Sapevi che prima o poi qualcuno avrebbe avuto il coraggio di parlare con te

 

“Ma è la mia bambina” piagnucola sfregando il naso contro quello della moglie. “E anche lui lo è. E se litigassero e non si parlassero mai più? Ci hai pensato?”

 

Brittany sospira, continuando a coccolare la moglie. “Sarà sempre la tua bambina. Solo che adesso è giusto che faccia le sue esperienze, no? Comunque lo sapevo che sarebbero finiti assieme, lo so da quando avevano tre anni e giocavano sempre tenendosi per mano. Fidati di me se ti dico che si parleranno ancora anche se si mollassero”

 

“Come fai a saperlo?” chiede, sollevando la testa dalla comoda posizione che ha trovato sul petto della sua paperella, una leggera nota di preoccupazione nella voce.

 

“Sono migliori amici prima di essere fidanzati. Si conoscono, si apprezzano per quello che sono … difetti compresi” risponde Brittany e sì, si sta riferendo anche alla loro storia e al modo in cui, dopo la rottura post diploma, hanno avuto la forza di rimanere legate, finendo con il mettersi insieme di nuovo dopo anni di distanza e maturazione personale. “E poi … hai visto come Owen guarda Alanis e come lei ha guardato lui?”

 

“Allora non me lo sono sognato!” trilla, gioiosa, concludendo con un sospiro strozzato. “Spero di non aver insegnato troppo ad Owen ad essere intraprendente. Anche perché io ti invitavo a cena con uno scopo ben preciso: la sveltina nel bagno”

Si prende un secondo per sé, per poi aggiungere “E per tenerti la mano sotto il tovagliolo. E anche per vedere come ti illuminavi quando ordinavo le banana split”

 

Brittany lascia andare un risolino prima di baciare teneramente la sua donna, colei che ha scelto e con cui passerà tutta la vita. “Per la cronaca, a me piaceva venire a cena con te per gli stessi motivi. In più, perché pagavi sempre tu”

 

La latina le schiaffeggia una spalla, fintamente offesa, per poi non resistere al suo volto rilassato e baciarla di nuovo.

Si lasciano un attimo travolgere dall’emozione dei ricordi, finché non sentono dei passi pesanti provenire dalle scale.

Si staccano a malincuore –o meglio, Santana deve togliere le mani da sotto la maglia di Brittany- per non traumatizzare Paula. Non di nuovo, almeno. Non di nuovo in questa settimana.

 

“Io sono scioccata e incredula”

 

Si girano verso la porta, ancora abbracciate, preparandosi alla scenetta melodrammatica che la loro seconda figlia avrebbe riservato loro.

 

“Per cosa, Paula?”

 

Paula non è figlia di Brittany. E non è nemmeno figlia di Santana visto che non è mai riuscita a rimanere incinta. È stata adottata quando ormai un anno. Eppure, in qualche modo, il caratterino è stato misteriosamente ereditato dalla latina, compreso il fin troppo prematuro risveglio ormonale.

 

Comincia a indicare la porta con ampi gesti delle mani, come se si trattasse di qualcosa di  ovvio, scuotendo i corti capelli castani di qua e di là.

 

“Uhm?”

 

“Alanis. Owen. Cena. Perché?”

 

“Perché sì” decreta democraticamente Santana, senza minimamente prendere in considerazione l’idea di alzarsi dalla sua comoda posizione, con Brittany che le massaggia lentamente il collo con una mano.

 

“Perché io no?!”

 

“Perché tu hai solo quindici anni. E poi perché saresti voluta uscire con Adam”

 

“E cos’ha Adam che non va?” chiede, stizzita.

 

“Tralasciando il fatto che è un senior e tu una freshman, so da fonti certe che è uscito con praticamente ogni ragazza del vostro liceo. Vogliamo parlare di questo? Vogliamo davvero farlo?”

 

Brittany spegne contro la sua spalla una sonora risata, mentre Paula apre le fauci, esasperata, e le richiude subito dopo, portandosi le mani sulla vita, gli occhi marroni completamente spalancati.

“Sei prevenuta nei suoi confronti” borbotta, battendo il piedino a terra. Quasi come Rachel, pensa Santana con un ghigno. “È un bravo ragazzo e quelle sono solo voci. E comunque Owen dovrebbe farsi i fatti suoi!”

 

“Lo fa perché ti vuole bene” irrompe Brittany. “Sono sicura che è già venuto a parlarne con te e tu l’hai ignorato, vero?”

 

Paula arrossisce e non c’è davvero bisogno che dica una sola parola.

 

“E non sono prevenuta, tesoro” riprende Santana. “Sono solo realista. Non ho la minima intenzione di metterti nelle mani di un tizio che dopo dieci minuti di cena quelle mani le avrà già provate a mettere nelle tue mutandine almeno otto volte”

 

“Mamà! Che dici?!”

 

“La verità” trilla allegra mentre la figlia diventa bordeaux. “Li conosco i tipi come lui. Prima di rinsavire io e tua madre siamo usciti con molti di loro” spiega, mentre da qualche parte in California a Puck stanno fischiando le orecchie.

 

Paula cerca di protestare, ma la saggia Brittany la anticipa. “Tesoro, conosci le regole, no? Se Adam vuole portarti fuori da qualche parte, deve parlare prima con noi”

 

“Così è troppo. Solo voi lo fate” piagnucola, esattamente come Santana qualche minuto prima.

 

“Di quello che fanno gli altri genitori a noi non interessa” dice, ferma, mentre la latina annuisce con vigore. “Lo capirai quando anche tu avrai una figlia a cui pensare e per cui speri capiti solo il meglio di ogni cosa”

 

“Domani Adam verrà qui!” replica, risoluta.

 

“Bene” dice Santana.

 

“Bene!”

 

“Bene” ripete ancora la latina, giusto per farla innervosire.

 

“Siete incredibili! E siete delle dittatrici! Soprattutto tu!” indica la mamma mora che fa un piccolo inchino, muovendo la mano “Vi … vi … vi odio!”

Batte i piedi e se ne va, furibonda. È decisamente ed eccessivamente melodrammatica, andare a lezione di canto da Rachel sta nuocendo gravemente alla sua salute, soprattutto mentale.

 

Passano quasi due secondi prima che la ragazzina si faccia rivedere, rossa in viso e con lo sguardo a terra.

 

“Non vi odio” mormora senza alzare gli occhi dalle piastrelle del pavimento. “Vi voglio tanto bene, in realtà, è che a volte … niente, vi voglio bene e basta”

Poi scappa via.

 

Le due donne scoppiano a ridere per la scena che si ripete ogni volta che Paula dice qualcosa che non pensa istintivamente, presa dalle emozioni. È particolare, adorabilmente fatta un po’ a modo suo, ed adottarla è stata la migliore decisione della loro vita.

 

Con un sorriso pieno d’amore, Santana si accoccola di nuovo sulla sua paperella, inspirando il profumo dei suoi capelli dorati.

“Che ne dici di andare in quel locale nuovo che hanno aperto sulla 77esima? Non è Breadstix, ok, ma prendere un aereo per tornare in Ohio sarebbe troppo, no? Giusto per commemorare i bei vecchi tempi”

 

“Non ci provare” ghigna baciandole la testa. “Noi non spieremo nostra figlia e Owen”

 

“Ma-”

 

“Io mi fido di lei” decreta, sentendo poi il sorriso della moglie contro la sua spalla. “E anche di lui”

 

“Sei diventata così intelligente, BrittBritt”

 

“Ehi!” esclama offesa. “Io ho vinto il deca … decatro … quello al terzo anno! Sono sempre stata intelligente”

 

“Lo so, te l’ho sempre detto. E anche io mi fido di loro” dice Santana, tornando seria improvvisamente “Alanis non farà mai niente che possa deluderci in alcun modo, l’abbiamo tirata su abbastanza bene, no?” conclude guardando negli occhi la sua donna.

 

Rimangono un po’ di tempo così, a guardarsi e sorridersi come fanno da anni, da quel giorno nello spogliatoio delle Cherioos. Gli anni passati lontane l’una dall’altra sembrano solo un pallido ricordo, una parentesi di un rigo in un libro di trecento pagine.

 

“Coccole e tv?” propone la bionda.

 

“Sarebbe perfetto” bisbiglia la mora alzandosi quasi con sofferenza, assuefatta dal calore e dal profumo di Britt.

 

Si avviano verso la cucina per fare rifornimento, fermando lo sguardo contemporaneamente sulla porta del bagno al piano terra, quello per gli ospiti.

 

“Anche se non andiamo fuori a cena …” inizia la latina.

 

“ … non tutto quello che facevamo da Breadstix non può essere fatto a casa …” prosegue la bionda, mordendosi il labbro non appena vede lo sguardo malizioso della moglie. Lo stesso che sta facendo lei, comunque.

 

“ … e fare i bravi genitori è stancante” concludono assieme, scoppiando a ridere.

Si prendono per mano e si baciano, serene ed innamorate come prima, più di prima, camminando verso il bagno senza staccarsi l’una dall’altra per un solo secondo.

 

I problemi che hanno dovuto affrontare sono cambiati rispetto all’accettazione di sé, dei propri sentimenti e del timore del confronti con gli altri che hanno caratterizzato la loro adolescenza. Ora sono decisamente diventati problemi da adulti e sono cresciuti con loro nel corso degli anni.

 

Ma, alla fine della storia, loro sono ancora le Santana e Brittany che intrecciavano i mignoli nei corridoi del McKinley e, nonostante tutto, rimarranno sempre così.

 

 

 

 

Note dell’autore.

 

Prima di tutto scusate per il titolo. Fa pietà, lo so, è che non sono capace di trovarne di belli.

 

Totalmente diversa da tutte le altre che ho pubblicato, no? Nemmeno una traccia di angst, sono quasi fiero di me.

Ricapitolando, Alanis è la figlia naturale di Brittany, Paula è stata adottata dalla famiglia Lopez-Pierce e Owen è il figlio naturale di Blaine, sposato con Kurt.

 

Che altro dire? Beh, finché l’ispirazione va tu lasciala andare.

Ho pensato a come dovrebbe essere uscire con un’ipotetica figlia di Santana e questo è il risultato. Già è una persona gelosa e possessiva –almeno secondo me– di suo, figurarsi se si tratta di sua figlia e se questa figlia è una versione giovane di Brittany. Ecco perché l’ho fatta così pazza, caricaturale quasi.

 

All’inizio le avevo messo di fronte un ragazzo a lei sconosciuto, poi ho deciso per crearne uno nuovo con cui ha un legame profondo proprio per farla sembrare ancora più folle :)

 

E … boh, sto sperimentando nuove cose, più fluff, anche se ne ho un paio angst che prima o poi metterò, di cui una Brittana tra l’altro.

 

Grazie per chi leggerà questa e ha letto, commentato, messa nelle preferite o da ricordare le altre. Grazie di cuore.

Come al solito, vi esorto a dirmi cosa ne pensate, a fare obiezioni, proporre correzioni o suggerimenti e insultarmi pesantemente, per recensione o messaggio personale che sia.

E, per chi fosse interessato, domani pomeriggio o sabato mattina dovrei trovare una mezz’ora per mettere il nuovo capitolo di Home.

Pace.

  
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