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Autore: nuttyshake    07/03/2013    3 recensioni
"Se non ricordo male, tu non hai una mira molto buona." Will scrollò le spalle, sentendosi leggermente a disagio. "Nessuno mi ha mai insegnato il tiro a bersaglio." . Jem sfoderò un altro dei suoi sorrisi radiosi. "Beh, avevo promesso che ti avrei aiutato, o sbaglio?" OS ispirata dal prologo di CP2. Piccoli spoiler. Will/Jem, può essere interpretata come slash, pre-slash o semplice amicizia.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“You may use me for target practice if you wish.
It seems to me I have little to fear from such an exercise,
as you are not a very good shot.
Or,” Jem went on, turning back to Will,
“you could allow 
me to teach you. For I am a very good shot.”
- Clockwork Princess Prologue (Will and Jem's First Meeting)

 
Da quando era arrivato all'Istituto, le giornate di Will consistevano della solita, noiosa routine che si imponeva quotidianamente. Dopo essersi svegliato nella sua stanza buia e fredda, al suono della pioggia che picchiettava sui vetri delle finestre, scendeva a fare colazione senza rivolgere la parola a nessuno, se non per sputare insulti, e poi passava il resto della giornata nella sala degli allenamenti, dove era sicuro di non recare danno a nessuno se non a se stesso.

Nonostante le continue lamentele di Charlotte, Will si chiudeva lì dentro per ore, a lanciare coltelli contro i bersagli e infilzando manichini, sfogando la sua rabbia e la sua angoscia nell'unico modo che conosceva. Dopo le prime settimane, nessuno aveva più osato disturbarlo, capendo che era inutile insistere. Era ormai divenuto chiaro a tutti che Will non cercava compagnia, che avrebbero dovuto lasciarlo solo; era quello che Will voleva che pensassero.

Proprio per questo, si stupì quando udì il cigolio della porta della sala che si apriva. Suppose che fosse Charlotte, che gli portava qualcosa da mangiare o voleva fare un ultimo, disperato tentativo per avvicinarsi a lui, e si stava già preparando a mandarla via bruscamente quando si rese conto che la figura che aveva davanti non assomigliava nemmeno lontanamente a Charlotte.

Il rumore dei passi di Jem risuonò sul legno mentre avanzava nella sala, rigirandosi un coltello in mano. Rivolse a Will il sorriso che aveva imparato ad associare a Jem, come se nulla potesse toccarlo o turbarlo. Se qualcun altro gli avesse sorriso a quel modo, Will l'avrebbe interpretato come una sfida a farsi odiare ancora di più, a distruggere ogni sentimento d'affetto che l'altro avrebbe potuto provare nei suoi confronti, ma c'era qualcosa, in Jem, che gli infondeva calma e serenità, invece del solito tormento che lo assaliva non appena qualcuno gli rivolgeva la parola. Jem era l'unico ad avere quell'effetto su di lui, quella sensazione di sicurezza che lo costrinse a ricambiare il suo sorriso. "Ciao."

Jem rivolse la lama del coltello verso di lui. "Che fai?"

Will, che non si era ancora abituato del tutto alla presenza di Jem nell'Istituto, ebbe l'impulso di rispondere con un commento brusco e sarcastico per mandarlo via ma, come aveva scoperto alcuni giorni prima, gli piaceva Jem: gli piaceva la sua compagnia, la sua gentilezza e pazienza illimitata nei suoi confronti, gli piaceva poter parlare e scherzare con lui senza preoccuparsi di quello che sarebbe successo. Aveva un disperato bisogno di qualcuno che gli volesse bene, nonostante la maledizione glielo impedisse.

 "Mi alleno coi coltelli." rispose semplicemente; e fu come prendere una boccata d'aria fresca quando si voltò verso il bersaglio e vi scagliò contro il coltello; non per vantarsi della sua ottima mira, per una volta, ma semplicemente perché stava passando del tempo con un amico, ed era quello che gli amici facevano: si allenavano insieme, si davano consigli a vicenda, magari si stuzzicavano senza mai essere troppo crudeli. Il pensiero che con Jem avrebbe potuto avere tutto quello lo riempì di una strana gioia improvvisa, come una scarica di adrenalina.

Il coltello, che sperava avrebbe centrato il segno per impressionare Jem, si conficcò invece a circa cinquanta centimetri di distanza dal bersaglio. Sentì Jem ridere dietro di sé, un sorriso genuino stampato in volto.
"Se non ricordo male, tu non hai una mira molto buona." Lo scrutò intensamente, come se solo fissandolo potesse trapassare la sua anima.

Will scrollò le spalle, sentendosi leggermente a disagio. "Nessuno mi ha mai insegnato il tiro a bersaglio."

"Oh, a me sì." Jem impugnò il coltello che teneva in mano e, dopo essersi messo in posizione e aver calcolato la giusta traiettoria, lo scagliò esattamente al centro del bersaglio. Fece un passo indietro e ammirò soddisfatto il suo lavoro. "I miei genitori mi hanno allenato per anni, all'Istituto di Shanghai."

Will si aspettava di veder apparire un'ombra di malinconia sul suo volto, un segno di tristezza a fare breccia nella sua compostezza, ma se quelle parole avevano causato in Jem brutti ricordi non lo dava affatto a vedere. Will si chiese come facesse; se Jem gli avesse domandato dei suoi genitori o li avesse anche solo nominati, Will avrebbe avvertito l'ombra che gli oscurava costantemente l'anima farsi ancora più pesante, fino ad avvilupparlo al punto da soffocare. Per questo, Will non gli chiese se i suoi genitori gli mancassero, né tantomeno cosa gli fosse successo, ma piuttosto "Ti manca Shanghai?"

Gli occhi di Jem si oscurarono. Il colore stava defluendo velocemente sia dagli occhi che dai capelli, trasformando il nero in un colore argenteo. Charlotte aveva parlato di una malattia, ma Will non aveva voluto chiedergli di che cosa si trattasse. Non così presto, almeno. "Sì." Jem avanzò verso il muro, tirando fuori il coltello dal bersaglio, e lo porse a Will dalla parte del manico. "A te manca il Galles?"

"Sì." E nessuno dei due aggiunse altro, perché non ce n'era bisogno.

Will gli prese il coltello di mano, soffermandosi solo un attimo sulle dita di Jem prima di afferrare l'elsa. Erano settimane che non toccava nessuno, e quel breve contatto fece fremere tutti i suoi nervi.

Jem girò attorno a Will per sistemarsi alcuni passi dietro di lui. "Da quel che ho capito, sei parecchio indietro con il tuo addestramento."

"I miei genitori non erano Shadowhunters." lo informò Will. "Mio padre ha deciso di vivere da mondano per poter sposare mia madre."

"Deve amarla tanto." commentò l'amico; Will annuì assente. Jem sfoderò un altro dei suoi sorrisi radiosi. "Beh, avevo promesso che ti avrei aiutato, o sbaglio?"

E così dicendo, iniziò a dargli indicazioni come se fosse il suo istruttore. "Su, divarica un po' le gambe. Non così tanto" si affrettò ad aggiungere con una risatina quando Will mise un po' troppa distanza tra la sua gamba destra e quella sinistra, quasi stesse cercando di fare una spaccata. Will, imbarazzato, tornò nella giusta posizione.

"Adesso prendi bene la mira." gli suggerì, indicandogli il bersaglio da colpire. "Non inclinare troppo la punta."

La mano di Will era sudata e scivolosa, rendendogli impossibile stringere il coltello. Le sue nocche si stavano facendo bianche cercando di mantenere una presa salda.

Will sentì le braccia di Jem che lo circondavano e si fece ancora più teso. Credeva che gli avrebbe dato fastidio, come sempre, quando si trattava di contatto fisico con altre persone, ma invece una sensazione calda e piacevole si situò nel suo addome.

"Non così forte" lo istruì Jem gentilmente. Le mani del ragazzo si posarono sulle sue, mostrandogli come stringere il coltello correttamente. "Ecco, così."

Will deglutì, tentando di concentrarsi sul bersaglio. Alzò il coltello, puntandolo verso il centro, e lo tirò senza metterci troppa forza, come aveva suggerito Jem.

I due ragazzi seguirono intrigati la traiettoria del coltello in aria. Dritta e regolare fino alla fine, quando curvò solo di qualche centimetro…e il coltello si conficcò sul terzo cerchio del bersaglio.

Will tirò un sospiro di sollievo, asciugandosi il sudore dalla fronte. Jem, felice del risultato ottenuto, gli diede una pacca sulla spalla.

"Piccoli passi, William." Gli fece l'occhiolino prima di allontanarsi per riportargli il coltello. "Piccoli passi."

 
“If the bullet passes through your heart,”
Will said, his aim unwavering,
“you’ll die. And I am a very good shot.”
- Clockwork Angel

  
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